Lecce, omicidio e coltellate

Lecce è una città bene. Un paesotto-città: mentalità grande paese dell’entroterra, a volte, dimensioni cittadine. Lecce è bella, pulita – in alcune zone – ma soprattutto ripulita. Ripulita nell’anima e nell’aspetto. Lecce è la nuova borghesia, i Mastro Don Gesualdo, i nobili che ancora sottolineano le loro origini, il Circolo Cittadino, lo shopping a Piazza Mazzini. Lecce è gruppi di ragazzi da pseudo-centro-sociale, cani al seguito, dred in testa, quanto ci sia di rivolta o denuncia non sta a me dirlo. Non se ne occupano neppure loro. Lecce mi ha accolta nella mia adolescenza.
Lecce è tranquilla, non accade mai nulla, o quasi, di criminoso. O meglio, quello che accade non lo vedi, difficilmente lo senti, è ovattato.
L’assassino, a Ugento – che non è esattamente Lecce, distando quei 60 chilometri verso sud – lo aspettava sotto casa nel cuore della notte.

Siamo tutti Pino Maniaci

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Siamo tutti Pino Maniaci perché Pino non deve sentirsi solo. Perché abbiamo bisogno di un giornalismo fatto d’impegno civile che ci aiuti a non essere distratti o indifferenti
Luigi Ciotti
Solo un paio di settimane fa appariva nelle pagine interne dell’edizione palermitana de La Repubblica, una notizia. E di questi tempi direi che già non è poco. Ironie a parte, il quotidiano riportava nelle pagine locali la notizia che la demolizione di alcune stalle abusive a Partinico, contrada Valguarnera. Gli edifici abusivi, di proprietà del clan Vitale, rappresentavano il simbolo del controllo del territorio da parte del clan di Leonardo, Vito e Michele Vitale, riferisce il giornale.
L’aspetto significativo di questa vicenda però è un altro. La demolizione degli stabili è avvenuta in preoccupato anticipo rispetto alla data fissata originariamente a causa di “voci” circolanti da giorni e arrivate all’orecchio degli inquirenti circa possibili “giochi di fuoco” in occasione dell’intervento del Genio civile. Sembra infatti che un attentato dinamitardo era previsto per il giorno della demolizione.
Discutibile a mio avviso che i telegiornali e le edizioni nazionali di quotidiani e relativi siti web non abbiano trovato spazio per dare notizia del possibile attentato. In questo contesto di indifferenza a volte disarmante, opera in quel di Partinico Pino Maniaci. Si va bene, ma chi è Pino Maniaci?

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì, da Guantanamo

Mentre Bush era in viaggio per le bellezze del Belpaese, un giochetto non da poco gli è stato giocato in terra patria.
Probabile non se lo aspettasse. Quando il gatto non c’è, i topi ballano? Non esattamente, perchè la notizia arriva dopo, naturalmente, un lungo processo e percorso. Un iter che coinvolge una tra le più ustionanti patate bollenti di Giorgio e dei suoi.
Quanto ne sapete, voi? O meglio: quanto vi hanno detto i Nostri (Studio Aperto, Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5)? La notizia in questione, del 12 giugno, è passata in un unico grande calderone, un codazzo melmatico all’interno della cronaca del viaggio del Presidente degli Stati Uniti in Europa, e soprattutto in Italia. E proprio mentre George cominciava la sua due giorni italica, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America svergognava, costituzionalmente parlando, Guantanamo. Una cosetta così, che è diventata un trafiletto, un sunto di una frase nei nostri telegiornali.

Bush e il Papa, le ragioni di un incontro

C’è una storia che non è stata raccontata. Tra le molte, troppe, dei giorni nostri.
Una storia analizzata solo in pochi contesti. Un’analisi non alla portata di tutti, a beneficio dei molti, ma solo di chi quell’analisi la andrà a cercare. Il racconto dei retroscena dell’incontro tra George W. Bush e Papa Benedetto XVI.
Un incontro cordiale, così è stato definito. Un incontro che, naturalmente, ha i suoi motivi politici ben precisi.

Il mondo ha scelto: Vogliamo Obama!

Il titolo è chiaro ed è il risultato di un sondaggio che è stato svolto, a cavallo tra marzo e aprile, in 24 nazioni di tutti i continenti. Le domande vertevano sui sentimenti che, il candidato, provava nei confronti degli Stati Uniti.

E’cosa nota a molti infatti che negli ultimi 10 anni, con la salita al governo di George W. Bush, il sentimento di anti-americanismo si sia espanso su tutto il pianeta.

