Nuova confusione nel centro sinistra. Come era lecito attendersi, il risultato del recente primo turno delle primarie Pd ha generato ulteriori scontri tra le parti in causa con il centro destra che, approfittando del caos generato tra le fila dei “renziani” e dei “bersaniani”, sta cercando di catturare l’interesse del sindaco di Firenze, che secondo alcuni osservatori potrebbe addirittura scegliere di correre da solo con un’alleanza centrista. “Se uscissimo dal Pd avremmo tra il 12% e il 25%” – ha affermato Renzi durante una recente intervista. Prima però di aggiungere: “non lo farei assolutamente mai”. Ci credete?
Chiusura Ilva Taranto
Lo stabilimento dell’Ilva di Taranto ha chiuso i battenti. A quattro mesi dal sequestro del discusso impianto, sembra che il caso Ilva sia infatti definitivamente esploso, trascinando con sé scioperi, arresti, sequestri, nuovi provvedimenti giudiziari e, appunto, la chiusura – definita “immediata e ineluttabile” – dello stabilimento contestato. Da ieri sera, pertanto, 5 mila operai che lavoravano nell’impianto di Taranto saranno costretti a rimanere a casa, con scarsissime prospettive per quanto concerne il proprio futuro a breve e medio termine.
Berlusconi sponsorizza Renzi
Silvio Berlusconi sponsorizza Matteo Renzi, appena sbarcato in ballottaggio per la poltrona di nuovo leader della coalizione di centro sinistra insieme all’attuale segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Durante un intervento alla trasmissione televisiva “La Telefonata”, di Belpietro, l’ex premier afferma come “gli italiani sono lontani dalla politica. Il 70% degli italiani è disgustato dalla politica e dai partiti (…) Serve cambiare tutto, aprire gli occhi, credo che sia giusto che chi ha avuto l’onore di guidare il governo per dieci anni rifletta su cosa fare per compiere quella rivoluzione liberale che non si e’ realizzata ma non per colpa mia. Stiamo valutando con grande senso di responsabilita’ la situazione”.
Risultati primarie Pd 2012
Come era lecito attendersi, e come ampiamente previsto dai candidati, il primo turno delle primarie del Partito democratico si è concluso con un nulla di fatto, o quasi. Sarà infatti ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi: il segretario del Pd ha ottenuto il 44,3% delle preferenze, mentre il sindaco di Firenze si è fermato ad un pur onorevole 36,2%. Più attardato Nichi Vendola, che ottiene il 15,2%, divenendo in tal modo l’ago della bilancia dell’esito della tornata. Più scarsi i voti confluiti nelle tasche di Laura Puppato (2,9%) e Bruno Tabacci (1,1%).
Primarie Pd, oggi si vota: tutto quello che c’è da sapere
Dopo tanta attesa, è finalmente arrivata la giornata dedicata alle primarie del Partito Democratico. Una giornata che potrebbe determinare, già in serata, l’uomo (o la donna) che guiderà il centro sinistra nella prossima tornata elettorale. Ma siete convinti di sapere esattamente come funzionano le primarie del Pd? Quando si può votare? Come si può votare? E, soprattutto, dove si vota? Cerchiamo di chiarire tutti i principali dubbi in questo nostro approfondimento dedicato alle Primarie Pd – Day.
Berlusconi torna in campo: “ne capisco di più di tutti gli italiani”
Silvio Berlusconi sta valutando un suo ritorno in campo, a margine dell’ennesimo annuncio di abbandono della scena politica. Nel corso della sua recentissima visita al centro sportivo di Milanello, dove ha assistito all’allenamento del Milan in vista del match contro la Juventus, in programma per domani sera, l’ex premier ha affermato di pensare a un suo ritorno in prima linea, impegnandosi così di persona in vista delle prossime elezioni politiche, e mettendo quindi a dura prova la pazienza di chi punta a partecipare alle primarie del Pdl.
