FIAT, firmato l’ accordo per Pomigliano. Ma la Fiom annuncia sciopero

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Ugl, Film, Uilm, Fismic, l’ associazione dei quadri Fiat ed il Lingotto hanno firmato oggi il contratto per l’ assunzione dei 4600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano d’ Arco, che saranno assunti dalla Newco dal prossimo gennaio, sulla base dell’ accordo separato siglato lo scorso 15 giugno. Nello stabilimento di Pomigliano, dal dicembre 2011, verrà prodotta la nuova Panda.

Il contratto non è però stato sottoscritto dalla FIOM, che già non aveva condiviso l’ accordo di giugno, e quindi non ha partecipato al tavolo con l’ azienda. Il comitato centrale della FIOM ha anche annunciato 8 ore di sciopero per il 28 gennaio, ritenendo l’ intesa siglata oggi “un attacco contro la democrazia e i diritti senza precedenti“, ma anche “un pugno in faccia a Confindustria e Federmeccanica”. Nel contratto è previsto un aumento salariale medio di 30 euro lordi al mese, e un nuovo sistema di inquadramento professionale.

2011, arriva la stangata da mille euro a famiglia

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Adusbef e Federconsumatori hanno fatto un calcolo degli aumenti dei prezzi previsti con il nuovo anno: tra rincari di alimentari, benzina, tariffe, assicurazioni e servizi bancari, l’ impatto previsto sarà di 1016 euro a famiglia. I rincari più consistenti sono previsti nel settore alimentare, con aumenti annui di 267 euro, ovvero del 6 %, nel settore dei carburanti, per i quali, sulla scia degli aumenti dei prezzi del petrolio, è stato calcolato un aumento di 131 euro, a seguire nei trasporti ferroviari, con aumenti previsti di circa 120 euro anche per i pendolari, e per le assicurazioni RC auto, che dovrebbero aumentare di 105 euro.

Si prevedono rincari anche per le tariffe autostradali (+2%), del gas (+ 7-8%), della luce (+ 4-5 %), dei rifiuti (+7-8 %) e dell’ acqua (+ 5-6 %) . Ma l’ aumento più consistente dal punto di vista percentuale sarà quello del trasporto pubblico locale (+25-30 %).
Per Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori,  ed Elio Iannutti, presidente di  Adusbef, “Anche il 2011  si presenta come un anno infelice: sia per la crisi economica, che, se non adeguatamente affrontata, non permetterà di raggiungere nemmeno l’ 1% di crescita del PIL, sia per i rincari che contribuiranno a ridurre ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie”.

Belpietro (Libero): “Finto attentato a Fini per screditare Berlusconi”

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Maurizio Belpietro, il direttore di “Libero“, riprende oggi, dal suo giornale, la polemica contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, con un editoriale, dal titolo “Su Gianfranco iniziano a girare strane storie”, nel quale rivela che si sarebbe pensato di organizzare un finto attentato per il leader di Futuro e LIbertà a scopi propagandistici. Tale progetto si sarebbe dovuto attuare durante una visita istituzionale ad Andria, in Puglia, e per realizzarlo “ci si sarebbe rivolti a un manovale della criminalità locale, promettendogli 200 mila euro”.

Tale manovale, scrive ancora Belpietro, avrebbe dovuto mantenere “il silenzio sui mandanti”, attribuendone invece “l’ organizzazione dell’ agguato ad ambienti vicini a Berlusconi”, per farne quindi ricadere la colpa sul premier. Si punterebbe comunque al ferimento del presidente della Camera, e l’ attentato scatterebbe in primavera, a poco tempo dalle possibili elezioni, “per condizionarne l’ esito”.
Il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, ha già aperto un‘ inchiesta, per adesso senza ipotesi di reato e senza iscritti nel registro degli indagati, su ciò che viene riportato da Libero, ed ha ascoltato per circa due ore il direttore Belpietro, a Palazzo di Giustizia. Questi ha dichiarato solamente: “Sono stato chiamato dal procuratore e sono venuto a riferire quello che ho scritto”.

Bombe alle ambasciate svizzera e cilena a Roma. Maroni: pista anarchica.

Allarme generale nelle sedi diplomatiche per due pacchi bomba esplosi uno all’ ambasciata svizzera e l’ altro all’ ambasciata cilena a Roma. Il primo pacco, nella sede diplomatica elvetica, ha ferito alle mani un addetto al ricevimento corrispondenza di 53 anni, che è stato poi ricoverato e operato, e non dovrebbe essere più a rischio amputazione. Il secondo pacco, esploso nell’ ambasciata cilena, ha colpito un funzionario amministrativo di 46 anni, poi ricoverato con ferite alle mani e bruciature al volto.
All’ ambasciata ucraina è stato invece segnalato un oggetto sospetto, ma i carabinieri, allertati da un vigilante, hanno constatato che non era un pacco esplosivo. Allarmi simili, rimasti fortunamente infondati,  anche alle sedi diplomatiche della Slovenia e dell’ Estonia.