Il sondaggio non ha fatto che confermare questo sentimento con però un biriciolo di speranza nel cuore dei vari candidati, i quali nutrono serie speranze che con l’avvento di Barack Obama vi possa essere quel cambiamento importante soprattutto nella politica estera.

Il mondo ha quindi deciso: Vogliamo Obama! E voi invece cosa decidereste: Barack Obama o John McCain?

Il memoriale di Vincenzo Calcara (parte IV)

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Dopo le prime tre parti di ieri, pubblichiamo la quarta parte del memoriale di Vincenzo Calcara, collaboratore di giustizia.
Dissi al Dr. Borsellino che ero venuto a conoscenza non solo che esistevano cinque ENTITA’ collegate nel Cuore di una POTENTE IDEA, ma anche di aver visto con i miei occhi gli uomini al Vertice di ogni ENTITA’ riunirsi nella villa di LUCCHESE Michele a Paderno Dugnano dove io avevo la residenza. Il giorno di questa importante RIUNIONE il Lucchese mi ha ordinato di stare nella stanza accanto dandomi il compito di servire le bevande, il caffè e altro ogni qualvolta veniva chiesto.
Questa riunione è stata nell’estate del 1981 ed erano presenti: BERNARDO PROVENZANO, MESSINA DENARO FRANCESCO, il POTENTE UOMO POLITICO, IL CARDINALE, IL NOTAIO ALBANO, FRANCESCO NIRTA DI SAN LUCA, etc. etc. Il Comandante dei Carabinieri GIORGIO DONATO dava la copertura e controllava il territorio di Paderno Dugnano.
Il motivo di questa riunione è stato perché si doveva riparare ha tutti i danni che ha causato il Dr. CALVI per la perdita di tantissimi miliardi! Quel giorno c’era un grande nervosismo ed erano tutti incazzati neri. Addirittura non hanno neanche pranzato. Sono stati dalle 11,00 di mattina fino alle ore 18,00 di sera. Ricordo di avere fatto una decina di volte il caffè (ero io che versavo a tutti caffè e bevande) e poi mi sono appartato nella stanza accanto dove non potevo fare a meno di sentire tante cose.
Ad esempio quando ho sentito dire al Cardinale queste parole: “Gli ho garantito la mia protezione facendo ricadere la colpa su MARCINKUS, ma questo indegno non mi credeva! Lui è molto furbo” (si riferiva a CALVI). Quel giorno si è decretata definitivamente la condanna a Morte di CALVI. Dopo l’uccisione del Dr. Falcone il Dr Borsellino mi viene a trovare spesso, tranquillizzandomi che da un momento all’altro andavo via da Palermo per mettermi al sicuro in una struttura protetta a ROMA (cosa che avvenne).

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 14 giugno 2008

Ore 02:18. Sono passate alcune ore ormai da quando, raccolto in religioso silenzio di fronte al televisore, mi apprestavo ad ammirare l’ennesimo miracolo di San Gigi, che parava il rigore che tiene accese le speranze degli italiani. Speranze di Europa per gli italiani, che invece paiono più difficili da realizzare per l’Irlanda che ha votato no al referendum sul Trattato di Lisbona. L’ennesima macchia su questa costituzione che proprio non vuole saperne di venire approvata. Forse bisognerebbe darla nelle mani di Buffon.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Che fine ha fatto il Senatore indagato?

Signore e Signori. Oggi la rassegna critica è veramente critica. Non è la ricerca di qualcosa che c’è ma che è stato maltrattato. Quest’oggi è la ricerca di una notizia che non c’è. Non esiste. Nel mainstreaming non passa. I Tg nazionali la ritengono probabilmente non degna di nota?
Non ve la sto a fare lunga. Il sunto: tutti i Tg Nazionali si sono persi una notizia, non piccola. Disposti i domiciliari per il senatore Di Girolamo.

L’Irlanda dice NO

Niente da fare. Lo scenario sembrerebbe essere ormai delineato. Il cielo d’Irlanda dice no all’Europa.

Perchè gli operai irlandesi vogliono ancora andare in paradiso

Hanno proprio detto no. Aprendo, ora, un problemuccio.

Il Trattato di Lisbona alla prova irlandese

Nella giornata di ieri il popolo irlandese si è recato alle urne per votare il referendum che, in caso di vittoria del si, permetterebbe la ratifica del Trattato di Lisbona, “figlio” della vecchia costituzione europea “uccisa” da Francia e Olanda.

