Saviano e il giallo di Sabaudia

Dagospia segnala quest’oggi: caso o coincidenza. Ma lunedì Roberto Saviano era a Sabaudia, sul litorale laziale. E lunedì sera il lungomare di Sabaudia si popola dei cadaveri di venti cornacchie morte (e congelate) di fronte ai cancelli delle ville. In una di queste ville vip c’era proprio lui, Saviano.

Per Dago un “messaggio in perfetto stile mafioso”.

Telebavaglio, voto di scambio

Ed ecco la puntata “Voto di scambio” la prima del ritorno di Telebavaglio, il format di approfondimento politico del Fatto Quotidiano in collaborazione con Current, canale 130 di Sky.

Ospiti in studio: Lucia Annunziata, editorialista de La Stampa, e Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl e pretoriano di Berlusconi
Conducono Silvia Truzzi e Stefano Feltri del Fatto.

Telebavaglio, il ritorno. Su Current e su Il Fatto Quotidiano

E’ tornato Telebavaglio. Il format di approfondimento politico nato sul sito del Fatto Quotidiano all’indomani del blocco dei talk-show durante le ultime elezioni regionali, debutta stasera sul portale diretto da Peter Gomez.  E debutta anche in tv, sul satellite: su Current, canale 130 di Sky, l’appuntamento è a mezzanotte. Un ritorno al futuro, in questa estate così densa di notizie e di necessità di approfondimento ma orfana di molti programmi tv che potessero fare il punto e raccontare quanto sta accadendo su e giù per lo Stivale. In una politica che ha fatto tutto, tranne che andare in vacanza.

Dal web al satellite, appuntamento con Telebavaglio ogni martedì e venerdì alle ore 19.00 on line su www.ilfattoquotidiano.it e alle ore 00.00 on air su Current. Mezz’ora di attualità con i protagonisti di questi giorni caldi, anzi roventi di fine estate. I conduttori del programma sono Silvia Truzzi, Stefano Feltri e Carlo Tecce: tre firme della testata diretta da Antonio Padellaro. Dibattito ma anche satira: a fine puntata una vignetta di Natangelo farà il punto.

Mondadori? No grazie. Ecco la campagna di Mascia

Avete presente, sì, quel qualcosa che in questi giorni agita le anime del mondo intellettuale italiano? Il dibattito nato dalla lettera di Vito Mancuso (nella foto) su Repubblica. Il teologo colto dalla questione etico-morale a fronte della legge ad aziendam di cui parla Massimo Giannini sullo stesso giornale e grazie alla quale la Mondadori viene “salvata” dal Fisco.

Eugenio Scalfari ha già dato la sua posizione. Ma sono in molti a non starci. A partire da Gianfranco Mascia, uno degli attivisti del Popolo Viola e coordinatore dei comitati BOBI BOicotta il BIscione.

L’Aquila post terremoto: oltre 15 mila richieste di cambio residenza

A poco più di un anno dal terremoto che ha colpito (lo scorso 6 aprile 2009) il cuore dell’Abruzzo provocando danni e vittime ingenti (il bilancio definitivo è di 308 morti, circa 1600 feriti di cui 200 gravissimi, circa 65.000 sfollati alloggiati momentaneamente in tendopoli, auto, alberghi lungo la costa adriatica), pare emergere un’amara verità rispetto alle conseguenze devastanti determinate dal sisma. Non morti, non macerie ma storie di uomini e di donne costretti a fare i conti con un futuro tutto da riscrivere.

Nessun lavoro, niente casa, prospettive sempre meno visibili: accade così che tra la polvere e la sepoltura a far le veci di cose ed esseri umani, ci si debba imbattere in racconti che rasentano, per dolore e amarezza, quelle altre vicende. Senza lieto fine. In questo caso i numeroi oscillano tra difetto ed eccesso ma la sostanza resta: l’anagrafe de L’Aquila è sommersa di richieste avanzate da cittadini che intendono cambiare residenza.

Erano 1064 lo scorso 15 luglio e il dato venne reso noto dal consigliere provinciale Angelo Mancini, il quale faceva notare come una fetta di aquilani fosse già accasata altrove e chiedesse solo di aver riconosciuta dalle istituzioni la nuova casa. I luoghi scelti dai transfughi erano quelli delle provincie limitrofe ma pure i paesini più prossimi del Lazio o quelli al confine con le regioni più a nord. Trovare lavoro, ricominciare a vivere: obiettivi per nulla di poco conto custoditi soprattutto nelle menti e nei cuori dei più giovani.

Violenza sessuale: i numeri degli stupri in Italia

Roma, violentata (sì, no , forse)da due ragazzi in (o a ridosso di) una toilette chimica ubicata in una grande discoteca, lei e loro (in due) poco più che ventenni. Capri, qualche giorno prima: stuprata a due passi dalla piazzetta dopo una notte a base di alcool e passi di danza, lei e lui (da solo) non ancora maggiorenni. Volessimo scomodare gli archivi, l’angoscia crescerebbe in maniera esponenziale con il novero di casi che si andrebbe ad ammonticchiare nel dossier. Uno studente, un portiere, un collega di lavoro, un disoccupato, un alcolizzato, un marito, un amante, un conoscente, un parente.

