La Procura indaga sulla “compravendita” di deputati. Protesta il PDL

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La Procura di Roma ha aperto un’ inchiesta sul presunto “mercato” di deputati avviato dal premier in vista del voto di fiducia alla Camera del 14 dicembre. Si tratta di un doppio fascicolo riguardante sia l’ esposto presentato oggi dal leader dell’ ‘ Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sia un atto già avviato dalla magistratura in seguito alle indiscrezioni giornalistiche. Di Pietro ha sporto denuncia in seguito all’ uscita dall’ Italia dei Valori dei deputati Razzi e Scilipotti. L’ indagine, che sarà condotta dal procuratore aggiunto Alberto Caperna, non sarà però semplice, anche perchè, avvertono dalla procura, provare da un punto di vista giudiziario la compravendita è difficile, dal momento che i parlamentari non hanno vincoli di mandato, e sono così liberi di “cambiare casacca”.

L’ iniziativa della magistratura ha provocato l’ immediata irritazione del PDl, con Fabrizio Cicchitto che dice:” L’ intromissione della magistratura è gravissima. Bersani, Violante, Di Pietro alzano la voce e la Procura di Roma subito interviene”. Parole a cui ha replivcato il PD, con la capogruppo nella Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, per la quale “Cicchitto si confonde, il suo partito non è ancora riuscito ad eliminare l’ obbligatorietà dell’ azione penale nè adimpedire alle procure di avviare autonomamente le indagini”.

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in visita al liceo “Majorana” di Isernia, aveva replicato stamattina agli auguri di due insegnanti per il voto del 14 dicembre, affermando che “Da oggi inizia il calciomercato”. A lui ha replicato il portavoce PDl, Daniele Capezzone, secondo cui Fini “offende i deputati che, invece, da presidente della Camera, dovrebbe rappresentare”.

Boffo si dimette

Avvenire Boffo dimissioni

Dimissioni. Si è dimesso il direttore Boffo. “Scelta serena e lucida”, titola l’Avvenire. Ecco il testo della lettera di dimissioni che Dino Boffo manda al cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Eminenza carissima, sono arrivato alla serena e lucida determinazione di dimettermi irrevocabilmente dalla direzione di «Avvenire», «Tv2000» e «Radio Inblu», con effetto immediato. Non posso accettare che sul mio nome si sviluppi ancora, per giorni e giorni, una guerra di parole che sconvolge la mia famiglia e soprattutto trova sempre più attoniti gli italiani, quasi non ci fossero problemi più seri e più incombenti e più invasivi che le scaramucce di un giornale contro un altro. E poi ci lamentiamo che la gente si disaffeziona ai giornali: cos’altro dovrebbe fare, premiarci?

E Vittorio Feltri: Non volevo le dimissioni. O ancora: Il direttore de Il Giornale non pensava “minimamente a questo quando ho scritto e ho fatto scrivere le cose che hanno provocato tutto questo problema”.

Cosa si voleva?

Il Giornale pubblica il documento su Boffo

boffo documento

Nuova puntata nel botta e risposta più caldo di questi giorni. Dopo le esternazioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo, oggi, che definisce il documento di cui parla il quotidiano della famiglia Berlusconi emerita patacca, ecco la pronta risposta di Vittorio Feltri. Che pubblica il documento su cui l’attacco de Il Giornale si basa. Con un titolo che suona così: Altro che indignarsi una sentenza non ha privacy.

Il direttore del Giornale Vittorio Feltri va quindi avanti e pubblica il documento del casellario giudiziale sul caso. Sul documento è riportato che Boffo sarebbe stato condannato per molestia alle persone art. 660 codice penale , commesso nel gennaio 2002 in Terni. Il dispositivo prevede il pagamento di un’ammenda di 516 euro, saldata il 7 settembre 2004.

Caso Boffo, “velina patacca”?

boffo giornale

Scrive Gabriele Villa nell’articolo della polemica che coinvolge il direttore di Avvenire, Dino Boffo. Direttore che, in base alle “prove” in mano a Il Giornale, è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione. Rinviato a giudizio il Boffo chiedeva il patteggiamento e, in data 7 settembre del 2004, pagava un’ammenda di 516 euro, alternativa ai sei mesi di reclusione. Precedentemente il Boffo aveva tacitato con un notevole risarcimento finanziario la parte offesa che, per questo motivo, aveva ritirato la querela..:

Copia di questi documenti da ieri è al sicuro in uno dei nostri cassetti e per questo motivo, visto che le prove in nostro possesso sono chiare, solide e inequivocabili, abbiamo deciso di divulgare la notizia

Dopo l’articolo di Villa e l’inizio della polemica, sempre su Il Giornale compare oggi la notizia che il 65% degli italiani, secondo un sondaggio condotto da SkyTg24, starebbe, in questa strana battaglia di fine estate, con il foglio di Feltri.

