Google: università cinese dietro attacchi

googleGli attacchi informatici a Google e a diverse aziende americane sono partiti dai computer di due università d’elite cinesi. Lo rivela il sito Internet del New York Times, secondo cui l’intento era quello di rubare segreti commerciali, codici di computer e mail delle organizzazioni cinesi che si occupano di diritti umani. Google ha denunciato le prime “intrusioni” a gennaio, ma gli inquirenti sospettano che le attività illecite siano iniziate ad aprile. Gli istituti coinvolti sono l’Università di Shanghai Jiaotong e la Lanxiang Vocational School.

La prima è considerata una delle facoltà di maggiore prestigio in materia di scienze informatiche. I suoi studenti pochi anni fa parteciparono a una competizione internazionale di programmazione organizzata dalla Ibm, sconfiggendo in una “battaglia tra cervelli” le brillanti menti di Stanford e di altre università americane.

La seconda è una scuola di specializzazione nata per volontà dell’esercito e prepara ingegneri informatici per conto delle Forze Armate.

Google, Cina e Usa: La battaglia è aperta

googleCrisi diplomatica sfiorata fra Usa e Cina. Il ministero degli Esteri cinese definisce “dannoso” per i rapporti con gli Stati Uniti il discorso di ieri di Hillary Clinton, che ha accusato la Cina di limitare il libero accesso a Internet come la Tunisia, Uzbekistan, Arabia Saudita e Vietnam. In una nota pubblicata sul suo sito web il ministro degli Esteri afferma che gli attacchi americani “negano la realtà e danneggiano le relazioni tra i due paesi“. “Internet in Cina è aperta e la Cina è il paese più attivo nello sviluppo di Internet” continua la nota, in cui viene rimarcarta che “alla fine dell’ anno scorso i netiziens cinesi hanno raggiunto la cifra di 384 milioni e ci sono 3,68 milioni di website, 180 milioni di blog“.

La Cina ha la sua situazione nazionale e le sue tradizioni culturali e gestisce Internet in accordo con le sue leggi e con le pratiche internazionali“, prosegue il ministro, che chiosa la nota, esprimendo la “speranza” che gli Usa “rispettino gli impegni presi dai leader dei due paesi” per migliorare le relazioni diplomatiche fra i due paesi. Pechino rimanda al mittente le critiche, ma nonostante le divergenze, si dice disponibile al proseguo del dialogo con il governo Obama. La Clinton ha chiesto alla Cina di avviare un’inchiesta “minuziosa” e “trasparente” riguardo gli ultimi casi di pirateria nel paese asiatico, in particolare contro Google, che sta pensando di andarsene anche a causa della censura.

2009, un anno in Politica Live – Settimo tempo

2009 luglio neda_soltan iran

La parola d’ordine è social network. Ma anche blog, riprese con i telefonini. Quindi YouTube, Twitter, Facebook. E’ così che al mondo tranquillo, al mondo chiuso nella sua paventata serenità e in pace presunta, si affaccia l’Iran. Informazione in tempo reale, ma soprattutto informazione: perché passare attraverso il vaglio della censura è difficile, pericoloso, vitale per i riformisti iraniani.

E’ Neda Soltan, il suo volto sanguinante, gli ultimi istanti della sua storia, la sua morte. Per il Times è il personaggio dell’anno. Lei non lo saprà mai. E’ morta, morta con gli occhi aperti sulla vita.

Persepolis 2.0, on line il fumetto

persepolis

Persepolis 2.0. Il fumetto, dopo essere diventato un film nel 2007, è ora on line. Schizzi in bianco e nero ormai famosi, ma ora la storia è cambiata. Nella versione originale, pubblicata per la prima volta in Francia nel 2000, e nel film, estremamente commovente, si parlava della rivoluzione del 1979. Nella rielaborazione 2.0 si parla di oggi: delle elezioni del 12 giugno 2009 e della contestata vittoria di Mahmoud Ahmadinejad.

Perché dopo quanto accaduto a Teheran, dopo gli scontri, dopo Neda, Persepolis è stato “rielaborato” da due dissidenti iraniani in esilio. Loro si firmano Payman&Sina.

Iran, in morte di Neda e dei social network


Iran, storia di Neda. Non guardate il video, se ritenete. Neda è morta con gli occhi spalancati. E qualcuno le chiude quegli occhi.

Ricordiamo Neda! Uccisa in Iran!

