Ballarò, la lotta politica in Italia

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Stasera a Ballarò Dario Franceschini e Sandro Bondi.

Un paese dove maggioranza e opposizione si scambiano accuse durissime, in cui anche una sentenza civile porta a parlare di elezioni anticipate o di “piano eversivo”, è un paese che deve aspettarsi che cosa?

I fatti, la politica, la speranza nella puntata di Ballarò in cui Giovanni Floris ospita, tra gli altri, il segretario del PD Dario Franceschini, il ministro ai Beni Culturali Sandro Bondi, l’economista Tito Boeri, l’architetto Paolo Portoghesi, il giornalista Paolo Mieli, presidente di RCS libri“.

La puntata, naturalmente, è aperta dalla copertina satirica di Maurizio Crozza.

Nel frattempo la redazione del programma fa sapere, con orgoglio, che in base a una ricerca Demos pubblicata da Repubblica, è proprio Ballarò la trasmissione informativa di cui gli italiani si fidano di più.

Rsf, Italia al 49esimo posto

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“La libertà di stampa deve essere difesa dappertutto nel mondo, con la stessa forza e la stessa pregnanza”, dice Jean-François Julliard, nel commentare la pubblicazione dell’ottava classifica mondiale della libertà di stampa di Reporters sans frontières, presentata oggi.

E, naturalmente, ne ha subito anche per noi, italiani. “E’ inquietante constatare che democrazie europee come la Francia, l’Italia o la Slovacchia continuino, anno dopo anno, a perdere posizioni nella classifica. L’Europa dovrà dar prova di esemplarità nell’ambito delle libertà pubbliche. Come denunciare le violazioni commesse nel mondo, se non si è irreprensibili nel proprio territorio? L’effetto Obama, che ha permesso agli Stati Uniti di guadagnare 20 places, non basta a rassicurarci”. RSF si dice poi particolarmente preoccupata per la situazione in Iran, che si sta drammaticamente avvicinando al “trio infernal”, composto da Eritrea, Corea del Nord e Turkménistan.

Report, una poltrona per due

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Report andrà in onda stasera, domenica 18 ottobre, alle 21.30 su Rai Tre. La puntata di oggi si intitola ”Una poltrona per due” di Sabrina Giannini.

Ecco la Sinossi:
L’incredibile storia di una concorrenza sleale nella civile Romagna che ha portato i poltronifici italiani sull’orlo di una crisi che non ha nulla a che vedere con l’attuale crisi finanziaria. Infatti gli artigiani italiani sono stati sostituiti da imprese cinesi che applicano prezzi dimezzati e insostenibili per chi rispetta le regole. L’inchiesta svela i punti oscuri di una delocalizzazione dentro il territorio italiano dove controllori e associazioni non hanno fatto il loro dovere consentendo il graduale insediamento di imprenditori cinesi che, in Romagna come in molte altre zone produttive italiane, fanno spesso uso di manodopera clandestina oppure pagata in nero.

Annozero, a voi la scelta

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Annozero alla ricerca dell’argomento giusto. Oggi scrivono dalla Redazione, nella periodica newsletter:

Buongiorno,
Cari amici vogliamo la vostra opinione per la prossima puntata di Annozero: Abbiamo due argomenti su cui stiamo lavorando: il primo è un inchiesta sulla crisi delle fabbriche e delle piccole e medie imprese; il secondo tema invece riguarda lo scontro istituzionale che coinvolge le più alte cariche dello stato innestata dalla bocciatura del lodo Alfano. Con quale di questi due volete vederci in onda Giovedì prossimo? Rispondete numerosi! PS vi segnaliamo sulla nostra pagina facebook l’intervista con Sandro Ruotolo sulla trattativa stato-mafia. Grazie La Redazione di Annozero

Che ne dite?

Report, si riparte dal mattone

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Report riparte oggi, domenica 11 ottobre, alle 21.30 su RAI TRE. La puntata si intitola ”La via del mattone” di Bernardo Iovene.

