Sig. Rossi d’Italia, unitevi! Nel nome del Codacons

Valentino Rossi
Questa è particolarmente simpatica. Ricevo e pubblico il Comunicato odierno del Codacons. Ne mandano parecchi al giorno, ma si ammetterà che hanno anche materiale a iosa. E comunque questo, per l’originalità dell’idea, ha decisamente il suo perchè.
COMUNICATO STAMPA. Economia. 12 febbraio 2008. VALENTINO ROSSI: NASCE COMITATO DEI SIGNOR ROSSI CHE CHIEDERA’ ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE UNA RIDUZIONE DELLE TASSE. TUTTI COLORO CHE FANNO ROSSI DI COGNOME POSSONO AGGREGARSI AL COMITATO E CHIEDERE UNO SCONTO SULLE TASSE PARI AL 68,75%.

Se An e la Lega dicono sì all’election day

Election Day
In verità si dica. Non si capisce più nulla. Arriva oggi il sì di An e della Lega all’election day. La politica italiana si sta arrovellando anche su quando spendere, quando anche alla meno aggiornata massaia dell’interland salentino è assolutamente chiaro che fare tutte le elezioni che s’hanno da fare – perchè proprio si hanno da fare – in un solo giorno è meglio che in due o tre. Per le disperate e piangenti casse dello Stato, si intende.
Spendere il doppio quando si potrebbe risparmiare la metà. A Silvio, l’idea di fare tutto insieme non ha mai sconfifferato. Non sia mai che poi la gente si confonda drammaticamente. La questione delle tre settimane a casa da scuola? E che importa. Cominciamo con l’autoapprendimento. Oppure, perchè no. Con delle lezioni in tv. Sui canali Mediaset, ad esempio?
A un certo punto della favoletta, però, arriva oggi un fulmine a ciel sereno. Fulmine che si chiama sostanziale (e sostanzioso) consenso di An e della Lega a questa faccenda dell’election day.

Quel tesoro di tesoretto

Tesoro
La parola tesoretto serpeggia ormai da tempo nell’economia e nella politica del Belpaese. C’è, non c’è, cos’è, quant’è.
Mentre Romano Prodi ha giurato e spergiurato che MAI lascerà il suddetto Tesoretto all’acerrimo nemico Silvio, ora ci pensa il dimissionario Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, a dare un quadro della faccenda. Un quadro che non piacerà a molti.
Il tesoretto non c’è. L’ho detto a dicembre e nel frattempo la situazione è solo peggiorata. Tommaso Padoa Schioppa è lì, piantonato sul volo diretto a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo. Parla con i suoi collaboratori, e da buon economo non può non pensare a fattori decisamente importanti e strettamente contemporanei, nonchè mediamente drammatici, come: Borse mondiali e loro tracollo, recessione, quella parolaccia che arriva da Oltre oceano ma che guai a pronunciarla a cospetto di un americano (la recessione non esiste, che credete). E poi beghe anche dall’Istat, che adesso se ne esce con un 6,5% per la produzione industriale, un dato che fa piangere. E poi non dimentichiamocelo, Padoa è di ritorno da Tokyo, dal vertice dei G7. E poi. Ogni giorno, probabilmente, il Padoa Schioppa si ricorderà di quel Senato, di quel voto e di quella caduta.

Liberi Tutti!

Un’esortazione, un’ordine, un comando. Insomma lo si prenda come volete, ma in Ciad deve definitivamente arrivare il momento del “Liberi tutti!”. Siamo poco lontani da quel Kenya che ormai da 2 mesi sta vivendo giorni di angoscia, precedentemente sempre in primo piano e poi scomparsi, in silenzio e lentamente, nel dimenticatoio dei media. Una legge, quella mediatica, inesorabile che appena non servi più, ti fa scomparire dagli occhi di tutti.

