Riprovevole Tangentopoli

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Si è tornato a parlare negli ultimi giorni del celebre tentativo di depenalizzare il reato di finanziamento pubblico ai partiti durante la bufera Tangentopoli, il decreto Conso, divenuto famoso come il colpo di spugna. Pochi giorni fa appariva sul Corriere della Sera un’intervista di Aldo Cazzullo a Giuliano Amato in cui il dottor sottile, così chiamato per l’esilità della sua figura ma soprattutto per la riconosciuta perspicacia, annunciava il ritiro dalla politica, l’ennesimo.
Senonchè, stuzzicato sull’argomento Tangentopoli dal giornalista del Corriere, l’ex premier dell’epoca si scopre, e sentendo già l’aria del buen retiro, spara a zero. Usando un termine inequivocabile: riprovevole. Da uno stralcio dell’intervista.
– Era il decreto Conso, che Scalfaro non firmò.
Non lo firmò dopo il pronunciamento della procura di Milano. Fu un episodio riprovevole il veto di un gruppo di magistrati a una disposizione legislativa.
Le cose però non andarono esattamente così. Brevemente, i fatti.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 09 giugno 2008

Ore 01:09. L’eco dell’abbandono di Hillary Clinton dalle primarie democratiche si fa ancora sentire in alcuni paesi del vecchio continente, ma come spesso è usanza la domenica, ma ancor più in particolare nel weekend, l’attività politica tende spesso a stabilizzarsi e a concentrarsi sui piccoli problemi nazionali che ogni stato possiede. Poche le notizie riprese da tutti i quotidini a parte le vicende sportive di Euro 2008, ma quello è un altro discorso (ma a tal proposito un bel FORZA ITALIA per questa sera non me lo toglie nessuno). Tutto questo mentre il caro-petrolio impazza in tutta Europa quasi fosse una nuova malattia…

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. E dopo il Gay Pride

Taaaaaaaanto se n’è parlato, di questo benedetto appuntamento. Taaaaaaanto. Polemiche a non finire, in tempi di cambi al vertice nell’Urbe. Da Veltroni ad Alemanno, uno che di sicuro nella vita come primo provvedimento politico non penserebbe esattamente alla difesa del Gay Pride.
Tempi in cui il Ministro più piacente della storia della Repubblica italiana – dicono così, e come dare torto – ha negato il patrocinio delle Pari Opportunità al Gay Pride in questione. E giù la polemica – il dibattito? il confronto? la crescita? in teoria… – per giorni e giorni, all’epoca dei fatti. Ciò detto, uno si aspetterebbe, per completezza di informazione, che ci sia l’ultima puntata della vicenda, nei tg del giorno del fattaccio. E cioè ieri, giorno in tutt’Italia – anche Roma – si è svolta l’anteprima del Gay Pride, che si terrà quest’anno, in salsa nazionale, a Bologna.
Quindi sarà in agenda, no, nelle edizioni di ieri sera dei pregevoli tg nazionali? Il Tg1 parte con l’intervista esclusiva a Bush di Gianni Riotta.

Europa Militare. Beppe Grillo, Mentana e gli Americani

Giorni addietro Beppe Grillo richiamava alla memoria dell’Italia sopita, sul suo blog, l’occupazione americana su territorio italiano. Ne parlava Mentana a Matrix il 6 maggio. RaiNews24, oggi, a Macro Sfera, tratta proprio l’esplosiva faccenda.
Quanti soldatini americani circolano su territorio italico? Durante la Guerra Fredda erano circa 450.000, i soldati americani presenti qui. Ora hanno una funzione di appoggio, di retrovia, e sono nettamente diminuiti.
Le basi? In Germania, paese – sapete com’è, la storia, a più forte presenza militare statunitense – ci sono 670 chilometri quadrati di basi. In Italia 7, ufficialmente. Beppe Grillo dà un numero differente: dice 113.

