Il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, ha scritto in una lettera pubblicata sul Giornale: “Purtroppo in Italia bisogna essere amici della sinistra per essere considerati degli uomini di cultura e per essere credibili politicamente. Non vorrei che anche Fini venisse attratto da queste sirene che offrono una legittimità politica al prezzo di inginocchiarsi alle immagini sacre della sinistra”. “Sono sorpreso e amareggiato – aggiunge Bondi – nel sentirmi rimproverare da Gianfranco Fini la mia militanza nel Pci. Al di là del confronto di idee che è in atto all’interno del partito, che Gianfranco Fini ha contribuito ad arricchire e al quale continuerò a offrire anch’io il mio contributo, ciò che mi colpisce in questo momento è la particolare durezza di una polemica che anzichè riguardare le idee preferisce mettere in cattiva luce le persone”.
Gianfranco Fini
Fini, fuorionda su Berlusconi
Il video in questione, certo significativo, è da tutt’oggi postato e ripostato, lanciato e rilanciato sul web, su Facebook (c’è a chi piace, a chi non piace, chi commenta, chi appoggia), su altri social network. Durante un convegno a Pescara, il “fuorionda” di Gianfranco Fini e le sue considerazioni con un suo amico magistrato diventano protagonisti.
Alcune frasi: Lui confonde la leadership con la monarchia assoluta… il consenso popolare che lo legittima a governare, con una sorta di immunità… Speriamo facciano il riscontro con scrupolo… perché è una bomba atomica… (le dichiarazioni del pentito Spatuzza, ndr.).
Si attende, chissà, a breve o non a breve – berlusconiano commento. Magari prima del prossimo libro di Bruno Vespa.
Fini e Bertinotti a Porta a Porta
Anche stasera il salotto di Porta a Porta delizierà gli italiani nottambuli sulla prima rete. Oggi ospiti di tutto rispetto e spessore: Gianfranco Fini e Fausto Bertinotti. C’era un tempo in cui i suddetti venivano definiti, quasi all’unanimità e a prescindere dalle appartenenze di colore, gli ultimi politici di razza del Belpaese.
E per entrambi, a un certo punto – e con durata variabile – è arrivato il momento della presidenza della Camera dei deputati. Entrambi hanno recentemente scritto un libro.
Titolo della puntata di oggi di Porta a Porta: Che Italia sarà. Bella domanda.
Minareti, è polemica
La parola d’ordine del momento è minareto. La Svizzera, si sa, ha deciso con un referendum sul divieto di costruzione di nuovi minareti. Una modifica costituzionale promossa dalla destra nazional-conservatrice, che ha visto il 57,5% dei votanti dire sì al divieto. Solo in quattro cantoni su 26 la proposta è stata respinta.
Questo in Svizzera, e davvero non era prevedibile. Anche se il risultato viene spiegato con pacatezza: il ministro – anzi, la ministra – della Giustizia elvetico, Eveline Widmer-Schlumpf, afferma:
non si tratta di un voto contro la religione islamica ma contro i minareti come edifici. In Svizzera si rispetta la libertà di fede, è un valore fondamentale, ma certo il risultato di questo referendum non è un bel segnale. È importante che nella nostra democrazia si abbia la possibilità di votare, e questo voto non è contro la religione islamica
Ed è ormai scoppiata la polemica internazionale.
Mirabilia all’italiana
Dunque, facciamo un attimo il punto. Per il caso della povera Meredith (chissà, forse era una smorfiosa, colpa suprema che le avrebbe portato la morte per punizione) è stato chiesto l’ergastolo per Raffaele Sollecito e per Amanda Knox. Nel frattempo Bruno Vespa, che non può più fare modellini sulla casa di Cogne, li fa sulla casa di Garlasco. Che altro?
