Delitto dell’Olgiata, dopo 20 anni arrestato il domestico

Foto: AP/LaPresse

Nuova svolta nel delitto dell’Olgiata. Dopo la richiesta di riapertura delle indagini da parte del marito della contessa Alberica Filo della Torre tre anni fa, ieri notte c’è stata una nuova svolta nelle indagini. L’omicidio ormai avvenuto 20 anni fa, più precisamente, il 10 Luglio del 1991, vede un nuovo indagato, il domestico Winston Manuel.

Manuel, sarebbe stato incastrato dal DNA ritrovato negli oggetti presenti nella camera dove si è svolto l’omicidio della contessa. L’arresto è stato richiesto in via cautelativa, onde evitare che lo stesso Manuel potesse scappare all’estero.

Caso Cucchi, il giudice: “Fu nascosto in ospedale”

Il gup del tribunale di Roma Rosalba Liso ha oggi depositato le motivazioni della condanna a due anni di reclusione con rito abbreviato per il funzionario del Prap (Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria) Claudio Marchiandi, nell’ ambito della morte, il 22 ottobre 2009, del geometra romano Stefano Cucchi, arrestato sei giorni prima per essere stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Da tali motivazioni emerge come non solo il ragazzo fu picchiato in carcere, ma fu ricoverato nel reparto protetto dell’ ospedale Pertini proprio per evitare che la situazione “venisse portata a conoscenza dell’ autorità giudiziaria”. In tale reparto del Pertini, quindi, Cucchi non solo rimase “al riparo da sguardi indiscreti”, ma fu anche sottratto “intenzionalmente a tutte le cure di cui aveva bisogno”. Inoltre, scrive ancora il giudice, “Le condizioni fisiche di Stefano erano palpabili e visibili a ciascuno” ed “erano ben note nel contesto della polizia penitenziaria”. Marchiandi, quindi, abusò delle sue funzioni di pubblico ufficiale, violando il protocollo tra la Asl e l’ amministrazione penitenziaria, per imporre il ricovero del giovane al Pertini, dove si presentò di sabato pomeriggio fuori dal normale orario di lavoro. Stefano, invece, in quel reparto “non doveva assolutamente entrare poichè trattavasi di un paziente in una fase di acuzie”.

PDL e Lega uniti per la par condicio nei talk show

Foto: Ap/LaPresse

Talk Show ancora in pericolo. Come di consueto, in concomitanza con elezioni, referendum e quant’altro riguarda il mondo politico e le elezioni, i programmi della televisione pubblica, si trasformano in tribune politiche, dove esponenti delle diverse fazioni possono mostrare la loro idea in merito alle votazioni. Anche questa volta, però, non sono mancate le polemiche in merito alla par condicio, un argomento di cui sentiremo parlare abbondantemente nei prossimi giorni, non mancano però già le prime polemiche.

PDL e Lega stanno partendo all’affondo contro i programmi come Annozero con Michele Santoro e Ballarò con Giovanni Floris. In merito a quanto dichiarato da Lega e PDL, secondo le quali, i programmi come quelli citati poco sopra, sono a tutti gli effetti tribune elettorali e quindi andrebbero incontro alla legge sulla par condicio, lo stesso Floris ha dichiarato:

Lampedusa al completo, sbarcano altri 454 clandestini

Foto: AP/LaPresse

Sembrano non terminare mai gli sbarchi di clandestini a Lampedusa. Nella notte tra Lunedì e Martedì, si sono aggiunti altre barche piene di clandestini. La prima barca aveva 190 clandestini, poi sono arrivati altri 149 tunisini fino agli ultimi 115 profughi. Tutte le barche sono state soccorse dalle motovedette della guarda costiera e della guardia di finanza.

Sulle barche giunte nella notte, erano presenti molte donne, tra cui una in incinta subito trasportata al poliambulatorio. Lampedusa nelle ultime 24 ore, ha superato quota due mila immigrati, raggiungendo un limite di insostenibilità veramente elevato. Tante le proteste da parte degli abitanti dell’isola che si sono riuniti nella giornata di lunedì per protestare contro questi nuovi sbarchi.

Processo Mediatrade, terminata la prima udienza con Berlusconi in aula

Foto: Ap/LaPresse

Si è conclusa da poco la prima udienza del processo Mediatrade che ha visto in aula anche il premier Silvio Berlusconi. Durante l’arrivo del premier un gruppo di sostenitori del PDL ha sostenuto il proprio Premier con alcuni applausi. L’udienza durata circa due ore, dalle 9.56, orario di arrivo del premier alle 11.54.