De Magistris, i tiggì e le sviste arbitrarie

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Tra un orsetto Knut – non me ne vorrà il simpatico plantigrado – e due calci al pallone in terra elvetica qualcuno ha dimenticato di dare questa notizia:
(ANSA) – CATANZARO, 4 GIU – La Procura della Repubblica di Salerno ha chiesto l’archiviazione per il pm di Catanzaro Luigi De Magistris. La richiesta è stata avanzata nell’ambito di una inchiesta avviata dopo le denunce di magistrati ed altre persone coinvolte in alcune indagini. Nei confronti di De Magistris si ipotizzavano i reati di calunnia, abuso d’ufficio e rivelazione del segreto d’ufficio relative alle inchieste Poseidone, Why Not e Toghe Lucane. Nella richiesta di archiviazione i magistrati di Salerno sostengono l’insussistenza di illegittimita’ sostanziali o procedurali penalmente rilevanti ovvero di condotte abusive addebitabili nell’esercizio delle funzioni giudiziarie di De Magistris. Nell’inchiesta della Procura di Salerno, coordinata dal Procuratore, Luigi Apicella, e dal sostituto Gabriella Nuzzi, sarebbe emersa anche la correttezza formale e sostanziale degli atti procedimentali compiuti dal magistrato di Catanzaro. Nel provvedimento i magistrati di Salerno fanno riferimento inoltre ad interferenze subite da De Magistris da parte dei vertici della Procura di Catanzaro.
E adesso come la mettiamo?

Santa Margherita saluta Silvio

La due giorni dei giovani imprenditori che si svolge a Santa Margherita Ligure ha visto, nella giornata di sabato, la presenza dello “sposo” Silvio Berlusconi. Sposo perchè, dai sondaggi a sua disposizione, si sente in luna di miele con l’Italia visto il 65% di gradimento di cui attualmente può sostenere.

Con il solito piglio ironico, Berlusconi ha trattato gli argomenti che in questo momento il nostro paese sente maggiormente. Tasse, centrali nucleari, intercettazioni e rifiuti al centro dell’attenzione del discorso del premier.

Problemi che stanno flagellando l’Italia soprattutto a causa degli evasori fiscali e a causa del aumento del costo dell’oro nero.

Per pagare tutti meno tasse, bisogna che tutti le paghino e quindi dobbiamo continuare la lotta all’evasione fiscale. Dobbiamo continuare la lotta all’evasione se è vero che ci sono 100 miliardi di euro in meno nelle casse dello Stato.

E voi?Che ne dite?

La rifondazione di Rifondazione

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Pochi giorni fa, il 2 giugno, si è celebrata la festa della Repubblica italiana, nata proprio quel giorno di 62 anni fa, all’indomani delle prime elezioni libere dopo il giogo del regime fascista.
Da quel giorno nel nostro parlamento hanno sempre trovato ospitalità le rappresentanze del partito comunista italiano e dei suoi eredi. All’indomani del 16 aprile un dato in particolare ha attirato l’attenzione degli analisti, quelli bravi. Il 17 aprile si scopre che Comunisti Italiani, Sinistra Democratica e Rifondazione Comunista – uniti alle scorse politiche sotto il vessillo con i sette colori dell’iride, sono per la prima volta fuori dal Palazzo.
La cosa che francamente ci appare significativa è però un’altra. Alla scomparsa della sinistra dagli scranni di Montecitorio ha fatto seguito anche la dipartita dai nostri teleschermi di una qualsivoglia informazione circa il destino del partito dei lavoratori. Sembrerebbe qui confermata la logica che sovraintende le scelte di palinsesto all’interno di una rete tv nazionale: non fai audience, prego si accomodi quella è la porta. Il sospetto si fa largo ed il mistero meno cupo quando si voglia considerare la lottizzazione folle operata dalla politica sulla Rai ed il panorama monocromatico delle tv commerciali.
Il problema si pone però di fronte all’informazione, un diritto inalienabile anche per i cittadini/utenti/clienti del tubo catodico. Così facendo i più disattenti potrebbero arrivare a pensare che la sinistra dopo la batosta abbia deciso di passare a miglior vita. Oddio, non credo sia possibile arrivare a tanto… ma non si sa mai, le distrazioni sono tante ed il tempo a disposizione scarseggia.
Veniamo al punto. A fine luglio è previsto il VII congresso nazionale di Rifondazione. Il mainstream ci vomita addosso occasionalmente che lo scontro è a due: Vendola contro Ferrero. Non andiamo così di fretta, vi prego.