Volti, anagrafica e fisionomia assai differente, variegata: la sola comunanza di essere parte della razza maaschile del genere umano. Tracciare il profilo generale dello stupratore comune pare un azzardo improbabile ma si cominci con un paio di dettagli utili a smentire la realtà percepita e – eventualmente – svelare uno scenario più che parzialmente diverso rispetto a quel che – banalizzando – viene ritenuto. Parola ai numeri: non più del 10% degli stupri commessi in Italia sono attribuibili a stranieri, lo dichiara l’Istat riconducendo l’analisi all’anno 2007.

Sono i dati in tal senso più recenti e di facile consultazione cui hanno fatto seguito altre statistiche diffuse dal Vimilnale e che raccontano in effetti una realtà leggermente differente: secondo i dati del ministero dell’Interno, sono di nazionalità italiana il 60,9% degli autori di stupro commessi nel nostro Paese (a fronte di un 7,8% di nazionalità romena e di un 6,3% di nazionalità marocchina; le vittime dello stupro sarebbero per il 68,9% di nazionalità italiana. Per fare ulteriore approfondimento, proviamo a spulciare quel che si evince dalla ricerca (2006) svolta in sinergia tra Istat e Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità (che l’ha finanziata con i fondi del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza” e “Azioni di sistema” del Fondo Sociale Europeo).

Spulciando i numeri, si legge:
1. Sei milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
2. Cinque milioni di donne hanno subito violenze sessuali, 3 milioni 961 mila violenze fisiche.
3. Un milione di donne ha subito stupri o tentati stupri.
4. Il 14,3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner.
5. Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate: punte del 96% in merito alle violenze subite da un non partner; picchi del 93% di omertà rispetto alle violenze di un partner.
6. La percentuale degli stupri non denunciati si aggira intorno al 91,6%.

Tornando ai numeri Istat, alcune certezze:

Talk show Rai in ferie, la crisi di Governo affidata ai tiggì

Gianfranco Fini che si separa da Silvio Berlusconi ha il peso politico (lo dicono i numeri) di una crisi in corso ma, nonostante le difficoltà – presunte e probabili – in cui potrebbe incappare il Governo richiedano di fatto una informazione assai più completa e dettagliata (in gioco, gli equilibri e la tenuta dell’esecutivo dopo la migrazione di parte del Popolo delle Libertà in Futuro e Libertà), la Rai decide di non optare per la rivisitazione dei palinsesti al fine di includere i talk show politici.

I vertici dirigenziali hanno deciso che saranno solo i tiggì a garantire le informazioni necessarie: è quanto emerso dopo l’incontro odierno tra il direttore generale Mauro Masi e i direttori di telegiornali e giornali radio. La decisione preclude di fatto il ripristino anticipato di programmi di informazione quali Ballarò, Porta a Porta e compagnia bella: “informazione aperta per ferie”, dalle parti di viale Mazzini, significa a conti fatti che i direttori delle testate, a seconda della necessità, potranno chiedere ampliamenti degli spazi previsti e, se necessario, anche variazioni di orario nei palinsesti.

Islanda senza Bavaglio: Brigitta Jonsdottir oscura la censura

Perchè mai, poi, l’Islanda a luglio avanzato e con i bollori record di uno scorcio d’estate in cui ha fatto caldo “da morire” in tutta Italia, avrebbe dovuto richiamare alla mente qualche forma di prigionia, censura, limite. Bastava assecondare le propulsioni naturali del corpo – che si proietta in quei 103 mila metri quadri di superficie a ridosso del Polo e già si è refrigerato – oppure dare retta alle intuizioni di un cervello che, mentre suda goccioloni che odorano di afa, riesce a ritrovare la frescura necessaria per rodare al meglio anche soltanto immaginando quelle distese di ghiaccio.

Quei materassi gelati ubicati lungo il paesaggio. Quelle acque fredde che – in tempi di 40 gradi all’ombra – solleticano l’idea di sommo piacere. Scevro da ogni limite. Avrei detto così, a chi mi avesse chiesto che ne pensassi di una Islanda che decide di svincolarsi da qualunque forma di Bavaglio. Di limitazione, coercizione. E perchè no: lo insegnano da anni i milioni di ragazzi che prestano servizio volontario a fin di bene, lo ribadiscono le migliaia di associazioni non governative capaci di garantire al contesto sociale balzi in avanti che la politica non saprebbe imitare.

