Noi abbiamo fatto l’antimafia mandando un messaggio chiaro ai lavoratori. Il sindacato non deve perdere mai di vista il rapporto con la gente
Cercate Mafia su Current TV. Hanno già non poco materiale. La mafia è la Mafia.
Noi abbiamo fatto l’antimafia mandando un messaggio chiaro ai lavoratori. Il sindacato non deve perdere mai di vista il rapporto con la gente
Cercate Mafia su Current TV. Hanno già non poco materiale. La mafia è la Mafia.
In effetti iniziava a sembrare tutto un po’troppo semplice. Pareva quasi strano che tra israeliani e palestinesi, se si escludono i contrasti “italiani” avuti alla Festa del Libro di Torino, ci fosse un attimo di tregua.
Il fatto è che la tregua tra i due continua, il problema questa volta è in seno agli isrealiani che si ritrovano in una situazione molto difficile, che potrebbe portarli, nel caso in cui la faccenda dovesse degenerare, a rimanere senza il loro premier Ehud Olmert.
I problemi “israeliani” sono di tipo giudiziario e vedono coinvolto Olmert non come presidente quanto invece quando ancora era sindaco di Gerusalemme. Cerchiamo di comprendere meglio la situazione quale è.
Se nella realtà il buon Barack Obama è ancora impegnato in una lotta, a questo punto impari, contro la bionda Hillary in attesa di scontrarsi contro il repubblicano McCain, il toto-presidente è già in atto.
Sempre con la speranza che chi fa i sondaggi negli Stati Uniti non sia la stessa persona, o gruppo di persone, che li fa in Italia sembra che il prossimo presidente potrebbe essere Barack Obama.
Un’affermazione questa che deriva da alcune considerazioni che ci fanno rileggere in chiave decisamente differente anche l’importanza della vittoria nelle primarie democratiche.
I fascistelli di destra, di sinistra e di centro che mi attaccano, ancora non hanno detto che cosa c’era di falso in quello che ho detto
Si difende – o meglio, risponde – Marco Travaglio.
Gratis, naturalmente. Anzi dovrai versarmi qualcosa tu per l’onore che ti faccio
E lui narra:
Ho fatto l’abusivo al Giornale come vice-corrispondente da Torino dall’87 al ’92. Il corrispondente era Beppe Fossati, bravo e simpatico, ma con poca voglia di lavorare. A volte scrivevo pure i suoi articoli e lui mi dava cinquantamila lire al pezzo.
Le parole con cui il buon Indro Montanelli descriveva Marco Travaglio sono il sunto perfetto di questa recente, torbida faccenda del nuovo lodo Schifani:
No, Travaglio non uccide nessuno. Col coltello. Usa un’arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l’archivio
una imprenditrice e politica italiana, ex-presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio
Ma anche
Erede di una famiglia di industriali dell’acciaio da quattro generazioni, laureata in filosofia all’Università Cattolica
Una filosofa, dunque.
Michela Vittoria Brambilla si è candidata alle elezioni politiche del 2006 con Forza Italia nella VII circoscrizione Veneto 1, senza però risultare eletta. Successivamente nel 2007 si è autonominata presidente dell’Associazione Nazionale Circolo della Libertà
L’autonomina ha un sapore tutto suo. Non dimentichiamo un altro particolare della sua biografia:
Ha precedentemente lavorato come giornalista televisivo per il gruppo Mediaset
Tempo di elezioni in Serbia, che poco meno di due mesi fa, si è ritrovata a scegliere il suo presidente.
Allora fu Boris Tadic a vincere. Una vittoria che significo una fondamentale sterzata della Serbia in direzione Bruxelles e quindi Unione Europea.
Da quel giorno accadde un tira e molla continuo, sostenuto anche da una tensione particolarmente elevata, dovuta al fatto che il Kosovo, una regione della Serbia, si era dichiarato indipendente, sostenuto anche dalla comunità europea.
Le primarie democratiche sono fatte così. Piene di proclami, piene di cambi di direzione. Deviazioni che portano spesso, anche solo per alcuni commenti un po’ al di fuori dalle righe ad avere un giorno un favorito un giorno un altro.