L’aula dove si è svolta l’udienza del premier, è stata oscurata anche sui vetri, in modo da evitare ogni possibile fuga di immagini tramite le stesse. Un azionista mediaset, Marco Bava si è costituito parte civile contro Berlusconi. Bava è un azionista Mediaset, con un’azione sola dal valore di 8,50 euro. I legali di Silvio Berlusconi, si sono opposti a questa dichiarazione di Bava.

Foto suicidio mamma e figlia giù dal quarto piano

Foto: Ap/LaPresse

Accoltella la figlia e poi si getta con lei dal palazzo dove viveva con il marito e gli altri due figli. Possiamo racchiudere in queste poche parole la sciagure che ieri sera ha colpito una famiglia romana. La donna di 46 anni, prima di lanciarsi nel vuoto con in braccio la propria bambina di otto anni, morta sul colpo, l’avrebbe accoltellata con un coltello da cucina che gli stessi inquirenti hanno ritrovato in casa ancora sporco di sangue.

Al momento della tragedia, gli altri due figli, con il marito, si trovavano fuori casa, al loro rientro la tragica notizia. La donna è ora ricoverata all’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Sulla vicenda stanno indagando gli uomini dell’unità mobile di Pomezia e quelli del Divino Amore.

Scontri in Siria, almeno 20 morti. Tensione anche in Yemen e Giordania

Le proteste e le manifestazioni spesso anche violente che hanno interessato il Nordafrica, in particolare Egitto, Tunisia e Libia, sembra si stiano estendendo verso il Medio Oriente, interessando in particolare la Siria, dove ci sarebbero state alcune decine di morti, ma anche lo Yemen e la Giordania.
In Siria, in particolare, il bilancio degli scontri di oggi sarebbe di oltre trenta morti, con manifestazioni contro il governo in più di dieci città: almeno 20 persone sarebbero state uccise solo a Samnin, mentre si conterebbero due morti a Daraa, e nella capitale Damasco la polizia avrebbe arrestato una decina di manifestanti e ucciso tre persone nel sobborgo Mauadamieh.
Proprio ieri, il presidente siriano Bashar al Assad aveva annunciato una serie di riforme sociali, come l’ aumento dei salari dei dipendenti pubblici e la lotta alla corruzione, ma sopratutto, la revoca dello stato di emergenza in vigore dal 1963, e la Francia, oggi, si è appellata alle autorità siriane affinchè tali riforme vengano attuate in modo “effettivo e rapido”.
A Daraa, poi, i giornalisti, sia siriani che stranieri, sono stati respinti da posti di blocco dell’ esercito siriano e di agenti di sicurezza in abiti civili, che hanno anche sequestrato loro l’ attrezzatura e gli oggetti personali.
Per le strade della capitale Damasco, stando a quanto riportato dalla tv siriana, avrebbero oggi sfilato anche i lealisti, a sostegno del presidente Bashar al Assad, e del Baath, che è il partito unico da quasi mezzo secolo.
Altre manifestazioni sarebbero scoppiate a Qamishli, città nel Nord-est della Siria, al confine con Turchia e Iraq e abitata per lo più da curdi, dove la polizia avrebbe sparato contro i manifestanti, mentre circa tremile giovani si sarebbero radunati nella piazza centrale di Duma, sobborgo a nord di Damasco.

Soldato USA, uccideva per divertimento

Foto: AP/LaPresse

La storia di Jeremy Morlock, per molti sarà poco familiare, invece, per chi ha seguito le vicende in Afghanistan, sicuramente già saprà di cosa stiamo parlando. Jeremy Morlock, era un soldato americano impiegato nella guerra in Afghanista che gli americani, hanno iniziato dopo l’attentato dell’undici settembre del 2001. Morlock era diventato famoso, se così possiamo dire, per le sue foto vicino ai cadaveri di alcuni cittadini afghani.

Durante le varie perquisizioni e ricerche che hanno condotto gli USA per verificare eventuali abusi di potere da parte delle forze armate americane, è emerso che Morlock, con altri 4 suoi commilitoni, si “divertivano” ad uccidere innocenti in territorio afghano. Il militare, è stato ora condannato dopo aver ammesso di essere realmente colpevole. «Volevamo uccidere delle persone».

