Kenya: Si va verso la guerra civile

La notizia da darsi è triste e personalmente mai mi sarei aspettato di dirla. Certo la situazione nel Kenya non era di certo tra le piu rosee o tra le più felici. Gli scontri c’erano e ci sono tuttora ma mai avrei pensato che sarebbero degenerati in maniera così definitiva. Perchè nonostante tutto sembrava che sia i due leader in “conflitto” sia i mediatori internazionali non volessero lasciare arrivare il paese in una situazione del genere.

Eppure così è e sembra sarà nei prossimi giorni. E notizia di poche ore fa che a Kisimu, città natale di Raila Odinga, leader dell’ Orange Democratic Movement, due manifestanti sono stati uccisi durante la loro protesta colpiti dalle forze dell’ordine. Il tutto è stato fatto in maniera “legale”, in quanto è stato ordinato agli agenti e all’esercito, se necessario, di sparare sui manifestanti.

Prospettare uno scenario da guerra civile diviene così un ovvietà. Un inasprimento delle violenze dovuto anche al fatto che, in concomitanza con la manifestazione di Kisimu, il Commonwealth ha giudicato irregolari le elezioni in Kenya.

Berlusconissimo!!!

Quando si muove, è inutile dirlo, tutti lo ascoltano. Chi sta dalla sua parte ne segue le parole deliziato, chi “gioca” contro di lui cerca il minimo cavillo per remargli contro ed infine chi non ha una posizione politica ed un poco scettico lo ascolta, solo perchè lui è “Silvio”.

Sono bastate le poche parole proferite riguardo alla riforma Bianco (quella elettorale per intenderci), che subito i media si sono scatenati. Si sa il Berlusconi pensiero tira sempre ed in ogni occasione spallate contro qualcuno e, su questo argomento, colpisce a destra a sinistra e pure un poco al centro.

La posizione del Cavaliere riguardo la legge elettorale nelle ultime ore sembra cambiata. Infatti, le sue parole, che indicano il referendum come sbocco preferito per quanto concerne la legge elettorale, fanno capire quanto le posizioni di amore tra PD e Ppl si siano allontanate, seppur solo temporaneamente. Da parte dell’ ex-premier viene criticata la scelta, da parte di Bianco e della sua bozza, di aver reso la riforma troppo “proporzionale”.

A De Gennaro il compito di convincere l’Ue. Mission: impossible

Mission Impossible
Italia sgridata. Italia indisciplinata. Italia richiamata per la seconda volta dall’Unione Europea. La marachella? L’ormai consolidata tragedia dei rifiuti in Campania.
La Commissione Europea ha tutta l’intenzione di andare avanti con la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. La decisione arriverà per il prossimo 30 gennaio: prevederà l’invio o meno di un nuovo richiamo alle autorità italiane. A giugno, l’Italia si è già vista arrivare una poco dignitosa lettera di messa in mora .
Ora torna il pericolo del richiamo, un pericolo che vuol dire molti soldi e molte pene. Corrisponde alla messa in forse dei sostanziosi contributi che la Ue concede all’Italia per finanziare i progetti legati allo smaltimento dei rifiuti. Che fine avranno fatto quei soldi, alla luce degli eventi partenopei? L’Unione Europea, insomma, commina una salata multa quando uno dei 27 Stati viola le legislazioni comunitarie.

Mastella e il Governo. L’ultima cena

ultima cena
Per la mia dignità, per la mia onorabilità, perché non voglio sentirmi della casta: con queste drammatiche parole, Clemente Mastella conferma le sue dimissioni. Se ne va. Basta, caput. Niente più Ministro della Giustizia indagato.
Commosso, in lacrime, in partenza, lascia Palazzo Chigi assicurando al Governo – che in verità ha da temere il subire il colpo – l’appoggio esterno dell’Udeur. Indagato mezzo Udeur – ma promette appoggio ponendo ben precise condizioni. Saremo esigenti, non come prima, accettando compromessi. Che genere di compromessi? Malignamente, verrebbe da pensare: parliamone, di questa faccenda dell’Udeur mezzo indagato.
Nobilmente se ne va, esortando gli italiani ad avere fiducia nella magistratura. Troppo grande la gaffe di ieri? Troppo manipolabile la difesa che prevedeva l’accusa dei magistrati? Ecco la specifica: fiducia, italiani, ma di quella seria, non di quei Gip che prima arrestano, e poi dichiarano la propria incompetenza territoriale.

Ratzinger, La Sapienza e il discorso mai fatto

Papa

In uno speciale di RepubblicaTV, ieri, Ezio Mauro ha provato a rispondere alla situazione attuale di questa Italia in subbuglio.

Un’idea malata, dice, è quella che ha portato alla situazione attuale. Allo scandalo dell’annnullamento della visita del Papa all’inaugurazione dell’anno accademico presso La Sapienza di Roma. Un’idea che non è neppure così forte. Un’idea che ha portato ad uno scandalo. Perchè tale è ormai l’incidente, a livello diplomatico e di immagine.