Ah. Brenda, la trans del caso Marrazzo, è morta, per i pm è omicidio, Massimo D’Alema non è Mister Pesc. Che il profilo del Financial Times abbia fatto effetto? Contemporaneamente Gianfranco Fini rilancia sugli stranieri, proferisce la parola “stronzo”. Anche Calderoli parla, ma non proferisce la stessa parola: ne richiama solo il significato. Il Fini, a prescindere, fa prove implicite di matrimonio con Luca Cordero di Montezemolo. Tante sono le cose che sono state messe a bollire in pentola, in Italia. Tante le faccende già messe in pentola, e già bruciate. Tante finiranno in pentola nel futuro. Ma nulla di tutto questo è per noi. Per noi, perché la nostra vita continua immutata, perché la crisi, per noi, non è passata. Perchè la quotidianità è faccenda dimenticata, lassù. Ci pensavo camminando ieri sera per Lecce.
Minacce a Berlusconi, Bossi e Fini in una lettera al Riformista
Roma, 17 ott. (Apcom) – Una lettera con minacce ‘indirette’ di morte al premier Berlusconi, al presidente della Camera Gianfranco Fini e al leader della Lega Umberto Bossi è stata recapitata questa mattina per posta alla redazione del quotidiano Il Riformista. Lo conferma il direttore del giornale, Antonio Polito, spiegando che si tratta di un comunicato firmato con la stella a 5 punte e con la sigla ‘Brigate rivoluzionarie per il comunismo combattente’: nella lettera si chiedevano le dimissioni di Berlusconi, Fini e Bossi entro la mezzanotte di oggi, in particolare si spingeva il premier a consegnarsi alla giustizia comune altrimenti la sentenza della giustizia comunista sarebbe stata “inevitabile”. La missiva è stata consegnata alla Digos ed è stato avvertito anche il prefetto della capitale.
L’ultimatum è scaduto. Il Tg3 la passa come sesta notizia nell’edizione delle 14.20 di oggi. Forse siamo assuefatti anche a questo, e forse in molti se lo aspeettavano. Salvo vedere in questo gesto un “tocco di colore”. Rimane lo stupore su un Paese, l’Italia, che è accartocciata su se stessa da quando si abbia memoria.
Fini non si avvale del lodo Alfano. E il magistrato ritira tutto
Notizia: il presidente della Camera, Gianfranco Fini, rinuncia ad avvalersi del lodo Alfano (la legge che prevede l’immunità per le 4 principali cariche dello Stato, la cui costituzionalità sarà al vaglio nei prossimi giorni da parte della Consulta). Giulia Bongiorno, deputata del Popolo della Libertà nonché avvocato del presidente della Camera, ha presentato istanza di rinuncia del suddetto logo. Per cosa?
Pre-notizia: un procedimento nei confronti del presidente della Camera, nato da una querela dal magistrato Henry John Woodcock per le parole pronunciate da Fini a Porta a Porta. Dopo la notizia: il magistrato ritira tutto.
Una domanda: perché Fini ha deciso di non avvalersi del lodo? Con quali motivazioni?
Fini querela Feltri
Lotta, parte seconda. Dopo il caso Boffo, scoppiato e già chiuso, almeno per i più, ecco che Gianfranco Fini querela Vittorio Feltri. Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia della Camera e avvocato del presidente della Camera, lo conferma. Il tutto nasce dall’editoriale di ieri: Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento. Ultima chiamata per Fini: O Cambia rotta o lascia il Pdl.
In particolare, a far scattare il caso Fini/Feltri sono i riferimenti al dossier a luci rosse del 2000 che, secondo il direttore del Giornale, riguarderebbe uomini di An.
Fini ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano sui teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. E’ sufficiente ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme
Sssshh.
Marcinelle, 53 anni dopo. Quando la tragedia era italiana
Agosto 1856. Agosto 2009. Nella cittadina belga di Marcinelle, si è celebrato il 53° anniversario della tragedia mineraria in cui morirono 262 lavoratori di cui 136 di nazionalità italiana. All’evento hanno preso parte Gianfranco Fini, Presidente della Camera Dei Deputati, Sandro Maria Siggia, Ambasciatore d’Italia in Belgio, Mirko Tremaglia che ha fatto si che venisse istituzionalizzata la giornata di commemorazione, ed i parlamentari italiani eletti nella Circoscrizione estero.