Ma un’altra è la notizia della giornata: l’informativa cui fa appello il quotidiano della famiglia Berlusconi per costruire la sua notizia su Boffo non sarebbe nel fascicolo giudiziario del tribunale di Terni. Sarebbe, dice il direttore di Avvenire, un’emerita patacca.

Bagnasco e l’attacco “disgustoso”

Bagnasco

Ormai è scontro diretto. E certo, qualcosa sta accadendo.

L’attacco che è stato fatto al dott. Boffo direttore di Avvenire è un fatto disgustoso e molto grave

E’ il rombo di tuono dell’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Una sintesi chiara che interviene in prima linea nell’inedita polemica di questa fine estate tra politica e Chiesa.

Rinnovo al direttore di Avvenire tutta la stima e la fiducia mia personale e quella di tutti i vescovi italiani e delle Comunità cristiane

ha aggiunto.

Berlusconi gate: Noemi, Veronica e l’Avvenire

noemi berlusconi

Le foto che stanno facendo il giro della Rete scatenata sono ritoccate con Photoshop? Che ne dite? L’alone intorno alla bella diciottenne, Noemi la festeggiata, in effetti fa meditare. Ma poi si pensa: un ritocco così grossolano? E non è così improbabile vedere il Premier sorridente e brindante. Certo è che internet si sta scatenando nella foto-scommessa, come potete notare.

La richiesta di divorzio è diventata un caso politico. Per Casini “parlare di complotto fa ridere”. Per la Bonino “Berlusconi disprezza le donne”. Bersani, saggiamente, si intristisce per questa bufera soap-opera che si abbatte sull’Italia. E i cattolici e l’Avvenire. Grande share previsto stasera per la puntata di Porta a Porta, nella quale stasera Silvio Berlusconi sarà ospite di Bruno Vespa.

[Foto|Corsera]

Famiglia Cristiana e Arcigay: tutti contro Veltroni

Veltroni
Ieri Avvenire, oggi Famiglia Cristiana. Non c’è pace per il PD. Da Avvenire, che ha duramente attaccato la candidatura di Umberto Veronesi, e da Famiglia Cristiana, era quesi banale. Ma oggi si aggiungono anche le critiche dell’Arcigay, creando così un trio di fonti critiche altamente improbabile.
Dopotutto, dovesse andare male, si è fatto il Giro d’Italia. In verità, il tour è realmente assai denso, e le province vengono toccate nella loro totalità numerica. Oggi il Pd e il suo allegro bus si sono fermati a Porto San Giorgio, nelle Marche, e Walter Veltroni ha dovuto, naturalmente dire la sua sulla polemica e il dibattito tra cattolici e laici che da giorni, ormai, domina la scena pubblica italiana.
Il Uolteriano appello è stato preciso: che, insomma, non si giunga ad

una nuova divaricazione tra laici e cattolici

Veronesi, scelta difficile. L’Avvenire attacca

Veronesi
Non riesce a non sollevare tutta la mia simpatia. Come uomo, come scienziato, come personaggio politico che nelle beghe di Palazzo possa portare, quantomeno, uno spiraglio di lotta a pratiche e mentalità bigotte, così vincenti e radicate nel panorama italiano.
Per decenni ha lottato e portato avanti ricerche e progetti sulla prevenzione e sulla cura del cancro, ed ha contribuito al raggiungimento di enormi traguardi nella lotta a questa malattia. Soprattutto per ciò che concerne il carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna. Per me, questo è intoccabile, forse soprattutto emotivamente.
Dal punto di vista politivo, Veronesi è un personaggio complesso, e difficilmente etichettabile. Chiaro che alla Binetti venga l’orticaria quando ci pensa. Chissa se Walter ha in testa la cifra della complessa composizione in cui si è messo.

Ferrara l’imcompreso. Da Silvio e da lassù

Ferrara
Non si candida più a sindaco di Roma. Il Pdl non ha dato sostegno alla sua lista pro-life, e Giuliano Ferrara ha preferito quindi comunicare per iscritto a Fini e Alemanno che insomma, il Campidoglio non rischierà di vederlo e Rutelli non lo avrà come avversario. annunciando il ritiro della sua candidatura a sindaco di Roma. Va detto che Silvio Berlusconi non sembra esattamente essersi rotolato per terra dal dolore.
Ma ancora più grave, e più significativo per l’ormai ex direttore de Il Foglio, è il mancato appoggio, per la sua lista, da parte della Cei.
Avvenire aveva già accolto tiepidamente – per usare un eufemismo – la faccenda. Ieri un editoriale di Davide Rondoni ha senza possibilità di equivoci bocciato la lista.