Georgia: Crocevia di un cammino

Ne è passato parecchio di tempo dagli infausti fatti avvenuti in Georgia e riguardanti l’ormai arcinota Ossezia del Sud; eppure nonostante la maturità degli stati protagonisti della faccenda e di quelli che, per un motivo o per l’altro, si sono immischiati nella stessa, la situazione non sembra avere nessuna intenzione di affievolirsi, alimentata da un teorico stato di equilibrio creato da forze che in realtà si colpiscono senza mai cadere. Forze che faticano a trovare la loro posizione in una realtà molto maggiore di quella georgiana, semplice pretesto di un problema più grande.

Addio all’uomo dei Gulag

Si è spento nella notte, all’età di 89 anni, lo scrittore russo Alexander Solzhenitsyn. Con la sua morte però, non scompaiono le opere di denuncia che lo scrittore ci ha lasciato in segno di testimonianza della brutalità e dell’orrore dei Gulag staliniani che lo hanno visto “ospite” nella sua martoriata vita. Opere, quelle di Solzhenitsyn, che ne hanno segnato l’esistenza nel bene e nel male.

Clusters Bombs, svolta a Dublino?

Stati Uniti, Cina e Russia sono, naturalmente, contrari. Non pervenuti nemmeno Israele e Pakistan. Ma. Clustere bombs finalmente al bando?.

Dimitri Medvedev, il nuovo “zar”

Non sembrano passati otto anni da quando Vladimir Putin saliva ufficilamente al potere in quella Russia che diveniva, con il passare degli anni, sempre più capitalista e sempre meno comunista.

Un’immagine costruita non solo tramite la politica interna, ma soprattutto attraverso la politica estera, attraverso quelle tante conoscenze che l’hanno reso sempre più “popolare” agli occhi dei cittadini della Terra. Una fra tutte l’amicizia che lo ha legato da sempre con Silvio Berlusconi, che proprio oggi verrà insignito della carica di capo del governo.

Un destino beffardo quello che lega i due amici che, nello stesso giorno, vedono da una parte, Berlusconi appunto, iniziare il suo quarto mandato e dall’altra, Putin, terminare i suoi 8 anni, anche se, forse, non è proprio così.

Scudo spaziale. Guerra fredda del XXI secolo in dirittura d’arrivo, per il summit dell’addio tra Bush e Putin

Bush Putin
Scudo spaziale sì, scudo spaziale no. Non c’è accordo sul suddetto, e certo non stupisce. C’è, però, qualcosa. Una promessa. Quella di sviluppare e amplificare il dialogo e la disponibilità. Per la creazione di un sistema di difesa condiviso con l’Europa.
Suonerà anacronistico. Ma eravamo ancora, e siamo ancora, in fondo, in piena Guerra Fredda. In otto anni, Vladimiro e Giorgio hanno governato, sorvegliandosi a distanza. Dall’alto delle loro espressioni facciali caratteristiche. Decisamente.

Vieni avanti Cremlino

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Missione compiuta. Il delfino ha raggiunto l’obiettivo. E il giorno dopo la vittoria alle presidenziali russe, già ci si domanda se Medvedev sarà il replicante del suo mentore Putin, o piuttosto riuscirà a ritagliarsi uno spazio tutto suo nel cuore della Grande Madre Russia. Vedremo.
A dire il vero sembrano in pochi, quelli pronti a scommettere sull’autonomia di un Presidente – diciamolo pure – imposto dall’alto, forse troppo. Eppure – è stato notato – si tratta pur sempre del primo presidente russo non proveniente dagli ambienti militari o dei servizi dai tempi di Ivan il Terribile, e questo è certamente un fatto rilevante. Ma se è stato scelto dal presidente uscente – nonchè premier entrante (!) – Vladimir Putin, che a detta di molti, avrebbe potuto più significativamente designare come erede il fido Ivanov, certamente più simile a lui e, dato non trascurabile, proveniente dagli stessi ambienti, forse qualcosa vorrà pur dire. Forse.
Di certo, l’attenzione dimostrata dal Cremlino, già prima dell’apertura delle urne – con la decisione di Putin di diventare primo ministro – può tradursi politicamente in una fiducia non illimitata nei confronti del giovane Dima. Il suo piglio, già dalle prime interviste in queste settimane ha fatto trasparire infatti un carattere molto diverso rispetto al suo predecessore. D’altro canto la sua giovane età, nonchè il suo percorso formativo molto occidentale, contribuiscono ad alimentare la convinzione che difficilmente lo vedremo rivolgersi ai partner europei e mondiali con la grinta, diciamo così, di Putin.

Dalla Russia con amore. Vostro Medvedev

Russia
Il titolo, in realtà, poteva anche essere: Elezioni? No, grazie, non fumo. Oppure: campagna elettorale? E perchè? Diciamolo: quest’uomo fa e ha fatto l’invidia dei potenti e dei politici del mondo. Almeno un paio, in Italia, ad esempio, lo stanno invidiando oggettivamente.
Qui, insomma, ci si sbatte tanto per una manciata di voti in più. E comizia, e gira in pullman, e fai il gazebo, e fai la conferenza stampa, e presenta il programma, e inventati dei nomi originali per i punti del programma. Missioni, punti-polari, punti semplici, titoli, mozioni, elenchi, chi più ne ha più si sbizzarrisca. Pure fantasia ci vuole. E poi componi i candidati, componi gli alleati, ma non li chiamare alleati, armonizza, fai scoppiare coppie, crea strategie, cerca i giovani e candidali, tieni a bada Bossi e Fini. Un lavoro difficile. L’invidia è quasi spontanea. Perchè lui, per essere eletto. Lui, per essere, pardon, per essere designato.

Cronache delle persecuzioni

Kasparov

Clima da purga staliniana. Garry Kasparov, ex campione di scacchi e recentemente balzato sotto i riflettori dei media internazionali per la sua attività di fermo oppositore del Cremlino, dopo il trionfo di Putin alle elezioni (il Time ha proclamato il Presidente Russo “uomo dell’anno“) , e dopo essere stato arrestato e rilasciato, non si arrende. Ha creato un sito web, Cronache delle persecuzioni“, per raccogliere le denunce di persecuzioni ai danni di partiti politici, giornalisti e attivisti dei diritti umani.