Il dopofestival di Youdem

dopofestival youdem

In tempi di campagna elettorale, mentre si avvicinano con velocità incontrollabile le elezioni amministrative di marzo, succede di tutto. Succede anche che, in questo lasso di tempo, in questa attesa più o meno “feconda”, in questi mesi che passano e che non torneranno, succeda di tutto. Succeda anche che cada quella creazione tutta italiana, solo italiana, amata e odiata, guardata e non guardata – ma sempre commentata – che è il Festival di Sanremo.

E a questo punto… Il Partito democratico strizza l’occhio allo spettacolo? Pierluigi Bersani, nei giorni scorsi, ha preso le difese di Morgan, dopo la vicenda che ha visto protagonista il cantante per l’intervista a Max in cui ammetteva di aver fatto uso di droga.

Current TV, so “antiberlusconian”

current antiberlusconi

Era ora. Nel senso che sembrava strano che non fosse ancora accaduto, e li si attendeva con un certo grado di certezza. Il Giornale attacca Current TV a tutta pagina – dopo che nei mesi scorsi ne aveva riconosciuto la formula.

E Gilioli scrive: attento Tommaso. E comunque, ad una attenta lettura dell’articolo in questione, chi scrive non dice e non può dire che Current fa o manda in onda inchieste errate. Forse in barba a chi scrive, ne riconosce lo spessore e la veridicità. Attendiamo, e sappiamo che arriveranno, inchieste sulla controparte: Red TV, You Dem, cooperative rosse. Buon lavoro, Current.

Facebook, questione di gruppi

uccidiamolo berlusconiDal Web la notizia, ormai trita e ritrita: oltre 14mila per “Uccidiamo Berlusconi”, guppo nato su Facebook. Sparito da Facebook il gruppo con i molti iscritti di cui sopra, ne rimandono tre più piccini. Due dal titolo “Uccidiamo Berlusconi”, uno con 417 membri (con la stessa descrizione del primo comparso, evidentemente “riaperto” di recente) e un altro con non più di una quarantina, e un altro con opposto slogan (ma altrettanto frequentato da non simpatizzanti): “Per favore, non uccidiamo Berlusconi“.

Angelino Alfano dice: “Indagine sulla sicurezza del premier”.

Nel frattempo Gilioli si trova gruppi analoghi.

Lodo Alfano, slitta la decisione

lodo alfanoCome scrive il Corriere, Lodo Alfano, fumata nera. E’ slittata la decisione della Consulta. La seduta è stata aggiornata a domani, anche se c’è chi dice che potrebbe slittare di giorni. La procura di Milano non ammessa come parte in giudizio, mentre i legali del premier, tra l’altro, spiegano a difesa del lodo:

Non è immunità. Legge uguale per tutti, ma non sempre sua applicazione. Berlusconi è primus super pares

Oggi Alessandro Gilioli scrive sul suo blog:

Per difendere il Lodo Alfano, l’avvocato Pecorella ha detto che «la nuova legge elettorale ha sostanzialmente modificato l’identità costituzionale del premier».

A me risulta che per cambiare una «identità costituzionale» serva appunto una legge costituzionale. Quella elettorale invece era una legge ordinaria.

Sempre secondo Pecorella, oggi il premier «ha una investitura diretta dalla sovranità popolare».

E pensare che invece la Costituzione diceva che il premier è scelto liberamente dal Parlamento, da deputati e senatori, e non con un’investitura diretta degli elettori.

Evidentemente ci hanno cambiato la Costituzione di notte, mentre dormivamo.

Il premier indisposto

gilioli

Da Piovono Rane, il blog di Alessandro Gilioli.
Boh, che strano. Se uno va a guardare i giornali in archivio, scopre che il 17 dicembre scorso il premier non è uscito da Palazzo Grazioli, per via di uno strappo alla schiena procuratosi durante la ginnastica mattutina.

Oh, niente, poveraccio, tutto il giorno chiuso a Palazzo Grazioli, non è potuto nemmeno andare al Quirinale per lo scambio di auguri natalizi con Napolitano.

Poi però se uno legge il Corriere di stamattina scopre che il 17 dicembre scorso a Palazzo Grazioli lui non è uscito, ma in compenso è entrato Gianpaolo Tarantini, in una macchina con i finestrini oscurati, e sul sedile posteriore c’erano tre signorine, tra cui questa graziosa brasiliana, che poi è rimasta a intrattenersi con il premier.

Ps: Qui il comunicato ufficiale con cui Palazzo Chigi spiegava l’assenza del premier agli appuntamenti ufficiali (grazie a Fabrizio P. che me l’ha segnalato).

Via|PiovonoRane

Silvio il maghrebino di Alessandro Gilioli

Luogo: gli studi di una tv tunisina. Non una tv qualsiasi, comunque. Si tratta di Nessma Tv, il canale satellitare di cui Silvio Berlusconi è comproprietario con Mediaset in Nordafrica. Siamo orgogliosi di averla con noi – lo accoglie il presentatore. E c’è proprio il premier in studio, per una lunga intervista in cui parla naturamente direttamente in un francese molto lineare. Sopra la prima parte, in fondo al post la seconda. Qui invece la versione integrale.

Daniele Sensi, blogger e collaboratore de l’Unità, l’ha trovata e l’ha tradotta, oltre che caricata appunto su TouTube. Ed eccolo qui il video, approdato in Italia e rilanciato da Gilioli su l’Espresso. Parla di tante cose, il premier. Parla dei rapporti con Tarak Ben Ammar, tycoon franco tunisino che potrebbe comprarsi La7. Parla dei suoi rapporti con Ben Alì, presidente tunisino (al merito, su YouTube c’è un altro video). Parla di auant’è bello il palinsesto di questa Nessma tv, anche.

Diritto alla rete, on line l’appello

nuovobanner2Si riceve e si riporta nella sua integrità dalla pagina creata sul social network Ning. L’appello è opera di Alessandro Gilioli, Guido Scorza e Enzo Di Frenna. E’ possibile aderire scrivendo a [email protected]. E’ anceh possibile pubblicare il banner sul proprio sito (foto qui) o postando testi sulla pagina dell’iniziativa.

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere.

Le disposizioni contenute nel Decreto Alfano sulle intercettazioni rientrano all’interno di questa offensiva.

Il cosiddetto obbligo di rettifica imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a …. ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti – in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell’obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti – rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet. Segue.

Gilioli e il post della zizzania: nessuno tocchi Beppe Grillo

Beppe Grillo

Il mondo dei blog è mondo assai strano. Abbiamo, forse, uno strumento e invero non siamo perfettamente in grado di capire quale ne sia l’utilizzo migliore, o dove ci stia portando.Scoppia oggi la polemica Grillo-Gilioli. Nei seguenti termini.


Due giorni fa, il buon Gilioli pubblica, sul suo blog, Piovono rane, su L’Espresso, il post L’intervista mai fatta a Beppe Grillo. Valanga di risposte. Alessandro Gilioli, è, in verità, uno dei pochi giornalisti italiani che ancora, a volte, sembrano fare il loro lavoro. Che possono ancora essere definiti giornalisti. Non si può dire che non porti avanti delle inchieste: condivisibili o meno, non si può negare che, nel suo cammino, abbia sollevato alcuni polveroni scomodi. Questa volta, però, il Nostro si è andato a impelagare in un territorio minato, almeno dal punto di vista del popolo. Ha toccato Beppe Grillo.