Napolitano: “Uscire da contrapposizioni”. Berlusconi: “Sono d’ accordo”

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita ufficiale a Bergamo, ha fatto accenno alla situazione politica attuale, e, pur ribadendo che non intende “interferire nella dialettica politica”, ha invece affermato di voler tutelare l’ unità nazionale “Che si esprime nel complesso delle istituzioni, le istituzioni sono il mio solo punto di riferimento”. Napolitano, comunque, auspica che per quel che riguarda il federalismo, in discussione alle Camere proprio in questi giorni, e le riforme “Si esca dalla spirale delle contrapposizioni”, e ritiene che ormai si sia a buon punto per tali riforme, grazie anche, ha spiegato, ad “Un clima di corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale”.
Il capo dello Stato si è inoltre recato in visita alla redazione del quotidiano locale, “L’ eco di Bergamo”, e qui ha lanciato un appello affinchè anche l’ informazione sia “più responsabile, più pacata”, e non un’ “informazione gridata”, e a che venga dato il giusto spazio alle notizie di politica internazionale, e non solamente alla cronaca nera e giudiziaria. Napolitano si è anche rivolto ai giovani, ricordando come, dopo la seconda guerra mondiale e con la Cosituente, “Al di là di tutte le contrapposizioni politiche prevalse l’ impegno di una forte volontà a costruire condizioni migliori per il nostro paese”, e ha quindi aggiunto: “Date voi il vostro contributo perchè si ricrei questo clima nell’ interesse delle giovani generazioni”.

Dossier sulla Boccassini, perquisizione al “Giornale”. Indagato membro del CSM

La sede romana del quotidiano “Il Giornale” e l’ abitazione della giornalista Anna Maria Greco sono state perquisite stamattina nell’ ambito di un‘ indagine che vede anche indagato per abuso d’ ufficio il consigliere “laico” della Lega al CSM, Matteo Brigandi, che avrebbe passato al quotidiano di Sallusti le carte di un vecchio dossier, poi archiviato, aperto negli anni Ottanta dal CSM a carico del procuratore aggiunto di Milano ed ex pm Ilda Boccassini. La Boccassini, infatti, è uno dei magistrati che sta conducendo l’ inchiesta relativa al “Ruby-gate” che vede coinvolto il premier: nell’ articolo, pubblicato qualche giorno fa dal “Giornale” con il titolo “La doppia morale di Boccassini”, si ricordava come il magistrato, nel 1982, fu “sorpresa in atteggiamenti amorosi” con un giornalista di “Lotta Continua”. In proposito, si affermava sempre nell’ articolo: “Davanti al CSM si difese come paladina della privacy. E fu assolta. Ora fruga nelle feste di Arcore, ma allora parlò di “tutela della sfera personale”.

Dura la reazione del quotidiano, che, in una nota, considera le perquisizioni “Un nuovo tentativo di mettere il bavaglio alla libertà di informazione e al Giornale in particolare dopo le perquisizioni di pochi mesi fa al direttore, Alessandro Sallusti, al vicedirettore, Nicola Porro, e alla redazione milanese del quotidiano per l’ affaire Marcegaglia”. Il direttore Sallusti se la prende con quella che definisce “la casta dei magistrati” , che, accusa, “per l’ ennesima volta mostra il suo volto violento e illiberale”. Anche il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, ha difeso i colleghi del “Giornale”, dichiarando: “Nello scontro politica-magistratura non possono essere chiamati a pagare i giornalisti se danno notizie, ancorchè su di esse e sulla loro valenza in termini di carattere pubblico, ciascuno possa avere opinioni diverse”.

