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Io con il partito di Berlusconi? No, non mi candido.
Non sono neanche cittadina italiana…
Io con il partito di Berlusconi? No, non mi candido.
Non sono neanche cittadina italiana…
L’ultimo comizio lo farò quando morirò
più che amareggiato, proprio non si capacita. Si ritrova sorpreso ed incredulo di fronte alla decisione chiara e precisa di Walter Veltroni di tenerlo fuori dalle liste.
Un titolo diverso onestamente non mi viene proprio in mente. La sconfitta nerazzurra in Champions di ieri sera mi ha portato a riprendere il famoso coro dei “reds” del Liverpool, che inneggiano alla loro squadra, sia che le cose vadano bene sia che le cose vadano male, con il famosissimo “You’ll never walk alone!”, ovvero non camminerete mai soli.
Con qualche piccola modifica fatta ad hoc al coro ecco pronto per voi, direttamente dalla mia testolina, un possibile spot pubblicitario elettorale per il partito di Casini e compagni; un bel “We’ll always walk alone”, ovvero cammineremo sempre soli.
Casini non ne vuole proprio sapere. Ormai è diventato completamente riluttante all’idea di avere qualcuno al suo fianco. Lo posso capire assolutamente. Ha passato dal 1994 i suoi anni di governo a fare gavetta dietro a uno che di gavetta in politica non ne ha mai fatta e che al massimo gli permetteva di lucidargli le scarpe. Ed è giusto, se il momento ai suoi occhi è quello propizio, cercare di farsele lucidare lui le scarpe ora.
Quando vi arriva il certificato elettorale strappatelo e buttatelo per strada
Il bello delle primarie americane, o meglio statunitensi, è che sostanzialmente quando non ci sono voti in prossimità, ma si sta solo cercando di preparare la prossima votazione e quindi la campagna elettorale abbinata alla stessa, si vedono i volti più noti e maggiormente disparati andare ad appoggiare questa o quella fazione.
Supponiamo, ad esempio, che Robert De Niro domani si svegli e decida improvvisamente di pronunciare al pubblico la propria posizione politica e di affermare che cosa si prepara a votare sia alle primarie sia alle successive elezioni. Tutti i fan di “Rob” a quel punto saranno come stregati dalla sua posizione politica e inizieranno a pensare che forse De Niro non ha tutti i torti a votare l’una o l’altra fazione.
E’questo il bello della presidenziale “Made in USA”. Che la gente, la popolazione ci tiene. Vuole votare e per farlo è disposta a mettere il proprio faccione in primo piano. Ma con simpatia. Con la voglia di mostrare a tutti che si vota una determinata fazione o persona perchè lo si crede veramente, non perchè lo si è costretti a fare o perchè è così da una vita. E vi assicuro che in Italia, almeno ai miei occhi, ogni giorno che passa è sempre più così.
L’alleanza tra Berlusconi e Casini sembra definitivamente terminata, anche se per l’ufficialità bisognerebbe attendere ancora le prossime 24 ore. In compenso quello che ai miei occhi è sempre sembrato un amore impossibile, dovrebbe finalmente finire. Un amore quello tra i leader di UDC e PDL che alla fine ha avuto i suoi alti e i suoi bassi. Ma mai così in basso come l’ultimo periodo.
Casini è sempre stato la pecora nera dell’alleanza di Berlusconi. A mio parere l’idea di Casini è, e sempre rimarrà, quella di ricostruire il grande centro, riportare in auge quell’idea di Democrazia Cristiana, che tanti or sono si divise in mille piccoli partitelli a causa delle divisioni interne.
Voglia di indipendenza e di prendersi la possibilità di governare. Queste sono le esigenze che hanno spinto l’UDC a rifiutare l’invito di Berlusconi ad unirsi nell’alleanza di centro destra. La necessità per Casini e per i suoi elettori, di non volere essere un comprimario nella prossima legislatura ma essere un protagonista, come si evince anche dalle sue parole:
Parlare di elezioni USA e non discutere di Democratici mi farà divenire impopolare tant’è che infatti tutti i lettori che si aspettano anche solo una parola su Obama e Clinton farebbero meglio non leggere oltre. Oggi si parla di Repubblicani, argomento che di sicuro mi farà divenire impopolare, ma che mi sembra giusto trattare visto il solito silenzio che viene buttato su questi candidati da parte dei media internazionali.
Per una volta non è così. Anche perchè sembra che la corsa verso l’elezione di novembre alla casa Bianca abbia preso una piega a senso unico. Direzione intrapresa grazie all’intervento di Mitt Romney, anche egli candidato alla presidenza.
Vediamo di fare un po d’ordine, un ripasso della situazione ci sta visto che non siamo abituati a parlare di loro. Se dalla parte democratica la lotta è voto a voto, dalla parte repubblicana la partita sembra già vinta, con John McCain ampiamente in vantaggio con oltre 800 delegati seguito da Mike Huckabee con 217.
