Il Movimento 5 Stelle e la questione della democrazia

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L’espulsione dei tre senatori del Movimento 5 Stelle, deciso dalla rete ma anche su chiara indicazione di Beppe Grillo, ha riaperto la questione della democraticità del movimento. In questi giorni i tre “epurati” sono stati protagonisti di diversi talk show politici dove hanno manifestato la loro delusione e criticato la gestione del M5S da parte di Grillo e Casaleggio.

Le posizioni sulla questione sembrano essere due. Da una parte c’è chi si schiera con Grillo, parlando di coerenza e di rispetto delle regole, dall’altra chi appoggia i tre senatori, dicendo che nel movimento non si accetta il normale dissenzo interno sulla linea politica.

Il senatore Orellana, uno dei tre espulsi dal M5S, ha affermato di avere criticato la posizione di Beppe Grillo nel confronto con Matteo Renzi durante le consultazioni. Orellana ha criticato il fatto che il leader del movimento ha detto di non essere democratico.

Le due posizioni sono molto diverse ed entrambe plausibili. Certo che Grillo non accetta correnti interne e che ha i voti, nel senso che senza di lui i deputati e i senatori del M5S non avevano la forza di arrivare in Parlamento. Vero, però, è anche che immaginare un gruppo politico senza dissenso interno e posizioni leggermente differenti da quelle ufficiali è quasi impossibile.

Il M5S ha ancora qualcosa di misterioso, forse perché molto diverso dai partiti tradizionali, il che non significa che sia per orza migliore. Come sono utilizzati i soldi dei parlamentari messi in un fondo per finanziare le piccole e medie imprese? Quanto guadagna il sito di Grillo? Qual è il vero ruolo nel movimento di Casaleggio? Quanto conta il parere dei parlamentari rispetto a quello di Beppe Grillo e Casaleggio?