Divorzio all’italiana

Mastroianni
No more I love you. Ciao, baci, visto che è San Valentino. Non solo Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini sono ufficialmente e dichiaratamente ex alleati. Di più: alle prossime elezioni politiche saranno entrambi in corsa per la stessa poltrona: Quella, comoda (anche se dipende poi dai punti di vista) , di Presidente del Consiglio.
All’unanimità. Tale è doveroso definire – dicono i numeri – l’approvazione del documento in cui si conferma la scelta di correre da soli da parte della direzione dell’Udc. Nello stesso documento si chiede al leader, Casini, di assumere l’onere della candidatura a Premier. Queste le prossime elezioni per lo scudo crociato.
Pensare che Silvio aveva inoltrato il suo ultimo tentativo proprio questa mattina. Appello dall’evidente sapore di aut aut, certo. Ma pur sempre appello. Alla coesione. Che non ci sarà.

Casini: All By Myself

Celine
L’uomo bandieruola ha finalmente preso una posizione. Basta, stop, fine dei giochi, ora si è risentito e pone un freno alla vicenda dei giochi di potere. O meglio. Dà il suo personalissimo indirizzo. Il PierFerdi nazionale corre da solo.
E non usa nemmeno toni concilianti: Sono Berlusconi e Fini che hanno deciso di spaccare i moderati. Per noi la questione è conclusa. Questo è il dato politico, noi non rinunceremo al nostro simbolo.
Oggi Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, ha riunito quest’oggi i suoi fidati per fare il punto della situazione. In questo marasma incontrollabile e ballerino. Stato dell’arte della campagna elettorale. E, già che ci siamo, del destino prossimo venturo del partito detto Udc. Parto in quel di un albergo dell’Urbe.

Tutti insieme…ma con moderazione

Silvio Berlusconi ormai se lo chiede la notte prima di andare a dormire: Quel Casini non ha un cognome casuale, secondo me qualcosa deve pure significare se lo possiede. In effetti a vedere gli ultimi 10 anni il leader dell’UDC sembra, quasi in maniera assurda, il peggior problema del Cavaliere di Arcore.

Le ideologie dell’UDC non si discostano poi di molto da quelle del PDL o di FI prima della sua nascita. Essendo un partito di centro, molto simile come posizione agli “azzurri” berlusconiani, le sue idee moderate e liberali allo stesso punto fanno dell’UDC il tipico partito che può minare un’alleanza. E’come un mare prima di una tempesta insomma. Calma piatta prima del disastro.

Il progetto PDL di Berlusconi è chiaro. Annettere più partiti possibili nell’alleanza così da concorrere tutti sotto un unico simbolo e battere la possibile alleanza fatta dai tanti partiti della sinistra. Che abbiamo visto, negli ultimi due anni, non è che poi fosse così unita. Anzi tutt’altro. La scelta del PDL è sicuramente coraggiosa. Annettere quanti più possibili partiti in un simbolo significa, unire tutti sotto un unico programma ma anche sotto un unico simbolo. Ed è proprio questo che Casini non vuole, ovvero perdere l’identità del suo UDC.