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economia
La UE chiede una manovra aggiuntiva all’Italia
Aggiustamento dei conti, o manovra aggiuntiva, la Commissione Europea ha appena inviato una lettera al governo italiano con una richiesta di ben 3,4 miliardi di euro in più, da aggiungere ai conti pubblici per non sforare i parametri di Maastricht.
Si parla di un’aggiustamento sulle spese dei vari ministeri, già spremuti dall’austerity, ma il governo ha ancora tempo fino all’inizio del prossimo mese per approntare i correttivi, calcolando anche che Gentiloni dovrebbe incontrare nei prossimi giorni la Merkel, e non sarebbe soddisfatto della richiesta della Commissione, di aggiustamento di uno 0,2% del PIL.
Anzi, è probabile che il governo voglia ridiscutere alcune cose con la Germania e non dare seguito alla lettera da Bruxelles, ritenendo di aver già adempiuto a tutte le direttive. Comunque, al ministero del Tesoro, stanno già studiando i possibili tagli, nel caso l’Italia dovesse seguire le nuove richieste dell’Europa.
In primo piano la riduzione dei fondi strutturali destinati alle infrastrutture, che oggi vengono valutati attorno ai 2,9 miliardi di euro. Qualche centinaio di milioni, potrebbero essere risparmiati con tagli ai ministeri, e altri fondi potrebbero essere reperiti rinunciando a qualche sconto fiscale. Tutte decisioni però che peserebbero pesantemente sul rilancio dell’economia, per il nostro paese, già ultimo nella ripresa economica europea.
Tra governo e opposizione polemiche su politica economica e nomine
Questa settimana è importante a livello politico per una serie di elementi che riguardano le scelte in tema di economia da parte del governo Renzi. Negli scorsi giorni, il governo ha fatto le sue scelte per quanto riguarda le nomine ai vertici delle aziende partecipate, che sono le più importanti del panorama nazionale, e non sono mancate le polemiche.
Crisi euro, è pronto il ritorno alla lira?
E’ un tema di cui si torna a parlare in questi ultimi mesi, proprio a causa della grave crisi economica che sta colpendo l’Europa intera. La moneta unica, l’Euro, sta mangiando l’economia di tutti i paesi dove è stata presentata, approvata ed ora utilizzata. Il direttore generale, del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, ha chiaramente detto che “E’ improbabile che l’euro sparirà nel 2012”. Questa singola frase senza la parola “impossibile” ha scatenato molti giornalisti sia online che su carta stampata i quali non hanno perso tempo per non gettarsi su quella che sembra essere attualmente, la più valida soluzione possibile per limitare i danni della crisi economica.
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Nello scorso mese di dicembre, alcuni giornali aveva riportato la notizia che le banche d’oltre oceano si stava già organizzando per riceve contanti nelle care e vecchie lire, quelle che molti se non la maggior parte degli italiani, ora rimpiangono. La Goldman Sachs, lo scorso mese aveva parlato di un possibile crollo dell’euro: “Le possibilità di sviluppi più caotici, come il crollo dell’euro, sebbene ancora minori, sono cresciute”.
David Cameron, secco no alla Tobin Tax europea
Nessuno spiraglio positivo da Londra. Nella giornata di ieri è arrivato il secco no di David Cameron ad una possibile Tobin Tax europea proposta dalla Francia. “Se la Francia vuole adottare la tassa sulle transazioni finanziarie – queste le parole di Cameron alla BBC – è libera di farlo. Noi non la seguiremo”. Secondo Cameron, l’idea di una nuova tassa non applicata da tutti non è un ipotesi fattibile. Da Londra arriva l’ennesimo no ad un idea Europea. Cameron ha dichiarato che “la bloccheremo”.
La Francia dal canto suo, fa sapere che nonostante l’opposizione di Londra, continuerà nella sua idea e proseguirà nella sua proposta alla Tobin Tax. Anche la Germania ha da tempo proposto l’idea di un imposta a livello europeo. Lo stesso Mario Monti ha dichiarato che “sarebbe necessario che i paesi non vadano avanti da soli nell’applicazione della tassa”. Sulla tobin tax esiste una proposta della commissione europea che entro il 2014 dovrebbe portare un incasso pari a 50 miliardi di euro.
Manovra economica, stretta sugli statali. Siete d’accordo?