Le opposizioni bocciano la proposta di accordo del premier. Berlusconi: “Irresponsabili”

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Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in una lettera inviata al Corriere del Sera, aveva oggi lanciato la proposta di un accordo con le opposizioni per affrontare principalmente i temi economici e fare insieme “un piano per le crescita”, ma le opposizioni hanno bocciato compattamente tale proposta. Il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, spiega: “Noi nel ruolo che abbiamo siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità,. ma lui deve fare un passo indietro e togliere dall’ imbarazzo se stesso e il Paese”. Dello stesso tenore anche le parole del vicesegretario del PD, Enrico Letta, che afferma: “Ora il confronto sulle riforme noi lo vogliamo ma o con un nuovo premier di centrodestra, oppure con Berlusconi ma in campagna elettorale”.
Anche il Terzo Polo chiude il dialogo, con Pierferdinando Casini dell’ UDC che dichiara: “Chi sta al governo fa, non scrive sui giornali”, mentre Francesco Rutelli dell’ API definisce la proposta del premier “un inganno” e per Adolfo Urso, di Fli, il Cavaliere è “poco credibile e molto confuso”. Della stessa opinione anche l’ IDV, mentre, per  Nichi Vendola, l’ accordo proposto dal premier “è patetico e tardivo”.

Caso Ruby, la Giunta della Camera: rinviare gli atti ai giudici. Protesta l’ opposizione

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La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha deciso oggi pomeriggio, con 11 voti a favore e 8 contrari (oltre a due assenti, Consolo di Fli e Rossomando del PD) di restituire gli atti sul “caso Ruby ” alla Procura di Milano, poichè la competenza dell’ indagine spetterebbe al Tribunale dei ministri. Hanno votato per il si PDL, Lega e gruppo dei “Responsabili”, mentre a favore del no si sono schierati PD, IDV, UDC e FLI. Adesso toccherà comunque alla Camera pronunciarsi in maniera definitiva sulla questione.

Mauro Paniz, membro della Giunta per il PDL, ha spiegato la tesi della maggioranza, per la quale la competenza non sarebbe del tribunale di Milano bensì del Tribunale dei ministri, perchè il premier Berlusconi, quando telefonò  in questura per scagionare Ruby, avrebbe agito per motivi istituzionali, credendo che si trattasse effettivamente della nipote del presidente egiziano Mubarak.
Qualora, invece. si fosse seguita la strada del “fumus persecutionis”, rispondendo solo si o no alla richiesta di perquisizione degli uffici del ragionere del premier, Giuseppe Spinelli, il voto sarebbe stato segreto, e ciò avrebbe potuto comportare dei rischi. Se venisse confermata la competenza del Tribunale dei ministri, gli atti della Procura sarebbero nulli, perchè si potrebbe sostenere che questa abbia agito pur sapendo di non essere competente, “per mero intento persecutorio”.

Il caso Ruby alla giunta per le autorizzazioni della Camera

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La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha inziato a riunirsi oggi, tra le polemiche, per decidere in merito alla richiesta del tribunale di Milano di perquisire gli uffici del tesoriere di Silvio Berlusconi. Nella sua relazione, il relatore di maggioranza Antonio Leone, del PDL, ha chiesto che venisse negata l’ autorizzazione a procedere, in quanto vi sarebbe l’ evidenza di un “fumus persecutionis“, un “intento persecutorio“, dei pm nei confronti del premier.

Di diverso parere i gruppi dell’ opposizione, del PD, dell’ IDV e del Terzo Polo, per i quali “la relazione di Leone è tutta improntata su questioni procedurali, cavilli e tatticismi disattesi sia dalle norme che dalle pronuncie della Corte Costituzionale”, senza, aggiungono, “nessun accenno ai gravissimi fatti che hanno dato origine a questa vicenda giudiziaria”. Il dibattito si avvierà domani, mentre il voto arriverà entro giovedì.

Gli avvocati di Berlusconi hanno integrato la documentazione con 29 verbali degli interrogatori condotti nel corso delle indagini difensive. Il PD si è mostrato però critico con le scelte dei legali del premier, con la capogruppo in commissione giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, che ha dichiarato: “La giunta per le autorizzazioni della Camera è chiamata a verificare l’ esistenza del fumus persecutionis, non certo ad entrare nel merito di una indagine in corso. Il tentativo degli avvocati del premier di parlamentarizzare il caso Ruby è pertanto inaccettabile. La sede competente è la Procura di Milano.”

