Dalla Russia con amore. Vostro Medvedev

Russia
Il titolo, in realtà, poteva anche essere: Elezioni? No, grazie, non fumo. Oppure: campagna elettorale? E perchè? Diciamolo: quest’uomo fa e ha fatto l’invidia dei potenti e dei politici del mondo. Almeno un paio, in Italia, ad esempio, lo stanno invidiando oggettivamente.
Qui, insomma, ci si sbatte tanto per una manciata di voti in più. E comizia, e gira in pullman, e fai il gazebo, e fai la conferenza stampa, e presenta il programma, e inventati dei nomi originali per i punti del programma. Missioni, punti-polari, punti semplici, titoli, mozioni, elenchi, chi più ne ha più si sbizzarrisca. Pure fantasia ci vuole. E poi componi i candidati, componi gli alleati, ma non li chiamare alleati, armonizza, fai scoppiare coppie, crea strategie, cerca i giovani e candidali, tieni a bada Bossi e Fini. Un lavoro difficile. L’invidia è quasi spontanea. Perchè lui, per essere eletto. Lui, per essere, pardon, per essere designato.

La dignità non ha prezzo. Per tutto il resto… c’è Mastelcard

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Il dado è tratto. Con la dichiarazione di ieri, Berlusconi sembra avere definitivamente chiuso la porta in faccia a Mastella.

“Non c’è sincronia tra l’immagine rappresentata da un certo modo di rappresentare la politica e quello che è il sentimento del popolo delle libertà”

Si dirà: Ma non aveva già rotto lo stesso Mastella, alcune ore prima? Si risponderà: Vuoi mettere?
Questi i fatti.

Harry a pezzi dall’Afghanistan

Harry a pezzi
Nono, è sano e salvo, sta benone, e nessuno gli augura assolutamente negatività. I pezzi sono quelli della storia, del puzzle ricostruito, dei frammenti che a poco a poco sono arrivati della sua missione. Harry, a pezzi, i media alla fine hanno comunicato.
Rotto l’accordo, violato il top secret, squarciato il velo. Da metà dicembre scorso, il reale coronatissimo principe Harry si trovava in missione segreta in Afghanistan. E ora se ne è tornato, l’hanno richiamato, di gran corsa, in UK: l’Afghanistan doveva abbandonarlo prima di subito.
23 anni – Weltroni, Weltroni, sì, potrebbe chiamarlo a breve e arruolarlo nelle sue fila – e molto testardo. Sottotenente nel reggimento Blues and Royal della Household Cavalry. Ad attenderlo oggi a Oxford, nella sua tuta mimetica, c’erano Carlo e William, il fratello maggiore.

Carla di Francia detta l’Umanitaria

In effetti mi mancava un po’il gossip relativo alla coppia più chiacchierata di tutta Francia e non solo. D’altronde dopo aver scoperto che Nicolas Sarkozy e Carla Bruni avevano in principio una relazione segreta, quindi si dovevano sposare e poi le voci di un possibile figlio, onestamente non sapevo veramente cosa mai si sarebbe potuto inventare per portare di nuovo al top del gossip la prima coppia d’oltralpe.

E così, in occasione del loro primo viaggio “di lavoro”, la visita ufficiale in Ciad e Sudafrica, Carla Bruni ha avuto modo di mettersi al centro dell’attenzione, con una dichiarazione che la paragonerà subito ad una delle tante star di hollywood che già si impegnano nel campo. Infatti la bella Carla, ha deciso di scendere in campo umanitario per aiutare i più bisognosi.

Una scelta di cuore quella di Carla, ma soprattutto una scelta pensata, ragionata da molto tempo insieme al marito Nicolas. Il quale, almeno penso, non si esporrà più di tanto su questo argomento, lasciando campo libero alla moglie, magari sostenendola a necessità.

