11 Settembre, nuovo allarme attentato in USA

 

Domenica prossima si celebreranno i dieci anni dall’attentato alle torri gemelle di New York. Era l’11 settembre del 2001, quando due aerei vennero dirottati per poi schiantarsi contro le torri gemelle, i due edifici più alti in assoluto nella grande mela. Questo attentato diede il via alla così detta guerra contro il terrorismo, la quale portò all’uccisione del leader Osama Bin Laden nell’anno 2011.

A dieci anni da questo attentato, c’è ancora paura negli Stati Uniti e le ultime voci, lasciano pensare alla possibilità di un nuovo attentato terroristico. Secondo quanto riporta la CNN, tre persone di cui una con nazionalità americana, sarebbero entrati negli stati Uniti per organizzare un nuovo attentato con un veicolo-bomba proprio il giorno del decimo anniversario. Il presidente Barack Obama ha dichiarato che bisogna “raddoppiare gli sforzi”.

Gheddafi, nega la fuga e parla di guerra psicologica

 

Muammar Gheddafi torna a farsi sentire, questa volta tramite un messaggio audio mandato in onda da una tv di Damasco, la tv Al Rai. Dallo scorso 23 Agosto, quando i ribelli hanno preso il suo bunker a Tripoli, sono stati molti i messaggi audio che Gheddafi ha inviato alle TV, sue immagini, però, non si vedono dallo scorso 12 giugno. In questo suo ultimo messaggio audio Gheddafi ha ironizzato sulla sua possibile fuga ed ha parlato di guerra psicologica da parte della Nato, inoltre, ha dichiarato nuovamente che l’invasore verrà sconfitto.

“Hanno detto negli ultimi giorni di aver visto Gheddafi in un convoglio verso il Niger – così il colonnello commenta le notizie sulla sua fuga -. Quanti convogli di contrabbandieri e mercanti, persone, transitano ogni giorno nel deserto diretti in Sudan, Ciad, Mali o Algeria. Come se fosse la prima volta che un convoglio attraversa verso il Niger!”

Morte le gemelline siamesi a Bologna

Sono morte alle ore 20:40 di ieri, le gemelline siamesi tenute sotto osservazione all’ospedale S.Orsola-Malpighi di Bologna dopo la prime complicazioni avvenute lo scorso 29 Luglio 2011. Le due bambine erano nate con un cuore ed il fegato condiviso, questo ha subito fatto impensierire i medici. Lucia e Rebecca erano nate a fine Giugno presso lo stesso ospedale, l’estrema condizione clinica è stata presentata nel bollettino di Martedì sera, quando i medici hanno segnalato un “progressivo ed incalzante quadro di aggravamento delle condizioni generali, con modesta risposta ai trattamenti”.

Ulteriori interventi clinici non erano previsti in quanto le condizioni di salute delle piccole non lo permettevano. Le due gemelline erano riuscite a mantenere per un certo periodo un equilibrio per la distribuzione degli scambi gassosi e del metabolismo, situazione che però non è stata mantenuta così a lungo.

Arrestato il vandalo di Piazza Navona

Nella giornata di Sabato scorso, i Carabinieri di Roma hanno analizzato alcuni danneggiamenti che sono stati portati a termine sulla Fontana del Moro a piazza Navona e su fontana di Trevi. Subito sono scattate le ricerche di chi possa essere stato il colpevole, anche grazie all’aiuto delle telecamere posizionate intorno per monitorare i monumenti.

Nella notte di Domenica i carabinieri di Roma, hanno arrestato un uomo che somigliava di corporatura, all’uomo immortalato nelle immagini delle telecamere. Il nucleo mobile, lo ha fermato in via dell’Anima. L’uomo sprovvisto di documenti, ha affermato di essere stato lui ha danneggiare i due monumenti. Afferma di essere romano e di avere 52 anni.

11enne nuda e morta ritrovata in un sacchetto di plastica in Argentina

Nuda e senza vita. Così è stata ritrovata dopo più di 10 giorni di ricerca l’undicenne Candela Sol Rodriguez. L’intero paese è sotto shock per questa notizia, tanti i messaggi di cordoglio che hanno raggiunto la famiglia della bambina. Da Ricky Martina a Pablo Zambaleta, tutti si sono riuniti intorno ad una famiglia martoriata dal dolore. Il riconoscimento del cadavere è stato fatto dalla madre della bambina, la quale prima di svenire ha urlato “Mio Dio, hanno ucciso la mia bambina!”.

Attualmente tra le ipotesi di indagine, una vendetta contro il padre della piccola, rinchiuso in carcere perché facente parte di un’organizzazione specializzata nel furto di camion. Le minacce arrivate alla famiglia, parlavano di sacrificio della piccola: “Se non pagate entro la fine della settimana la bambina verrà sacrificata”. Un’altra pista seguita dagli inquirenti è quella riguardante il traffico di essere umani.