Telefonata di Berlusconi a L’Infedele: botta e risposta con Lerner TESTO – VIDEO

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E’ accaduto durante la trasmissione L’Infedele in onda nel corso della serata su La 7. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, chiama per esprimere il proprio disappunto rispetto a modi e contenuti del programma. Gad Lerner subisce un attacco verbale di oltre un minuto ma replica in maniera tempestiva. Testuale:

Lerner: Buonasera presidente Berlusconi, mi sente?
Berlusconi: Sì, buonasera
Lerner: Buonasera a lei
Berlusconi: Mi hanno chiamato invitandomi a sintonizzarmi su L’Infedele. Sto vedendo una trasmissione disgustosa: una conduzione spregevole, turpe, ripugnante…
Lerner: Allora, lei ha già insultato abbastanza…
Berlusconi: …ho sentito delle tesi false…
Lerner: …perchè non va dai giudici invece di insultare?
Berlusconi: …opposte alla realtà, lontano dal vero, distorte. Ho visto una rappresentazione della realtà all’incontrario del vero. Avete offeso…

Caso Ruby, Bertone: “Santa sede turbata”. Bossi invita alla calma il premier

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Il “caso Ruby”, che vede coinvolto il premier Berlusconi, continua a suscitare prese di posizione nel mondo politico e istituzionale: oggi, in particolare, si è pronunciato il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di una cerimonia di inaugurazione: “La Santa Sede segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di responsabilità sopratutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana” ha affermato Bertone, richiamando chi ricopre cariche politiche ed istituzionali importanti ad “una più robusta moralità, di un senso di giustizia e legalità.” E, rispondendo a chi gli domandava se condividesse, quindi, il turbamento di Napolitano, il cardinale ha risposto: “Avete visto la nota del Quirinale pubblicata dall’ Osservatore romano”.

Oggi, anche il quotidiano dei vescovi, l’ Avvenire, si è espresso in maniera piuttosto critica sulla vicenda, titolando a tutta pagina “Tensione altissima, al livello di guardia”, in riferimento all’ attacco del premier ai pm di Milano sferrato con il videomessaggio di ieri, e pubblicando integralmente il testo di un appello sul caso Ruby del “Movimento politico per l’ unità”, a cui aderiscono parlamentari cattolici di tutti gli orientamenti politici. Nel testo dell’ appello si legge: ” Il turbamento dell’ opinione pubblica sottolineato dal presidente della Repubblica per le gravi ipotesi di reato del premier-concussione e sfruttamento della prostituzione minorile– è anche il nostro” e, nella conclusione, viene affermato : “Vogliamo dunque cogliere l’ occasione per una rigenerazione morale e corale per far compiere alla società un soprassalto di dignità ed aprire una fase nuova“.

Berlusconi: “Pm da punire”. Il Terzo polo: “Si dimetta o elezioni”

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La giunta per le autorizzazioni della Camera ha rinviato l’ esame degli atti sul “caso Ruby“, in cui è coinvolto il premier, a martedì prossimo, su richiesta del relatore Antonino Leone, del PDL. Berlusconi già ieri aveva fatto sapere di non avere alcuna intenzione di presentarsi davanti alla Procura di Milano, che secondo i suoi avvocati non sarebbe competente, nè tantomeno di dimettersi: “Siete matti? Mi sto divertendo” aveva detto ai giornalisti.
Oggi, con un messaggio destinato ai Promotori della Libertà, diffuso in serata, il presidente del Consiglio è partito al contrattacco nei confronti dei magistrati milanesi, ribadendo di voler continuare a governare e fare una riforma della giustizia per impedire che giudici di sinistra possano destituire chi è stato eletto democraticamente, continuando a parlare di persecuzione giudiziaria, e sostenendo l’ inconsistenza delle accuse e che, nel “caso Ruby”, vi sarebbe stato un dispiegamento di mezzi e di forze sproporzionato. Inoltre, oltre a respingere ogni accusa, ha anche parlato di violazione di principi costituzionali, e di non voler recarsi dai pm di Milano, che non sarebbero competenti in merito.