Guerra in Libia? La Francia l’aveva premeditata

Foto: Ap/LaPresse

Da quanto si più leggere su “Canard enchainé”, la guerra in Libia, sarebbe stata premeditata, almeno da parte della Francia. Fin dall’inizio di questa nuova guerra, la Francia è stata la prima a voler mandare i propri aerei sulla Libia, ed è stata anche la prima ad aver iniziato i bombardamenti. La “Canard enchainé”, possiamo definirlo come il DagoSpia italiano, sempre informato e pronto a scuotere il “sistema”.

Già prima della risoluzione ONU 1973, la Francia aveva fornito alle popolazioni Libiche, mortai, mitragliatrici, batterie antiaeree, carri armati, qualche aereo, ma soprattutto aveva fornito degli istruttori militari il tutto camuffato come aiuto umanitario. Secondo quanto si legge su “Canard enchainé”, non è solo la Francia ad aver partecipato a questa premeditazione, si segnala la presenza anche dei servizi britannici e quelli egiziani del dopo-Mubarak.

Il Cdr del Tg1 contro Minzolini: “disinforma”

Il comitato di redazione uscente del Tg1, composto da Alessandra Mancuso, Alessandro Gaeta e Claudio Pistola, ha preparato una sorta di “dossier”, di “libro bianco” sulla conduzione del direttore Augusto Minzolini, criticando quelle che vengono definite omissioni, sottovalutazioni, se non vere e proprie “raffinate tecniche di disinformazione”, nonche “Faziosità” e Silenziatore sulle posizioni critiche nei confronti del governo”. Minzolini ha prontamente replicato, definendola “Una cosa paradossale, singolare, assurda”, e aggiungendo: “Sono malati di un’ ideologia che è finita da un pezzo”.
Dal suo insediamento al Tg1, nel giugno 2009, come emerge bene dal “dossier”, la conduzione di Minzolini si è in effetti caratterizzata per i suoi editoriali in genere a sostegno del governo e per il mettere spesso in secondo piano notizie anche importanti di politica, magari in favore di servizi di cronaca su argomenti sempre più “bizzarri”. Il che ha portato, oltre alle polemiche, anche ad un certo calo degli ascolti.

Commenti invertenti in Libia

Foto: Ap/LAPresse

La Lega ha annunciato che voterà la mozione proposta dal centro sinistra, riguardo l’intervento in Libia dell’Italia. Il capogruppo alla camera leghista Marco Raguzzoni, ha dichiarato: «La vostra mozione – ha detto rivolto ai banchi del centrosinistra – è più generica della nostra, ma la voteremo per dare un segno di unità al Paese in questo momento. Non ci interessa se voi non voterete la nostra».

Antonio Di Pietro, in merito all’atteggiamento che sta tenendo Frattini riguardo questa nuova guerra, dichiara: «Incommentabile è l’atteggiamento del ministro Frattini, il quale è uscito dall’aula durante il mio intervento, proprio nel momento in cui facevo riferimento ad una sua intervista rilasciata al Corriere della Sera, il 17 gennaio, appena due mesi fa».

Caso Giuliani, strasburgo assolve l’Italia

Foto: Ap/LaPresse

Si torna a parlare del caso Giuliani in queste ore, la corte di Strasburgo, infatti, ha assolto l’italia riguardo le accuse di aver responsabilità sulla morte di Carlo Giuliani avvenuta, come ricorderete, durante gli scontri tra manifestanti e forse dell’ordine, in occasione del G8 di Genova.

A presentare ricorso alla Corte Europea, nel 2002, sono stati i famigliari di Carlo Giuliani, che avevano dichiarato che non si sarebbero arresi.

“Silvio Forever” l’autobiografia di Silvio Berlusconi

Foto: Ap/LaPresse

Sono serviti circa tre anni di lavoro e 700mila euro di spese, solo per il montaggio. Sono questi i numeri del film in uscita nelle sale italiane il prossimo 25 Marzo 2011, dove hanno lavorato Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo (alla scrittura), Roberto Faenza e Filippo Macelloni (alla regia). Il film è incentrato sulla storia di Silvio Berlusconi, il personaggio politico più discusso in questo periodo, che ormai si muove all’interno della politica da ormai 17 anni.

Inizialmente il film voleva raccontare la politica italiana a 360gradi, «Ci siamo resi conto subito – dicono i due giornalisti del Corriere della sera – che non saremmo neanche riusciti a fare le didascalie: tutto è così mobile nella politica italiana…».