Marcinelle è il simbolo del coraggio e della forza di centinaia di italiani fuggiti dalle loro terre per cercare fortuna e realizzare un sogno, dicono.
Napolitano firma, Fini parla
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto correttivo e ha promulgato la legge anticrisi. Rassicurazioni del premier sulle riserve auree: l’applicabilità è stata subordinata al sì di Banca d’Italia e Banca centrale europea.
E parla anche Gianfranco Fini oggi. Che dice: occorre trovare un equilibrio ai poteri delle Camere e dell’esecutivo. Il ricorso continuo, da parte del Governo, di porre la fiducia è legittimo, ma così facendo non deve esimersi dal confronto parlamentare. Verrà rivisto il Regolamento. Vedremo come.
Foto|Tiscali
Terremoto su Annozero
Promettono tempi rapidi i magistrati della Maxi-inchiesta sui crolli del terremoto in Abruzzo. C’erano state denunce sulle crepe alla Casa dello Studente. Una tragedia che poteva essere evitata? Sono 8 i ragazzi morti. Su questo e molto altro si è scatenata la tempesta sulla puntata del 9 aprile di Annozero.
Cruciale dar voce a istanze diverse, dice oggi Sergio Zavoli, Presidente della Vigilanza della Rai. La vigilanza è pronta a esprimere un giudizio. Ma dopo le critiche del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e del Premier Silvio Berlusconi, la polemica si infervora. Per Maurizio Gasparri, è la tv dell’odio. Chissà perché si chiede un parere sempre a lui. Per la Lega, si tratta di un polverone inutile.
Fecondazione assistita, Fini e la costituzionalità
La legge 40 del 2004 fu varata in Italia con circa vent’anni di ritardo rispetto ad altri paesi. Una legge chge regola la fecondazione assistita e che è stata recentemente dichiarata, in alcuni suoi passaggi, incostituzionale.Sul banco degli imputati, all’interno del testo normativo, soprattutto un articolo. I giudici della Consulta hanno infatti dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 14, comma 2.
Il comma 2 dell’art. 14 della 40/2004 dice:
2. Le tecniche di produzione degli embrioni, tenuto conto dell’evoluzione tecnico-scientifica e di quanto previsto dall’articolo 7, comma 3, non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre
A violare la Costituzione, per i Giudici della Suprema Corte, è la previsione che vi sia un solo e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre di embrioni.
Congresso Pdl, il capolavoro di Berlusconi
Tre giorni di congresso, e ora è tutto finito. L’opera è compiuta. Musica, trionfi, inni. Tutti sul palco per il gran saluto, tra Silvio Berlusconi, ministri, leader, micro-leader. Non c’era Gianfranco Fini, e neppure Renato Schifani.
Porteremo l’Italia fuori dalla crisi senza lasciare indietro nessuno e difenderemo democrazia e libertà
Ma Silvio, mentre Gianfranco lo guardava da lontano, non ha risposto ad una sola delle domande – input? Spunti? – che il Presidente della Camera aveva ieri “rilasciato” da quello stesso palco.
Congresso Pdl, parla Fini
Congresso del Pdl, seconda giornata. Live dalla Fiera di Roma Edoardo Colombo in missione emozionata, entusiasta e un po’ commossa laggiù. Oggi interverranno i Ministri del Governo Berlusconi, accompagnati da quelli dei leader dei gruppi parlamentari di quello che è, dopotutto, un nuovo partito sulla carta.
E sta arrivando l’attesissimo intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Mi permetto di riportare alcuni commenti al merito sul profilo di Facebook di Edoardo.
A me preoccupa di più Fini quando si rimangia di aver detto che Mussolini è stato un grande statista.. Fortunatamente il duce non l’ha conosciuto, altrimenti chissà cos’abrebbe potuto dire di lui!! Va bene evolversi, va bene smarcarsi dal passato, ma un zichinin di coerenza non sarebbe fuori luogo!!
Ed ecco il discorso di Fini.