Congresso Pdl, parla Fini

Congresso del Pdl, seconda giornata. Live dalla Fiera di Roma Edoardo Colombo in missione emozionata, entusiasta e un po’ commossa laggiù. Oggi interverranno i Ministri del Governo Berlusconi, accompagnati da quelli dei leader dei gruppi parlamentari di quello che è, dopotutto, un nuovo partito sulla carta.

E sta arrivando l’attesissimo intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Mi permetto di riportare alcuni commenti al merito sul profilo di Facebook di Edoardo.

A me preoccupa di più Fini quando si rimangia di aver detto che Mussolini è stato un grande statista.. Fortunatamente il duce non l’ha conosciuto, altrimenti chissà cos’abrebbe potuto dire di lui!! Va bene evolversi, va bene smarcarsi dal passato, ma un zichinin di coerenza non sarebbe fuori luogo!!

Ed ecco il discorso di Fini.

Se An e la Lega dicono sì all’election day

Election Day
In verità si dica. Non si capisce più nulla. Arriva oggi il sì di An e della Lega all’election day. La politica italiana si sta arrovellando anche su quando spendere, quando anche alla meno aggiornata massaia dell’interland salentino è assolutamente chiaro che fare tutte le elezioni che s’hanno da fare – perchè proprio si hanno da fare – in un solo giorno è meglio che in due o tre. Per le disperate e piangenti casse dello Stato, si intende.
Spendere il doppio quando si potrebbe risparmiare la metà. A Silvio, l’idea di fare tutto insieme non ha mai sconfifferato. Non sia mai che poi la gente si confonda drammaticamente. La questione delle tre settimane a casa da scuola? E che importa. Cominciamo con l’autoapprendimento. Oppure, perchè no. Con delle lezioni in tv. Sui canali Mediaset, ad esempio?
A un certo punto della favoletta, però, arriva oggi un fulmine a ciel sereno. Fulmine che si chiama sostanziale (e sostanzioso) consenso di An e della Lega a questa faccenda dell’election day.

Gianfranco Fini e la coerenza

Fini

Ricevo e divulgo una raccolta pregiata di aforismi del leader di AN (di quale partito? AN chi????), Gianfranco Fini, giuntami pronta e gustosa tramite newsletter de Il Tafanus. Da condividere.

Si tratta, in verità, di una serie di affermazioni già prepotentemente balzate agli onori delle cronache e della stampa italiana. Alcune affermazioni, infatti, sono state fatte ad una distanza di tempo così ridotta da non poter essere ignorate. Da non poter non scottare, soprattutto alla base elettorale di Alleanza Nazionale. Che si sente tradita, abbandonata, storicamente calpestata.

Donna Almirante l’ha già sgridato. E invero, Fini e la sua strategia appaiono indifendibili.

Fini-Berlusconi: ovvero, come Renzo e Lucia

cuore infranto
Oggi a Roma splende un sole commovente. La città si staglia, leggera e primaverile, e sembra non curarsi del suo incerto futuro, orfana di Walter e in balia di Rutelli Redux e/o Franco Frattini ricevuto oggi in pompa magna dal Silvio. Oppure un Bordon neocadidato ufficialmente (ha deciso, nei tempi) sul suo blog.
Roma specchio del casino su scala nazionale? Problematiche, modalità e realtà non sono parallele, ma emblematica risulta questa corsa contemporanea al Paese e alla sua Capitale. Anche oggi 11 giornali quotidiani al mio vaglio, e su tutti, nessuno escluso, lo strapotere della notizia del neonato (e vecchio come il mondo) matrimonio Berlusconi-Fini.
Il Manifesto – non me ne vogliate, sulla scelta delle fotografie del quotidiano in oggetto, si dovrebbe essere bipartisan con tanto di cappello – apriva in prima pagina con la foto dell’agenzia fotografica Emblema, raffigurante il duo in oggetto, di spalle, che si tiene per mano e sale le scale. Bologna, 04/07 aprile 2002 2° Congresso Nazionale di “Alleanza Nazionale” Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini foto di © Luca Nizzoli / emblema.
La Stampa, invece, ha deciso di riderci su, con una PhotoStory degna delle miglioro puntate di Blob, con la ricostruzione della love story tra Silvio e Gianfranco. Mi sono sbellicata per l’intelligente ironia utilizzata. Tra Bossi che mangia la pizza napoletana per farsi perdonare del grande tradimento e il richiamo a sarkò e kapò.

Bush e l’economia, il binomio difficile

Bush
George W. Bush ha parlato. Di guerra e di economia. Ha parlato per l’ultima volta, ha tenuto il suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione.
E, in verità, sembrava stanco. Enfasi, poca. Promesse, rare. La parabola è al termine, per il Presidente degli Stati Uniti d’America, e si vede.
Dalle emergenze e dagli hot topics non può scappare. Però che fatica. Ha parlato della crisi dell’economia e dell’immancabile questione Iraq.