Dopo un consiglio dei ministri durato circa 5 ore, è stato approvato il Dl relativo alla riforma finanziaria 2001-2014. Le cifre dei giorni scorsi, sono state tutte confermate. 1,8 miliardi nell’anno 2011, 5,5 miliardi per il prossimo anno, mentre per l’anno 2013 sono 19,5 miliardi e nel 19 miliardi nel 2013, per un totale di circa 47 miliardi. Eliminata la tassa sui SUV quella che tanto aveva fatto discutere nei giorni scorsi, ora è previsto solamente un aumento del bollo per auto sopra i 225 kWh. Quindi una minima parte rispetto a prima.
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Stretta anche sugli stati, visite fiscali fin dal primo giorno di malattia se in prossimità di giorni festivi. Eliminato il comma 33, che prevedeva il taglio dei contributi pari al 30% per le energie rinnovabili dal 2012. Decisione soft quella relativa all’età pensionabile delle donne, partirà dal 2020. Le donne, potranno andare in pensioni una volta compiuti e 60 anni e un mese di età.
Mario Draghi è il nuovo direttore della BCE
Dopo tanto vociferare, ieri è arrivata la conferma che il nuovo presidente della Bce è proprio Mario Draghi. L’attuale presidente della Banca d’Italia, si insedierà definitivamente a partire dal prossimo 1 Novembre. La conferma, è arrivata dopo la riunione planetaria dell’UE, la quale ha dato parere favorevole nei confronti di Mario Draghi per sostituire Jean-Claude Trichet.
“Con il voto di questa mattina è arrivato un appoggio e un riconoscimento importante in favore della nomina di Mario Draghi a presidente della Banca centrale europea – hanno commentato in una nota congiunta i due vice presidenti italiani dell’Europarlamento Roberta Angelilli e Gianni Pittella – L’altissimo profilo professionale, le competenze e l’esperienza negli affari economici e monetari europei fanno del governatore Draghi una scelta prestigiosa per la guida della Bce in questo momento così delicato di crisi economica. Per l’Italia la nomina di Draghi è motivo di grande orgoglio”.
Strauss-Kahn, oggi prima udienza davanti al giudice americano
Dopo l’accusa di aver stuprato una cameriera di un albergo, Dominique Strauss-Kahn comparirà nella giornata di oggi davanti al giudice Americano per la prima udienza che lo riguarda. Dominique Strauss-Kahn, è l’attuale presidente del Fondo Monetario Internazionale (FMI). La polizia americana, ha ottenuto un nuovo mandato per controllare i vestiti di Stauss-Kahn, alla ricerca di nuove tracce di DNA estraneo, compatibile con quello della cameriera.
Tramite i legalo di Strauss-Kahn, veniamo a sapere che il loro assistito intende difendersi “vigorosamente” dalle accuse ingiuste che sta ricevendo. Gli stessi legali, aggiungono “E’ stanco e non sta bene”. L’ipotesi di rilascio sotto cauzione è verosimilmente possibile, infatti, i legali di Strauss-Kahn, parlano della possibilità di essere rilasciato, ma che la cauzione “potrebbe essere di milioni”.
BCE: l’Italia candida ufficialmente Mauro Draghi
Finalmente si è presa una decisione su chi dovrà rappresentare il nostro paese alla prossima votazione per chi dovrà succedere a Jean-Claude Trichet alla direzione della BCE. L’Italia si presenta come Mauro Draghi, attuale governatore della Banca d’Italia. Dopo le prime voce che lo danno come maggiore favorito, anche la Germania, dalla viva voce del primo ministro Merkel, conferma la sua decisione: “Conosco Mario Draghi, è una persona molto interessante e di grande esperienza”.
La conferma della decisione presa dall’Italia è arrivata direttamente da Giulio Tremonti, il quale rispondendo ad una domanda posta da un giornalista ha dichiarato “Mi pare di aver già firmato un documento”.
Ballarò: Tabacci, Gasparri, Vendola, la crisi ma soprattutto Amartya Sen
Ballarò, in onda il programma di Giovanni Floris. In studio Debora Serracchiani, Nichi Vendola, Bruno Tabacci, Maurizio Gasparri, Laura Ravetto, Luigi Angeletti, Antonio Catricalà e Nando Pagnoncelli. Si parla di crisi. E il primo ospite è il professore ed economista Amartya Sen.
Maurizio Crozza apre a raffica. E’ stata depositata oggi la sentenza sul caso Mills, che agì da falso testimone per agevolare Berlusconi e mantenere gli ingenti profitti alla Fininvest. Ha ragione Berlusconi, perché l’avvocato Mills è l’ex marito di un ministro del governo Brown. Quindi la regina dovrebbe dimettersi. Meno male che c’è il Lodo Alfano, sennò invece di riferire in Parlamento avrebbe riferito in parlatorio.