Lezioni di crisi davanti a Camera e Senato

lezioni_crisi“Lezioni leggere all’aperto”. Le chiamano così. Una chiaccherata con gli esperti della crisi economica, politica e sociale. “Stiamo vivendo un periodo di crisi, non soltanto in riferimento all’economia ed al vento che arriva dalla Grecia e che – secondo gli indicatori internazionali – presto toccherà anche Portogallo, Spagna e Italia. Si tratta, soprattutto nel nostro Paese, di una crisi delle istituzioni, con sempre più amministratori coinvolti in vicende giudiziarie, a partire dal primo Ministro e da altri esponenti del Governo. Ma è anche una crisi della politica, che viene vista con distacco crescente dai cittadini poiché non riesce a dare quelle risposte delle quali il Paese ha tanto bisogno”.

E allora il popolo Viola ha pensato a una serie di Lezioni di Crisi, contattando esperti di economia, di politica e di amministrazione per spiegare il presente e guardare al futuro.

Crisi della stampa, dove porterà?

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La presunta crisi del Messaggero, l’incombente crisi della libertà di stampa è il titolo di un articolo pubblicato da Articolo 21, a firma Fabio Morabito,
Presidente dell’Associazione Stampa Romana.

Alcuni estratti del pezzo sono interessanti per una riflessione e un dibattito sul concetto di libertà di stampa. Quando il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone acquistò il Messaggero, nel 1996, dal gruppo Ferruzzi, sembrò a molti che l’avesse pagato caro. Trecentocinquantasei miliardi di lire fu la cifra pattuita, ma da pagare a rate. In realtà fu un affare strepitoso. C’erano in cassaforte 50 miliardi di liquidità. E solo il palazzo della sede, e gli altri immobili di proprietà, valevano 60 miliardi di allora. Poi, gli immobili furono girati a un’altra società dell’imprenditore. Così come avvenne con il Mattino, comprato lo stesso anno per una cifra attorno ai cento miliardi di lire, e anch’esso “liberato” dagli immobili.

Libertà di stampa, Italia declassata

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Libertà di stampa, ci risiamo. Freedom House si è risvegliata, e ha dato il responso che in molti si aspettavano. L’Italia è semi-libera, secondo l’annuale rapporto dell’organizzazione fondata da Eleanor Roosevelt. E’ l’unico paese europeo.

Maurizio Gasparri, presidente del gruppo del Pdl al Senato, ha avuto recentemente modo di affermare:

E’ sbagliato dire che un Paese come l’Italia non è libero, come è dimostrato dal fatto che il primo partito del Paese si chiama Popolo della Libertà

Determinate logiche sono ferree, a modo loro. Il rapporto annuale di Freedom House declassa il nostro Paese, mandandolo giù in classifica, e segnalando che il mondo della libertà di informazione sta attraversando comunque un brutto momento a livello globale. 195 Paesi esaminati, e l’Italia è 73esima.

Il destino dell’Articolo 21

Rsf
Di appelli pullula la rete. In qualche modo, sarà nata anche per questo. Internet ospita e dà asilo ad ogni istanza. Bella, brutta, vera o falsa. Chi fa giornalismo con la rete deve stare molto attento. Anche se, se ancora esiste e resiste un po’ di romanticismo, il giornalismo fatto solo con la Rete non è, esattamente, più giornalismo. Bando ai romanticismi. Gli appelli, si diceva.
Riportarlo non fa mai male. Dovesse entrare in testa a qualcuno. Testo integrale, perchè poi, insomma, è anche stilisticamente bello. E poi. La Costituzione fa anche 60 anni. Ecco l’ Articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana.