Forza Italia sconfitta e immersa in polemiche interne

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I ballottaggi hanno confermato che Forza Italia è in fase cadente. Un risultato negativo sia alle elezioni europee sia alle elezioni amministrative che sta fomentando il dibattito interno sul futuro del partito. I leader di Forza Italia si attaccano alla vittoria a Perugia, di certo importante in quanto feudo storicamente della sinistra, ma non basta se confrontato con la sconfitta di Pavia e di molte città del nord.

In Italia è emergenza corruzione

Giancarlo Galan

La corruzione e gli scandali di tangenti che concernono i politici continuano a fare scalpore in Italia. In questo periodo si parla di emergenza corruzione dopo il caso Expò e il caso Mose. La corruzione e le tangenti per il Mose riguardano politici di entrami gli schieramenti principali, dal sindaco Pd di venezia Orsoni all’ex governatore di Forza Italia del veneto Galan. Il Movimento 5 Stelle rialza la testa dopo la sconfitta elettorale affermando che il sistema è marcio senza differenza tra centrodestra e centrosinistra.

La Rai non vuole i tagli del governo

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Nel periodo della campagna elettorale per le elezioni europee l’accoglienza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi a Ballarò da parte del conduttore Floris non è stata proprio delle migliori. Alla base c’era la critica di Floris e della Rai all’operato del governo, che sulla basa della spending review del commissario Carlo Cottarelli ha chiesto all’azienda pubblica tagli per 150 milioni di euro.

Lo scenario politico dopo il voto delle europee

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Le elezioni europee sono state vinte senza discussioni dal Partito Democratico e da Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio trova così un ampio consenso elettorale che ne rafforza il ruolo, soprattutto per il fatto che egli non è arrivato a Palazzo Chigi a seguito di elezioni. Il risultato eccezionale del Pd avrà un’influenza sulle riforme.

 

 

Per prima cosa, il 40,8% del Pd spaventa gli altri partiti alleati di governo con riferimento all’Italicum, la legge elettorale proposta da Renzi. I parlamentari di Forza Italia hanno affermato che l’Italicum così com’è non sarà appoggiato e per l’Italia c’è il rischio di un’ulteriore difficoltà a fare la legge elettorale. Il Pd ha spaventato Berlusconi visto che la bozza della nuova legge elettorale prevede il premio di maggioranza se si supera il 37% dei voti. Se si votasse ora Renzi avrebbe in mano una maggioranza molto solida e il lavoro di Forza Italia sarà quello di modificare la legge che si sta cercando di fare approvare.

Le elezioni europee non hanno niente in comune con quelle politiche a parte un aspetto. Cioè, il Parlamento rimane quello eletto lo scorso anno con le sue maggioranze e i suoi equilibri, mentre queste elezioni sono servite a stabilire il parlamento europeo. Esse offrono però un quadro della situazione che se anche alle prossime elezioni politiche può cambiare, al momento mostra la forza di Renzi e del governo. Il paradosso è che Renzi può proporsi agli alleati con più sicurezza, come nel caso della riforma del Senato, ma questi mantengono la capacità decisiva di porre veti e chiedere modifiche perché gli equilibri numerici sono sempre gli stessi.

La prima delusione di Grillo frutto dei suoi errori

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I sondaggi per le elezioni europee davano una forchetta al Movimento 5 Stelle che arrivava a un massimo in cui era sopra al Partito Democratico. I risultati hanno invece mostrato una vittoria netta del Pd che ha avuto quasi il 20% in più del M5S. Quella di Grillo è una debacle se si pensa alle attese e anche considerando la diminuzione di voti rispetto a un anno fa, quando si è votato per le elezioni politiche. La strategia del M5S ha fallito, ha impaurito gli italiani e non ha raggiunto l’obiettivo. Come mai? L’aspetto su cui ragionare è che proprio i “campioni” della comunicazione hanno sbagliato alcune strategie.

Dell’Utri si dichiara prigioniero politico

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L’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri è ancora a Beirut in Libano dove dice di essere andato per curarsi. Intanto è arrivata la condanna definitiva in Cassazione a sette anni per concorso esterno ad associazione mafiosa che il ministro della Giustizia Orlando ha comunicato al governo libanese. La procedura per l’estradizione non sembra facile e la questione di Dell’Utri si lega a quella di Matacena e Scajola, altri due ex parlamentari di Forza Italia.

Il coraggio di Salvini ma Napoli non lo accoglie

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Il nuovo corso della Lega Nord è iniziato qualche mese fa con Matteo Salvini e non si può dire che al nuovo segretario non manchi il coraggio. Dopo gli scandali degli affari Belsito, il tesoriere del partito, Bossi senior e Bossi junior, il “trota” al centro di diversi scandali, la Lega torna con l’attacco agli immigrati e agli sbarchi a Lampedusa.

Un ritorno alle origini, ma stavolta non ci sono frasi forti contro i meridionali. La Lega cerca anzi l’appoggio della gente del sud contro gli stranieri visti pure come portatori di malattie. Certo, siamo in campagna elettorale e ognuno usa armi esagerate per cercare consenso. La Lega ha deciso di cavalcare la battaglia dello stop all’immigrazione, facendo spesso leva sulla strategia della paura che è stata accusata di essere razzista e di vecchio stampo. In questo senso si possono leggere le affermazioni sugli immigrati che portano le malattie, qualcosa che hanno vissuto anche gli italiani immigrati all’inizio del novecento negli Stati Uniti per non dire delle affermazioni naziste verso gli ebrei. Il coraggio della nuova-vecchia Lega Nord ha portato il segretario Salvini a pensare di potere partecipare a una manifestazione a Napoli. Il risultato è stato che la manifestazione è stata annullata e che Salvini ha dovuto lasciare il posto. I napoletani hanno accolto il leader della Lega al suo arrivo in Piazza Carlo III con striscioni, bandiere del Regno delle due Sicilie, urla e proteste. I napoletani hanno probabilmente ancora in mente i cori da stadio che qualche anno fa Salvini cantava insieme ai tifosi del Verona. Cori da stadio appunto, razzisti, banali e basati su stereotipi. Lui si scusa per quei cori, ma è tardi e i napoletani non dimenticano.

Sul decreto lavoro scontro governo sindacati

Segretario dell CGIL Susanna Camusso

Il Decreto sul lavoro continua a dividere la maggioranza con il governo che si trova in mezzo a due forze e cerca una sintesi. Queste due forze sono la minoranza interna al Pd, che porta le posizioni della Cgil molto critiche sulla riforma, e il Nuovocendestra che è un alleato importante del governo.

Renzi avverte i senatori Pd o riforma o voto

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La questione della riforma del Senato sta arrivando ai punti centrali che sono alla base della discordia tra il governo e le opposizioni. L’accordo più difficile da raggiungere sembra quello tra il governo e l’opposizione all’interno del Pd dopo che il senatore Vannino Chiti ha proposto una controriforma che mantiene il Senato elettivo e che ha trovato l’appoggio del Movimento 5 Stelle.

Renzi critica i “comici ricchi”

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Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato del lavoro del governo nella diretta in cui ha risposto su Twitter alle domande dei cittadini su vari argomenti. Renzi ha parlato del taglio dell’Irpef e questa è stata l’occasione per rispondere in modo deciso alle critiche del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Renzi ha affermato: “I comici milionari dicono che 80 euro sono una presa in giro. se provassero a vivere con 1200 euro al mese non lo direbbero”.