Ieri era Kenya, oggi è Ciad. Sempre di Africa si tratta. Un paese troppo spesso dilaniato da lotte interne e da imposizioni di potere che dovrebbero invece lasciare spazio a un maggior dialogo come si confà ai paesi maggiormente democratici. Paesi dove l’opposizione di governo, seppur sconfitta alle elezioni, deve portare avanti le sue funzioni di oppositore, in rispetto ai voti conquistati, cercando di “migliorare” ciò che la maggioranza di governo cerca di produrre per il futuro dello stato.

Evidentemente queste semplici regole di vita democratica in Ciad mancano completamente. Da circa 15 giorni infatti, alcuni esponenti dell’opposizione di governo sono stati incarcerati dopo alcuni scontri tra esercito e ribelli. Una situazione questa che è stata garantita, poco più di 6 mesi fa, dall’accordo politico firmato con la supervisione della UE.

L’Uomo di Arcore ha detto NO!

Un po le fattezze le ha. Chi non ricorda la famosa pubblicità di qualche anno fa, dove il famoso uomo “dalla montagna” (non possiamo dire che è del monte altrimenti potremmo incappare in qualche problema di messaggio promozionale) vestito di tutto punto scendeva verso i suoi campi e confermava la qualità del prodotto con un silenzioso annuire con la testa. Bastava solo questo per fare urlare il contadino nelle sue vicinanze con le parole che tanto hanno reso famosa questa pubblicità: “L’Uomo “della Montagna” ha detto SI!”.

Ma questa volta non parliamo di uomini della montagna, ma di Arcore, che in montagna proprio non sta, anzi siamo in collina proprio a ridosso della bassa Brianza, e l’uomo in questione non sembra proprio intenzionato a dire di Si, anzi tutt’altro. L’argomento della famosa negazione è l’election day e l’uomo del NO, se qualcuno ancora non lo avesse capito, è il cavalier Silvio Berlusconi.

Nella giornata di ieri infatti, Berlusconi ha deciso di porre il suo veto sull’approvazione del decreto legge che permetterebbe l’unificazione della data delle elezioni politiche e amministrative. Una specie di supermartedì alla italiana insomma. Una proposta, quella dell’election day, che richiedeva massima convergenza come da parole del Capo dello Stato, che però rischia di cadere ancora prima di vedere la luce.

Gianfranco Fini e la coerenza

Fini

Ricevo e divulgo una raccolta pregiata di aforismi del leader di AN (di quale partito? AN chi????), Gianfranco Fini, giuntami pronta e gustosa tramite newsletter de Il Tafanus. Da condividere.

Si tratta, in verità, di una serie di affermazioni già prepotentemente balzate agli onori delle cronache e della stampa italiana. Alcune affermazioni, infatti, sono state fatte ad una distanza di tempo così ridotta da non poter essere ignorate. Da non poter non scottare, soprattutto alla base elettorale di Alleanza Nazionale. Che si sente tradita, abbandonata, storicamente calpestata.

Donna Almirante l’ha già sgridato. E invero, Fini e la sua strategia appaiono indifendibili.

Obama, Hillary, Hillary, Obama. M’ama non m’ama. Nel segno della profezia nera

Clinton Obama
La soap delle presidenziali continua. All’ultima sfida, e soprattutto sovrastata in modo ormai imbarazzante dalla forza comunicativa, di proposta, di spessore, e perchè no di diversità e giacchè anche un pizzico di maschia virilità dell’incubo delle notti della senatrice: Barack Obama.
La povera Hillary è stata schiacciata dal rivale della stessa casa madre in altri 4 Stati. Louisiana, Nebraska e Stato di Washington sabato, e domenica, ciliegina sulla torta, il Maine, 24 soli delegati in palio, ma un’altra tessera nel puzzle democratico che è più di un sassolino nella scarpetta di Hilary.
Obama, nel Maine, ha portato a casa il 62% dei consensi, mentre la Signora Clinton solo il 38. Poco meno del doppio. Numeri del genere stanno estremamente scottando all’ex First Lady. Sostanzialmente, così tanto certo non se lo aspettava.