10 candidati per noi… posson bastare

Lucio Battisti
Ce ne è per tutti i gusti, per tutte le certezze, i dubbi, le angosce, le verità, le falsità. Non due tra i quali scegliere, al massimo tre, perchè no, quattro, ancora sembrerebbe una scelta numericamente già vista, nella norma. No. L’Italia, paese fortunato, paese dell’abbondanza, paese della democrazia, si troverà a dover operare la scelta tra ben dieci candidati premier.
Fuori i nomi che sono stati depositati al Ministero dell’Interno. Il Viminale si è allora visto stilare la seguente lista:
Silvio Berlusconi, Pdl-Lega-Mpa
Walter Veltroni, Pd
Fausto Bertinotti, Sinistra Arcobaleno
Enrico Boselli, Partito Socialista
Pier Ferdinando Casini, Udc-Rosa Bianca
Daniela Santanchè, La Destra-Fiamma Tricolore
Marco Ferrando, Partito comunista dei lavoratori
Flavia D’Angeli, Sinistra critica
Roberto Fiore, Forza Nuova
Bruno De Vita, Unione democratica per i consumatori

Non è un paese per vecchi. O forse sì

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L’album di famiglia della politica italiana di quindici anni fa, a sfogliarlo, fa impressione. Rutelli sindaco di Roma e Berlusconi Presidente del Consiglio. Devo aggiungere altro? Non credo. A volere essere pignoli si potrebbe giusto segnalare che tutti i segretari della pressocchè totalità delle formazioni politiche italiane di oggi presenta al suo vertice le stesse facce da 20 anni.
Su, diciamocelo, con le sole eccezioni rappresentate dai mini-candidati premier Santanchè e Boselli, la corsa alla poltrona di Presidente del Consiglio ed ai posti che “contano” non offre certamente novità: il sempreverde Berlusconi, con l’immancabile fiato sul collo dell’eterno erede designato Fini, l’equilibrista Casini, il subcomandante Fausto Bertinotti e Veltroni che, a dire il vero, nuovo di pacca proprio non è.
Ma se il criterio per la scelta del capitano da parte delle singole squadre appare il medesimo, lo stesso non si può dire per la composizione del resto delle formazioni. Il Pdl infatti, al netto delle naturali promozioni sul campo di alcuni elementi ( la sciura Brambilla su tutti), sembra confermare gli effettivi che furono in grado di pareggiare la precedente partita. Di contro, il PD avrebbe deciso di affidare ad un gruppo di giovani gregari il difficile compito di tirare la volata a Uolter.
Sarà vero?

Bassolino rinviato a giudizio

Rifiuti
Prima o poi doveva pure arrivare. Sembrerebbe, diciamo pure, un atto dovuto. Il presidente della Giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino, e altri 27 imputati nel procedimento per presunte irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti sono stati rinviati a giudizio. Questo quanto deciso oggi dal GUP, meglio comprensibile come Giudice per le Indagini Preliminari, Marcello Piscopo, oggi stesso. L’appuntamento è per il 14 maggio prossimo, al cospetto della quinta sezione del Tribunale di Napoli.
I reati contestati? Dalla frode in pubbliche forniture alla truffa aggravata ai danni dello Stato, al falso e all’abuso d’ufficio. Ce n’è per tutti, insomma. Nel rinvio a giudizio ci sono anche le persone giuridiche: le società Impregilo, Fibe, Fisia Italia Impianti, Fibe Campania e Gestione Napoli. Per illecito amministrativo.
Si ricordi che Bassolino è anche ex commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Ha preceduto il supercommissario De Gennaro.