Il ministro degli Esteri Frattini ha allertato anche le ambasciate italiane all’ estero, mentre in tutte le sedi diplomatiche a Roma sono stati fatti accertamenti.
Anche l‘ ambasciata UE a Berna è stata parzialmente evacuata nel pomeriggio dopo l’ arrivo di un plico sospetto senza mittente, indirizzato all’ ambasciatore UE, Michael Reitener.

Auguri Natale 2010 di Roberto Calderoli

Condividiamo qui con tutti il biglietto di auguri del ministro della Repubblica Roberto Calderoli. Due files (fronte e retro) della cartolina d’auguri per queste feste 2010. Commentate se vi va. Naturalmente la polemica è già scoppiata.

Maroni critico sul rilascio dei manifestanti fermati. Alfano invia gli ispettori, protesta l’ Anm.

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Il ministro dell’ Interno Roberto Maroni ha riferito oggi al Senato sugli scontri avvenuti nella capitale il 14 dicembre e, dopo quelle di ieri del sindaco Alemanno, anche lui ha mosso le sue critiche alla scarcerazione dei manifestanti fermati, dichiarando: “Rispetto ma non condivido la decisione dei giudici”. Il ministro dell’ Interno ha poi espresso apprezzamento per il Prefetto ed il Questore di Roma e per le forze dell’ ordine, che “hanno gestito in maniera oculata una situazione di criticità”, ha ribadito che martedì non c’ era “nessuna zona rossa” come a Genova, e che adesso, in vista della discussione della riforma dell’ Università al Senato,  la prossima settimana, sarà necessario “adeguare tempestivamennte la gestione dell’ ordine pubblico per prevenire altre occasioni di guerriglia urbana”. Inoltre, ha detto di ritenere le ipotesi riguardanti la presenza di “infiltrati” tra le forze dell’ ordine “destituite di ogni fondamento”, e, pur ribadendo il ” diritto a manifestare”, ha invitato a “isolare i violenti” che prendono “in ostaggio i cortei”, che ha definito “una minoranza fatta di professionisti della violenza”.

Intanto, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha deciso di inviare ispettori per accertamenti sui rilasci,provocando la ferma reazione dell’ Associazione nazionale magistrati, che, in un comunnicato, “esprime preoccupazione” per l’ iniziativa, che giudica “un‘ indebita interferenza nello svolgimento dell’ attività giudiziaria che rischia di pregiudicare il regolare accertamento dei fatti e delle responsabilità dei singoli”. Nella nota si legge inoltre:  “La nostra condanna degli episodi di violenza è ferma e netta, e l’ Anm esprime solidarietà agli appatenenti alle forze dell’ ordine rimasti feriti nello svolgimento delle loro funzioni. Ma abbiamo il dovere di ricordare che alla magistratura è affidato il delicatissimo compito di accertare responsabilità individuali”.

Roma, scarcerati i fermati per gli scontri. Polemica Alemanno-Anm

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Il tribunale penale di Roma ha rimesso in libertà 22 dei 23 manifestanti arrestati in seguito agli scontri avvenuti martedì nella capitale. Tre di loro sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, e saranno processati il 17 febbraio, mentre per altri otto, il cui processo si svolgerà il 15 febbraio , vi è anche l’ accusa di lesioni. Le scarcerazioni sono state disposte poichè, per i giudici, è “necessario approfondire il quadro delle accuse”. Per l’ avvocato Albertini, “Ci sono contestazioni che non stanno in piedi”.
Il ragazzo messo ai domicilari è Mario Miliucci, di 32 anni, senza precedenti, figlio di un avvocato, che lo ha anche difeso oggi in tribunale, e di Vincenzo Miliucci, storico leader dell’ autonomia operaia romana. E’ accusato di resistenza aggravata e danneggiamento aggravato, e gli viene anche contestato l’ uso di due pietre da 2,5 chili ciascuna.
Già da stamattina, davanti al Tribunale, si erano radunate alcune decine di giovani, esponendo striscioni che chiedevano “libertà per tutti- tutte”, e si sono verificati anche alcuni tafferugli con gli agenti.

Il giovane di 16 anni fotografato durante gli scontri con in mano prima una pala, poi uno sfollagente e un paio di manette, è stato accompagnato in un centro di accoglienza per minori, ed è a disposizione dell’ autorità giudiziaria competente. Le foto che lo ritraevano avevano sollevato il sospetto che ci fossero infiltrati delle forze dell’ ordine tra i manifestanti. ma gli inquirenti hanno fatto sapere che avrebbe aggredito lui un finanziere, portandogli via le manette e lo sfollagente.
E’ stata invece disposta dal questore di Roma Tagliente un’ indagine interna per appurare chi fossero gli agenti coinvolti nel pestaggio di un manifestante a piazzale Flaminio, che era stato ripreso in un video diffuso su internet. Tagliente ha fatto sapere che una volta identificati i poliziotti responsabili saranno presi “i successivi provvedimenti del caso”.