Si è più volte ripetuto quanto la miccia sia stata accesa dall’invito del Magnifico Rettore al Papa. Un cambio di tradizione – il Papa avrebbe addirittura dovuto tenere, in una prima ipotesi, addirittura la lectio magistralis, poi correttamente affidata ad un Professore. Una spirale poi di eventi che ha portato a problematiche di immagine, di coscienza, di morale, di intelligenza.

Che cosa ha da fare o da dire il Papa all’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Questo, un passaggio del discorso che Benedetto XVI avrebbe dovuto pronunciare oggi all’università di Roma La Sapienza, e che sono state invece veicolate dal Magnifico Rettore Renato Guarini all’inaugurazione dell’anno accademico.

Torna a casa, George

La “vacanza” è definitivamente terminata. Se tale la possiamo definire. George W.Bush dopo aver fatto visita al presidente egiziano Hosni Mubarak in quel di Sharm El Sheikh è pronto a rientrare a Washington a pensare ai problemi di casa propria piuttosto che delle “beghe” mediorientali.

Un viaggio positivo, quello del presidente USA, che è riuscito nello scopo di lasciare il segno con il proprio messaggio. Tante le personalità incontrate come tante sono state le “figuracce” della strana coppia Bush – Rice, che potrebbero benissimo fare concorrenza alla più nota coppia di “Casa Vianello”.

L’importanza a livello diplomatico di un viaggio del genere è importantissima. Considerando gli effetti positivi questo viaggio porterà al paese e a chi, in prima fila, ne ha messo la faccia. E con un po di invidia ripenso all’Italia.

Gli uomini della Consulta han detto SI’

I 14 della camera di consiglio hanno deciso. Ed è un SI grande come l’Italia, che porterà i cittadini a votare in referendum, con argomento la legge elettorale, tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Una decisione, quella della Consulta, che promuove a pieni voti il comitato di “Mariotto” Segni, di nuovo in prima fila per quanto riguarda i referendum.

Come detto sono tre i quesiti referendari, ma possono riassumersi in due semplici concetti: eliminazione della candidature in più collegi elettorali e attribuzione del premio di maggioranza alla lista e non più alla coalizione.

Soprattutto quest’ultimo concetto sta facendo impazzire i piccoli partiti del centro sinistra (Sinistra Radicale, UDEUR,…) che vedono, in caso di approvazione dei quesiti referendari, la sparizione praticamente QUASI certa dalle “sedie” che contano, ovvero le loro.

Mayday, mayday. Giustizia: Mastella, indagato, (non) si dimette. E sua moglie è ai domiciliari

Naufragio
L’Italia, che bel Paese. Ha ancora paura dell’Inquisizione – ed è ancora in assoluta balia del potere spirituale – e da oggi ha anche un Ministro della Giustizia con la consorte agli arresti domiciliari.
La moglie di Clemente Mastella, Sandra Lonardo, è stata arrestata per tentata concussione. Mi dimetto, getto la spugna: Mastella è visibilmente provato. Attacca il giudice che ha predisposto l’arresto, definendo la donna un ostaggio.
Queste le parole utilizzate nel discorso alla Camera. E’ la prima volta, confesso, che in vita mia ho paura.
Prodi, però. non ci sta: ha respinto le dimissioni. Il Parlamento – spiega il ministro dei Rapporti con il Parlamento gli ha chiesto di restare, spero che questo convinca il ministro.

Silenzio, parla Bankitalia

PIL
Ce ne hanno dette di tutte i colori. Belle e brutte. Positive, e, in tal caso,fondamentalmente incredibili, ma soprattutto, assai più credibili, negative. I numeri dello Stato Italiano, della sua economia, della sua vita quotidiana e a lungo termine, ci rimbalzano un giorno sì e l’altro pure. Spiazzandoci.
Ora arriva anche Bankitalia – ma poi, quella K, perchè? Bankitalia che, giustamente, dopo l’Ue, dopo la Standard & Poor’s, dopo i media stranieri che ci hanno beffeggiato, deve dire la sua. Numeri e dati che non sembrerebbero buoni. Positivi. Previsioni di futuro vicino.
L’ultimo bollettino della Banca d’Italia riporta le seguenti, supposte, verità: il Pil italiano crescerà nel 2008 e nel 2009 molto meno del probabile 1,9% del 2007. Tombola. La Banca d’Italia,insomma, sostiene che la crescita (?) dovrebbe aggirarsi intorno all’1%, e lì assestarsi. Il quadro di riferimento esterno si è deteriorato in misura marcata, rispetto al quadro di luglio. Perchè? Fattori esterni: petrolio e crisi dei mutui, ad esempio, che hanno analoghi impatti sugli altri Paesi. Tutti sulla stessa barca. Magra consolazione, dato che il porto di partenza italico è assai più malandato della media.

Tute Blu: Il mio regno…per una “media”

Se non ci fosse lo sciopero bisognerebbe inventarlo. Il miglior mezzo di comunicazione che il popolo ha per poter esprimere il proprio pensiero, il proprio disappunto nei confronti del governo e del suo pensiero.

