In piazza contro i voucher

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Secondo i sindacati, ciò che era uscito dalla porta, è rientrato dalla finestra, e così oggi la Cgil è scesa in piazza per dire no ai voucher, reinseriti con la manovra di aggiustamento dei conti pubblici. Al posto del voucher, il Libretto di famiglia per le prestazioni nelle case, e i Contratti di prestazione occasionale per le aziende, tutti con buoni annullabili entro tre giorni, misura che rischia di creare un vortice di lavoro nero.

A far arrabbiare la Cgil anche la modalità di reinserimento dei voucher, l’anomala manovra sui conti pubblici, considerata “clandestina”.

In piazza tutti i dirigenti sindacali, dalla Camusso a Speranza, per combattere quella che è considerata una forma di precarietà senza diritti per i lavoratori. Dopo aver cancella per decreto i voucher, e quindi spento la ragione del referendum che avrebbe dovuto tenersi il 28 maggio, il governo ha trovato altre vie, ma i sindacati minacciano ora il ricorso alla Corte Costituzionale.

Per le parti sociali, il contrasto al lavoro nero, per cui erano stati pensati i voucher, ha perso di significato con l’allargamento dei soggetti autorizzati al loro utilizzo, mentre per il governo il problema è solo ideologico, in quanto i voucher ora saranno tutti sotto la responsabilità dell’Inps.