Il programma di Silvio, il programma… delle libertà! Anche i ricchi piangono

rICCHI
All’Auditorium di Santa Cecilia, a due passi da Piazza San Pietro, sono arrivati tutti. Gli alleati del Popolo delle Libertà. Un’unica lista. Maroni, Calderoli, Lombardo – candidato in Sicilia. Naturalmente Fini, naturalmente Tremonti. Il responsabile dell’officina del programma. Che dovrebbe essere l’oggetto dela conferenza stampa convocata da Silvio Berlusconi. Programma ridotto. Prima si era parlato di 12 punti. Poi si è parlato di decalogo. Poi si è pensato ad una riduzione a 6-7 punti. Imprenditori, aziende, lavoratori, grandi opere da rilanciare.
E 8000 gazebo nei Comuni italiani, nei quali i simpatizzanti potranno esprimersi sulle priorità, individuando un ordine ai punti essenziali definiti. Foto di rito, con i giovani con tanto di maglietta Silvio Presidente. Esordisce.

Sono arrivato in ritardo perchè ho soccorso due giornalisti che hanno avuto un malore fuori dalla mia residenza, uno di Libero e uno di Repubblica

E subito: il programma del Pd?

Ne parleremo poco, ma i cittadini si ricordino che, per le forze di sinistra, il programma non conta nulla. Non l’hanno mai rispettato

Perchè alle ultime elezioni avevano un programma corposissimo, 281 pagine.

Lasciato nel cassetto prima, gettato nel cestino dopo, Riassunto infine nei 12 punti di Caserta. Nessuna promessa è stata rispettata

Farc: The road to Betancourt

So già che cosa starete pensando in questo momento. “Basta coi soliti titoli in inglese siamo italiani”! Avete ragione. In effetti scrivo molto in inglese in quanto mi capita spesso di seguire programmi in lingua originale (inglese o giapponese, ma in quest’ultimo caso sottotitolato) e quindi di “imitare” le frasi in lingua originale per riproporle a voi. Cercherò di impegnarmi e metterne qualcuno in italiano ogni tanto.

In effetti per essere coerenti con l’argomento FARC e Betancourt dovremmo scrivere un articolo in lingua spagnola, però attualmente le mie conoscenze di spagnolo sono troppo di base e farei solo figuracce.

Comunque è ufficiale, il presidente venezuelano Hugo Chavez (ve lo ricordate quello piccolino di fianco a Naomi Campbell nemmeno un mese fa) ha in preparazione una squadra di esponenti politici con un unico obiettivo: la liberazione di Ingrid Betancourt. Sono mesi ormai che si parla di lei. Tra l’altro ultimamente sono trapelate anche delle informazioni, pervenute da Luis Eladio Perez uno degli ostaggi liberati dalle FARC, secondo cui la Betancourt sarebbe gravemente malate e richiederebbe cure.

La lista di Visco. Ovvero: Welcome to Liechtenstein

Principato
Ha una lunga lista, e la tiene sotto chiave. Una successione ignota di nomi, incubo e realtà di molti. Tra questi, un nutrito gruppo di pubbliche personalità che corrispondono alla categoria di politici. Ci consola, ammesso che lo faccia, sapere che in Europa non siamo gli unici?
Gli evasori non esistono solo in Italia. Ve ne è, certo in assai più discreta presenza, anche in quel mondo lontano che è la civilissima e progredita Svezia. L’affaire Liechtenstein ha già investito la Germania e ha toccato e lambito altri Paesi europei. Naturale che, nella faccenda, l’Italia sia in prima fila.
Il Vice Ministro dell’Economia e le Finanze, Vincenzo Visco, ha fatto sapere che ci sono – naturalmente – degli italiani tenuti sotto controllo per i loro conti nel paradiso fiscale in questione. Italiani che sarebbero un numero considerevole: un centinaio e più di nominativi. Il bello, il gustoso, è che nella famosa lista, tra questi nomi ci sono personaggi illustri e persone comuni. Politici e semplici mortali.

Qui ormai si è scatenato il terrore….

