Patenti facili a Palermo: 51 arrestati

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Patenti facili a Palermo. Tra funzionari della Motorizzazione Civile e titolari di autoscuola, sono 51 le persone arrestate nel capoluogo siciliano nell’ambito dell’inchieste sul rilascio agevolato delle patenti di guida. Per gli indagati, a cui è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelate dal gip Piergiorgio Morosini, l’accusa è di corruzione e falsità ideologica.

L’indagine, iniziata poco più di tre anni fa, è partita da alcune irregolarità commesse in seno alla Motorizzazione Civile di Palermo e da altrettante commesse da titolari di autoscuole compiacenti. Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali audio e video, gli investigatori hanno potuto documentare l’accaduto.

Un secondo cellulare di Sarah Scazzi è al vaglio degli investigatori

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Cellulare Sarah Scazzi. Un secondo telefono mobile è analizzato dai carabinieri dei Ris di Roma per cercare di fare luce sull’omicidio della giovane di Avetrana, avvenuto il 26 agosto scorso. Gli inquirenti sperano che dall’esame dell’apparecchio possa emergere qualche elemento utile alle indagini.

Indagini che si stanno sempre più direzionando verso le comunicazioni telefoniche. Nei giorni scorsi, infatti, i Ros dei carabinieri di Lecce hanno fatto visita a casa Misseri per verificare le celle telefoniche attive in quella zona e per incrociare tempi e posizioni delle persone coinvolte nella morte della 15enne.

FOTO: Guerriglia a Tirana, tre morti per l’ assalto al palazzo del Governo

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Guerriglia urbana oggi nella capitale albanese, Tirana, dove i manifestanti hanno assaltato il palazzo del Governo,  e gli agenti hanno risposto caricando con idranti e lacrimogeni. Stando a diverse testimonianze, ci sarebbero stati degli spari negli scontri, e ci sarebbero tre morti tra i manifestanti, oltre a una ventina di feriti fra i civili e 17 fra i poliziotti. La manifestazione era stata indetta dall’ opposizione socialista per chiedere le dimissioni del premier Berisha e nuove elezioni.
Il leader socialista e sindaco di Tirana, Edi Rama, aveva espresso il “rifiuto di ogni forma di violenza“, spiegando:  “il nostro obiettivo non è prendere il potere con la forza e senza elezioni”, ma è stato ripreso mentre osservava immobile gli scontri, e pure la presenza di armi fra i militanti dell’ opposizione fa supporre che ci si aspettasse lo scontro con le forze dell’ ordine.

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Durante gli scontri, la folla ha superato il cordone di agenti attorno al palazzo del governo, e i manifestanti, oltrepassata la cancellata, sono confluiti nel giardino del palazzo, incendiando diversi alberi, mentre la polizia cercava di blindare l’ edificio per difendere il premier e gli altri componenti del governo, usando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per fermare l’ avanzata dei rivoltosi. In serata, comunque, la polizia avrebbe ripreso il controllo della piazza di fronte alla sede governativa, e non vi sarebbero più persone che manifestano.

Linkiesta, un nuovo spazio per l’informazione

Quando nasce qualcosa di nuovo, soprattutto qui in Italia e soprattutto nel mondo dell’informazione, viene spontaneo salutarlo con speranza. Così è per la novità, tutta digitale, de Linkiesta.it, nuovo giornale di approfondimento on line. Sul sito si legge:

Noi crediamo che in Italia ci sia spazio editoriale per un giornale di approfondimenti e inchieste su temi sociali, politici ed economici. Per questo abbiamo deciso di fondare un quotidiano digitale che aiuti il lettore a orientarsi nel bombardamento di informazioni che ogni giorno riceve. Linkiesta nasce, insomma, per cercare di analizzare i fatti e raccontarli mettendoli in prospettiva.

In attesa del debutto, prossimo venturo, godetevi sopra il video del promo. E in bocca al lupo ai protagonisti.

Senza risultato le ricerche di Yara in Friuli

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Ricerche Yara. “Non è stato trovato nulla che abbia a che fare con la ragazza, neppure un oggetto”. Senza esito le indagini avviate in Friuli dai carabinieri per ritrovare la giovane di Brembate di Sopra (Bergamo), scomparsa ormai da quasi due mesi.

Le forze dell’ordine, riportano i quotidiani locali, sono stati “consigliati” da una sensitiva secondo cui “la tredicenne avrebbe potuto trovarsi lungo un torrente nei pressi dell’abitato di Viaso, nel comune di Socchieve”.