Neda è morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi

Neda non ti dimenticheremo, non sarai morta invano

Sono solo alcuni esempi di frasi che sono girate oggi sul social network Twitter. Neda è morta ieri negli scontri di piazza a Teheran, come riportano i sostenitori del candidato dell’opposizione Mir Hossein Mousavi. Le immagini di questa morte hanno fatto il giro del mondo. Sono passate attraverso YouTube, Twitter, Facebook. Scarpe da ginnastica, jeans, faccia imbrattata di sangue, tanto sangue. Uomini che tentano di rianimarla, le chiudono gli occhi. La maglietta nera, le grida. Neda è morta, colpita da un miliziano mentre manifestava insieme al padre nelle vie di Teheran.

Neda è il simbolo della rivolta dell’Iran. Qui il sito in sua memoria.

Google in tilt

Problemi su Google. Google in tilt. Anche i giganti crollano. Facevo le mie ricerche, e non capivo perché su tutti i risultati di Googlee mi comparisse “Questo sito potrebbe arrecare danni al tuo computer”. Il sito del Sole 24 Ore? No, impossibile. E poi c’era la stessa frase su qualsiasi risultato. Allora ho pensato fosse il mio pc… Non sta benissimo, in fondo. E invece no. Sul motore di ricerca, la ricerca viene, appunto, effettuata ma compare quella frase e non si riesce ad aprire direttamente i link forniti dal motore. Per Google news, invece, ci sono proprio problemi di accesso.

Non si conoscono ancora le cause, anche se da Google, voci fanno sapere che stanno lavorando alla risoluzione del problema. Non ci sono aggiornamenti deppure sul blog ufficiale del motore di ricerca.

UPDATE 16.45. Funziona di nuovo tutto. 15 minuti di black out che ha fatto il giro del mondo. Non si conoscono ancora le cause. Il guasto non ha investito altri servizi come Gmail o Google Groups.

Il silenzio a Piazza Tiananmen, 19 anni dopo

Il NYT dice. It’s over. Now, it begins. Questo è il sunto di quanto accade negli USA in queste ore. E’ la svolta? Ci sono molte cose che non vengono dette, plausibilmente. Se ci arriva, a novembre… Ci dicevamo ieri a cena. E tutto si vuole tranne che portargli sfiga. La vittoria, la fine e l’inizio di Barack Obama si collega – e il volo non è pindarico – all’altra faccia del mondo.
Penso a piazza Tian’anmen. Dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali, operai nella Repubblica Popolare Cinese tra il 15 aprile ed il 4 giugno 1989. Diciannove anni fa si chiudeva una storia che ha riaperto la storia. Quel simbolo. Qui una cronaca di 19 anni dopo.

Google, please don’t spy!

Ebbene sì. Google fa lo spione. E anche di un certo rango a volerla dire tutta. Al centro della diatriba non poteva esserci che l’ormai arcinoto motore di ricerca satellitare “Google Earth” (che se siete abitudinari spettatori di Studio Aperto è quel programma ultimamente molto utilizzato per mostrarvi la posizione delle città dal satellite).

Vediamo di comprendere un po come funziona Google Earth e perchè ha causato così tanti problemi all’amministrazione statunitense. Google Earth è un applicativo esterno al motore di ricerca di Google. Di questo prende la funzionalità che è un motore di ricerca di città e mappe, ma non nel web come accade per il “Google” che tutti conosciamo, bensì su mappe satellitari della Terra (appunto Earth). La funzionalità di questo programma è che permette di vedere anche casa vostra tramite una fotografia dal satellite e in pochissimi click.

Google Earth non funziona in modalità “live”, ovvero non prende in diretta le immagini. Queste vengono scattate a scadenze predefinite e quindi aggiornate di modo che le foto possano essere il più possibile verosimili alla realtà. L’indicazione di giorno e ora di scatto sono visibili sulla foto stessa.

Il Pakistan oscura YouTube

YouTube
YouTube, domenica, per due ore è crollato completamente. Giù. Del tutto. Bizzarro, non capita mai. Niente UGC, UGA, P2P etcetera etcetera. Non c’era nulla, non c’era YouTube, il popolarissimo sito per la condivisione di materiale video shared. Più niente broadcast yourself. Il bello è che You Tube non c’era più praticamente in nessun angolo del globo.
Attacco informatico in grande stile? Yahoo in vendetta trasversale su Google? Naturalmente no. Nessun hacker e nessun competitor adirato.
Il black out è stato generato dall’azione e dall’intervento di un governo di Stato di questo mondo. Le autorità pachistane avevano deciso di bloccare l’accesso al portale nel Paese. Nel tentativo di, hanno erroneamente mandando in tilt la pagina web a livello globale.