De justitia. Ovvero: il Di Pietro natalizio e il Pd in subbuglio

Via le mani dagli occhi. Oppure: via le mani, via gli occhi.
E’ tempo di regali natalizi – praticamente – e di nuove uscite in libreria, signori. Molti anni fa ho lavorato in una Mondadori proprio come potenziamento organico nel periodo delle Feste. E’ edificante vedere cosa esce a Natale.
Giovedì, appuntamento in libreria con Il guastafeste: la ricostruzione dell’esperienza di magistrato e poi di politico di Antonio Di Pietro.
Alcuni rapidi highlighs: Berlusconi viene accostato a Hitler, di Veltroni si rimarca l’ingenuità (sic!!!).

Congo: Non serve Affleck per capire

Partiamo da una premessa importante perché secondo me è fondamentale per comprendere il significato di queste mie parole: A me, artisticamente parlando, Ben Affleck non piace. Facendo parte di quella categoria di bellocci giovani non mi ha mai emozionato nelle sue prestazioni, ma fortunatamente non è di questo che devo parlare.

In compenso Ben Affleck è anche protagonista, suo malgrado, di una delle missioni di informazione più importanti in quel del Congo, paese martoriato dalla guerra civile e che sta spedendo in campi profughi migliaia di cittadini che si sono ritrovati da Goma in una casa ai campi in una tenda.

Che il mondo stia “fingendo” di non vedere è palese, e riprova ne sono le parole dello stesso Affleck:

“Non sono un esperto di affari internazionali o di diplomazia, ma non ci vuole molto a capire che c’è una sofferenza tremenda in questo paese”

Ben continuerai a non piacermi al cinema, ma ti assicuro che con sta frase hai conquistato, per me, almeno 1000 punti.

Addio a Sandro Curzi



Era malato da tanto, Sandro Curzi. Della sua storia, giornalistica e politica, oggi potrete leggerne dappertutto.


Parlano di lui, di chi era, di chi è stato.


Caporedattore centrale e direttore responsabile de L’Unità, nel 1964. Radio Oggi la fa crescere lui: trasmetteva da Praga era seguita in quasi tutta l’Europa dagli emigrati italiani, era clandestina, aveva tra i suoi corrispondenti i collaboratori della Volkswagen e i minatori italiani in Belgio.

Mi autoaccuso di un reato, ma allora dirigere una radio clandestina era davvero reato, e Radio Oggi In Italia era una emittente clandestina


Il Tg3 gli deve molto. E anche il giornalismo italiano – nonostante il suo operato sia stato a volte attaccato e attaccabile, come nella vicenda Saccà.


Il fatto è che i maestri… non ci sono più.


Previsioni d’Italia per il Week-End

Benvenuti a questo nuovo appuntamento settimale di PoliticaLive. Le previsioni d’Italia per il Week-End non possono che iniziare con un doveroso ricordo di Sandro Curzi, esimio giornalista e militante della sinista italiana. In arrivo, oltra alla nuova “influenza australiana“, freddo e maltempo su tutta la penisola; neve al nord. I politici italiani passeranno un movimentato Week-End provando a districare la situazione della Presidenza della Commissione di Vigilanza della Rai mentre le loro mogli si chiederanno se indosare le “ballerine“, anche ora che fa freddo, come suggeriscono Carlà, Michelle e le altre. Nel frattempo un sondaggio fa notare come gli italiani ora si sentano più sicuri e, rispetto ad un anno fa, la criminalità non faccia più paura: purtroppo però non diminuiscono le stragi familiari. Siccome la benzina è ai minimi storici dopo tre anni, vi consigliamo di approfittarne finché dura. Ah, uno scoop: volete sapere chi è la talpa? Riccardo Villari.

Socialisti Francesi: Quando vincere non basta

Ne avevo accennato ieri alcune righe qui su PoliticaLive, il fatto che per i socialisti francesi si trattasse di avere un segretario donna era già una novità; ancora di più lo sarebbe diventato se a conquistare la poltrona del “garofano rosso” fosse stata la Aubry, dietro prima del ballottaggio contro Segolene Royal.