Mamma Sarah Scazzi: “Disposta a perdonare in cambio della verità”

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Mamma Sarah Scazzi. La signora Concetta Serrano Spagnolo è disposta a perdonare la sorella Cosima, moglie di Michele Misseri e mamma di Sabrina, in cambio della “verità” sulla morte della figlia. “Stanno facendo a Michele quello che hanno fatto a me, questa è la verità. Lo stanno condizionando – dice Concetta parlando della sorella e della nipote – in un abbraccio mortale, non lo fanno respirare, lo vogliono annullare, come fecero con me quando fingevano di sostenermi. Fanno pressione su di lui per fargli dire che Sabrina è innocente”.

Documenti sequestrati nella cella di Michele Misseri

Documenti Michele Misseri. Ieri gli investigatori hanno sequestrato carte ritenute “interessanti” nella cella dello zio di Sarah Scazzi, accusato, assieme alla figlia Sabrina, dell’omicidio della nipote.

Secondo i quotidiani sono proprio le lettere inviate alle figlie al centro di questa operazione disposta dalla Procura della Repubblica di Taranto.

FIAT, Berlusconi: “Se vince il no giusto andarsene”. Durissimi Bersani e la Camusso

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in visita ufficiale in Germania, ha preso posizione sul referendum che si sta per svolgere nello stabilimento FIAT di Mirafiori: per il premier, se vincesse il “no” all’ accordo, “le imprese e gli imprenditori avrebbero buoni motivi per spostarsi in altri paesi“. “Ci auguriamo che la vicenda possa avere esito positivo” ha aggiunto.
Immediata la bufera politica, con il leader della CGIL, Susanna Camusso, che ha dichiarato: “Non conosco nessun presidente del Consiglio che si augura che se ne vada il più grande gruppo industriale del paese. Se questa è una gara, è meglio che se ne vada. Il presidente del Consiglio sta facendo una gara con l’ amministratore delegato della FIAT a chi fa più danno al Paese”.
Dura anche la replica del segretario del PD Bersani, che considera “vergognose” le parole del premier, e per il quale”Berlusconi non se ne accorge perchè è un miliardario ma noi paghiamo uno stipendio che a lui parrà misero per occuparsi dell’ Italia e fare gli interessi del Paese e non per fare andare via le aziende”. Sullo stesso tono anche l’ Italia dei Valori, che, in una nota, ha affermato: “Berlusconi è un irresponsabile e oggi, sulla vicenda FIAT, ha gettato definitivamente la maschera. Così si capisce chi lavora per il bene del Paese e chi invece opera contro la legalità costituzionale, l’ interesse dei cittadini e dei lavoratori”.
Diversa, invece, la posizione del leader dell’ UDC Casini, per il quale “Marchionne non è un santo e sta facendo delle forzature evidenti”, ma, aggiunge, “Mi auguro però che i lavoratori votino sì al referendum”. Anche per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, “Con l’ accordo i lavoratori non perderanno nulla, il Governo è ragionevolmente per il sì come lo sono anche larghi settori dell’  opposizione”.

Camusso(Cgil): “Da Marchionne solo insulti”. Lui replica: “Voglio innovare”

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Il segretario della CGIL, Susanna Camusso, nella relazione introduttiva all’ assemblea generale delle Camere del lavoro, attacca duramente l’ amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne (vittima di scritte offensive nei luoghi adiacenti all’abitazione) a pochi giorni dal referendum su Mirafiori: per la Camusso, infatti, Marchionne “insulta ogni giorno il paese”, e la Fiat non vuole far conoscere i dettagli del piano “Fabbrica Italia”. Il leader del Lingotto ha prontamente replicato, affermando: “Non si può confondere il cambiamento con un insulto all’ Italia. Se introdurre un nuovo modello di lavorare in Italia significa insulto mi assumo le mie responsabilità, ma non lo è”.

E ha aggiunto: “Io non ce l’ ho nè con la Camusso, ne con la CGIl e nemmeno con Landini. Hanno dei punti di vista che sono completamente diversi dai nostri che non riflettono quello che vediamo noi a livello internazionale”. Per Marchionne, comunque, “A Mirafiori chi perde, anche se per un solo voto , ci deve stare”. In serata, però, anche il segretario della CISL Bonanni e il leader del PD Bersani hanno criticato Marchionne per i suoi “ultimatum”: per Bonanni, l’ ad FIAT  “farebbe bene a stare più zitto”, mentre secondo Bersani “Marchionne saprà prendere le misure alle auto, ma misurare le parole no”.

Omicidio Sarah Scazzi: Michele Misseri aiutato a occultare il cadavere?

Omicidio Sarah Scazzi.

Il procuratore aggiunto di Taranto, Pietro Argentino, e il sostituto procuratore Mariano Buccoliero, nel decreto con cui vietano a Michele Misseri di comunicare a terzi circostanze relative alle indagini, hanno scritto che le esigenze degli inquirenti mirano all’”l’individuazione di eventuali correi di Misseri nella condotta di soppressione del cadavere” e “nell’accertamento e nell’acquisizione di ulteriori elementi legati al movente dell’omicidio”.

