Caso Ruby, Bertone: “Santa sede turbata”. Bossi invita alla calma il premier

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Il “caso Ruby”, che vede coinvolto il premier Berlusconi, continua a suscitare prese di posizione nel mondo politico e istituzionale: oggi, in particolare, si è pronunciato il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di una cerimonia di inaugurazione: “La Santa Sede segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di responsabilità sopratutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana” ha affermato Bertone, richiamando chi ricopre cariche politiche ed istituzionali importanti ad “una più robusta moralità, di un senso di giustizia e legalità.” E, rispondendo a chi gli domandava se condividesse, quindi, il turbamento di Napolitano, il cardinale ha risposto: “Avete visto la nota del Quirinale pubblicata dall’ Osservatore romano”.

Oggi, anche il quotidiano dei vescovi, l’ Avvenire, si è espresso in maniera piuttosto critica sulla vicenda, titolando a tutta pagina “Tensione altissima, al livello di guardia”, in riferimento all’ attacco del premier ai pm di Milano sferrato con il videomessaggio di ieri, e pubblicando integralmente il testo di un appello sul caso Ruby del “Movimento politico per l’ unità”, a cui aderiscono parlamentari cattolici di tutti gli orientamenti politici. Nel testo dell’ appello si legge: ” Il turbamento dell’ opinione pubblica sottolineato dal presidente della Repubblica per le gravi ipotesi di reato del premier-concussione e sfruttamento della prostituzione minorile– è anche il nostro” e, nella conclusione, viene affermato : “Vogliamo dunque cogliere l’ occasione per una rigenerazione morale e corale per far compiere alla società un soprassalto di dignità ed aprire una fase nuova“.

Berlusconi: “Pm da punire”. Il Terzo polo: “Si dimetta o elezioni”

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La giunta per le autorizzazioni della Camera ha rinviato l’ esame degli atti sul “caso Ruby“, in cui è coinvolto il premier, a martedì prossimo, su richiesta del relatore Antonino Leone, del PDL. Berlusconi già ieri aveva fatto sapere di non avere alcuna intenzione di presentarsi davanti alla Procura di Milano, che secondo i suoi avvocati non sarebbe competente, nè tantomeno di dimettersi: “Siete matti? Mi sto divertendo” aveva detto ai giornalisti.
Oggi, con un messaggio destinato ai Promotori della Libertà, diffuso in serata, il presidente del Consiglio è partito al contrattacco nei confronti dei magistrati milanesi, ribadendo di voler continuare a governare e fare una riforma della giustizia per impedire che giudici di sinistra possano destituire chi è stato eletto democraticamente, continuando a parlare di persecuzione giudiziaria, e sostenendo l’ inconsistenza delle accuse e che, nel “caso Ruby”, vi sarebbe stato un dispiegamento di mezzi e di forze sproporzionato. Inoltre, oltre a respingere ogni accusa, ha anche parlato di violazione di principi costituzionali, e di non voler recarsi dai pm di Milano, che non sarebbero competenti in merito.

Il pentito Ciaramitaro: “Berlusconi dietro le stragi del ’93”

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Se il “caso Ruby”  sta attualmente mettendo in imbarazzo il premier e in subbuglio l’ intero mondo politico, da Firenze, dove è in corso il processo per le stragi di mafia del ’93, stanno giungendo altre rivelazioni, per ora tutte da verificare, ma che, se confermate, sarebbero altettanto, se non più gravi: il pentito Giovanni Ciaramitaro, infatti, tira in ballo direttamente Berlusconi, che avrebbe “suggerito” gli obiettivi degli attentati. Ciaramitaro avrebbe appreso queste informazioni dall’ allora boss Francesco Giuliano: “Mi disse” ha spiegato” che erano stati dei politici a dirgli questi obiettivi, questi suggerimenti, e in un’ altra occasione mi fece il nome di Berlusconi. La ragione delle stragi era l’ abolizione del 41 bis, l’ abolizione delle leggi sulla mafia. Le bombe le mettevano per scendere a patti con lo Stato.” E aggiunge: “Mi disse che c’era questo politico, che ancora non era un politico, ma che quando sarebbe diventato presidente del Consiglio avrebbe abolito queste leggi. Poi mi disse che era Berlusconi.”