Sul fronte del “si” l’ottimismo sembra pervadere, nonostante il fronte opposto abbia dato dura battaglia, soprattutto negli ultimi giorni di voto, segnalando il fatto che nonostante vi possano essere vantaggi economici dalla ratifica per l’Irlanda, troppi poteri verrebbero decentrati a Bruxelles.

Per chiunque volesse tenersi aggiornato durante tutto il giorno, riguardo i dati dello scrutinio, che partirà alle 9 (10 italiane), potete trovare ogni informazione su: Referendum Trattato di Lisbona.

Noi in Italia non dobbiamo votare il trattato, ma se doveste scegliere come gli irlandesi votereste SI oppure NO?

Mafia, Stato, Massoneria, Vaticano, Servizi deviati. L’agghiacciante memoriale di Vincenzo Calcara (I, II e III parte)

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Cominciamo oggi, dopo avere ricevuto indiretta ma ampia e palese autorizzazione a farlo da Salvatore Borsellino, a pubblicare il memoriale che Vincenzo Calcara ha deciso di consegnare pochi giorni fa al fratello del giudice Paolo, ucciso dalla mafia (e non solo?) il 19 luglio 1992. Salvatore Borsellino si batte ormai da 16 anni contro il muro di silenzio e omertà che i media hanno eretto sui tanti punti ancora oscuri di quegli anni. Troppo silenzio sulla vicenda personale e professionale degli uomini del pool antimafia di Palermo dell’epoca, ed in particolar modo dei 58 giorni “rimasti” a Paolo Borsellino, dopo la morte dell’amico Giovanni Falcone e le rivelazioni dei collaboratori di giustizia sul cosiddetto terzo livello della cupola mafiosa. Uno su tutti, Vincenzo Calcara.
Ovvero l’uomo incaricato dal boss Francesco Messina Denaro, padre di quel celebre Matteo oggi taggato sui muri di Palermo, di uccidere Paolo Borsellino. Racconta di lui il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore:

Ho conosciuto di persona Vincenzo durante la trasmissione Top Secret ma quasi mi sembrava di conoscerlo da tanto tempo. Me ne avevano parlato la moglie e i figli di Paolo che hanno continuato ad aiutarlo e stargli vicino da quando lo Stato, nella sua costante opera di scoraggiamento dei testimoni di Giustizia, dei collaboratori di Giustiza e dei (pochi) veri pentiti, lo ha abbandonato al suo destino. Me ne aveva parlato già lo stesso Paolo negli ultimi mesi della sua vita, quando stava raccogliendo le sue rivelazioni nello stesso periodo in cui ascoltava anche Gaspare Mutolo e Leonardo Messina, ma con Vincenzo Paolo aveva stabilito un rapporto particolare perchè era quello che gli aveva confessato di avere avuto, dalla famiglia di Francesco Messina Denaro, la famiglia che deteneva saldamente il controllo della zona di Castelvetrano, alla quale apparteneva come uomo d’onore “riservato”, l’incarico di ucciderlo con un fucile di precisione in un agguato sulla statale tra Palermo ed Agrigento

Le rivelazioni fatte dal pentito nelle pagine che oggi mettiamo a vostra disposizione sono di fatto sconvolgenti. Nel vero senso della parola. Mi spiego.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 13 giugno 2008

Ore 01:28. Il mondo arabo invade l’Europa. Se non fisicamente almeno a parole è sempre l’Islam ad essere l’argomento principale delle conversazioni e delle discussioni che raccolgono l’attenzione in questa giornata. Il vecchio continente teme l’estremo oriente e quella cultura tanto diversa che lo sta invadendo.

42 giorni…per essere colpevoli

Nella giornata di ieri, dopo un’estenuante votazione risolta sul filo di lana, il premier inglese Gordon Brown ha visto accogliere da parte della Camera dei Comuni l’emendamento noto come “42 giorni”.

La “42 giorni” è una legge che regolamenterà il carcere preventivo per le accuse di terrorsimo.

Fino a ieri i poliziotti britannici potevano arrestare dei presunti colpevoli di terrorismo e fermarli in stato di arresto preventivo per 28 giorni, periodo in cui gli stessi agenti avrebbero poi dovuto cercare prove per incarcerarli definitivamente. Da oggi quei giorni passeranno da 28 a 42.

Una legge che però fa storcere il naso alla polizia, prima di tutto perchè peggiorerà le relazioni con la comunità islamica e in secondo luogo perchè si teme che gli inquirenti subiscano pressioni al fine di trovare prove contro i fermati danneggiando la reputazione della polizia

E voi che ne dite: Avreste votato a favore della “42 giorni”?