Primarie USA: Per un pugno di…voti

Ieri 20 maggio 2008 è stato il giorno delle primarie in Kentuchy e Oregon. Come ipotizzabile le due sessioni hanno rispettato a pieno le aspettative di per-elettorali.

I due candidati si sono spartiti il piatto a metà con Obama che si è accaparrato l’Oregon e Hillary che invece a vinto in Kentuchy.

Due vittorie con diversi significati, sia in chiave “locale” (ovvero nella sessione in se) sia in chiave “globale” (ovvero riguardo la primaria democratica in generale).

Primarie USA: Il tradimento di Hillarylander

La storia ci ha sempre insegnato una cosa fondamentale: al fianco dei grandi nomi che nei secoli hanno mantenuto la loro importanza vi erano sempre dei “piccoli” uomini, che poi tanto piccoli non erano, sempre pronti a sostenerli e a difenderli fino alla fine.

Quando questi piccoli uomini sparivano, per un motivo o per un altro, il grande uomo alla lunga iniziava a perdere il potere, perchè quella “comparsa” in realtà aveva il grosso vantaggio di dare equilibrio e sostegno a quel governo così ballerino.

Eppure non soltanto nei grandi personaggi storici si trova tutto questo. Senza andare tanto lontano basta guardare ai giorni nostri per scoprire che, gli uomini che vivono nell’ombra sono ancora fondamentali per aumentare l’importanza di una persona.

Primarie USA: Il “supporto” degli Edwards

A leggerne il cognome sembrano una di quelle famiglie regali inglesi che nel Medioevo si sono susseguite alla corona in Inghilterra, lasciando il loro segno nella storia, ma soprattutto nelle romanze dei grandi scrittori anglosassoni dal 1600 in poi.

Invece gli Edwards di cui stiamo parlando sono molto, ma molto più recenti. Vivono ai giorni nostri, non in Inghilterra ma negli Stati Uniti, ma molto probabilmente anche qui lasceranno il segno all’interno di una delle primarie democratiche più contese della storia.

All’anagrafe John e Elizabeth sono marito e moglie, eppure da qualche giorno appaiono separati sugli schermi televisivi. Non un problema di amore il loro. Ma allora cosa li divide?

Primarie USA: Tutti contro Hillary

Sarà capitato anche a voi di trovarvi in una situazione in cui sembra che, nonostante possiate provare a compiere un qualsiasi gesto questo prima o poi verrà rovinato da qualcuno.

Quelle tipiche sensazioni di preveggenza. Quelle che magari, a livello inconscio, ti fanno ricordare che “qualcuno” dall’alto in realtà guida la tua vita e fa in modo che il tuo destino si avveri.

Ormai la povera Hillary vive così. Sa che, qualsiasi mossa tenti di fare questa verrà irrimediabilmente compromessa dal nemico-amico numero uno di un candidato elettorale, ovvero i media.

Primarie USA: L’Alabama di Segall

Appena mi sono informato su questa cosa ho pensato subito ad un concetto cinematografico. Quel cognome, Segall, non può che essere associato a quello Steven che si è ritrovato in diverse trappole in giro per il mondo a mostrare la sua “immortalità”.

Dall’Highlander Steven a Josh, che non hanno rapporti di parentela, il passo oggi come oggi sembra davvero poco. E molto probabilmente, almeno in Alabama, in molti si ricorderanno maggiormente del secondo che del primo.

Una storia quella di Josh Segall che lo sta portando a divenire il più giovane senatore di uno stato con i suoi soli 29 anni.

Primarie USA: Edwards il diplomatico, ma anche un po’ guerrafondaio

Dopo la straripante vittoria ottenuta da Hillary Clinton in West Virginia era normale, quasi scontato, aspettarsi dal Democratic National Committee una mossa per ristabilire quell’equilibrio interno al partito che dovrebbe vedere Obama leader fino al termine delle elezioni.

Cosi per dissipare le speranze della bionda candidata ecco che John Edwars, altro candidato alle elezioni presidenziali sempre di fede democratica, decide di abbandonare la sua candidatura, sostenendo apertamente un candidato.

Di quale candidato si potrà trattare? Di Hillary Rodham Clinton o dell’ Illinois senator Barack Obama?

Primarie USA: Take me Home, Country Roads

Le primarie democratiche ormai le potremmo definire molto più semplicemente le primarie del pareggio. Eppure se nella precedente sessione il pareggio si poteva intendere come una vittoria leggera da parte di Obama questa volta non sembra proprio cosi.

I risultati in Nebraska e in West Virginia infatti hanno visto questa volta la Clinton dominare, ma questa volta non leggermente. Vediamo il motivo.

Se in Nebraska la vittoria è andata a favore del coloured candidate Barack Obama con un 49% a 47%, è in West Virginia che Hillary ha dato il meglio di sé.

Primarie USA: E’ arrivato il momento di giocare sul serio

Morta spacciata? Dead Woman Walking? Perdente? Sconfitta? Ritirata per palesi difficoltà di rimonta? Dimenticatevi tutte queste domande. Come l’araba fenice, che risorge dalle sue ceneri, ecco che Hillary è tornata all’attacco dopo la sconfitta nell’ultimo turno in Indiana e North Carolina.

