Eluana, questione di politica

Da quel giorno, Eluana non esiste più, come persona

Eluana. Un nome, una ragazza, una persona che, in qualche modo, non c’è più.

Vittima sacrificale del Giuramento di Ippocrate, poi dell’ordinamento giuridico. Da 16 anni è in stato vegetativo permanente. E la Corte di Appello aveva dato l’ok per l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione forzata.
Ma. Ma da quel momento, e come troppo spesso accade soprattutto in Italia, Eluana, il suo corpo privo d’anima, è diventato un caso politico.

Precari, ovvero: la sorpresa dell’estate

Ci sono molte cose, sotto al naso beato (‘nsomma) e vacanziero (???) degli italiani versione Summer 2008. Lo diceva Guzzanti nel 2001 e dove eravamo? Lunedì, nelle strade, arriveranno i soldati, con funzione di ordine pubblico. Lunedì, in tanti saranno in vacanza.
La sporca faccenda dei precari. Invero, molto sporca faccenda.
E’ cambiata? L’hanno modificata? Sarà – insieme alla questione dell’assegno sociale – meglio di quanto paventato? Non lo sapremo mai. Mai veramente.

I 100 giorni di Obama e McCain

Mancano ormai poco meno di 100 giorni a novembre, mese che per gli Stati Uniti significherà molto, almeno per i 4 anni futuri, perchè i cittadini saranno chiamati ad andare a votare il loro nuovo presidente che succederà agli 8 anni di potere di George W.Bush. Dopo 8 anni repubblicani sembra che il democratico Barack Obama possa, anche grazie al suo carisma e al suo potere mediatico, riuscire a cambiare gli equilibri di potere negli USA, eppure alcuni sondaggi non lo darebbero così per certo.

Karadzic, fantasma moderno

Migliaia di serbo-bosniaci hanno manifestato nell’entita’ serbo-bosniaca, la repubblica Srpska, a favore del loro ex leader Radovan Karadzic, arrestato lunedi’ a Belgrado.
Dall’Italia al mondo, osservare le differenze – gli antipodi, anzi – è sempre strano. 1500 persone hanno dimostrato pacificamente mostrando foto di Karadzic con la scritta

siamo con te

Preghiere, appelli. La richiesta, per Dio, è semplice: dare a Karadzic la forza per affrontare il tribunale dell’Aja per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia

Diamo un nome alle cose

Chi ricorda il siparietto musicale che accompagnava le scomode domande che la iena rossocrinita Alessandro Sortino faceva ai politici nostrani fino a pochi mesi fa? Bene, la iena in questione, molti di voi lo ricorderanno certamente, è andata via da mediaset sbattendo la porta, a causa di uno sgradevole episodio di censura della rete su un’intervista fatta dallo stesso Sortino al figlio dell’ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Erano i giorni caldi del governo Prodi, ma di politico sembra esserci ben poco. La mancata messa in onda del servizio sarebbe stata infatti causata dallo “scarso equilibrio” palesato dal giornalista: così Sortino, oltre al danno subito nello svolgimento del proprio lavoro, subendo una specie di aggressione da parte dello staff del figlio del ministro, ha dovuto sommare pure la beffa di vedersi rifiutare il pezzo. Comunque, riprendiamo il filo del discorso.
Dicevamo diamo un nome alle cose. Brillante idea quella del giornalista ex Mediaset. E di grande attualità in queste prime settimane estive di fronte ad alcuni annunci fatti dall’esecutivo. Dopo aver salvato l’insalvabile con decreti di ogni genere per sanare Rete 4 e il premier, e dopo aver concesso alla platea un giro di vite con annunci inequivocabili contro la spazzatura e i rom, trattati peraltro in maniera speculare, il governo mette mani alle politiche sul lavoro, sempre più destinato a trasformarsi per un’ampia fetta della popolazione in accattonaggio, a proposito di articolo 3 della Costituzione.
Il confronto tra due lanci di agenzia ci chiarirà le idee. Forse.