Quando ormai mancano poche tappe alla fine delle primarie, con 5 date ancora da “scrutinare”, la situazione pro-Obama si va sempre più delineando.
Così se Hillary impegnata sul duplice fronte Florida-Michigan e prossime sessioni di primarie per Obama ormai l’obiettivo è uno solo, probabilmente molto più difficile di quello della bionda candidata.
Io c’ero, a via Fani. Anni dopo, i brigatisti mi dissero: Noi cercavamo di colpire al cuore lo Stato Italiano, ma scoprimmo… che non ha un cuore
30 anni fa le Brigate Rosse uccidevano Aldo Moro. L’Italia lo ha ricordato ieri. Più o meno.
Morta spacciata? Dead Woman Walking? Perdente? Sconfitta? Ritirata per palesi difficoltà di rimonta? Dimenticatevi tutte queste domande. Come l’araba fenice, che risorge dalle sue ceneri, ecco che Hillary è tornata all’attacco dopo la sconfitta nell’ultimo turno in Indiana e North Carolina.
Era già accaduto in passato. Allora, dopo la pesante sconfitta subita, ritorno più forte e vigorosa di prima. Oggi, dopo il “pareggio-sconfitta” conquistato lo scorso martedì ha voglia di giocare sul serio e alle sue regole.
I numeri parlano chiaro, ma la realtà è differente. Infatti esiste una piccola discordanza di voti dovuta alle primarie in due stati che, al momento attuale, non vengono considerati.
In questi giorni democratici e repubblicani si trovano ad avere molti aspetti in comune. Ancora meglio potremmo dire che i loro “premier” candidate Barack Obama, Hillary Clinton e John McCain si ritrovano ad avere molto in comune.
Certo per il povero McCain forse sarebbe stato meglio ritrovarsi ad avere cose in comune solo con Obama, ma putroppo per lui e per il suo partito non è così. Ad ogni primaria, ormai da almeno 3 turni, per McCain è sempre la stessa storia.
75%. Questo è il massimo che il candidato repubblicano riesce a recuperare ad ogni turno di primaria. Niente di più. Certo, direte voi, dalla parte democratica farebbero la fila per riuscire ad ottenere, almeno una volta, un risultato del genere. Assolutamente vero, ma bisogna considerare una condizione fondamentale della primaria repubblicana.
Sono passati 30 anni da quel clamoroso 9 maggio 1978. Una giornata che divenne tristemente importante per la storia dell’Italia. Infatti è proprio oggi che, esattamente 30 anni fa, a Roma viene ritrovato in via Caetani il corpo senza vita di Aldo Moro.
Sarà capitato a tutti vedere quelle immagini in cui si vede la ormai famosa renault 4 rossa, parcheggiata appunto in via Caetani, con all’interno il presidente della DC senza vita. Un agonia, quella con epilogo il 9 maggio, iniziata 55 giorni prima con il rapimento da parte delle BR in via Fani, sempre a Roma.
Una storia quella di Moro in questi 55 giorni, travagliata di sofferenza ma soprattutto di misteri. Tanti e troppe cose ancora non sono state definite chiaramente e hanno gettato ombre su quello che, molto probabilmente, era un rapimento risolvibile con il rilascio e non con l’assassinio.
Realismo. Questa è la prima caratteristica che devono avere i candidati presidenziali in una campagna elettorale ed è questo che gli elettori chiedono, prima di tutto, ai loro rappresentanti.
Le promesse hanno fatto il loro tempo e con quest’ultimo anche il periodo del “dico che farò ma poi non faccio”. La gente vuole fatti, vuole opere, vuole elementi materiali sui quali appoggiarsi. Vuole che le promesse vengano mantenute e non rimangano solo parole nel vento.
Ed è proprio il realismo quello che sta avvolgendo Hillary nelle ultime ore. Un sentimento che non colpisce delle possibili promesse non mantenibili, quanto invece quello che le riserverà il futuro, al termine di questa lunga ed estenuante primaria democratica.