Scomparsa Yara Gambirasio, genitori: possibile nuovo appello ai rapitori

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Scomparsa Yara Gambirasio. Continuano le ricerche della tredicenne di Brembate Sopra, in provincia di Bergamo, che manca da casa ormai da un mese e mezzo. Nonostante la pioggia scesa nella notte, i ricercatori proseguono senza soste nel loro lavoro, con la speranza di trovare qualche traccia o indizio che possa essere riconducibile alla ragazzina.

Campagne, boschi, casolari e rive dei fiumi sono passati al setaccio da militari, Protezione civile, uomini del terzo battaglione di Milano, unità cinofile e volontari di alpini.

Bossi: “Cimici nel mio ufficio”. Petardi a Gemonio, scarcerato il giovane fermato.

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Il leader della Lega Umberto Bossi, parlando con i giornalisti a Ponte di Legno, ha raccontato che, un paio di mesi fa, sono state rinvenute delle “cimici” nel suo ufficio al ministero delle Riforme e nella sua casa romana, nei pressi di Porta Pia. La sua segretaria, ha spiegato Bossi, si era insospettita perchè “troppa gente sapeva quello che avevo detto solo a lei”, quindi sono stati fatti dei controlli e, ha continuato il ministro, “hanno trovato una cimice nel mio ufficio al ministero e diverse nella mia casa a Roma”.
Bossi ha aggiunto di non avere idea di chi siano i responsabili, e di aver chiamato un privato per la bonifica, non volendo far svolgere un’ inchiesta, che “tanto non trova niente”, ma di aver comunque avvisato del  fatto il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, “che ha mandato un pò di uomini”.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda, ipotizzando reati ai sensi degli art. 617 e 617 bis del codice penale. Il leader dell’ Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha criticato la mancata denuncia dell’ accaduto da parte del ministro Bossi: “Mi  dispiace che un ministro in carica non senta il bisogno di denunciare subito un tentativo di intrusione così lesiva ai suoi danni” ha detto Di Pietro, che ritiene “molto grave” che “un ministro della Repubblica, che dovrebbe dare il buon esempio, non presenti denuncia per una vicenda del genere”.

Strage in Egitto, la condanna del Papa. Un imam: no a ingerenze

Ferma condanna di Papa Benedetto XVI, al termine dell’ Angelus domenicale, per la strage avvenuta nella notte di Capodanno ad Alessandria d’ Egitto. davanti ad una chiesa, dopo la messa di mezzanotte. Per il Pontefice, si è trattato di un “vile gesto di morte” che “offende Dio e l’ umanità intera”, e ha parlato di una “strategia di violenze che ha di mira i cristiani”.
Intanto, dopo l’ attentato suicida della notte di Capodanno, che ha provocato 21 morti e quasi 100 feriti, le autorità egiziane hanno disposto un rafforzamento delle misure di sicurezza. Per quel che riguarda le indagini, sono stati interrogati i sette fermati, che risultano coinvolti nell’ attentato, e sono stati effettuati alcuni fermi, mentre una decina di persone che erano state arrestate sono state rimesse in libertà.
I media parlano di centinaia di sospetti arrestati nel sud del paese, mentre le autorità sospettano di Al Qaeda. “Ynet”, il sito internet del quotidiano israeliano “Yedioth Ahnrohnot”, cita in proposito un comunicato del gruppo egiziano “Al Mujhaidin”, legato  ad Al Qaeda.

Napolitano, si al ddl Gelmini ma “vi sono criticità”

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato la legge di riforma dell’ Università già approvata dal Parlamento il 23 dicembre, pur osservando  talune “criticità”. Napolitano ha anche inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri con la quale si sollecita a superare con successiva legislazione ministeriale tali “criticità”. Nella lettera, il capo dello Stato spiega di aver firmato la legge “non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti per chiedere una nuova deliberazione alle Camere”.

Nella lettera, si spiega inoltre che ” L’ attuazione della legge è del resto demandata ad un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali”  e che vanno “affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.” Per l’ articolo 6, riguardante il titolo di professore aggregato, si auspica che “il governo adempia senza indugio all’ impegno assunto dal ministro Gelmini”, “eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’ articolo”. Per quel che riguarda la concessione delle borse di studio, prevista dall’ articolo 4, viene specificato che “appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sull’ appartenenza territoriale”. L’ art. 23, che disciplina i contratti per attività di insegnamento, è per una parte di “dubbia ragionevolezza”, mentre l’ articolo 26 andrebbe “formulato in termini non equivoci”. Vi è, comunque, l’ auspicio a che, ” sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un dialogo con tutte le parti interessate”.