La lenta disfatta dei laburisti

Il primo ministro inglese Gordon Brown non se la vede proprio bene. Già non stava vivendo un periodo molto felice, colpito a destra e a manca da critiche che ne inficiavano l’operato comportandogli un calo dell’indice di gradimento. Ma se queste dovevano essere le brutte notizie alle quali doveva andare incontro il residente a Downing Street 10 e il suo partito laburista, purtroppo ora c’è molto di più.

Berlino saluta il JFK nero

Leggendo il titolo penserete che paragonare John Fitzgerald Kennedy a Barack Obama sia leggermente una forzatura, eppure il suo arrivo a Berlino, con annesso comizio di circa 30 minuti, lo ha incoronato almeno agli occhi teutonici quale nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Un titolo, quello da me riportato, che è una citazione di un giornale tedesco che appunto titolava oggi: “Der schwarze JFK” appunto il JFK nero.

Il paese che purtroppo amo

Questo articolo è apparso su Die Zeit, quotidiano tedesco, il 17 luglio 2008, a firma dell’inviata in Italia, Petra Reski.
Quell’estate, in cui mi sono innamorata degli italiani, sulle spiagge si raccontava delle frodi di Bettino Craxi, e io pensavo: strano paese, dove anche i bagnini sanno come imbroglia il leader socialista! Era l’estate del 1989, io ero distesa sulla sdraio e ascoltavo il bagnino, che senza alcuna remora parlava del sistema del finanziamento illecito ai partiti socialista e democristiano, degli abusi d’ufficio e delle tangenti, delle infiltrazioni e omicidi mafiosi come se si trattasse del prossimo torneo di bocce sulla spiaggia.
Nello stesso anno mi recai in Sicilia per la prima volta come giornalista. Lì ho conosciuto il funzionario di polizia che ha fatto luce sulla Pizza Connection, traffico di eroina tra la Sicilia e il Nord America. Era protetto da due guardie del corpo e circolava su una berlina blindata, e mi ricordo ancora cosa pensai: Che strano paese! Qui, le forze di polizia devono essere protette!

Il lodo Alfano è legge. E Travaglio è in ferie

Il lodo Alfano è legge, in soli 25 giorni.

Governare è far credere

disse Niccolò Machiavelli.

Cosa pensate della lentezza dei processi giudiziari in Italia? Cosa pensate della lentezza della formazione delle leggi in Italia?

Arrestato Karadzic: La fine di un incubo

Era dal luglio del 1995 che era ricercato. Da allora era divenuto latitante e il suo ultimo contatto datato con il mondo esterno risale a più di 10 anni fa, al 1996, quando dopo la firma della fine della guerra in Bosnia-Erzegovina si era completamente dato alla macchia.

Tutto questo fino alla notte tra ieri e oggi quando, da quanto riferito dall’Ufficio della Presidenza serba Radovan Karadzic, fino ad allora latitante, era stato catturato dalla polizia e portato davanti ai giudici della Corte per i Crimini di Guerra, come anche indicato dalla TPI, ovvero il Tribunale Penale per la ex Iugoslavia.

Cugini d’Italia (di terzo grado)


“Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tutt’ora in voga…”
Sfiorivano le viole, Rino Gaetano, 1976.


ROMA – 20 luglio 2008“Abrogare l’orrendo Inno di Mameli”: la proposta – dopo le polemiche di oggi seguite al gestaccio di Umberto Bossi – arriva dall’europarlamentare leghista Mario Borghezio. “E’ più che comprensibile – osserva Borghezio – il senso di fastidio che Bossi, come ogni buon patriota padano, prova legittimamente nell’ascoltare le note sgradevoli dell’Inno di Mameli. Musicalmente orrendo, lugubre e irrispettoso nel testo che ci vorrebbe spronare ad essere ancor oggi ‘schiavi di Roma’, cioè esattamente il contrario di quello che desideriamo. Sarebbe piuttosto ora, quindi, di provvedere ad abrogare questo vecchio inno in cui non si riconosce né il Nord né il Sud, che ha subìto, come e più di noi, i guasti del centralismo romano”.