Intercettazioni? No, grazie

Questo a esemplificativa presenza. Era in quel di Santa Margherita Ligure che tornò in auge quella parola. Davanti alla platea di imprenditori, davanti al proprio pubblico naturale? Ecco il punto, annunciato da tempo, esplicitato oggi: il divieto di ordinare ed eseguire intercettazioni, anche nell’ambito di indagini giudiziarie.
Ah, no. Poi Silvio Berlusconi ha la bontà d’animo di specificare che verranno escluse dal provvedimento solo le inchieste che riguardano la criminalità organizzata, la mafia, la camorra e il terrorismo. C’è un libro, ora anche un film, che probabilmente dal tanto parlare che se ne è fatto dalla nascita ad oggi, passando – verrebbe, forse, da chiedersi: purtroppo? – anche per Cannes, che su quelle intercettazioni (quelle ESCLUSE dal provvedimento) si basa: è Gomorra. Che cita e richiama a ritmo di musica le intercettazioni della Direzione Distrettuale Antimafia. Temo per loro, libro, film e autore, il boomerang della popolarità e del circuito. Ma quella è un’altra storia. QUESTA storia, quella di oggi, parla di intercettazioni. E intercettazioni NON siano.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. I patti Lateranensi

il mio Governo non può che compiacere il Pontefice e la Chiesa

Brrr. Che vuol dire, esattamente? Perchè nessuno ha chiesto numi al Premier. Accipoffarbacco.

I Patti lateranensi. Vengono in mente, o forse dovrebbero tornare alla mente. Storia del secolo scorso che però non rientra nella gestione e nelle ricostruzioni dei fatti contemporanei del mainstreaming. Un peccato: capire da dove si viene non è esattamente inutile. In tempi di incontri tra Silvio e il Pastore Tedesco.
I Patti Lateranensi, insomma. Che c’entrano? C’entreranno, no, se l’Italia è stata definita da più parti il Giardino del Papa??? Non di pipponi storici si vorrà tediare il lettore, ma di causa-effetto virtù.

Italia: paese di santi, poeti e navigatori…e clandestini(?)

Il tema della sicurezza e quindi dell’immigrazione e della clandestinità è l’argomento che ha accompagnato la vita politica del nostro governo durante quest’ultima settimana e sarà anche ciò di cui si tratterà in futuro.

L’attuale situazione nazionale è veramente critica. Ci ritroviamo troppo spesso ad avere paura, fortunatamente solo in alcune condizioni particolari, addirittura ad uscire di casa. Una situazione che è a mio modo di vedere inaccettabile e improponibile per un paese sviluppato quale è l’Italia.

Una problematica, quella sulla clandestinità, che non colpisce la sola Italia, ma i maggiori paesi europei e che ha costretto la UE ad attivare delle misure preventive più rigide affinchè ogni cittadino possa sentirsi più sicuro in casa propria, ovvero il paese in cui vive.