In aula, oggi, ha deposto anche il pentito Pasquale Di Filippo, che ha spiegato: “Da quando avevo 20 anni mi hanno sempre detto che cosa votare politicamente”, e quindi, ha aggiunto, “Nel ’94, quando ci sono state le elezioni in Sicilia, abbiamo votato tutti per Berlusconi, perchè Berlusconi ci doveva aiutare, doveva far levare il 41 bis. “Di Filippo avrebbe parlato di ciò anche con Leoluca Bagarella, allora ai vertici della mafia, specie dopo l’ arresto di Riina,: “Io” ha detto ” mi sono lamentato con Bagarella personalmente, dicend0gli che là (nelle carceri) ci stanno ammazzando a tutti. Perchè ancora non ha fatto niente? Lui mi ha risposto in siciliano: In questo momento lascialo stare perchè non può fare niente.”, e avrebbe aggiunto: “Appena ci sarà la possibilità ci aiuterà.

I giudici: “Giovani prostitute da Berlusconi”. Ruby: “Gli ho chiesto cinque milioni”

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I giudici milanesi hanno inviato oggi alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera la “domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi”, perquisizioni che dovrebbero essere svolte in particolare presso alcuni uffici di Segrate, per il noto “caso Ruby”, la giovane ragazza marocchina che sarebbe stata spesso ospite presso la residenza di Arcore del premier. Ma, se già nella stessa richiesta di autorizzazione a procedere l’ accusa viene formulata in maniera piuttosto esplicita (“Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ ultimo”, vi si legge infatti), sarebbero le intercettazioni e le citazioni da atti giudiziari a rendere più torbido lo scandalo, se venisse tutto confermato.

In un’ intercettazione, ad esempio, verrebbe detto:” Lo chiamano tutte “Amore, tesorino”. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì...Nei giornali appare molto meno della verità anche quando lo massacrano“. E, per quel che riguarda la questione della sicurezza del premier, per la quale questi era stato convocat0 al Copasir, dove però non è andato, una ragazza intercettata affermava: “Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. E’ molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri”.

La Consulta boccia “parzialmente” il legittimo impedimento. Protesta il PDL, Ghedini “soddisfatto” e Berlusconi… eccolo in FOTO

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La Corte Costituzionale si è oggi pronunciata sulla legge sul legittimo impedimento, dandone una bocciatura solo parziale, ma stravolgendone di fatto l’ impianto. Il verdetto è arrivato nel pomeriggio, verso le 16.30, dopo una lunga camera di consiglio, con 12 voti favorevoli e 3 contrari. Per i giudici, si pone una questione di illegittimità sul comma 4 dell’ articolo 1 (sull’ “impedimento continuativo)  mentre sarebbe parzialmente incostituzionale il comma 3, prevedendo così che deve essere il giudice a valutare, caso per caso, l’ esistenza di motivi di legittimo impedimento per il premier e i ministri, che quindi non scatterebbe in maniera automatica.
La legge, quindi, sarebbe in parziale contrasto con gli articoli 3 e 138 della Costituzione, riguardanti l’ uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la necessità di una legge costituzionale.

Il premier ha fatto sapere, tramite una nota, che per ora non intende commentare, anche se domanì interverrà telefonicamente alla trasmissione televisiva “Mattino cinque”. I suoi avvocati, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno fatto sapere di rispettare la sentenza e di essere comunque soddisfatti, perchè “la legge sul legittimo impedimento nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace. “I giudici avrebbero comunque “equivocato” la natura della norma.

FIAT, Berlusconi: “Se vince il no giusto andarsene”. Durissimi Bersani e la Camusso