Letizia e l’immigrazione, il rapporto difficile

Moratti
La sindachessa e le sue avventure. Per Milano Letizia si sta dando da fare, ma ci sono stati almeno un paio di strafalcioni che resteranno negli annali, probabilmente.
Il sindaco, Letizia, ha fortissimamente voluto, tra gli altri, un provvedimento che ha destato scalpore e ha sollevato una – giusta – polemica tsunami. Una circolare del Comune di Milano esclude dall’iscrizione alle scuole materne i figli di immigrati irregolari.
Oggi il giudice della Prima sezione civile di Milano, Claudio Marangoni, ha accolto il ricorso presentato da una cittadina marocchina contro la suddetta iniziativa comunale. L’avvocato della donna, Livio Neri, è soddisfatto: sarebbe stato, infatti, riconosciuto il carattere discriminatorio della circolare, nella parte contestata.

No Vat. No stampa

No vat
Giunta al suo secondo anno, la manifestazione è passata un po’ in sordina. In effetti, non deve essere esattamente facile gestirla dal punto di vista contenutistico, per i media italiani inside.
Sabato a Roma, la seconda edizione della manifestazione No Vat. Un appuntamento autofinanziato e organizzato dal basso, su azione dei movimenti di liberazione di donne, lesbiche, gay e trans. Una sorta di bis del Pride, con le stesse persone e associazioni della manifestazione nazionale dello scorso novembre contro la violenza maschile sulle donne. Solo, questa volta e come lo scorso anno, canalizzata su un target preciso che è il potere della Chiesa nel paese.
Sono inviperiti. Colorati e inviperiti. Provocatori, e in questo segnano la loro autocondanna. Le recenti uscite del Vaticano hanno dato loro materiale a non finire. Perchè la Chiesa sta sferrando un attacco in piena regola. Con tempi e strategie perfettamente scelti e calzanti. Una congiuntura perfetta. Una congiuntura non esattamente spontaneamente prodottasi.

Santanchè: La nuova “Silvio”

…E di Silvio ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno! Ormai anche le “conte” dei bambini, in campagna elettorale, riescono a diventare spot elettorali per qualche candidato. Eppure sembra che questa filastrocca, potrebbe venire modificata nel prossimo futuro. Un futuro che al centrodestra potrebbe vedere non più Silvio Berlusconi candidato premier, ma clamorosamente porterebbe una donna, nel caso Daniela Santanchè, a essere candidata premier alle prossime elezioni.

Attualmente parliamo solo di ipotesi, nulla è ancora stato deciso e nemmeno scritto, eppure la proposta de La Destra di Franceso Storace sembra essere al tempo stesso coraggiosa e azzeccata. Visto ciò che è successo negli Stati Uniti, credo che ormai i tempi possano dirsi maturi per vedere, anche in Italia, un candidato premier al femminile.

Un discorso che però rimane molto più ad ampio raggio. La Destra, nei suoi pensieri, ha comunque il desiderio di partecipare autonomamente alle elezioni e quindi di candidarsi da sola. Ma se dovesse arrivare un accordo con la coalizione di centrodestra, allora il discorso Santanchè potrebbe anche divenire realtà.

Foibe, il Giorno del Ricordo e l’appello di Napolitano

Foibe
Il Giorno del Ricordo si celebra oggi, 10 febbraio. Il Presidente della Repubblica interviene: Se le ragioni dell’unità non prevarranno su quelle della discordia, se il dialogo non prevarrà sul pregiudizio, niente di quello che abbiamo faticosamente costruito può essere considerato per sempre acquisito. Un monito denso e accorato, un punto di partenza che deve venire dalla celebrazione del Giorno del Ricordo dedicato alla memoria delle vittime delle foibe.
Le calebrazioni si sono tenute nel Salone dei Corazzieri al Palazzo del Quirinale. Un appuntamento ufficiale, al quale sono intervenuti il vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli e il Ministro della Difesa, Arturo Parisi.
Il Presidente della Repubblica ha sottolineato quanto all’appuntamento corrisponda un solenne anche se tardivo riconoscimento.