Il pentito Ciaramitaro: “Berlusconi dietro le stragi del ’93”

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Se il “caso Ruby”  sta attualmente mettendo in imbarazzo il premier e in subbuglio l’ intero mondo politico, da Firenze, dove è in corso il processo per le stragi di mafia del ’93, stanno giungendo altre rivelazioni, per ora tutte da verificare, ma che, se confermate, sarebbero altettanto, se non più gravi: il pentito Giovanni Ciaramitaro, infatti, tira in ballo direttamente Berlusconi, che avrebbe “suggerito” gli obiettivi degli attentati. Ciaramitaro avrebbe appreso queste informazioni dall’ allora boss Francesco Giuliano: “Mi disse” ha spiegato” che erano stati dei politici a dirgli questi obiettivi, questi suggerimenti, e in un’ altra occasione mi fece il nome di Berlusconi. La ragione delle stragi era l’ abolizione del 41 bis, l’ abolizione delle leggi sulla mafia. Le bombe le mettevano per scendere a patti con lo Stato.” E aggiunge: “Mi disse che c’era questo politico, che ancora non era un politico, ma che quando sarebbe diventato presidente del Consiglio avrebbe abolito queste leggi. Poi mi disse che era Berlusconi.”

In aula, oggi, ha deposto anche il pentito Pasquale Di Filippo, che ha spiegato: “Da quando avevo 20 anni mi hanno sempre detto che cosa votare politicamente”, e quindi, ha aggiunto, “Nel ’94, quando ci sono state le elezioni in Sicilia, abbiamo votato tutti per Berlusconi, perchè Berlusconi ci doveva aiutare, doveva far levare il 41 bis. “Di Filippo avrebbe parlato di ciò anche con Leoluca Bagarella, allora ai vertici della mafia, specie dopo l’ arresto di Riina,: “Io” ha detto ” mi sono lamentato con Bagarella personalmente, dicend0gli che là (nelle carceri) ci stanno ammazzando a tutti. Perchè ancora non ha fatto niente? Lui mi ha risposto in siciliano: In questo momento lascialo stare perchè non può fare niente.”, e avrebbe aggiunto: “Appena ci sarà la possibilità ci aiuterà.

I giudici: “Giovani prostitute da Berlusconi”. Ruby: “Gli ho chiesto cinque milioni”

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I giudici milanesi hanno inviato oggi alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera la “domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi”, perquisizioni che dovrebbero essere svolte in particolare presso alcuni uffici di Segrate, per il noto “caso Ruby”, la giovane ragazza marocchina che sarebbe stata spesso ospite presso la residenza di Arcore del premier. Ma, se già nella stessa richiesta di autorizzazione a procedere l’ accusa viene formulata in maniera piuttosto esplicita (“Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ ultimo”, vi si legge infatti), sarebbero le intercettazioni e le citazioni da atti giudiziari a rendere più torbido lo scandalo, se venisse tutto confermato.

In un’ intercettazione, ad esempio, verrebbe detto:” Lo chiamano tutte “Amore, tesorino”. Non puoi nemmeno immaginare quello che avviene lì...Nei giornali appare molto meno della verità anche quando lo massacrano“. E, per quel che riguarda la questione della sicurezza del premier, per la quale questi era stato convocat0 al Copasir, dove però non è andato, una ragazza intercettata affermava: “Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. E’ molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri”.

Fiat Mirafiori: i dieci punti dell’accordo e gli scenari futuri

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Dalla Topolino al primo suv dell’Alfa Romeo. Lo stabilimento Mirafiori di Torino, inaugurato da Mussolini nel ’39, dopo la firma dell’accordo tra sindacati e Fiat e il si’ all’intesa dei lavoratori si prepara ora a una nuova sfida: rilanciare nel mondo i prodotti del Lingotto, e del marchio Alfa Romeo in particolare. Per farlo la Fiat mettera’ sul tavolo investimenti per un miliardo di euro, stando alle parole dell’ad del Lingotto Sergio Marchionne. Piu’ della meta’ delle 280mila vetture che li’ saranno prodotte ogni anno dalla seconda meta’ del 2012, sara’ destinato ai mercati extra europei, agli Stati Uniti in particolare.