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in visita ufficiale in Germania, ha preso posizione sul referendum che si sta per svolgere nello stabilimento FIAT di Mirafiori: per il premier, se vincesse il “no” all’ accordo, “le imprese e gli imprenditori avrebbero buoni motivi per spostarsi in altri paesi“. “Ci auguriamo che la vicenda possa avere esito positivo” ha aggiunto.
Immediata la bufera politica, con il leader della CGIL, Susanna Camusso, che ha dichiarato: “Non conosco nessun presidente del Consiglio che si augura che se ne vada il più grande gruppo industriale del paese. Se questa è una gara, è meglio che se ne vada. Il presidente del Consiglio sta facendo una gara con l’ amministratore delegato della FIAT a chi fa più danno al Paese”.
Dura anche la replica del segretario del PD Bersani, che considera “vergognose” le parole del premier, e per il quale”Berlusconi non se ne accorge perchè è un miliardario ma noi paghiamo uno stipendio che a lui parrà misero per occuparsi dell’ Italia e fare gli interessi del Paese e non per fare andare via le aziende”. Sullo stesso tono anche l’ Italia dei Valori, che, in una nota, ha affermato: “Berlusconi è un irresponsabile e oggi, sulla vicenda FIAT, ha gettato definitivamente la maschera. Così si capisce chi lavora per il bene del Paese e chi invece opera contro la legalità costituzionale, l’ interesse dei cittadini e dei lavoratori”.
Diversa, invece, la posizione del leader dell’ UDC Casini, per il quale “Marchionne non è un santo e sta facendo delle forzature evidenti”, ma, aggiunge, “Mi auguro però che i lavoratori votino sì al referendum”. Anche per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, “Con l’ accordo i lavoratori non perderanno nulla, il Governo è ragionevolmente per il sì come lo sono anche larghi settori dell’  opposizione”.

Caso Battisti, FOTO delle proteste a Roma. Berlusconi incontra il figlio di Torregiani

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Proteste e sit-in bipartisan si sono svolte oggi a Roma davanti all’ ambasciata e alle sedi consolari brasiliane contro la mancata estradizione di Cesare Battisti, che l’ ex presidente Lula si era rifiutato di consegnare all’ Italia, dove l’ ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (PAC) era stato condannato all’ ergastolo per quattro omicidi. Nella capitale, la manifestazione si è svolta a piazza Navona, davanti all’ ambasciata del Brasile, dove erano presenti esponenti e militanti di PDL, UDC e del Movimento per l’ Italia di Daniela Santanchè, di cui Torregiani è dirigente, ed anche di PD ed IDV. Vari gli slogan e gli striscioni contro Battisti, ma anche contro Lula.
Un presidio è stato organizzato anche a Milano dalla Lega Nord, davanti al consolato del Brasile, e un’ altra manifestazione si è tenuta a Torino, organizzata dai giovani del PDL.

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Il presidente del Consiglio Berlusconi ha incontrato stamattina Alberto Torregiani, figlio del gioielliere Pierluigi, una delle vittime di Battisti. Al termine dell’ incontro, il premier ha dichiarato: “Mi sono radicato nell’ idea che Battisti ha rivestito di ideologia politica una sua realtà di criminale vero. Questa vicenda non riguarda i nostri rapporti che abbiamo col Brasile ma un caso di giustizia per cui i nostri rapporti con quel Paese non cambieranno a causa di questa situazione”. Il premier ha anche annunciato che intenderebbe fare una conferenza stampa a Bruxelles, con il Partito Popolare Europeo, la terza settimana di gennaio, per “far conoscere la realtà dei fatti”, e anche “arrivare fino alla corte di Giustizia dell’ Aia”. Torregiani si è detto soddisfatto dell’ incontro: “Berlusconi mi ha promesso maggiore fermezza e determinazione e se ce ne sarà bisogno, useremo il pugno duro” ha dichiarato.

Napolitano, si al ddl Gelmini ma “vi sono criticità”

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato la legge di riforma dell’ Università già approvata dal Parlamento il 23 dicembre, pur osservando  talune “criticità”. Napolitano ha anche inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri con la quale si sollecita a superare con successiva legislazione ministeriale tali “criticità”. Nella lettera, il capo dello Stato spiega di aver firmato la legge “non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti per chiedere una nuova deliberazione alle Camere”.

Nella lettera, si spiega inoltre che ” L’ attuazione della legge è del resto demandata ad un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali”  e che vanno “affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.” Per l’ articolo 6, riguardante il titolo di professore aggregato, si auspica che “il governo adempia senza indugio all’ impegno assunto dal ministro Gelmini”, “eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’ articolo”. Per quel che riguarda la concessione delle borse di studio, prevista dall’ articolo 4, viene specificato che “appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sull’ appartenenza territoriale”. L’ art. 23, che disciplina i contratti per attività di insegnamento, è per una parte di “dubbia ragionevolezza”, mentre l’ articolo 26 andrebbe “formulato in termini non equivoci”. Vi è, comunque, l’ auspicio a che, ” sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un dialogo con tutte le parti interessate”.

