Tengo famiglia

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E’ questo il nome di un interessante sito/esperimento nato solo casualmente all’indomani delle ultime elezioni politiche con uno scopo ambizioso. Sottotitolo: Esercizio per tentare di comprendere i risultati dei recenti governi Italiani. Si precisa in homepage: Questo documento è stato preparato da soggetti apolitici e apartitici. Non è dunque né di destra, né di sinistra, né di centro.

Essendo francamente impossibile potersi fare un’idea dell’effettivo operato dei governi attraverso i media tradizionali, i ragazzi di Tengofamiglia hanno di fatto bypassato la mediazione di giornali e TV e per il loro esperimento si sono recati direttamente alla fonte, i dati. Carta canta.

La ricerca condotta mette a confronto i governi italiani succedutisi dal 1994 al 2008 – per intenderci dal primo Berlusconi all’ultimo Prodi – con alcuni paesi stranieri, prendendo in considerazione una serie di valori in qualche modo suscettibili all’azione dei governi. Il risultato, almeno teoricamente, dovrebbe portare ad una più chiara visione dell’operato di chi ci governa, ma nasce forse con un intento più provocatorio che tecnico. In sostanza– testuale – questo documento è utilizzato da chi lo ha prodotto come strumento di difesa contro le affermazioni (spesso non documentate) dei politici di vario orientamento. Ma passiamo al succo.

Auguri Repubblica

Era il 1946. La guerra era da poco finita è un paese completamente allo sbando si ritrovò a decidere se era più giusto continuare sulla strada che già era stata intrapresa, la monarchia, o cambiare il tipo di governo e passare alla Repubblica.

Allora fu il primo scandalo politico. Chi diceva che vi furono brogli, chi diceva che invece il referendum fu regolare. Nonostante tutto fu la vittoria della Repubblica Italiana. E fu la sconfitta dei Savoia che se ne dovettero andare dal bel paese, per poi ritornarvici solo molti anni dopo.

Negli ultimi anni, specie con la necessità di ritrovare un orgoglio nazionale ormai perduto in molti cittadini, se non in qualche sporadica competizione calcistica, la festa della Repubblica ha trovato un nuovo vigore e un nuovo spirito.

Uno spirito che deve essere quello che guida la nostra vita di tutti i giorni. Da cittadini orgogliosi di vivere in Italia, di essere italiani e di poter dire orgogliosi nel mondo che il bel paese è la mia nazione di origine. Auguri Repubblica, auguri Italia.

Quale relazione?

Ma il cielo è sempre più blu. E non se ne capisce la relazione. Come faccia a resistere.
A quell’ex comunista di Giorgio Napolitano, che non è tra i migliori presidenti della nostra Repubblica, ma per ruolo istituzionale e non solo, di cose serie parla, in occasione della Festa della Repubblica in effetti… parla e dice: in Italia c’è il rischio di una

regressione civile

Chi tifa per Europa 7?

A me vien molto da ridere. Tocca ora al governo decidere sull’istanza di Centro Europa7 per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali analogiche.
A parlare è il Consiglio di Stato. Ha respinto il ricorso in appello proposto da Rti Spa – leggi: Mediaset – contro l’emittente, con il quale si chiedeva l’annullamento della sentenza del Tar del Lazio del settembre 2004.

Mi scusi Presidente…

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Era questo l’incipit di una nota canzone di Giorgio Gaber, scritta nell’ultimo periodo della sua carriera, quello della Milano da bere, che aveva sostituito quella sua Milano tanto amata, quella del Cerutti. Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono il ritornello del pezzo. Il signor G, proseguendo idealmente un percorso di impegno civile iniziato negli anni settanta, si scaglia contro il malcostume della politica e la corruzione della società. Note a tutti le dolci-amare dicotomie proposte in Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?, Gaber esprime in Io non mi sento italiano lo smarrimento del senso di appartenenza all’Italia di oggi.
E di oggi è la pubblicazione su La Repubblica di una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La mittente è una giovane ricercatrice italiana emigrata in Gran Bretagna, Maria Vinci. La dottoressa si domanda cosa stia succedendo al nostro paese, cercando di descrivere anche come noi italiani siamo visti all’estero. La descrizione è a tratti impietosa ma la riflessione di fondo sull’approccio al problema sicurezza mi trova personalmente d’accordo e ho deciso di pubblicarla per sapere da chi la leggesse cosa pensa a riguardo.
All’interno il testo integrale della lettera.

Conferenza Bilderberg, il governo ombra mondiale

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Definizione da Wikipedia: Il Gruppo Bilderberg (o conferenza Bilderberg) è una conferenza internazionale annuale, non ufficiale, ad invito di circa 130 esponenti, spesso con ruoli di rilievo nel mondo economico, finanziario o politico. Dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all’esterno, questi incontri sono sia oggetto di forte critica sia la fonte di molte teorie del complotto. L’obiettivo iniziale del gruppo sarebbe stato, nel contesto della guerra fredda, di rafforzare la cooperazione tra gli Stati Uniti ed i loro partner Europei. Inoltre, a causa del carattere molto riservato delle conferenze, il gruppo è stato a lungo considerato, da alcuni, una società segreta. Gli rimproverano possibilità di decisioni antidemocratiche che potrebbero essere prese da un gruppo così potente, in particolare, dalla caduta dell’Impero Sovietico, l’orchestrazione della mondializzazione economica. Un gruppo di pressione, una lobby. Anzi una superlobby.
Bilderberg ha successivamente costituito un altro gruppo, La Commissione Trilaterale, con lo specifico compito di dialogare con le potenze asiatiche emergenti. Negli anni 70 la Commissione comprendeva oltre a Stati Uniti ed Europa anche il Giappone; è di poche settimane fa la notizia dell’ingresso nella Trilaterale di Cina e India. Un organo privato di governo mondiale insomma.

Silvio di Ferro

Si sa che quando Silvio sale al governo non ce n’è più per nessuno. La sua mentalità da imprenditore trasforma l’Italia da uno stato a una azienda dove tutto deve funzionare alla perfezione.

I commenti a riguardo sono personali, la mia opinione è che gestire un paese come se fosse un azienda è un’idea eccezionale. L’attenzione sta anche nel potere e dovere gestire ogni entità locale cercando di ottimizzarla, ma senza sopravvalutarla.

Il ritorno a Napoli, come promesso tra l’altro dal premier, deve essere visto anche sotto questa ottica. Il pugno di ferro con cui Berlusconi sta affrontando l’emergenza rifiuti campana è l’unico modo di mostrare il potere dello Stato laddove sembra non esserci.

Nel passato c’è stata una pericolosa avventura nell’anarchia e lo Stato non è stato in grado di imporre decisioni assunte da organi democraticamente eletti

Le prospettive positive per cambiare ci sono, speriamo che non siano promesse campate in aria.

Clinton’s List

Dal titolo di questo articolo qualcuno di voi potrebbe iniziare a pensare a qualche somiglianza con quel film di Steven Spielberg che, nel 1993, catturò l’attenzione di tutti nei confronti del “prima sconosciuto ora famoso” Oskar Schindler.
In questo caso non si tratta di nulla di ciò. Anzi, si tratta di qualcosa di completamente diverso. La lista di Clinton infatti non è una lista di nomi da salvare.
La Clinton’s List la potremmo forse definire meglio come una black list, una lista nera dove sono indicati tutte quelle persone, quelle organizzazioni, quei media che per un motivo o per l’altro hanno portato alla sconfitta di Hillary (ancora non ufficialmente, ma in dirittura di arrivo).

Se i politici danno la caccia al comico

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Ho ricevuto questo comunicato stampa. Che mi ha fatto riflettere. ANCHE LA D.C. ADERISCE ALLA PROPOSTA DI BEPPE GRILLO: BENZINA A META’ PREZZO! .
Anche la Democrazia Cristiana aderisce ad una delle ultime iniziative di Grillo Super Star. Quella contro il caro benzina. Ripeto, mi ha fatto riflettere.
Sarò ingenua, ma il flusso non funziona, in genere, al contrario? Vero, la politica dovrebbe essere voce e specchio della società civile. Ma in questo caso Grillo rappresenta una società civile assai più – e meeglio – strutturata – della politica stessa.

Manganelli…senza potere

Con un cognome così era ovvio che sarebbe diventato un portatore di giustizia. Infatti il capo della polizia Manganelli ha voluto affermare, tramite un articolo di denuncia, le difficoltà che le forze dell’ordine oggi hanno contro i clandestini.

La situazione è a dir poco drammatica. Le forze dell’ordine sono attualmente in grado di prendere e catturare i vari clandestini che, per un motivo o per l’altro, vengono arrestati anche solo a causa della loro “non regolarità”.

Il fatto è che più dell’80% di loro vengono perdonati sul campo, ovvero gli viene consegnato un foglio di via che sostanzialmente può essere facilmente buttato nel cestino dietro l’angolo. Le parole di denuncia di Manganelli sono facilmente riassumibili con i numeri di questo estratto:

Dal 1 gennaio ad oggi, le forze dell’ordine hanno fermato oltre 10.500 clandestini per i quali hanno ritenuto di avviare le procedure di espulsione. Solo 2.400 di costoro hanno trovato posto nei centri di permanenza; gli altri ottomila hanno di fatto ottenuto un perdono sul campo e gli è stato consegnato un foglio di via, che equivale a un niente.

Se questo significa sopprimere…

Al termine di questo articolo so già che qualcuno di voi inizierà a storcere il naso. E’normale specie quando si va a trattare un argomento che i media hanno voluto mettere in primo piano, magari senza spiegare per bene a tutti di cosa si trattava.
In tutto il mondo centinaia di personaggi famosi non hanno esitato, per stare al favore del Tibet, di schierarsi contro quella Cina che voleva far valere i propri poteri.
Non mi sono mai voluto schierare apertamente a favore della Cina perchè non lo ero e non lo sono tutt’ora ma di certo non mi sarei mai schierato nemmeno a favore del Tibet, perchè le manifestazioni che ne sono nate non erano pro-Tibet ma anti-Cina.

Clusters Bombs, svolta a Dublino?

Stati Uniti, Cina e Russia sono, naturalmente, contrari. Non pervenuti nemmeno Israele e Pakistan. Ma. Clustere bombs finalmente al bando?.

Lo scoop del Pigneto e la società alla deriva

Stamattina mi sono svegliata (anvedi). Mancando da tre giorni il caffè a casa – e rifiutandosi caparbiamente la sottoscritta di andare da quei ladri del supermercato sotto casa, ma attendendo piuttosto tempi migliori (semplicemente, del tempo) per andare al discount un po’ più lontano ed ergo illudersi di risparmiare – mi sono recata piuttosto al bar per assumere della caffeina (dimostrando per l’ennesima volta a me stessa di essere l’antitesi di una qualsiasi logica economica di base. Pace).
Ivi, al bar (o bare, in cadenza locale), come mia consuetudine ho sbirciato il giornale sorseggiando la sostanza di cui sopra. La Repubblica, ndr. Annoiata, debbo ammettere, ndr. E i rifiuti, e Bertolaso, e il Salva Rete 4, e il Governo Ombra (e continuarsi a chiedere ma perchèèèèèèèè? è frustrante, in fondo), e l’emergenza sicurezza, e la Sapienza, fascisti sì, fascisti no, fascisti ma dove, comunisti sì, comunisti no, comunisti ma dove.
E invece no. Per una volta no. Per una volta, c’era la variante sul tema. C’era lo scoop. Il Pigneto va a La Repubblica.