USA
Usa: Anche il Nobel sta con Obama
I consensi nei confronti di Barak Obama, sembrano crescere sempre più con il passare del tempo tanto che ormai è praticamente impossibile che passi un giorno senza un commento favorevole verso il candidato “coloured” per le presidenziali.
Prima furono i Kennedy a decidere di appoggiare con la loro nomea la candidatura di Obama e quindi oggi è Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura nel 1998. La presa di posizione da parte della Morrison è molto più importante di quanto in realtà potrebbe pensare se consideriamo che nel suo recente passato arrivò a definire Bill Clinton:
Il Primo presidente nero nella storia d’America
Grillo: tu vò fà l’americano
Bush l’economista e Hillary la paladina degli oppressi
Bush, fine del viaggio: l’Iran finanzia il terrorismo
Bush in Kuwait: Iraq, sta tornando la speranza
Primarie USA 2008, Hillary è “tornata”
Trionfante, sorridente, distesa. Sono anche sparite di nuovo quelle rughe imbarazzanti che un fotografo dell’Associated Press aveva impietosamente ritratto nei giorni scorsi. Hillary Clinton è tornata. E i media Usa già chiosano con acidità: è grazie all’effetto lacrime. Emotività e gioventù sfiorita a parte, la senatrice, che soltanto ieri era data ormai per politicamente spacciata, e che aveva più volte dovuto precisare ai suoi elettori che non si sarebbe ritirata, vive da stanotte una nuova primavera. Contro tutte le previsioni della vigilia, ribaltate, e contro l’assalto mediatico dei giorni scorsi, l’ex first lady ha battuto il favorito Barack Obama nelle primarie democratiche del New Hampshire. Dopo una nottata di testa a testa, ecco il risultato finale: Hillary batte Barack 39 a 37.
Enorme e sorprendente affluenza di elettori, in New Hampshire, che hanno votato secondo logiche differenti rispetto ai loro predecessori dell’Iowa. Moltissime nuove registrazioni: giovani al primo voto ma anche persone che sono tornate alle urne dopo anni di disaffezione verso la politica. Totale: mezzo milione di persone, e cioè esattamente il doppio rispetto al passato nonchè praticamente il 40% della popolazione. Questa dinamica spiegherebbe anche la disattesa dei pronostici e gli errori dei sondaggi. Insieme ad una chicca degli osservatori: le lacrime e la commozione di due giorni fa di Hillary Clinton le avrebbero sponsorizzato una non indifferente aggiunta di voti, rendendola più umana e allontanandola da quell’aura di freddezza e rigore che la circondava.
Bush in Medio Oriente. Azzam: accoglietelo con le bombe
Georg W. Bush, la settimana prossima, ha in programma una capatina in Medio Oriente. Comitato d’accoglienza? Azzam l’americano, il portavoce di Al Qaeda, ha la sua idea. E la condivide: Rivolgo questo appello urgente in particolare ai fratelli mujaheddin in Palestina e, più in generale, a quelli nella penisola araba, affinché siano pronti ad accogliere il crociato, il boia Bush, durante la sua visita di gennaio nella Palestina musulmana e nella penisola occupata, non con fiori ed applausi ma con bombe ed automobili esplosive. Parole di stima e di affetto in un messaggio audio video di 50 minuti diffuso via Internet. Dal titolo: Un invito alla riflessione e al pentimento.
Il programma di Bush prevede Israele, Palestina e altri stati del Golfo Persico. In vista del viaggio, la tensione politica internazionale è alle stelle, e la situazione è estremamente delicata. Il rischio attentati viene, infatti, soprattutto da gruppi radicali e cellule spontanee che pedissequamente seguono e applicano le istruzioni diffuse via Web. Ecco il perchè dell’esternazione di Azzam.
Barack Obama: semplicemente surfing Iowa
E Barack Obama ha avuto una bella soddisfazione. In Iowa, il giovane senatore afroamericano dell’Illinois ha battuto John Edwards e Hillary Clinton – a dirla tutta, anche John Edwards ha battuto Hillary Clinton – e, naturalmente ne gioisce.
Il tempo del cambiamento è arrivato: sarò il presidente che riporterà a casa i soldati dall’Iraq, che garantirà la sanità a tutti gli americani e metterà fine ai regali fiscali alle grandi multinazionali. Prove generali da Presidente degli Stati Uniti d’America. Ma la strada per la Casa Bianca è ancora molto lunga e tortuosa. Novembre è lontano, Hillary non demorderà e men che mai demorderanno i repubblicani.
L’affluenza è stata l’altra grande sorpresa di questo primo appuntamento. Perchè è andata contro ogni tendenza più recente: è ritornata ad essere molto alta, ed una partecipazione del genere, negli Usa, non si vedeva da anni. Ne ha beneficiato, soprattutto, proprio Obama, che si è accaparrato il consenso e il relativo voto di molti giovani che hanno partecipato massicciamente ai caucus per la prima volta nella loro vita, spinti da una voglia e una necessità, probabilmente, di cambiamento e di azione.
Per chi suona la campana dell’Iowa
E ora, Hillary ha un po’ paura. I sondaggi l’hanno sempre data in testa, lei, senatrice di ferro dai numerosi scandali e da sempre sulla scena pubblica, di cui però nessuno conosce forse veramente il carattere reale. (Il marito?). Obama l’ha praticamente raggiunta. Di lui i media parlano e straparlano. Conoscendo, se possibile, ancora meno. Partono oggi le prime verifiche, un po’ come a scuola. Un pezzetto di momento di verità, nella corsa affannata e ormai anche troppo famosa alla White House, comincia a intravedersi oggi.
Dal Rawalpindi all’Iowa, e ritorno
L’assassinio di Benazhir Bhutto potrebbe avere conseguenze ed effetti profondi sulle sorti del futuro prossimo della politica statunitense. Sia dal lato della politica estera dell’ancora attuale Mr. President, sia dal lato dei pretendenti in corsa per prenderne il posto. Mr Bush, dal canto suo, ha naturalmente condannato duramente l’uccisione della leader pakistana, definendo l’attentato “un vile atto perpretrato da degli assassini estremisti che stanno minando il cammino della democrazia in Pakistan“.
31 dicembre 2007: The Big Dig’s Day
Se siete passati da Boston negli ultimi 14 anni sicuramente saprete di cosa stiamo parlando. Per quelli che invece non ci sono stati, cerchiamo di spiegare cosa è il “Big Dig” di Boston.
Boston, città del Massachusets, nota per i suoi “Celtics” (squadra dove ha militato il più grande cestista bianco del NBA, Larry Bird), dopo 14 anni di “agonia” vedrà finalmente terminato lo svincolo, detto appunto Big Dig, che permetterà finalmente alla città di “respirare”, dopo essere stata soffocata dal traffico in questi anni.