Belpietro (Libero): “Finto attentato a Fini per screditare Berlusconi”

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Maurizio Belpietro, il direttore di “Libero“, riprende oggi, dal suo giornale, la polemica contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, con un editoriale, dal titolo “Su Gianfranco iniziano a girare strane storie”, nel quale rivela che si sarebbe pensato di organizzare un finto attentato per il leader di Futuro e LIbertà a scopi propagandistici. Tale progetto si sarebbe dovuto attuare durante una visita istituzionale ad Andria, in Puglia, e per realizzarlo “ci si sarebbe rivolti a un manovale della criminalità locale, promettendogli 200 mila euro”.

Tale manovale, scrive ancora Belpietro, avrebbe dovuto mantenere “il silenzio sui mandanti”, attribuendone invece “l’ organizzazione dell’ agguato ad ambienti vicini a Berlusconi”, per farne quindi ricadere la colpa sul premier. Si punterebbe comunque al ferimento del presidente della Camera, e l’ attentato scatterebbe in primavera, a poco tempo dalle possibili elezioni, “per condizionarne l’ esito”.
Il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, ha già aperto un‘ inchiesta, per adesso senza ipotesi di reato e senza iscritti nel registro degli indagati, su ciò che viene riportato da Libero, ed ha ascoltato per circa due ore il direttore Belpietro, a Palazzo di Giustizia. Questi ha dichiarato solamente: “Sono stato chiamato dal procuratore e sono venuto a riferire quello che ho scritto”.

Berlusconi attacca i giudici e “corteggia” l’UDC

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervendo questa mattina prima alla trasmissione televisiva “Mattino cinque” e , successivamente, con un audio messaggio sul sito dei “Promotori della libertà”, è tornato ad attaccare i giudici, ribadendo che la riforma della giustizia “è necessaria, perchè è un’ emergenza grave, in quanto le indebite ingerenze della magistratura su altri poteri dello stato costituiscono una vera emergenza democratica”. Per il premier, infatti, molte sentenze, anche della Corte Costituzionale, “sono spesso politicamente orientate”.

Quanto a Fini, Berlusconi non ne chiede le dimissioni da presidente della Camera, ma rimette la decisione “alla sua coscienza e alla sua dignità”, anche se comunque, spiega, “la maggioranza che lo ha eletto non si riconosce più in Gianfranco Fini”. Quindi, il pensiero va all’ UDC di Casini, che, dice, “ha perso una grande occasione: poteva sostiture con i suoi parlamentari i parlamentari di Fli”, e aggiunge:”Speriamo che si ravveda”.
Il premier dice anche di avere già in mente a chi potrebbe, in futuro, passare la guida del paese, anche se non fa nomi, ma parla di “una serie di protagonisti del governo del PDL che stanno diventando classe dirigente”.

Berlusconi: patto tra Fini e l’ Anm. Il presidente della Camera: una barzelletta.

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Il nuovo attacco del premier Berlusconi al leader di Futuro e Libertà Gianfranco Fini coinvolge stavolta l’ intera magistratura : per il Cavaliere, infatti, l’ Anm, l’ Associazione nazionale magistrati, “proteggerebbe” il presidente della Camera. Ci sarebbe, insomma, un vero e proprio  accordo, per il quale Fini ed i finiani non farebbero niente ai magistrati, ed in cambio questi ultimi avrebbero garantito “protezione” ai  futuristi. La legge sulle intercettazioni, in particolare, si sarebbe arenata alla Camera dopo un incontro tra Fini e i vertici dell’ Anm, mentre alcuni emendamenti a tale legge sarebbero stati suggeriti proprio dal presidente dell’ Anm Palamara alla finiana Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia alla Camera.
Il presidente della Camera avrebbe commentato seccamente, dicendo: “E’ una delle tante barzellette del vasto repertorio di Silvio Berlusconi.