Ecco la Sinossi:
Le norme edilizie in Italia sono le piu’ restrittive d’Europa, eppure in nessun paese europeo e’ possibile costruire abusivamente interi quartieri come da noi. La prima inchiesta di Report, in onda domenica 11 ottobre alle ore 21.30 su Raitre, entrera’ nei meandri della burocrazia in cui si perde chi vuole costruire o ristrutturare seguendo le regole.
In Italia, per una semplice ristrutturazione interna serve quasi 1 anno di tempo per tutti i permessi e circa 5.000 euro tra oneri e bolli, mentre un appartamento in Germania e’ condizionato al rilascio di permessi solo per le altezze, il tetto e i muri esterni. Il regolamento edilizio tedesco e’ raccolto in 3 paginette, quello italiano in 3 libri. Gli abusi in Germania sono rarissimi?
L’inchiesta di Bernardo Iovene analizza poi cosa succede in Italia ad una costruzione abusiva, seguendo tutti i passaggi e i costi che vanno dal sequestro fino alla demolizione e illustrando le situazioni in cui invece si applica il condono
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L’editoriale

Lo dico senza spirito polemico: la manifestazione di oggi per la libertà di stampa per me è incomprensibile. Parola di Augusto Minzolini, direttore del Tg1. Che ha deciso, in diretta, nell’edizione delle ore 20 del primo Tg della Rai, di dare il suo giudizio negativo sulla protesta organizzata a Roma, in piazza del Popolo, dalla Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, sulla libertà di stampa. Un editoriale contro.

Manifestare è sempre legittimo e salutare per la democrazia, ma in un Paese dove negli ultimi tre mesi sono finiti nel tritacarne mediatico Berlusconi, l’avvocato Agnelli, l’ingegner De Benedetti, l’ex direttore di Avvenire, il direttore di Repubblica e tanti altri, denunciare che la libertà di stampa è in pericolo è un assurdo

Bisogna ascoltarlo, per capire cosa pensarne.

Annozero, libertà di stampa e dubbi

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E Franceschini disse: Qui è un altro pesso (leggi: pezzo) della strategia di intimidazione della stampa libera. Continuano le polemiche dopo la prima puntata di Annozero. Ottimo share, certo: il 23% . Ma il ministro Scajola definisce la puntata “spazzatura”. Convoca i vertici Rai. E il governo apre un’istruttoria.

Come spiega Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni (dipartimento del ministero dello Sviluppo):

Sarà avviata ai sensi dell’articolo 39 del contratto di servizio, che prevede per il ministero l’obbligo di curare la corretta attuazione del contratto stesso. Si valuterà poi se richiedere l’intervento dell’Autorità garante nelle Comunicazioni per l’applicazione delle sanzioni

Spazzatura per Scajola. Il presidente del Senato, Renato Schifani, si appella a sua vola “al buon gusto”.

Berlusconi e gli euro, a Porta a Porta

Domandina semplice, a Porta a Porta del 15 settembre (la famosa puntata, sì). Quanto fanno per Silvio Berlusconi 60 miliardi di vecchie lire se convertite in euro?

Videocracy, dalla Svezia a Venezia (senza passare per Rai e Mediaset)

Neppure lo spot. Sia Rai che Mediaset hanno rifiutato di trasmettere gli spot del nuovo film di Erik Gandini: un film che analizza i trent’anni di tv berlusconiana. La Rai ha vietato la messa in onda del trailer del film ‘Videocracy’. Qui il documento che motiva la scelta.

Il film acconta, con una certa criticità, Mediaset: come è nata e come si è evoluta, dalla culla in avanti. Per la Rai, appunto, l’inequivocabile messaggio politico di critica al governo porta alla decisione in oggetto. Decisione comunicata al mondo da Domenico Procacci della Fandango, distributore della pellicola. Decisione fatta pervenire con la letterina di cui sopra, dedicata da viale Mazzini e che spiega quella che in molti hanno già definito censura.