Chiesto un riscatto per l’operatore di Emergency rapito in Sudan

I rapitori di Francesco Azzarà, il cooperante italiano di Emergency rapito il 14 a Nyala, nel Sud Darfur, avrebbero chiesto un riscatto al governatore Abdulamid Musa Kasha, secondo quanto riferito proprio da quest’ultimo. Azzarà sarebbe infatti stato rapito da una banda della tribù filogovernativa rezegat, alla quale appartiene lo stesso governatore e il suo vice Abdul Karim Mussà. Quest’ultimo proprio ieri aveva affermato: “La vicenda sarà risolta rapidamente”, e assicurato che il cooperante italiano “sta bene, sia dal punto di vista fisico che psicologico“, e fatto sapere che il governo locale non intende pagare nessun riscatto.
La notizia del riscatto non è però stata confermata da Emergency, l’organizzazione umanitaria fondata da Gino Strada: “Non ci risulta sia stato chiesto alcun riscatto” hanno fatto sapere. Emergency ha inoltre inviato un team a Nyala per seguire sul posto le indagini sul rapimento, che seguirebbero due o tre piste, una a Nyala, le altre verso Jebel Marra, ma è stato comunque chiesto il massimo riserbo.
L’organizzazione è comunque molto amata in Sudan, dove gestisce anche un ospedale cardiologico di primissimo livello nella capitale Khartoum, oltre all’ospedale pediatrico di Nyala: la speranza è quindi che il governatore e il suo vice facciano pressioni sui rapitori affinchè rilascino al più presto il cooperante italiano.

Italiana, sequestrata e stuprata per due giorni a Lisbona

Seviziata, rapita e stuprata per due giorni. E’ la tragica vicenda di un italiana in vacanza in Portogallo. La ragazza sarebbe stata tenuta rinchiusa all’interno di una stanza, di un albergo ad ore, per due giorni di seguito. Tutto inizia sabato scorso, quando la ragazza arrivata a Lisbona incontra un  42enne originario di Capo Verde, il quale le offre un passaggio verso l’albergo dove la ragazza doveva alloggiare.

L’uomo invece di portarla nel suo albergo, l’ha condotta in un albergo ad ore, dove le ha sequestrato i documenti e la stuprata e violentata. Lunedì scorso l’uomo l’ha liberata e la ragazza è riuscite a contattare la sorella in Italia, la quale grazie all’aiuto della polizia è riuscita a far partire la denuncia verso il portogallo. Grazie alla descrizione dell’uomo e della stanza dove alloggiava, la polizia spagnola è riuscita subito ad arrestarlo.

Rapinano distributore di benzina ed uccidono il gestore

Normalmente le rapine, siamo soliti “vederle” in orario notturno, oppure durante la chiusura del negozio o locale preso di mira dai malviventi. Quella che invece vi andiamo a raccontare oggi è una rapina avvenuta in pieno giorno, erano circa le 15:00, su una delle strade principali di Roma, sulla via Aurelia al chilometro 43,4 nel comune di Cerveteri.

Due malviventi si sono recati presso il distributore di benzina gestito da Mario Cuomo, l’uomo avrebbe compiuto proprio ieri 62 anni, per attuare la loro rapina. Arrivati al distributori in scooter a volto scoperto, i due hanno sparato alcuni colpi d’arma da fuoco nei confronti del gestore del distributore e di suo fratello.

Quarta notte di scontri a Londra, morto un ragazzo

A Londra è iniziata la quarta notte consecutiva di scontri, iniziati sabato sera, nel quartiere di Totthenham, dopo l’uccisione di un pregiudicato di colore da parte della polizia. Le violenze si sono poi estese ad altre città inglesi, facendo registrare centinaia di arresti.
C’è anche una prima vittima, un ragazzo di 26 anni ferito ieri sera a Croydon, un sobborgo londinese, e deceduto oggi in ospedale. Degli scontri nella capitale inglese ha parlato oggi anche il premier David Cameron, tornato a Londra dalla Toscana, dove si trovava in vacanza con la moglie: “Faremo tutto il possibile per riportare Londra e il Regno Unito alla normalità. Chi è abbastanza grande da esser punito, sarà punito. E i rivoltosi sentiranno la dura forza della legge” ha affermato Cameron, annunciando che, da stanotte, saranno schierati sedicimila poliìziotti a difesa della città.
Intanto, si contano ben ventunomila chiamate d’emergenza in una sola notte, contro le normali cinquemila, decine di agenti feriti, di cui uno in maniera grave, centinaia di automobili incendiate e di negozi presi d’assalto, tra i quali quelli del marchio Footlocher, e gli sportelli della banca Barclays. 

Yara Gambirasio sarebbe morta di freddo

Secondo le prime indiscrezioni sulla relazione dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, la quale dichiara che Yara Gambirasio sarebbe morta di freddo nel campo dove è stata ritrovata il 26 febbraio scorso. La relazione nei prossimi giorni verrà consegnata al pm, Letizia Ruggeri. Una relazione di circa cento pagine, iniziata la sera stessa che è stato ritrovato il corpo della ragazza.

