Esplosione in un impianto nucleare in Francia: “Nessuna fuga radioattiva”

Nella tarda mattinata di ieri, verso le 11.45, si è verificata un’esplosione nel forno di un sito nucleare a Marcoule, nel sud della Francia. L’incidente sarebbe stato causato da un incendìo all’interno di un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi, e, stando ai vigili del fuoco, avrebbe provocato un morto e quattro feriti, di cui uno grave.
Dopo cinque ore, l’Autorità per la sicurezza nucleare francese ha annunciato che l’incidente era terminato e che, per adesso, non vi sarebbero fughe radioattive e non si sarebbero resi necessari “interventi di protezione per la popolazione”. Il governo francese ha poi confermato ufficialmente quanto riportato dall’Autorità.
L’incidente, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato provocato “dall’esplosione di un forno che serviva a fondere rifiuti radioattivi metallici“. Per un portavoce di Edf, la società che gestisce il sito, “Si tratta di un incidente industriale, non di un incidente nucleare“.
La centrale di Marcoulè è la prima entrata in funzione in Francia, nel 1955, e qui furono costruiti i reattori nucleari utilizzati per la realizzazione della bomba atomica francese. I reattori, adesso, sono spenti e il sito è utilizzato per il trattamento di scorie, e per la produzione del Mox, una miscela combustibile di ossidi di plutonio e uranio fortemente radioattiva.

Nucleare, Berlusconi rivela: “Stop per evitare referendum”

Foto: Ap/LaPresse

“Siamo assolutamente convinti che l’energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo”, ma “Fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare“. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese, ha spiegato al presidente francese Nicolas Sarkozy la decisione del governo di fare una “moratoria” sull’energia nucleare. E ha aggiunto: “L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni”. Se ne potrà riparlare, quindi, “tra due anni”, con “un’opinione pubblica conscia della necessità nucleare”. Vengono pertanto confermati anche i contratti sul nucleare tra Enel ed Edf, in particolare ” Quelli relativi alla formazione”.
Il presidente Sarkozy ha accolto positivamente tali dichiarazioni, affermando da parte sua che “Se gli italiani decideranno di tornare al nucleare, la Francia sarà un partner accogliente e amico”, e aggiungendo: ” Siamo pronti a lavorare con voi”.

In bilico il Referendum sull’acqua

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Come sta per accadere con il referendum sul Nucleare, dalle parole di Romani, ci sono alte possibilità che salti anche il referendum sull’acqua, un referendum che il molti hanno chiesto ma che il ministro, vorrebbe prima approfondire legalmente. “Anche su questo tema, come per il nucleare – ha spiegato -, il referendum divide in due. Ma è un tema di grande rilevanza, e ho l’impressione che anche su questo sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo”.

Subito la replica di “2 Sì per l’Acqua bene comune”, organizzazione promotrice del referendum: “I referendum sull’acqua – spiegano i promotori – hanno ottenuto le firme di un milione e quattrocentomila cittadini. Una straordinaria mobilitazione che – si legge in una nota – chiede l’uscita dell’acqua dal mercato e dei profitti dall’acqua”.

Tutti contro l’Iran: no alla pena di morte per Sakineh Mohammadi Ashtiani

Sakineh Mohammadi Ashtiani, condanna alla pena di morte per adulterio: è il volto di un Iran a cui nessuno vuole abituarsi. Nè la società civile e neppure la politica occidentale che si sta mobilitando in ogni modo per fermare la manoi del boia e salvare la vita alla donna. La Francia, per esempio, ha invitato la Ue, attraverso il ministro degli esteri Bernard Kouchner che ha inoltrato un messaggio all’Alto rappresentante dell’Unione Europea Catherine Ashton, a prevedere sanzioni contro lo Stato nel caso in cui si dovesse materializzare la morte di Sakineh.

Nell’appello, si fa riferimento a “Una lettera comune di tutti gli Stati membri dell’Unione europea alle autorità iraniane è diventata necessaria, ne sono convinto, se vogliamo salvare questa donna. Bisogna che l’Unione si impegni in nuove iniziative per ricordare alle autorità iraniane che, come sul dossier nucleare, la loro attitudine di isolamento e di chiusura ha un costo, di cui si potranno liberare nel momento in cui sceglieranno comportamenti più conformi ai loro impegni internazionali in materia di diritti dell’uomo“.

Pedofilia e castrazione chimica. Veltroni parlò

Veltroni

Tra una promessa di crescita di salari e l’altra, tra una speranza e un ricordo che insomma, è tutto difficile ma si può fare, Uolter esplicita finalmente la faccenda spinosa e terribile della lotta alla pedofilia.

Pochi giorni, pochissimi, sono passati dal 17 febbraio. E’ di quel giorno una notizia che fa, a dir poco, paura. E’ stato in cella per nemmeno un anno. L’accusa, per lui, era quella di avere stuprato tre sorelline. Un mese fa è tornato libero: la condanna, totale, era di sei anni e quattro mesi, ma aveva solo l’obbligo di firma. Con il semplice obbligo di apporre una firma, era libero di agire. E ha abusato di una bimba di quattro anni.

La madre, lontana parente, gliela aveva affidata. E la bimba ha raccontato tutto alla mamma. Una perizia medica, impietosa, ha confermato.