campagna elettorale
Alitalia, un prestito per la vita
E’ stato Berlusconi a volerlo così sostanzioso
Ci ha tenuto a precisarlo, il declinante Romano. Loro avevano previsto 100, Silvio ne ha chiesti 300. E 300 sia. Ha vinto-stravinto le eleziopni, no?
Primarie USA: Volata in Pennsylvania
Siamo a pochissime ore dal Pennsylvania day. Un giorno importante per la fazione democratica, perchè da qui alle prossime 11 tappe il candidato democratico inizierà a prendere forma.
Dietro alla rabbia dei grandi capi democratici, che vedono in questa battaglia all’ultimo sangue tra Obama e Clinton come un piacere regalato ai repubblicani, si nota una strenua lotta tra i due candidati.
Sul lato degli spettatori, in questo caso, interessati c’è John McCain. Un McCain che è passato alle cronache in questi giorni per un gesto, dispregiativo, nei confronti di un delegato repubblicano dell’Iowa. Insomma il buon John non sa proprio più cosa fare, per ammazzare il tempo mentre aspetta che i due “bambini” smettano di litigare.
Primarie USA: L’arma segreta di Obama
Siamo giunti ormai nel 2008. L’evoluzione tecnologica e tutto quello che ne comporta hanno condotto la società ad un’evoluzione che nella mente di molti, difficilmente si sarebbe potuta realizzare. Quanti, anche solo 20 anni fa, avrebbero pensato che il volantinaggio si sarebbe evoluto a tal punto da arrivare fino alla nostra posta elettronica?
La tecnologia e l’innovamento che essa ha portato, ma soprattutto la presenza, quasi assillante dei media nella vita di tutti i giorni, hanno reso la multimedialità il concetto di base della nostra società civile, e probabilmente futura.
Così nel paese più economicamente forte di tutto il nostro pianeta, ovviamente gli Stati Uniti, non potevamo aspettarci altro se non una primaria assolutamente dipendente ai media. Nel bene e nel male avrebbero fatto la differenza.
Veltroni e la sconfitta
cedimento strutturale della sinistra italiana
Dando poi la colpa dei risultato socialista a Veltroni.
Segretario, in questo amaro day-after elettorale c´è una parola chiave che lei non ha ancora pronunciato
Primarie USA: L’amore ai tempi delle…elezioni
Nella mia ancora giovane vita, non ho mai avuto modo di vivere da protagonista una campagna elettorale. Questo desiderio rimarrà tale finche, un giorno, non deciderò di scendere attivamente in politica, cosa che mi piacerebbe fare in futuro e chissà che poi un giorno non ci vedremo tutti quanti in parlamento.
Non era di certo un picchetto elettorale quello che volevo proporvi. Provate voi ad immedesimarvi in un qualsiasi candidato alle primarie USA. Migliaia di chilometri ogni giorno da percorrere, avendo sempre la propria famiglia accanto anche nei momenti difficili. Ma come potete immaginare i candidati non si spostano da soli, ma insieme a tutto il loro team.
Ogni gruppo di lavoro è composto da elementi chiave. Ogni componente di questa squadra è adibito ad un particolare ruolo del quale poi è direttamente responsabile e, in caso di insoddisfazione da parte del candidato, può anche vedere compromessa la propria posizione.
Prodi: io non c’entro
Ho preso una decisione molto chiara, molto semplice, molto ferma e molto coerente: non mi sono presentato alle elezioni perchè ritenevo e ritengo sia necessaria una nuova leva, un nuovo gruppo dirigente per portare avanti la crescita ed il rafforzamento del Pd
Berlusconi-Bossi, come andrà a finire?
Ci saranno misure impopolari
Che, insomma, si pone sulla falsariga dell’altrettanto simpatico Verranno tempi duri. Non gli si potrà certo dire che non ci aveva avvisato… Silvio Berlusconi, al termine del vertice con i leader di Pdl, Lega e Mpa a Palazzo Grazioli parlò così.
riforme necessarie che avranno anche contenuti di impopolarità
Quindi zacchete sui
privilegi e dalle spese nella pubblica amministrazione
E la Lega. La Lega e la sua grande forza, donatale dal popolo sovrano.
E il Messia (Berlusconi) disse: Verranno tempi duri
Berlusconi dice che verranno tempi duri
Risposta
E se lo dice lui…
Alcune considerazioni sulla terza Repubblica
Torna il Pentapartito. E la Sinistra è extraparlamentare
Ho telefonato al leader del Pdl, Silvio Berlusconi, e gli ho fatto gli auguri, come usa nelle democrazie occidentali
Mai caduto in contraddizione nel non nominarlo – orticaria spontanea, chissà – ora non può che saltare agli occhi, anzi, alle orecchie: lo evoca, nome e cognome, per la prima volta. Perchè, con una coerenza intoccata, per tutta la campagna elettorale, deliberatamente, quel nome non l’ha pronunciato.
Primarie USA: Obama il post-comunista
Se nel nostro bel paese le elezioni sono ufficialmente concluse ed hanno visto vincente il lato “basso” della politica italiana (basso proprio in altezza, e non so se ci capiamo), negli Stati Uniti la lotta è ancora accesa e per Obama sembrano aprirsi scenari che potrebbero compromettere sempre più la sua candidatura.
Quale potrebbe essere la peggior piaga per un candidato nel paese più potente del mondo è semplice: essere accusato di essere degli altri, di essere di quelli “contro”, insomma di essere un comunista. Poi soprattutto vedendo anche i risultati ottenuti in Italia dai seguaci di Marx in questo momento, spero per Obama che questo scenario si chiuda il più presto possibile.
Se poi queste parole escono dalla bocca del senatore Joe Libermann, che conosce Barack Obama da molto tempo, allora c’è veramente molto di cui preoccuparsi.
La terza giovinezza di Re Silvio
Primarie USA: Le verità nascoste di Hillary
Tutti noi abbiamo dei segreti. Segreti nascosti che a volte preferiamo non tirare fuori, che preferiamo restino dove sono per evitare qualsiasi genere di problema. Rimangono dentro di noi anche se avremmo una gran voglia di tirarli fuori perchè potrebbero compromettere un amico vicino a noi. O magari anche solo un conoscente.
Non preoccupatevi non mi sono trasformato improvvisamente in un maestro zen che ha intenzione di proporvi la sua dottrina di vita. Però se rileggete il concetto di cui sopra e al posto dei due amici, sostituite Hillary Rodham Clinton e Barack Obama (che forse sarebbe meglio definire nemici-amici), otterrete l’attuale situazione democratica.
Le primarie democratiche si stanno portando in questo modo. I due candidati hanno dalla loro dei punti forti che hanno permesso ad entrambi di giungere fino a questo punto ancora appaiati. La Clinton ha dalla sua la “storicità” del partito, ha al suo fianco un uomo che è stato il Democratico per molti anni (chi si scorderà mai le sue legislature? E non parlo solo di politica…). Obama ha dalla sua la freschezza, il volto nuovo, la voglia di esserci in quel posto. Porta entusiasmo a volte un po’istintivo che lo lascia cadere in situazioni poco felici.