Il pm ha comunque comunicato che non verrà resa pubblica e che non si terranno conferenze stampa in merito a questa nuova notizia. Sempre secondo questa relazione, nessuna delle ferito ritrovate sul corpo di Yara sarebbe stata mortale, smentita anche la teoria del ritrovamento di una seconda traccia di DNA sulla parte pubica della ragazzina.

 

Scontri Londra, altra notte di fuoco

 

Altra notte di scontri a Londra. Dopo la protesta dello scorso Sabato notte a Tottenham, anche ieri ci sono stati nuovi scontri tra polizia e manifestanti. Circa 100 persone arrestate e 35 agenti feriti. Scotland Yard ha arrestato tutte le persone sorprese a rubare nei negozio dopo aver distrutto le vetrine con pietre e altro.

Brixton è stato il luogo più caldo ieri. Una centinaio di persone ha saccheggiato un grande magazzino lanciando pietre contro gli agenti giunti per fermarli. Questi scontri sarebbero stati organizzati principalmente su Internet grazie ai social network, il tutto sarebbe nato da una protesta nella notte fra sabato e domenica nel quartiere di Tottenham, durante una manifestazione per protestare contro la morte di Mark Duggan, un pregiudicato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia.

Libia, ucciso uno dei figli di Gheddafi [AGGIORNAMENTO]

Foto: Ap/LaPresse

Uno dei figli di Muammar Gheddafi è rimasto ucciso in uno dei Raid della Nato questa notte nella città di Zitlen. Khamis è rimasto ucciso in uno dei raid nato a 150 km da Tripoli nella città di Zitlen obiettivo dei ribelli di Misurata. I ribelli in queste ore sono costretti a ritirarsi nella periferia della città in quanto le truppe di Gheddafi avanzano macinando terreno ogni giorno.

Sono 32 le persone che hanno perso la vita complessivamente in questo ultimo colpo della Nato. Diverse esplosioni hanno scosso la capitale della Liba in questa notte. Secondo la tv libica sono stati colpiti “siti civili e militari” a Khellat Al-Ferjasn, “bersaglio dei raid dell’aggressore colonialista crociato”.

Immigrazione, l’ennesima tragedia: “Decine di morti in mare”

Foto: AP/LaPresse

E’ successa un’altra tragedia dell’immigrazione, l’ennesima, questa mattina al largo di Lampedusa. Un rimorchiatore cipriota aveva prestato i primi soccorsi e segnalato alla Centrale operativa delle Capitanerie di porto un barcone in avaria a 90 miglia dall’isola, ed era partito subito da Catania un elicottero della Guardia Costiera, che aveva poi calato sulla barca un cestello con acqua e generi di prima necessità.
Successivamente, alle 14.40, quattro motovedette hanno raggiunto il barcone, ed iniziato il trasferimento degli occupanti, ormai stremati, per il trasferimento al porto di Lampedusa. Tre di loro erano gravemente disidratati, tra questi anche una donna incinta.
Anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli e il comandante della Capitaneria di porto di Pantelleria, Giovanni Nicosia, hanno seguito le operazioni di soccorso.
Stando a quanto riferito dai primi superstiti, durante il viaggio in mare decine di migranti sarebbero morti di stenti e di fame, e i loro cadaveri sarebbero stati abbandonati in mare. Una delle quattro marocchine soccorse dalla Guardia Costiera avrebbe raccontato: “Eravamo trecento, ma un centinaio, sopratutto donne, non ce l’hanno fatta e gli uomini sono stati costretti a buttare in acqua i loro corpi“.
Il motore sarebbe infatti andato in avaria poco dopo la partenza
, e il barcone sarebbe rimasto per giorni in balia delle onde.Le forze dell’ordine, tuttavia, devono ancora vagliare queste prime testimonianze.

Muore bambino folgorato in campo rom a Roma

Foto: Ap/LaPresse

Un bambino Rom di quasi un anno è morto folgorato ieri, al campo nomadi di Tor Di Cenci a Roma. Il bambino giocando ha toccato un file elettrico scoperto del frigo che si trova dentro il container della nonna, e la forte scarica di corrente lo ha ucciso. Inutile il trasporto al vicino ospedale Sant’Eugenio. I genitori del bambino hanno circa 22 anni e vivono insieme alla nonna.

Intorno alle 14:45 di ieri è avvenuta la tragedia. Saputa la disgrazia, decine di nomadi si sono presentati davanti all’ospedale Sant’Eugenio per mostrare il loro supporto alla famiglia del bambino, alcuni, in lacrime, gridavano “è il loro unico figlio”.  Il tema dei campi nomadi romani è stato affrontato centinaia di volte e questa ennesima tragedia alimenta solo nuove polemiche politiche.