Povero Silvio. Ce l’hanno praticamente tutti con lui. Beh, onestamente l’atteggiamento di tutti i suoi possibili alleati non mi stupisce. Berlusconi è uomo che accentra a se oltre al potere anche le telecamere dei media e quindi, candidarsi al suo fianco, significa, per chi come UDC e UDEUR che vive grazie alle apparizioni davanti alle telecamere, sparire momentaneamente dal mondo pubblico, giusto il tempo di una legislatura.
Si avete capito bene. Non è solo l’UDC a fare spallucce a Berlusconi. Anche l’UDEUR, che alle ultime informazioni pervenute era già parte del PDL, in realtà è molto lontano ancora da questa posizione.
Certo la fase delle trattative, mi si vorrà far notare, è ancora agli inizi. Si stanno ancora indicando i candidati premier e le possibili liste che li sosterranno. Però queste dure batoste che stanno colpendo sia il Partito delle Libertà sia il Cavaliere, di certo non ne lasciano un’immagine pulita all’elettore. Che, se tutti la pensassero come me, si chiederebbe: ma Berlusconi cosa sta architettando?
Si dovra’ riscrivere. Glielo dico francamente, l’ho scritta io ma è una porcata
Il clima da primarie USA ha ormai portato l’Italia a usare termini anglosassoni per qualsiasi attività o avvenimento accada. Così dopo l’election day mi sono sentito in dovere di affermare che la giornata di ieri, per la cronaca 13 febbraio 2008, dovrà venire ricordata come il Veltroni day. Motivazione a supporto della mia proposta il fatto che da ieri Walter Veltroni ha firmato le proprie dimissioni da sindaco di Roma e ha iniziato ufficilmente la sua campagna elettorale, anche presentandosi a parlare in tv, su Porta a Porta, contenitore di approfondimento della prima rete nazionale.
Walter è sicuramente il nostro candidato più “english”, se volessimo usare un paragone simpatico a livello calcistico, potremmo definirlo il Ranieri (l’attuale allenatore della Juventus) della politica. Perchè la sua mentalità molto anglosassone e quella sua spiccata abitudine di utilizzare spesso e volentieri termini in inglese, lo accomuna al mister bianconero reduce da diverse esperienze internazionali e grande conoscitore della lingua d’oltremanica.
Un po le fattezze le ha. Chi non ricorda la famosa pubblicità di qualche anno fa, dove il famoso uomo “dalla montagna” (non possiamo dire che è del monte altrimenti potremmo incappare in qualche problema di messaggio promozionale) vestito di tutto punto scendeva verso i suoi campi e confermava la qualità del prodotto con un silenzioso annuire con la testa. Bastava solo questo per fare urlare il contadino nelle sue vicinanze con le parole che tanto hanno reso famosa questa pubblicità: “L’Uomo “della Montagna” ha detto SI!”.
Ma questa volta non parliamo di uomini della montagna, ma di Arcore, che in montagna proprio non sta, anzi siamo in collina proprio a ridosso della bassa Brianza, e l’uomo in questione non sembra proprio intenzionato a dire di Si, anzi tutt’altro. L’argomento della famosa negazione è l’election day e l’uomo del NO, se qualcuno ancora non lo avesse capito, è il cavalier Silvio Berlusconi.
Nella giornata di ieri infatti, Berlusconi ha deciso di porre il suo veto sull’approvazione del decreto legge che permetterebbe l’unificazione della data delle elezioni politiche e amministrative. Una specie di supermartedì alla italiana insomma. Una proposta, quella dell’election day, che richiedeva massima convergenza come da parole del Capo dello Stato, che però rischia di cadere ancora prima di vedere la luce.
…E di Silvio ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno! Ormai anche le “conte” dei bambini, in campagna elettorale, riescono a diventare spot elettorali per qualche candidato. Eppure sembra che questa filastrocca, potrebbe venire modificata nel prossimo futuro. Un futuro che al centrodestra potrebbe vedere non più Silvio Berlusconi candidato premier, ma clamorosamente porterebbe una donna, nel caso Daniela Santanchè, a essere candidata premier alle prossime elezioni.
Attualmente parliamo solo di ipotesi, nulla è ancora stato deciso e nemmeno scritto, eppure la proposta de La Destra di Franceso Storace sembra essere al tempo stesso coraggiosa e azzeccata. Visto ciò che è successo negli Stati Uniti, credo che ormai i tempi possano dirsi maturi per vedere, anche in Italia, un candidato premier al femminile.
Un discorso che però rimane molto più ad ampio raggio. La Destra, nei suoi pensieri, ha comunque il desiderio di partecipare autonomamente alle elezioni e quindi di candidarsi da sola. Ma se dovesse arrivare un accordo con la coalizione di centrodestra, allora il discorso Santanchè potrebbe anche divenire realtà.