Gli scontri di Roma

La puntata di ieri di Diario della Crisi, su Current Tv, canale 130 di Sky, tutti i giorni alle 20.30. Una bella puntata, ve la segnalo. Per riflettere ancora sugli scontro di ieri nella Capitale, la fiducia al Governo e questo paese. Dove sta andando, e se, soprattutto, da qualche parte sta andando.

Roma, guerriglia urbana – FOTO di un disastro

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E’ stata una giornata di altissima tensione nella capitale, culminata in un pomeriggio di ordinaria follia, dopo che, poco prima delle 14, si è sparsa la notizia che il governo non è stato sfiduciato . Le proteste studentesche dei giorni scorsi contro il ddl Gelmini si sono intrecciate con una protesta contro il governo Berlusconi, che è degenerata in numerosi incidenti quando si è saputo che il premier aveva retto.
Inizialmente i cortei erano due, uno degli studenti e uno organizzato da Fiom, Sinistra extraparlamentare e centri sociali, ma poi si sono fusi in uno solo.

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A mezzogiorno, la tensione è altissima, il centro storico blindato, e l’ atmosfera è di una calma irreale. Nei pressi dei Fori Imperiali, alcuni manifestanti lanciano petardi e accendono fumogeni, mentre un’ altra parte del corteo è arrivata nei pressi del Campidoglio, presidiato dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa.

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La situazione inizia a degenerare man mano che ci si avvicina ai palazzi del potere, in particolare tra via delle Botteghe Oscure e via del Plebiscito, dove si trova Palazzo Grazioli, residenza del premier. Vengono lanciati petardi, fumogeni, bastoni e sampietrini verso i blindati dei carabinieri, e un ragazzo resta ferito. I negozi della zona, intanto, hanno serrato le saracinesche. Un gruppo di manifestanti a volto coperto ha lanciato alcuni sacchetti di letame, in via degli Astalli, dietro Palazzo Grazioli.A corso Rinascimento, i manifestanti lanciano anche sedie e tavoli presi dai bar della zona contro le forze dell’ ordine, che rispondono con lacrimogeni e piccole cariche.

Roma brucia

Quello che è successo oggi per le vie di Roma merita una riflessione. Mentre il gelo scende e la notte si placa sulla città. E tutto sembra stranamente silenzioso. Più del solito. Come se oggi le macchine, qui in centro, non passassero più. Come se la vita avesse subito un attimo di pausa in questa città che non si ferma mai.

E’ il 14 dicembre di un anno molto strano, il 2010. E Roma brucia. Sono quasi undici anni che vivo in questa città, e così non l’avevo mai vista. La gioia e la speranza data da un dissenso – che vuol dire ragionamento, si spera – in movimento oggi cade sotto i colpi della guerriglia urbana. Non erano ragazzi, non era gente comune. O forse sì? C’erano, a tentare di sfondare la zona rossa, anche “pischelli”. Cosa avranno pensato? Non sono riuscita a chiederglielo. Ho visto però da vicino la rabbia di chi quel dissenso lo stava manifestando senza superare il limite. Forse anche tentando di essere dove la questura aveva previsto che non ci fosse nessuno. Quella zona rossa, espressione tristemente abusata dopo i fatti di Genova. Ho visto poliziotti incazzati. Alcuni non ragionavano, alcuni cercavano l’ordine e la disciplina a tutti i costi e con chiunque. Altri erano solo tanto nervosi. Lasciati in mezzo a una città blindata, con un’organizzazione che forse non aveva dato loro tutte le risposte. Consapevoli che più metti barriere più la massa proverà a sfondarle.

Mafia, Alfano sottolinea i risultati di governo

Mentre si discute la fiducia-sfiducia a Camera e Senato, il ministro della Giustizia Angelino Alfano dà alle stampele prove del governo del fare. Mentre il mondo politico italiano passa le ore con il pallottoliere in mano, appeso ad un Guzzanti (Paolo, Paolo, che fai, Paolo? Spiegaci Paolo, rivelaci. Il governo Berlusconi appeso all’autore di Mignottocrazia e papà di Sabina e Corrado è l’apoteosi della nemesi storica). Assai più che ad un ormai ito Razzi. il ministero della Gustizia invia urbi et orbi un comuunicato che in pochi avranno letto con attenzione oggi, in altre faccende affaccendati.