Walter, Obama de noantri

Veltroni
If I could change the way I live my life today/I wouldn’t change a single thing/Cos if I changed my world into another place/I wouldn’t see your smiling face. Messaggio di San Valentino da Walter a Silvio. Special thanks: Lisa Stansfield.
L’accostamento è voluto, a partire dal protagonista italiano. Ribadisco che insomma ha la fondamentale differenza di essere meno belloccio e meno giovane, però insomma, uno ci prova con i mezzi che si ritrova a disposizione. Chissà Obama che ne pensa (Walter…WHO????).
Comunque, anche l’Obama de noantri inaugura le danze elettorali, rispondendo all’accorato comizio Milanese, molto milanese, di Silvio Berlusconi. Walter Veltroni ha scelto Spello per l’inizio della sfida. Una valle di ulivi, un paesaggio rilassante. Una terrazza del piccolo Eremo di San Girolamo. Perchè? Who knows. Sarà l’irresistibile richiamo alla terra. Sarà la volontà di vicinanza alla gente comune. Sarà che si sarà detto: questo eremo proprio mi manca.
È possibile ridurre le tasse. Il Salvatore viene al popolo annunciando la lieta novella. Grazie al risanamento portato avanti dal governo Prodi oggi è possibile venire incontro agli italiani con la riduzione delle tasse e l’aumento dei salari. Non sono del tutto certa che i metalmeccanici possano testimoniare cotanto ottimismo.

Fini-Berlusconi: ovvero, come Renzo e Lucia

cuore infranto
Oggi a Roma splende un sole commovente. La città si staglia, leggera e primaverile, e sembra non curarsi del suo incerto futuro, orfana di Walter e in balia di Rutelli Redux e/o Franco Frattini ricevuto oggi in pompa magna dal Silvio. Oppure un Bordon neocadidato ufficialmente (ha deciso, nei tempi) sul suo blog.
Roma specchio del casino su scala nazionale? Problematiche, modalità e realtà non sono parallele, ma emblematica risulta questa corsa contemporanea al Paese e alla sua Capitale. Anche oggi 11 giornali quotidiani al mio vaglio, e su tutti, nessuno escluso, lo strapotere della notizia del neonato (e vecchio come il mondo) matrimonio Berlusconi-Fini.
Il Manifesto – non me ne vogliate, sulla scelta delle fotografie del quotidiano in oggetto, si dovrebbe essere bipartisan con tanto di cappello – apriva in prima pagina con la foto dell’agenzia fotografica Emblema, raffigurante il duo in oggetto, di spalle, che si tiene per mano e sale le scale. Bologna, 04/07 aprile 2002 2° Congresso Nazionale di “Alleanza Nazionale” Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini foto di © Luca Nizzoli / emblema.
La Stampa, invece, ha deciso di riderci su, con una PhotoStory degna delle miglioro puntate di Blob, con la ricostruzione della love story tra Silvio e Gianfranco. Mi sono sbellicata per l’intelligente ironia utilizzata. Tra Bossi che mangia la pizza napoletana per farsi perdonare del grande tradimento e il richiamo a sarkò e kapò.

Popolo delle Libertà: i primi…Casini

La campagna elettorale è iniziata, con centrodestra e centrosinistra pronti ad organizzarsi per arrivare a conquistare lo “scettro” del potere il 18 aprile. Gli schieramenti stanno cercando di unirsi nelle cosidette alleanze e federazioni per permettere una stabilità di governo che risulta fondamentale alla vita di una legislatura.

Se al centrosinistra si hanno ancora alcune difficoltà, dovute soprattutto alla posizione del PD che sembra allontanare i vari partiti politici di estrema sinistra, come ad esempio Rifondazione e Comunisti Italiani, a destra il problema sembra essere l’UDC.

Berlusconi, tra le iniziative che già aveva lanciato in precedenza soprattutto in vista di una possibile riforma elettorale prima delle elezioni effettive, vede nel Popolo delle Libertà il punto cardine della sua nuova politica. Inizialmente, il progetto PDL, voleva vedere una grossa confederazione di partiti uniti in un unico stemma, che permettesse di avere un partito grande quanto un intera fazione (il centrodestra appunto).