Fiat, Mirafiori: il referendum vinto dai sì con il 54,05%. Marchionne: “Svolta storica”

Passa sul filo di lana il referendum sull’accordo per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori firmato il 23 dicembre scorso, da Fim, Fismic, Uilm, Ugl e Associazione quadri. Dopo quasi 10 ore di scrutinio, nei 9 seggi, oltre a quello del turno di notte, il risultato ha assegnato la vittoria al si con 2.735 voti, pari al 54,05%.

Il no si è fermato a 2.325 voti, pari al 45,95%. Per la prima meta’ dello scrutinio, riguardante i seggi dove hanno votato gli operai addetti al montaggio, si era avuta una predominanza del no, poi con lo scrutinio del quinto seggio, quello degli impiegati, il risultato si è ribaltato. In totale i voti validi sono stati 5.060, mentre le schede bianche o nulle sono state 59. I votanti, quindi, sono stati 5.119, su 5.431 aventi diritto.

Ruby spesso ad Arcore, Berlusconi indagato: “Rapporti con minorenne”

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Nuovi guai giudiziari per  Silvio Berlusconi, che, dopo la bocciatura di ieri della legge sul “legittimo impedimento” da parte della Consulta, dovrebbe quindi presentarsi davanti ai giudici, questa volta per concussione e prostituzione minorile, per via del “caso Ruby”. La procura di Milano, che conduce l’ indagine, intende procedere con rito immediato, sostenendo di avere “ prove evidenti”, e ha notificato un ordine di comparizione al premier, indicando tre date in cui dovrebbe comparire davanti ai magistrati: il 21, il 22 e il 23 gennaio.

Per gli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, “la procura di Milano non è competente“, poichè, per quanto riguarda la concussione, “la competenza funzionale è pacificamente del Tribunale dei Ministri,” mentre per l’ accusa di prostituzione minorile, sarebbe competente territorialmente il tribunale di Monza. Per i legali, inoltre, “Si tratta di una gravissima intromissione nella vita privata del presidente del Consiglio”, e sostengono che il premier non abbia mai avuto rapporti sessuali con la ragazza, e quindi, il caso sarà archiviato.

La Consulta boccia “parzialmente” il legittimo impedimento. Protesta il PDL, Ghedini “soddisfatto” e Berlusconi… eccolo in FOTO

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La Corte Costituzionale si è oggi pronunciata sulla legge sul legittimo impedimento, dandone una bocciatura solo parziale, ma stravolgendone di fatto l’ impianto. Il verdetto è arrivato nel pomeriggio, verso le 16.30, dopo una lunga camera di consiglio, con 12 voti favorevoli e 3 contrari. Per i giudici, si pone una questione di illegittimità sul comma 4 dell’ articolo 1 (sull’ “impedimento continuativo)  mentre sarebbe parzialmente incostituzionale il comma 3, prevedendo così che deve essere il giudice a valutare, caso per caso, l’ esistenza di motivi di legittimo impedimento per il premier e i ministri, che quindi non scatterebbe in maniera automatica.
La legge, quindi, sarebbe in parziale contrasto con gli articoli 3 e 138 della Costituzione, riguardanti l’ uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la necessità di una legge costituzionale.

Il premier ha fatto sapere, tramite una nota, che per ora non intende commentare, anche se domanì interverrà telefonicamente alla trasmissione televisiva “Mattino cinque”. I suoi avvocati, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno fatto sapere di rispettare la sentenza e di essere comunque soddisfatti, perchè “la legge sul legittimo impedimento nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace. “I giudici avrebbero comunque “equivocato” la natura della norma.