Ma ne diamo comunque conto su queste frequenze: il Guardasigilli Angelino Alfano ha commentato oggi con soddisfazione l’esito dell’operazione ‘Addio Pizzo 5’ che ha portato all’arresto di 63 esponenti appartenenti a famiglie mafiose che ricadono nel mandamento mafioso controllato dai Lo Piccolo.

Crisi di governo, crisi di sistema

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Cosa sta succedendo. L’interrogativo è al di là dal porsi. Cosa sta succedendo, provando a mettere un punto di domanda alla fine della frase. In Italia, oggi, sta davvero succedendo qualcosa? Guardare con speranza alle manifestazioni studentesche, ai colori sui monumenti, agli striscioni e all’assalto con uova dei luoghi del potere. Persino alla manifestazione del Pd, a quel Bersani emozionato e purtroppo con alle spalle un partito troppo diviso e in fondo mai nato. Incapace oggi di capire quale sinistra (e soprattutto: la sinistra?) voglia rappresentare e in caduta libera nei sondaggi, come in caduta libera è il governo, ma neanche oggi più libera di quella dell’opposizione.

Di fronte all’indignazione per le uova lanciate contro palazzo Madama alle manifestazioni contro la riforma Gelmini ho storto il naso. Non so perché venga in mente ora, forse semplicemente per queste giornate di veglia, questi due giorni che mancano all’Apocalisse. Che non sarà tale. Forse perché questo paese sembra destinato a non cambiare mai. Ma insomma, è logica: la logica della contestazione. Nessuno si augura la violenza. Ma se una generazione (anche troppo incosciente) arriva a lanciare tuorlo e albume contro il palazzo del potere, qualcosa vorrà pur dire.

Appello per il sostegno alla Società Dante Alighieri


Usciamo per un attimo dalla tarantella della crisi, e riceviamo e pubblichiamo questo appello dell’onorevole Franco Narducci, presidente dell’Unaie, Unione Nazionale delle Associazioni di Immigrazione ed Emigrazione, per il sostegno alla Società Dante Alighieri. Forse anche perché ci viene il terrore che, dati i tempi che corrono, potremmo a un certo punto tutti decidere di espatriare. Forse.

“Mentre ci apprestiamo a celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, il Governo taglia i fondi alla cultura, colpendo anche la benemerita Società Dante Alighieri, che ha subito un taglio del 53,5% in corso d’opera, vale a dire su quanto già speso nel 2010, senza che vi sia stato messo riparo con la legge di stabilità (ex legge finanziaria) appena approvata dalla camera dei Deputati e ora in discussione al Senato. Anche nel 2011 la “Dante Alighieri” riceverà il modico contributo di 600 mila euro, una sproporzione abissale rispetto a quanto dispongono in bilancio il British Council (220 milioni di euro) o lo spagnolo Cervantes (90 milioni di euro), tanto per fare qualche nome. Un colpo durissimo per la sopravvivenza dell’Ente fondato nel 1889 da Giosuè Carducci che con i tagli consistenti subiti in questi ultimi anni vede sempre più compromesso il proprio funzionamento. Un atteggiamento ingiustificato e miope del Governo, visto anche l’indiscusso riconoscimento di cui gode l’Istituto e la sua straordinaria funzione di promozione della lingua e della cultura italiana”.

La giornata nazionale degli Stati vegetativi

Il dibattito pro-life è, si sa, riesploso in Italia. Prima con la puntata del programma di Fazio-Saviano, Vieni via con me, e il meraviglioso elenco letto, con una delicatezza inimmaginabile, da Mina Welby delle cose che il suo Piergiorgio gli ha detto prima di morire. Poi la morte di Mario Monicelli, quel volo dal quinto piano del reparto di urologia del Gemelli di Roma. Quel volo che ha scatenato pensieri in chiunque potesse pensare. Una notizia letta su internet un’ora dopo la morte. Ho visto sbiancare, per quella notizia. “Si è ammazzato”, e mani tra i lunghi capelli. Ho visto me stessa semplicemente pensare – prima di sentire, mi sono permessa, una lacrima calda – che non ero affatto stupita. Nessuno stupore. “Si è suicidato proprio perché è Mario Monicelli. A chi altri può venire la forza, la vivacità, l’idea, l’elaborazione di gettarsi da una finestra a 95 anni perché malato? A chi può venire un simile coraggio a 95 anni?”. Questo l’immediato pensiero. E l’impressione per il coraggio. Nessuno sa cosa passasse per la testa a Monicelli. Nessuno può permettersi di pensare di saperlo.

Oggi parlano tutti. Gente di Chiesa, laici, profani, credenti, miscredenti, pro e contro. Ognuno fa e sente, non c’è dubbio. Ognuno pensa (forse) a come la propria vita dovrebbe finire se si dovesse trovare nelle condizioni di Eluana Englaro.