Beato chi crede nella giustizia… perché verrà giustiziato

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La notizia è di oggi. Il figlio più piccolo di Salvatore Riina è libero. Fin qui nulla di scandaloso. Ciò che lascia perplessi, è che Salvatore Riina (omonimo del più celebre padre) non è libero per avere scontato la pena a seguito delle accuse a lui rivolte – e per cui è stato condannato ad otto anni e quattro mesi per associazione delinquere di stampo mafioso – bensì per scadenza dei termini di custodia cautelare in carcere.
Per chi legittimamente non masticasse il linguaggio giuridico, cercherò di chiarire. Vuol dire che, essendo trascorso troppo tempo prima che venisse presa una decisione circa le accuse a lui mosse, Salvo Riina ha potuto usufruire delle macchinose procedure del sistema giudiziario italiano, che lo hanno portato fuori dal supercarcere di Sulmona, in cui era detenuto in regime di carcere duro – il famigerato 41 bis – per cosiddetta decorrenza dei termini.

Coalizione, scelta obbligata

speranza
Mentre è sempre più gradevole ascoltare Viva Radio 2 con il pezzo sul Pullmann di Veltroni che canta Ma che cè frega ma che cemporta… Giunge notizia di un mondo a parte, quello delle candidature nelle Circoscrizioni estere. Gli italiani all’estero. Che abbiano deciso le sorti del Governo caduto, è cosa nota, per quanto le interpretazioni del fattaccio sono, naturalmente, differenti a seconda della voce parlante interpellata.
A domanda risposta. L’Onorevole Massimo Romagnoli, candidato Pdl nella Circoscrizione Estera Ripartizione Europa dice la sua sul futuro prossimo venturo:

Indubbiamente non si è fatto l’errore della volta precedente. Si sono uniti i due più grandi partiti italiani del centrodestra, Forza Italia e Alleanza Nazionale. La Lega collabora con noi nelle liste, quindi avremo una grande lista e grandi risultati. Abbiamo perso le precedenti elezioni per mancanza di una coalizione, non perché gli italiani all’estero abbiano votato a sinistra. Dispiace l’assenza dell’Udc. Il danno che ha fatto l’Udc corrisponde a 20.000 voti, che diventeranno 15.000, perché Casini si sta comportando malissimo. Non solo all’estero, ma anche in Italia, e la sua cattiva immagine si riflette

Il suddetto sta attraversando paesi su paesi del Vecchio Continente per essere vicino alle persone, a chi lo voterà. Strategia, ci vuole. E che fanno gli avversari nel frattempo?

Di laici e cattolici virtuosismi. Buzz Lightyear all’attacco

Virtuosismi
Una composizione difficile. Virtuosismi e arzigogolii. La faccenda di difficoltosa – impossibile, si direbbe – composizione tra laici e cattolici conquista da giorni le pagine dei giornali e dei media.
Una questione che non troverà composizione prima, ma presumibilmente neppure dopo. Certo, uno sviluppo nella via ci sarà. Walter Veltroni è intervenuto direttamente. Proponendo, per lo spinoso topi, una sintesi alta e non una mediazione al ribasso. Ed ecco le parole del mistero della giornata. La laicità deve essere

eticamente esigente

Teniamo alto il livello dell’etica? Presumibile. Ma soprattutto, tra laici e cattolici deve avvenire un

incontro virtuoso

Kosovo: Quando la Svizzera scende in campo

Quando sono venuto a sapere della notizia ho dovuto stropicciarmi gli occhi, sgranarli davanti al pc e rileggere attentamente, parola per parola, ciò che stavo guardando. La Svizzera si è smobilitata e ha preso una posizione in campo internazionale. Insomma uno dei tre punti cardini della vita del sottoscritto (gli altri due sono l’immortalità di Andreotti e la mucca viola di una famosa marca di cioccolato) è definitivamente decaduto, ovvero la Svizzera non farà mai niente per schierarsi da una parte o dall’altra.

Provate a pensare nel vostro passato, sia questo recente o remoto, quante volte la Svizzera vi ha salvato dall’impiccio del silenzio assoluto durante l’interrogazione della temibile professoressa di storia. La Svizzera si sapeva, non faceva mai niente, e come tale bastava iniziare con la frase

La Svizzera era neutrale