Insomma a proposito di repertorio da svecchiare mi pare che anche dalle loro parti hanno un bel da fare. Immancabili, oltre al consueto celodurismo – palesato stavolta a gesti da un Bossi-Spartaco, libero dalle catene di Roma ladrona (?) – varie contumelie sui terùn, minacciosi contaminatori della nobile razza padana, che s’infiltrano subdolamente nel tessuto sociale sotto forma di educatori, maestri e professori. Che infamoni, ma come si permettono? E in nome di cosa? Ci vogliono forse colonizzare? Da qui i 300.000 fucili pronti a sparare. Tutto chiaro adesso?


Scherzi a parte, forse occorre precisare in merito all’affermazione di Bossi sulla presunta occupazione da parte degli insegnanti meridionali nell’istruzione del nord Italia. Basta leggere alcuni dati – un pò meglio dei comizi – delle graduatorie degli insegnanti precari: al nord ce ne sono 40.000 che diventano 70.000 con i 30.000 che arrivano dal sud dove, di contro, ne abbiamo in lista d’attesa 160.000. Nel senso, quattro volte tanto di persone che per concorso e a completamento di un percorso professionale sono abilitati e pronti all’insegnamento. E quelli che emigrano, quei trentamila di cui sopra, spesso fanno le supplenze che i 40.000 dell’inizio del giro forse neanche riuscirebbero a coprire.


E ora, musica maestro!

Fratelli d’Italia,
l’Italia s’è desta,
dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Uniamoci, uniamoci,
l’unione e l’amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Dall’Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Appresa la notizia dell’incidente occorso al leader della Lega durante l’esecuzione dell’Inno, il PD ha fatto sapere che a queste condizioni il dialogo non può continuare. Il PDL ha ribadito che se ne infischia. Avanti un altro.

In memoria delle vittime di mafia

Il 19 luglio di 16 anni fa, Paolo Borsellino e la sua scorta venivano assassinati. A loro, a Peppino Impastato, di cui quest’anno ricorre il trentennale della morte, e a Rocco Gatto ucciso dalla ‘ndrangheta a Gioiosa Ionica nel 1977, i Têtes de Bois dedicano una tappa speciale del loro tour all’interno de “I Concerti del Parco” in programma ieri alle 21 a Roma. Ha partecipato anche Marco Paolini.
Ho letto questo trafiletto. Mette su molta tristezza. Necessaria.
Il 19 luglio di 16 anni fa, Paolo Borsellino e la sua scorta venivano assassinati.

La riapertura tra Usa e Iran

Oggi è il grande giorno del re-incontro. Chiamiamolo così per ora e niente di più perchè utilizzare male i termini in queste situazioni si fa in fretta, ma dall’incontro che si svolgerà a Ginevra tra Iran e USA, ha una valenza storica non indifferente.

Per comprenderne il significato basta tornare indietro di un po di anni, agli inizi degli anni 80. Siamo in Iran e l’esercito islamico dell’Iran occupa l’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran, capitale dello stato. Il personale venne poi rilasciato, grazie anche all’intervento del presidente in carica degli USA in quel tempo Jimmy Carter, ma il paese a stelle e strisce da allora non rimise più piede in Iran.

La confessione di Angelini ai magistrati

Pubblico Ministero (Dottor N. Trifuoggi) – Può dare lettura del testo di questo documento. Ne può dare lettura Lei?
Angelini M. Vincenzo – Certo. “Il giorno venerdì 2 novembre 2007, alle ore 15 e 10 circa, io sono sottoscritta Pace Catia ho consegnato presso il mio ufficio al signor Sciarelli Dario, su richiesta del dottor Angelini, la somma di euro 200. 000, 00 così come documentato dalle foto fatte tutte – queste sono le foto del mio ufficio, che hanno fatto con un telefonino evidentementemente – alla presenza… – c’è la sequenza dalla busta, come dire, ecco, questa è la sequenza. Va bene? Questa è la sequenza; la sequenza dei soldi alla busta vuota, alla busta piena, alla busta chiusa, e questo invece è la restante parte – … così come documentate le foto fatte tutte alla presenza di (parola incomprensibile), somma che abbiamo provveduto congiuntamente a contare e a verificare. Io sottoscritto Sciarrelli Dario – che è l’autista che mi ha portato qua sotto – dichiaro di aver visto che quattro mazzette da euro 50.000,00 ciascuno e di averle consegnate al dottor Angelini…