Murdoch, News Corp in perdita e notizie a pagamento

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Anche i ricchi piangono, soprattutto in tempi di crisi. Anche Rupert Murdoch piange. Nel quarto trimestre fiscale, News Corp, che controlla tra gli altri il Wall Street Journal e le emittenti televisive Fox, registra una perdita netta di 203 milioni di dollari. Trattasi di tonfo delle entrate pubblicitarie. L’anno scorso, invece, aveva portato a casa un utile di 1,13 miliardi di dollari.

Sky Italia barcolla: utili per 155 milioni di dollari, in calo di 57 milioni rispetto ai 212 milioni dell’anno scorso. E con tanto di mancato accordo con la Rai. E’ vero, gli abbonati sono cresciuti, ma la crisi si sente.

Mondadori, arriva la fine della guerra di Segrate

Ne parlano in pochi. Ne parla il blog di Beppe Grillo, nella persona di Marco Travaglio a Passaparola. Approfittando del “vento d’estate” per ricostruire grandi storie d’Italia. Qui si racconta la vicenda Mondadori, che sta per arrivare a sentenza, prima o dopo la pausa di agosto. Sentenza che potrebbe segnare la parola fine alla famosa guerra di Segrate, che, tra il 1989 e il 1990, contrappose De Benedetti a Berlusconi per il possesso della Mondadori. Travaglio la racconta.

Crisi della stampa, dove porterà?

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La presunta crisi del Messaggero, l’incombente crisi della libertà di stampa è il titolo di un articolo pubblicato da Articolo 21, a firma Fabio Morabito,
Presidente dell’Associazione Stampa Romana.

Alcuni estratti del pezzo sono interessanti per una riflessione e un dibattito sul concetto di libertà di stampa. Quando il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone acquistò il Messaggero, nel 1996, dal gruppo Ferruzzi, sembrò a molti che l’avesse pagato caro. Trecentocinquantasei miliardi di lire fu la cifra pattuita, ma da pagare a rate. In realtà fu un affare strepitoso. C’erano in cassaforte 50 miliardi di liquidità. E solo il palazzo della sede, e gli altri immobili di proprietà, valevano 60 miliardi di allora. Poi, gli immobili furono girati a un’altra società dell’imprenditore. Così come avvenne con il Mattino, comprato lo stesso anno per una cifra attorno ai cento miliardi di lire, e anch’esso “liberato” dagli immobili.

PDmenoL e Dario F. Berlusconi su YouTube

Il video è di Enrico Ghezzi. Parla di un vero e proprio varco spazio-temporale fra il 1994 e il 2009, un discorso alla nazione, un’identità che si confonde, una politica che va alla deriva, una nazione che osserva e si disinteressa. Dario Franceschini, Silvio Berlusconi, il fu Walter Veltroni, la (le) discesa (discese) in campo.

E strappa una risata – anche amara. Un grazie a Camillo per la segnalazione.

Tg1, il “silenzio pietoso” dell’Idv

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L’Italia dei Valori ha realizzato un dossier sul ‘silenzio pietoso’ del Tg1. Una vera e propria denuncia, secondo il partito di Antonio Di Pietro, in merito al nuovo corso della direzione Minzolini che si caratterizza per la drastica riduzione della politica e per la soppressione della ‘nota’. Nella ricostruziione e analisi fatta dall’Idv, che ha presentato il suo dossier con tanto di conferenza stampa, dai dati del Tg1 emerge chiaramente un affossamento delle notizie principali a favore di notizie di cronaca di secondo piano.

La parola che emerge – e che potrebbe in verità inquitare alcuni – è silenzio. Silenzio sull’Idv, dicono prima di tutto, la cui copertura sarebbe passata da una media intorno all’8% nelle settimane precedenti alle elezioni europee al 3,5% dell’ultima settimana.

E poi silenzio è anche la parola d’ordine nei contenuti politici del Tg1, secondo il dossier.