Giorgio Almirante e la toponomastica revisionista

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Pochi giorni fa il calendario registrava l’ennesimo anniversario triste della pur breve storia repubblicana del nostro paese. Ventisei anni e qualche giorno fa la strage di Peteano (nella foto il luogo dell’attentato).
Il 31 maggio 1972 qualcuno chiama il 112 di Gradisca d’ Isonzo (Gorizia): “C’è una 500 abbandonata con due fori di pallottole in località Peteano”. E’ una trappola. Una pattuglia esce a controllare quella macchina. Uno dei militari apre il cofano e scoppia una bomba. Muoiono tre carabinieri, altri due restano gravemente feriti. La voce al telefono è di Carlo Cicuttini. Cittadino spagnolo, Cicuttini si rifugia a Madrid fino all’aprile del 1998, quando la procura di Venezia gli tende un tranello facendogli offrire un lavoro a Tolosa, in Francia. Lui si presenta e finisce in manette, 26 anni dopo Peteano.
Diversa la sorte dell’altro colpevole della strage, Vincenzo Vinciguerra, reo confesso dopo essere stato incastrato dalle rivelazioni di un altro terrorista nero, Giovanni Ventura. Erano gli anni della strategia della tensione, e parecchie sono ancora oggi le zone grigie in cui è possibile, spesso verosimile, a volte certo, ipotizzare una sordida contiguità tra i servizi e le organizzazioni terroristiche dell’epoca. Il fantasma del colpo di stato ha lambito il nostro paese in più di un’occasione in quegli anni. Gli anni di piombo.
E cercando ulteriori informazioni in giro per il web mi sono imbattuto in alcuni approfondimenti sulla strage, diciamo così, a mio avviso emblematici del meccanismo di distorsione delle notizie attualmente adottato dal mainstream.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì

L’agenda del Tg5 di ieri? Aumenti dei prezzi, costo del denaro, contrasti tra i vertici al Fao, la minimizzazione della centrale nucleare in Slovenia, Berlusconi e la Chiesa, la riapertura del giallo dll’Olgiata.
C’è la Cesara Buonamici, in splendida e immutata negli anni – miracoli berlusconiani, dopotutto siamo su Canale 5, a condurre il Tg5 dell’edizione delle 20 di ieri. La Banca Centrale Europea, l’inflazione, la debolezza dei prezzi aprono il tg. C’è la Confcommercio, con i suoi moniti.
Aumentano i prezzi al negozio, non aumentano, però, alla produzione: e scatta la protesta degli allevatori del latte, in provincia di Cremona come in tutta Europa. Rincaro del pesce e protesta anche dei pescatori.

Il Papa accoglie l’Italia

Parlare del Papa che accoglie l’Italia fa sempre un po’specie, più che altro perchè il suo piccolo stato, il Vaticano, si ritaglia qualche metro quadrato all’interno dell’Urbe. Eppure l’incontro di stamattina tra Benedetto XVI e Silvio Berlusconi ha portato, a mio parere, molti aspetti positivi.

L’incontro della durata di 40 minuti circa all’interno della biblioteca del pontefice, ha visto diversi argomenti trattati. Discussioni che trattavano i temi a cui oggi il nostro paese è più sensibile e dove, nei giorni scorsi, spesso si è ritrovato opposta la Chiesa, come ad esempio su argomenti come clandestinità e immigrazione.

Per costituzionalità il nostro paese è laico, ma il fascino e il potere che le parole del Papa lasciano, soprattutto a questo governo di centro (in fondo non gloriamo tutti il Veltrusconismo?), portano a una specie di influenza “cattolica”.

Influenza che si denota anche dalle parole del premier che ha spiegato:

L’attività del governo non può che compiacere il Papa e la sua Chiesa.

Speriamo che possa compiacergli anche la nuova normativa sulla clandestinità.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 06 giugno 2008

Ore 02:02. Sono i più disparati gli argomenti che capeggiano le prime pagine delle maggiori testate giornalistiche internazionali. Si passa dal problema sicurezza, che non esiste solo nella realtà italiana, a quello più generale della clandestinità che colpisce quasi tutti i paesi europei. I giornali internazionali seguono quindi con meno interesse le vicende legate alle primarie USA (la decisione di Hillary dovrebbe verificarsi sabato e non oggi come anticipato nell’edizione di ieri) e il malfunzionamento della centrale di Krsko (rivelatasi solo una bomba mediatica).