Ebbene la Aubry è riuscita nell’impresa conquistando ben 42 voti in più rispetto alla Royal, che non mi esimerei da definire un po’ come l’Inter di qualche anno fa o come la famosa Anna Kournikova (per gli amanti del poker e del tennis). Il motivo è semplice: tutti e tre non vincono mai. Per Segolene si tratterebbe dell’ennesima sconfitta dopo quella rimediata contro Sarkozy alle presidenziali.

Uno scarto minimo che la stessa Royal ha immediatamente criticato, ha denunciato brogli e per cui richiede una nuova votazione al fine di verificare che ciò che accaduto sia effettivamente vero. E su questo aspetto, la Royal, sappiamo bene da chi avrà imparato… D’altronde tra cugini…

Obama’s Team: Il significato del Thanksgiving Day

I giorni di purgatorio per Barack Obama stanno scorrendo incessanti, un purgatorio che iniziato il 4 novembre lo accompagnerà fino a gennaio quando, in via ufficiale e definitiva, entrerà di fatto nella Casa Bianca e potrà finalmente operare quale nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Fino ad allora le sue funzioni rimarranno limitate, se così si possono definire, alla sola costruzione del suo team di governo, l’Obama’s Team.

Palin alle prese con i tacchini

Vi pregherei di osservare attentamente il video.
Di lei si è detto di tutto di più, ma certo, ad oggi, i tacchini le mancavano.
Colei che non è diventata Vice Presidente degli Stati Uniti d’America, e che alle prossime pare voglia puntare ancora più in alto, risponde alle domande di una tv locale di Wasilla, mentre alle sue spalle (naturale, no?) si macellano dei tacchini.

Riccardo Villari e la responsabilità istituzionale

Non se ne può davvero più di tutta la vicenza riguardante il presidente della Commissione di Vigilanza delle Rai. Dopo ben 48 votazioni è stato eletto, con gran colpo di classe della maggioranza, Riccardo Villari. Il giorno aveva già dichiarato che era pronto a dare le dimissioni in favore di una figura autorevole. La figura autorevole è stata trovata (Zavoli) e ora Villari dice di non voler più dare le dimissioni. I toni si alzano e tutti “i grossi nomi della politica invitano caldamente Villari a dimettersi” con le varie dichiarazioni. Quella migliore però spetta al nostro protagonista, Riccardo Villari “Sento salire, dentro di me, una forte responsabilità istituzionale“. Non mi deludere e non dimetterti. In questo modo, i giochi di potere della politichetta italiana saranno davanti ai riflettori come non mai.

Socialismo Francese: Una poltrona per due…donne

Ci sono segni, nella vita della popolazione mondiale, che non possono lasciare indifferenti. Forte segno fu l’11 settembre che fece cominciare l’epoca del terrore e della sua battaglia, forte segno fu l’elezione del primo presidente di colore della storia che aprì, metaforicamente, la porta alla nuova politica che avanza.

Forte segno sarà anche in Francia che dopo aver eletto un presidente che dopo un annunciato divorzio, peccato che non lo abbia addirittura dichiarato in campagna elettorale sarebbe stato un punto raggiunto, e un ipermediatico matrimonio con la auto dichiarata ex italiana Carla Bruni, pardon Carlà Brunì, ecco che il partito socialista decide che bisogna innovarsi e di pronta risposta avrà come leader una donna.

Ancora non si sa chi, ma il ballottaggio parla chiaro: la sfida si giocherà tra Segolene Royal e Martine Aubry. La prima già nota agli onori delle cronache come la perdente della sfida presidenziale con Sarkozy, la seconda come sindaco di Lilla, nonché figlia d’arte essendo il padre Jacques Delors, ex ministro dell’economia francese ed ex presidente della Commissione Europea.

