Addio…Speciale alla Guardia di Finanza

Alla fine l’unica soluzione non preventivata è accaduta, Roberto Speciale, ex generale della Guardia di Finanza, revocato qualche mese fa dal suo incarico da parte del governo e poi reintegrato dal Tar del Lazio, ha deciso di dimettersi dalla funzione di comandante della GdF.

Una decisione, quella dell’ex generale, arrivata in mattinata dopo che, il premier Romano Prodi, al termine della consultazione con il ministro dell’Economia Padoa-Schioppa, aveva deciso di fare ricorso alla sentenza del Tar del Lazio, appellandosi al Consiglio di Stato.

Intervistato ai microfoni di SKY TG24 l’ex comandante ha dichiarato:

Il Tar del Lazio mi ha restituito il comando della Guardia di Finanza. Io per spirito di servizio, affinché cessi così una vergognosa polemica… faccio un passo indietro. Rinuncio all’incarico che i giudici mi hanno restituito, quello che mi premeva e che i giudici mi hanno restituito è l’onorabilità. Ora sono soddisfatto e non ho altre richieste.

Qualcosa di veramente…Speciale

Sarebbe bello dire che lo “speciale” del titolo fosse una novità interessante, una bella novità che permetterà agli italiani di trovare un bel regalo sotto l’albero in questo periodo di festività. Invece lo “speciale” di cui si parla non è nient’altro che il generale Roberto Speciale, generale al comando della Guardia di Finanza, successivamente revocato e quindi, grazie alla sentenza del Tar del Lazio, nuovamente reintegrato.

Proviamo a capire una storia, che ha molte sfaccettature nascoste e molti insabbiamenti, forse più degni di un thriller hollywoodiano che della soleggiata Italia. Per comprendere la storia dobbiamo tornare indietro fino all’anno 2006.

Nel 2006, appunto, il vice-ministro delle Finanze Visco decide di trasferire 4 ufficiali della Guardia di Finanza, impegnati al nord in alcune inchieste decisamente delicate (non so se ricordate il Caso Unipol). Fin qui sembrerebbe che non ci sia niente di particolarmente sospetto, se non che alla richiesta di valide motivazioni per questi trasferimenti, il vice-ministro ha risposto con il silenzio. Da qui iniziano i sospetti, che aumentano ancora di più quando, il presidente del consiglio Romano Prodi prende in mano la situazione e va a spostare Speciale alla Corte dei Conti, rendendo la situazione sempre più dubbia. Il motivo è chiaro: perché spostare una persona di “dubbia” affidabilità (almeno agli occhi del vice-ministro, chiaramente noi non possiamo giudicare sul suo operato) in un organo dello stato di ampia importanza?

Un’Italia senza futuro

E’notizia di alcune ore fa. I tre maxiemendamenti della Finanziaria sono ufficialmente passati alla camera dei deputati con 3 votazioni di fiducia che hanno sempre visto la maggioranza avere più di 320 voti.

Questi maxiemendamenti comporteranno uno sforzo economico superiore a quello previsto precedentemente dal governo, che inizialmente aveva definito una manovra finanziaria pari a 10,7 miliardi di euro, ma che con la approvazione di questi tre emendamenti vede lievitare a 16,3 miliardi le spese previste dal governo per l’anno successivo.

Un aumento, assicura Palazzo Chigi, che non peserà ulteriormente sulle tasche degli italiani (che già in questo momento si sentono abbastanza tassati), ma che recupererà i quasi 6 miliardi mancanti da tagli alle spese previste nella prima versione della finanziaria (quella da 10,7 milioni). Un’affermazione questa poi non propriamente vera, in quanto è già stato previsto per il 2008 un aumento sul prezzo delle sigarette.

L’Europa riparte da Lisbona

Lisbona batte Nizza 2 a 0 verrebbe da dire. Non parliamo di un risultato calcistico quanto invece dell’approvazione della costituzione europea che verrà approvata definitivamente nel 2009. Oggi i capi di stato si sono ritrovati appunto a Lisbona per porre la propria firma sull’approvazione del trattato UE. La “vittoria” di Lisbona deriva dal fatto che poco più di 2 anni fa, nel 2005 a Nizza, la costituzione europea vedeva una situazione di stallo, causata dai “no” referendari di Francia e Olanda.

Il nostro paese si vedeva rappresentato dal premier Romano Prodi e dal Ministro degli Esteri Massimo D’Alema. Grande assente dell’evento il premier inglese Gordon Brown che si è fatto sostituire dal suo Ministro degli Esteri, David Milliband.

Il trattato, che paradossalmente conferma per la maggior parte ciò che fu respinto nel 2005, porterà delle leggere modifiche a livello di istituzioni per quanto concerne la politica europea. La presidenza della UE sarà stabile per 5 anni ed inoltre verrà istituita la figura del Ministro degli Esteri, di cui ancora oggi non si conoscono le funzioni effettive, che dovrebbe però gestire una specie di servizio diplomatico europeo.