L’accordo tra Federmeccanica e i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm (che a me più che nomi di sindacati mi fanno ricordare i nipotini di zio paperino) è ancora in alto mare ed allora ecco scendere in piazza le tute blu. Presidi e picchetti per far valere le proprie ideologie e le proprie richieste, per far capire allo Stato affamatore che deve scendere a patti con il potere operaio.

L’accordo che si basa su cinque punti chiave, permetterà agli operai di godere dei pari diritti degli impiegati, di avere un orario di lavoro più adeguato alle loro esigenze e avranno un adeguamento dell’inquadramento economico.

Libano: Altre quattro morti invisibili

Vivere nei paesi di matrice islamica, al giorno d’oggi, significa imbattersi, prima o poi nella propria vita, in un attentato di stampo terroristico. Sembra uno scherzo, ma non passa giorno che in Libano, in Iraq, in Israele, o in quale altro paese mediorientale non vi è almeno un attentato.

Sia questa una bomba pre-installata in un luogo pubblico, una raffica di colpi improvvisa sparata sulla folla o un attentato suicida da parte di qualche kamikaze di una chichessia organizzazione.

Le motivazioni rimangono sempre tra le più disparate. Ovviamente per gli assalitori lo scopo è raggiungere il paradiso sacrificando la propria vita in onore della religione (che vai a saperlo, ma tutti i musulmani che conosco io in Italia mi dicono che non è assolutamente vero che la religione islamica dice questo). Mentre per tutti quelli che sono al di fuori del mondo mediorientale si tratta solo di pretesti bellicosi, piccoli segni che vogliono dimostrare allo stesso tempo una grande forza.

Niente Papa a La Sapienza. E ora?

Inquisizione
No Papa, no party. Alla fine è arrivato l’annullamento. Alla fine, niente visita. Il Papa non interverrà a nessuna apertura di anno accademico. Non ci sarà, non sarà lì, non comparirà, non parlerà. Nada de nada. Chi ha vinto? Chi l’ha spuntata? Chi esce al meglio da queste polemiche e da questo annullamento?
Ufficialissima nota della Santa Sede. Udite udite. Il Vaticano ha ritenuto opportuno soprassedere alla visita del Papa all’università La Sapienza. Il tutto, a seguito delle ben note vicende di questi giorni. Insomma la visita non s’ha da fare, perchè non l’avete voluta.
Il Santo Padre non parteciperà, dunque. Qualcuno, o qualcosa, ha vinto, e qualcuno o qualcosa ha perso. Ma chi? La sensazione non è questa. La sensazione che queste due giornate lasciano è, forse, un po’ di vuoto. Il Papa, comunque – salviamo capra e cavoli e compariamo lo stesso – invierà l’intervento che avrebbe dovuto tenere.

Il Papa a La Sapienza. Ma la protesta quale gioco aiuta veramente?

Galileo
Lotta all’Inquisizione per il più grande Ateneo d’Europa. Una lotta, molto probabilmente sbagliata. E non per il concetto o per la base laica che potrebbe avere. Ma a partire dal metodo, scelto e portato avanti. Perchè in questi tempi malati, l’indifferenza sarebbe stata l’arma più efficace.
Giovedì prossimo il Papa sarà a Roma, a La Sapienza, per inaugurare il nuovo anno accademico. Ora, l’università l’avrà pure invitato, per logica. Dalla diffusione della notizia della sua presenza, è scattata la rivolta delle menti. 67 docenti e scienziati hanno firmato un documento dove sostanzialmente dicono: no, grazie. Definendo la faccenda un incongruo evento e chiedendo al Rettore di annullarlo. A quel documento si stanno aggiungendo, giorno dopo giorno, molte altre prestigiose firme.
Per tutta risposta, naturalmente, Radio Vaticana, invitata a nozze dalla provocazione, definisce la faccenda come un’iniziativa di tipo censorio. Con pericolosi richiami al passato storico e tradizionale dell’Ateneo. Perchè la prima parola della storia dell’università romana, che i cervelli in rivolta lo vogliano o no, l’ha scritta il Vaticano. Che i cervelli lo realizzino o meno – e non può essere che non lo realizzino – la loro rivolta diventa così un’arma a doppio taglio. La Sapienza è stata fondata da Papa Bonifacio VIII nel 1303. La comunità universitaria attende con interesse l’incontro con Benedetto XVI. Detto per inciso, i professori si sono persino fatti prendere in giro dall’emittente in questione, che ha definito, con tanto di virgolettato, “tollerante” la protesta.

Napoli: Oggi i rifiuti vanno a scuola, non i ragazzi

La battuta che viene, tragicamente, spontanea è quella che riprende una famosa citazione storica, leggermente modificata ad hoc:

Vedi Napoli e poi muori

Purtroppo, oggi come oggi, la situazione sembra proprio questa visto l’allarme igiene scattato in queste ore. E’inconcepibile, a mio parere, una situazione come quella napoletana in un paese come l’Italia.