Roma, guerriglia urbana – FOTO di un disastro

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E’ stata una giornata di altissima tensione nella capitale, culminata in un pomeriggio di ordinaria follia, dopo che, poco prima delle 14, si è sparsa la notizia che il governo non è stato sfiduciato . Le proteste studentesche dei giorni scorsi contro il ddl Gelmini si sono intrecciate con una protesta contro il governo Berlusconi, che è degenerata in numerosi incidenti quando si è saputo che il premier aveva retto.
Inizialmente i cortei erano due, uno degli studenti e uno organizzato da Fiom, Sinistra extraparlamentare e centri sociali, ma poi si sono fusi in uno solo.

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A mezzogiorno, la tensione è altissima, il centro storico blindato, e l’ atmosfera è di una calma irreale. Nei pressi dei Fori Imperiali, alcuni manifestanti lanciano petardi e accendono fumogeni, mentre un’ altra parte del corteo è arrivata nei pressi del Campidoglio, presidiato dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa.

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La situazione inizia a degenerare man mano che ci si avvicina ai palazzi del potere, in particolare tra via delle Botteghe Oscure e via del Plebiscito, dove si trova Palazzo Grazioli, residenza del premier. Vengono lanciati petardi, fumogeni, bastoni e sampietrini verso i blindati dei carabinieri, e un ragazzo resta ferito. I negozi della zona, intanto, hanno serrato le saracinesche. Un gruppo di manifestanti a volto coperto ha lanciato alcuni sacchetti di letame, in via degli Astalli, dietro Palazzo Grazioli.A corso Rinascimento, i manifestanti lanciano anche sedie e tavoli presi dai bar della zona contro le forze dell’ ordine, che rispondono con lacrimogeni e piccole cariche.

Berlusconi al Senato: “No a ribaltoni, patto con i moderati”. I finiani: “Dimissioni o sfiducia” – FOTO dal Senato

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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha oggi parlato al Senato prima del voto di fiducia al governo, previsto per domani, cercando di difendere l’operato del governo e ribadendo che “abbiamo bisogno di tutto tranne che di una crisi al buio”. Inoltre, prosegue il premier, “chi ci vota contro tradisce il mandato ricevuto dagli elettori”. Berlusconi si è però detto disponibile ad eventuali modifiche del programma di governo e ad un allargamento della maggioranza “a tutte le forze politiche che già si riconoscono nel Partito Popolare europeo”, a cominciare dall’UDC, e ha quindi proposto “un patto di legislatura a tutte le forze moderate del Parlamento”.

Berlusconi ha fatto prevalentemente appello alla “coscienza” dei parlamentari “ribelli”, ovverosia di coloro che, nel2008, erano stati eletti tra le file del PDL e che sarebbero pronti a votare la sfiducia, invitandoli a nontradire l’ elettorato” con “un’ alleanza con la sinistra camuffata da governo di transizione”. Inoltre, dal premier è venuto un appello all’ unità “per fare l’ interesse del Paese”, poichè, ha aggiunto, “di tutto abbiamo bisogno fuorchè di una crisi al buio”.

Wikileaks, Assange ricercato. Hillary Clinton: “Berlusconi nostro migliore amico”

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Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, è stato inserito nella lista dei “most wanted”, i più ricercati, dall’ Interpol, facendo scattare così un mandato d’ arresto nei suoi confronti in 188 paesi. Assange è ricercato dalla Svezia per un caso di stupro ed aggressione sessuale, dopo la denuncia di due donne, che risalirebbe ad agosto. Il fondatore di Wikileaks voleva chiedere un permesso di residenza in Svezia per usufruire delle leggi sulla libertà di stampa per il suo sito . Egli ha respinto le accuse, facendo capire che tali denunce sarebbero riconducibili ad una campagna degli Usa contro la sua organizzazione.

Ieri, intanto, Assange, intervistato da “Time Magazine” via skype, da una località segreta, ha attaccato duramente il segretario di Stato americano Hillary Clinton: “Deve fare un passo indietro se si può dimostrare che è stata responsabile dell’ aver ordinato alla diplomazia  americana di spiare le Nazioni Unite violando le convenzioni internazionali firmate dagli Stati Uniti” ha dichiarato. Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs ha oggi replicato a tale richiesta, definendola “ridicola” eassurda”, e ribadendo che “il presidente ha piena fiducia nel lavoro svolto dal Segretario di Stato e da tutto il Dipartimento di Stato”.