Film su Maometto: una foto ritrae l’ambasciatore americano Stevenson, Sam Bacile e Bernard Henry-Levy. Vera o falsa?
Su molti siti arabi sta circolando la foto di una cena fra l’ambasciatore americano Stevenson, Sam Bacile e Bernard Henry Levy. Il primo è il senatore statunitense ucciso in Libia lo scorso 11 settembre, il secondo sarebbe il fantomatico registra del film “Innocence of muslim” (che ha scatenato la protesta nel mondo arabo), di cui al momento non c’è prova della sua esistenza e il terzo è un filosofo francese.
Viaggi pagati per Formigoni. Scandalo in Lombardia
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, un nuovo scandalo si starebbe abbattendo sui piani più alti della Regione Lombardia. Secondo quanto riportato dal quotidiano “Pierangelo Daccò pagò alcuni viaggi al governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, a suo fratello Carlo, ad Anna Martinelli e ad Alberto Perego, stretto collaboratore del presidente”. Ha dichiarare questo è stato Giancarlo Grenci il fiduciario svizzero di Daccò.
La questione al momento non ha nessuna rilevanza giudiziaria. Formigoni, infatti, non ha mai negato di aver avuto dei rapporti d’amicizia con Daccò. Formigoni ha anche confermato di aver passato alcuni giorni di vacanza con Daccò, il particolare che getta un po’ di sconcerto sui piani alti del Pirellone, è che questi viaggi di vacanza, sono stati pagati con una carta di credito intestata proprio a Daccò.
Lega, Maroni prende il posto di Bossi
Al grido di “La Lega non è morta”, ieri sera Roberto Maroni si è impossessato del palco allestito a Bergamo per cercare di riunire quelli che ancora credono nel partito fondato dall’ormai ex leader, Umberto Bossi. Quest’ultimo, presente sul palco non ha perso un attimo per commentare quanto accaduto in questi ultimi giorni. Gli scandali relative alle spese a favore della famiglia Bossi, con i soldi del partito, stanno minando la credibilità della Lega Nord.
“La Lega non è morta, la Lega non morirà ma riparte da qui. La Lega è potentissima, non ci sono cerchi che tengano”, così Maroni apre la serata di ieri, infiammando subito tutti i militanti giunti a Bergamo con scope e ramazze a simboleggiare la volontà di ripulire il partito da tutto lo sporco che c’è dentro. Maroni, però, non ha esitato anche dal fare il nome di Renzo Bossi, figlio di Umberto, il quale nella giornata di ieri ha ufficializzato le sue dimissioni dal consiglio regionale Lombardo. Renzo Bossi, al centro di questa inchiesta, ma non ancora ufficialmente indagato, ha rinunciato al suo posto per “evitare ulteriori pressioni” verso la sua famiglia.
Caos al Comune di Bari, arrestati due imprenditori
Daniele e Gerardo Degennaro, avevano amicizie molto in alto nel comune di Bari. Ed è proprio da loro che è iniziata l’indagine che ha visto oggi lo sfociarsi di un arresto per i due imprenditori di Bari. Proprio questi due imprenditori nel natale del 2007, inviarono ricchi regali per il sindaco di Bari Michele Emiliano, il quale si vide recapitare “champagne, vino, formaggi” e tanti altri prodotti tipici locali. Emiliano, però, risponde a tale accusa dichiarando di non sapere da dove provenissero tali regali.
Nell’ordinanza del Gip si legge che i fratelli Degennaro, avevano una “forte influenza politica” all’interno “delle formazioni politiche di maggioranza nel governo regionale e comunale” e “potevano contare sull’amicizia di diversi consiglieri e assessori della giunta (comunale, ndr) con i quali intrattenevano numerosissime conversazioni telefoniche e riunioni con cadenza settimanale in cui discutere la linea politica del gruppo della Margherita”.