Primarie giovin PD. Tra Facebook e dintorni



Aaaaaai em Piddì, papparaparappè.


Scusate, è che è un sound che prende.


Dunque, tra Facebook e sede fisica e reale del Partito, sono in quattro a sognare: vogliono diventare leader dei giovani democratici (sembra un po’ la sigla di HOLLY E BENJI due fuoriclasse.


Oggi, dopo liti, corsi e ricorsi storici comincia il voto delle primarie. Yes we can change? Tre corrono per il posto di segretario, la quarta fa altro. I nomi sono: Salvatore Bruno, 26 anni. Dario Marini, 27 anni. Fausto Raciti, 24 anni. Giulia Innocenzi, 24 anni. Pare che costei, un giorno sì e l’altro pure sit-in di protesta sotto la sede del Pd. Una che vuole andare oltre Pannella, vuole svecchiare, vuole dare un unico colore alle cose. Che c’entra col Partito Democratico? Gli altri tre son bindiani, fassiniani, veltroniani… Aaaaaai em Piddì, papparaparappè.


Il magico mondo di Cossiga



Di questo se ne è parlato poco, e invece credo valga la pena diffonderlo.


Antimafia Duemila ha proposto ieri un articolo-analisi delle gesta dell’Ottavo Presidente della Repubblica Italiana. Politico, giurista e docente italiano, ottavo presidente della Repubblica dal 1985 al 1992 quando assunse, di diritto, l’ufficio di senatore a vita. A seguito di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri può fregiarsi del titolo di presidente emerito della Repubblica Italiana.


Con tanto di video, si mostra Francesco Cossiga in una partecipazione telefonica in tv spiegare la svendita dell’Italia avvenuta sul panfilo Britannia nel 1992. Gli approfondimenti sono disponibili qui.


La sanità italiana funziona

La sanità italiana funziona e ieri sera tutti abbiamo visto e sentito la bella notizia durante i maggiori telegiornali italiani. Si, ci saranno anche casi di ospedali costruiti e mai aperti; in alcuni ospdedali l’attesa per una gastroscopia può durare anche un anno e alcuni “professori” saranno diventati tali solo perché amici degli amici degli amici. La sanità italiana, però, funziona e ieri sera tutti abbiamo visto e sentito la bella notizia durante i maggiori telegiornali italiani: una donna è stata sottoposta a un trapianto di trachea senza farmaci che è riuscito perfettamente. A condurre l’operazione è stato un chirurgo italiano, Paolo Macchiarini, responsabile di chirurgia toracica all’ospedale di Barcellona dove è avvenuto il trapianto. Barcellona? La sanità italiana funziona addirittura anche all’estero e ieri sera tutti abbiamo visto e sentito la bella notizia durante i maggiori telegiornali italiani: uno dei chirurghi, che hanno effettuato l’intervento a Barcellona, è italiano.

Presidenza Obama: Spazio ai Clintoniani

Passano i giorni e lentamente, anche i più accesi sostenitori di Obama, iniziano a lasciarsi alle spalle i bagordi della vittoria delle presidenziali del 4 novembre per concentrarsi sul momento in cui, il neo-presidente, andrà da loro per informarli sul loro nuovo ruolo nella presidenza democratica.

Molti sono stati gli storcimenti di naso, specie di alcuni obamiani seccati di aver visto nomine assegnate a personaggi che non ne avrebbero avuto bisogno e diritto: vedasi Mrs. Hillary Rodham Clinton. Per la rivale alle primarie democratiche, con la quale Obama ha probabilmente combattuto una sfida ancor più dura rispetto a quella con McCain, parrebbe sia pronta la sedia di Segretario di Stato.

Una scelta ambigua per l’elevato coinvolgimento della Clinton in molte faccende extra-governative, ma che la stessa Hillary avrebbe confermato di essere disposta a mollare pur di ottenere la carica. “Se mi vuole io ci sono, Mr. President. Ad ogni prezzo!”. Con grande gioia del sottoscritto!