Era già accaduto in passato. Allora, dopo la pesante sconfitta subita, ritorno più forte e vigorosa di prima. Oggi, dopo il “pareggio-sconfitta” conquistato lo scorso martedì ha voglia di giocare sul serio e alle sue regole.

I numeri parlano chiaro, ma la realtà è differente. Infatti esiste una piccola discordanza di voti dovuta alle primarie in due stati che, al momento attuale, non vengono considerati.

Primarie USA: McCain, un re senza corona

In questi giorni democratici e repubblicani si trovano ad avere molti aspetti in comune. Ancora meglio potremmo dire che i loro “premier” candidate Barack Obama, Hillary Clinton e John McCain si ritrovano ad avere molto in comune.

Certo per il povero McCain forse sarebbe stato meglio ritrovarsi ad avere cose in comune solo con Obama, ma putroppo per lui e per il suo partito non è così. Ad ogni primaria, ormai da almeno 3 turni, per McCain è sempre la stessa storia.

75%. Questo è il massimo che il candidato repubblicano riesce a recuperare ad ogni turno di primaria. Niente di più. Certo, direte voi, dalla parte democratica farebbero la fila per riuscire ad ottenere, almeno una volta, un risultato del genere. Assolutamente vero, ma bisogna considerare una condizione fondamentale della primaria repubblicana.

Primarie USA: Il realismo di Hillary

Realismo. Questa è la prima caratteristica che devono avere i candidati presidenziali in una campagna elettorale ed è questo che gli elettori chiedono, prima di tutto, ai loro rappresentanti.

Le promesse hanno fatto il loro tempo e con quest’ultimo anche il periodo del “dico che farò ma poi non faccio”. La gente vuole fatti, vuole opere, vuole elementi materiali sui quali appoggiarsi. Vuole che le promesse vengano mantenute e non rimangano solo parole nel vento.

Ed è proprio il realismo quello che sta avvolgendo Hillary nelle ultime ore. Un sentimento che non colpisce delle possibili promesse non mantenibili, quanto invece quello che le riserverà il futuro, al termine di questa lunga ed estenuante primaria democratica.

Primarie USA: E’definitivamente iniziata l’Obama Era?

Signori e signore forse definitivamente ci siamo. Sembra che, finalmente, per la parte democratica ci sia quasi definitivamente un vincitore. Purtroppo non è una vincitrice, come speravo, ma un vincitore.

I risultati definitivi, leggermente anticipati ieri, hanno portato alla fine al risultato che tutti si aspettavano. Infatti è arrivata la vittoria in North Carolina per Obama e una vittoria in Indiana per la Clinton.

Purtroppo per Hillary però la situazione di pareggio le è risultata sfavorevole, soprattutto perchè se per Obama la vittoria in North Carolina si può definire stracciante, per la Clinton quella in Indiana sarebbe da definirsi al tie-break (visto che abbiamo anche gli Internazionali di Tennis a Roma mi sembra il termine più adatto).

Primarie USA: Fifty fifty

Erano entrambi sfavoriti, sembrava che nessuno dei due avrebbe vinto e, allo stato attuale delle cose, i due contendenti democratici sembrano essersi spartiti equamente la posta in gioco.

Infatti dai primi exit poll delle primarie di ieri in North Carolina e in Indiana i risultati che dovrebbero uscire dalle urne sembrano decretare una sicura vittoria per Obama in North Carolina e un vantaggio, ma non ancora una vittoria certa, per la Clinton in Indiana.

Una situazione che così a prima vista sembra mantenere la situazione con un leggero vantaggio per Obama, che riesce cosi a conquistare qualche delegato in più e ad avvicinarsi alla soglia di 2025 delegati per conquistare la nomination democratica. In realtà non sembra proprio così.

Primarie USA: La sfida degli “underdog”

E’ finalmente giunto il 6 maggio, il I & NC day ovvero l’Indiana & North Carolina day. E dico finalmente perchè ormai la tensione per ogni sessione di primaria si fa sempre più alta, così alta da sperare che la giornata passi il più velocemente possibile e vedere cosa succede.

Infatti queste primarie sono diventate praticamente una “Sudden Death”, una “morte” istantanea per chi, per un errore proprio o per meriti altrui, riesce a spuntarla laddove non doveva vincere secondo i pronostici.

E così i nostri due candidati si presentano a dir poco sulla difensiva per questa sessione “doppia”, probabilmente per riuscire, in caso di risultato negativo, a continuare a testa alta la corsa alla poltrona democratica.

Primarie USA: Barack Obama, l’uomo del popolo?

Ladies and gentleman, signore e signori, madri e padri, figlie e figli, nipoti, nonne, nonni, zie, zii, insomma chi più ne ha più ne metta, ecco a voi il paladino dei cittadini americani Barack Obama.

Non sono impazzito, sono solo personalmente sdegnato dalla attuale capacità di Obama di farsi odiare ai miei occhi, molto probabilmente occhi troppo critici, ma che nonostante tutto rimangono comunque miei.

E’vero che in tempo di elezioni tutto è concesso, soprattutto mostrare i punti deboli dell’avversario, ma l’operazione effettuata sulla sua persona, da parte di Media-Man Obama, ha qualcosa che mi ha stupito tantissimo, e forse mi fa arrabbiare perchè come trovata elettorale la posso definire solo ed esclusivamente eccezionale.