Dall’infinitesimamente piccolo, un messaggio per l’infinitesimamente grande. Parla l’Islanda, stia a sentire il mondo intero (concentrazione, Italia. Concentrazione). E intanto. Viene spontaneo tutelare e fare proprio lo stesso messaggio con cui una bella fetta di mondo – bella perchè è bella anche solo da immaginare – si addormenta la sera. Si sveglia la mattina. “Agire localmente, pensare globalmente” scandisce spesso chi ha voglia di rimboccarsi le maniche. Avrebbe potuto trarmi in inganno il fatto che l’isola sia stata (roba del IX secolo, un’eternità fa) località di eremitaggio (e quindi isolamento, limite) per i monaci irlandesi. Vero. Ma la storia, il passato sono abiti di un guardaroba che si evolve fino a stravolgersi con il passare del tempo.

Allora, che una lezione di civiltà venga messa nei freezer giuridico-costituzionali islandesi per conservarla intatta e poterne raccontare i contenuti ovunque, stupisce fino a un certo punto. Non più e non solo  terra di altopiani sabbiosi e desertici, di montagne e ghiacciai, di mare e pianure. Da qualche giorno, infatti, l’isola è Paese senza Bavaglio, patria di Brigitta Jonsdottir. Anarchica. Capace di lasciare il segno senza le bombe di Gaetano Bresci.

LA SFIDA ALLA CENSURA. L’isola dorme, sono le tre di notte del 16 giugno 2010 e il Parlamento è ancora al lavoro. Sotto esame la proposta della deputata anarchica, Brigitta Jonsdottir, che chiede di tutelare chiunque si renda protagonista di pubblicazioni che svelano segreti di Stato, societari, militari e giudiziari: la giustizia non potrà sospenderne la pubblicazione e i soggetti interessati non dovranno essere perseguiti in alcun modo. Altrove, sarebbe stato come dire “rivoluzione”: sarebbero apparsi i tizi con i fucili e un’ottima mira, ci si sarebbe dovuti svincolare da ostruzionismi costanti, avrebbero riaperto i manicomi. Altrove, non lo si potrebbe neppure ipotizzare.

Tv: oscurata Rainews24

raiDa questa mattina Rainews24 è di fatto e senza alcun preavviso sparita dal digitale terrestre e dalla piattaforma satellitare. Evidentemente le scuse del direttore non bastano e mal celano un profondo malessere professionale“.

Lo dice Roberto Rao, capogruppo dell’Udc in Commissione di Vigilanza Rai, secondo cui Viale Mazzini deve spiegare “alle centinaia di migliaia di telespettatori abituali o saltuari di questo canale il motivo che l’ha indotta di punto in bianco a rendere impossibile la sintonizzazione, a spostare il logo e a impedire tecnicamente l’utilizzo dei ‘flash’, senza concordare col direttore della testata questi cambiamenti“.

Alemanno: “Olimpiadi Roma 2020? Si decide domani”

alemannoLa decisione è domani, quando si riunirà la giunta e il consiglio del Coni per esaminare i lavori fatti dalla commisione tecnica“. Risponde così Gianni Alemanno ai cronisti che gli hanno chiesto delucidazioni sulla candidatura italiana alle Olimpiadi 2020.

Il sindaco della Capitale, ha commentato le notizie apparse stamattima su alcuni organi di stampa che danno Roma in pole position per ospitare nel nostro paese il grande evento sportivo: “Servono solo a innervosire il clima: dobbiamo affrontare serenamente la decisione del Coni facendo tutto il possibile perché l’Italia possa competere in maniera forte e adeguata alla designazione delle Olimpiadi“.

Lezioni di crisi davanti a Camera e Senato

lezioni_crisi“Lezioni leggere all’aperto”. Le chiamano così. Una chiaccherata con gli esperti della crisi economica, politica e sociale. “Stiamo vivendo un periodo di crisi, non soltanto in riferimento all’economia ed al vento che arriva dalla Grecia e che – secondo gli indicatori internazionali – presto toccherà anche Portogallo, Spagna e Italia. Si tratta, soprattutto nel nostro Paese, di una crisi delle istituzioni, con sempre più amministratori coinvolti in vicende giudiziarie, a partire dal primo Ministro e da altri esponenti del Governo. Ma è anche una crisi della politica, che viene vista con distacco crescente dai cittadini poiché non riesce a dare quelle risposte delle quali il Paese ha tanto bisogno”.

E allora il popolo Viola ha pensato a una serie di Lezioni di Crisi, contattando esperti di economia, di politica e di amministrazione per spiegare il presente e guardare al futuro.

Fini dall’Annunziata a In mezz’ora

fini annunziata inmezzora

Dopo la rottura, il presidente della Camera ha mantenuto una fondamentale “consegna del silenzio”. Silenzio che verrà rotto tra pochi minuti, questo pomeriggio quando sarà ospite su RaiTre nella trasmissione di Lucia Annunziata In mezz’ora. In onda oggi, domenica 25 aprile 2010, alle 14.30: un appuntamento interessante. Trenta minuti di faccia a faccia.

L’agenda del presidente della Camera prevede poi la partecipazione, martedì sera, a Ballarò.