Chiude l’ambasciata italiana in Siria
Visti gli ultimi avvenimenti in Siria, la Farnesina ha deciso nella giornata di oggi di chiudere l’ambasciata italiana e di seguire il rimpatrio di tutto lo staff in nazione. “Anche in considerazione delle gravi condizioni di sicurezza, insieme ai principali partner dell’Unione Europea, abbiamo inteso ribadire la più ferma condanna verso le inaccettabili violenze attuate dal regime siriano nei confronti dei propri cittadini.” Così si legge nel comunicato online che porta la firma di Giulio Terzi.
“L’Italia ha sospeso oggi l’attività della propria Ambasciata a Damasco e rimpatriato lo staff della sede diplomatica – ed aggiunge che – L’Italia continuerà a sostenere il popolo siriano e a lavorare per una soluzione pacifica della crisi, che ne garantisca i diritti fondamentali e le legittime aspirazioni democratiche”.
Fausto Bertinotti contro Nanni Moretti, “Non feci cadere io Prodi”
Tutto inizia con un intervista a Nanni Moretti con la firma di un giornalista di La Repubblica. In quell’occasione il regista, addita l’ex senatore Fausto Bertinotti come il politico che fece cadere il primo governo Prodi e che quindi “costrinse il paese a perde 10 anni”. A questa affermazione di Moretti, però, Fausto Bertinotti vuole rispondere e sempre tramite Repubblica da la sua versione dei fatti. Nanni Moretti, nella sua intervista dichiara che il governo dell’Ulivo era “un governo che era popolare nel Paese e che invece fu costretto a dimettersi perché da sinistra gli tolsero i voti”.
Secondo quanto dichiara il regista, Bertinotti si mosse perché “in nome dei lavoratori che diceva di rappresentare tolse la fiducia a Prodi e, secondo me, di fatto fece perdere 10 anni a questo Paese”. Secondo Bertinotti però, la ricostruzione del regista è totalmente sbagliati, “Qualche generoso cronista dovrebbe informare il molto saccente Nanni Moretti che la rottura tra Rifondazione comunista e il governo Prodi è del 1998”. Bertinotti, infatti, ricorda che dopo la rottura tra Prc e il Governo Prodi, ci sono stati altri governi prima di quello di Berlusconi, pertanto la colpa non può essere data a lui.
Monti prima a Bruxelles e poi a Roma con Angela Merkel
Prima appuntamento a Bruxelles e poi incontro con Angela Merkel a Roma. Questo il programma di oggi per Mario Monti, impegnato a livello europeo per parlare della tobin tax e del fondo salva stati Esm. All’ordine del giorno per Mario Monti a Bruxelles c’è anche la Crescita europea, uno degli argomenti sempre all’ordine del giorno in casi di incontri come quello di oggi.
La richiesta di parlare nuovamente della Tobi tax arriva da una lettera inviata lo scorso 7 febbraio e firmata in prima persona da Wolfgang Schaeuble ministro delle finanze danese. La lettera sollecitava nuovamente la discussione dietro ad una norma finanziaria che vede la firma e l’approvazione anche dell’Italia. La Germania lavora all’inserimento di tale tassa dall’Europa a 27.
Roma, arriva l’Albo del Gladiatori
L’importante è far cassa. Sembra questa l’idea che gira all’interno del campidoglio da parecchi giorni ormai e l’ultima idea presentato ieri da un consigliere del PDL . L’idea è quella di creare un Albo dei legionari, o più comunemente chiamati “Gladiatori”. Chi ha visitato Roma, almeno una volta, avrà sicuramente visto questi personaggi vestiti da gladiatori davanti ogni tipologia di monumento storico presente a Roma.
L’idea del consigliere, secondo le informazioni de Il Portaborse, sono quella di creare un albo per poter regolamentare la professione e soprattutto per dare più dignità a chi svolge questo lavoro. Per iscriversi all’albo, però, sarà necessario fornire alcuni documenti e soprattutto pagare una quota annuale di iscrizione di 1000 euro. La persona che vorrà iscriversi all’albo, dovrà fornire lo stato di disoccupazione, cittadinanza italiana e residenza a Roma.