Salta la trattativa su Mirafiori, Fiat: “Intesa non possibile”

Foto: AP/LaPresse

Si è bloccata nuovamente, senza il raggiungimento di un accordo, la trattativa tra la  FIAT ed i sindacati sul futuro di Mirafiori. L’ azienda stamattina aveva avanzato una nuova proposta, considerata però “peggiorativa” dai sindacati, che avevano chiesto tempo per una valutazione, ma a quel punto è arrivata la rottura, e non si sa se e quando riprenderanno i negoziati. Alle 13.15, la delegazione FIAT ha dichiarato: ” Non esistono le condizioni per raggiungere un’ intesa sull’  investimento.”

Già in mattinata, il Lingotto  aveva  respinto le richieste “migliorative” avanzate ieri dai tre sindacati dei metalmeccanici, Fim, Uilm e Fiom, escludendo anche ogni collegamento tra il contratto dei dipendenti della Nuova Mirafiori ed il contratto nazionale dei metalmeccanici. Per il segretario nazionale della FIOM-CGIl, Maurizio Landini, si “punta a superare il contratto nazionale” e “a cancellare i diritti dei lavoratori”,e si vuole seguire il “modello Pomigliano”.

Sardegna, la protesta dei pastori tra Cagliari e Porto Rotondo

Nonostante le assicurazioni e le garanzie che non sarebbe accaduto, le forze dell’ordine attendevano un blitz dei pastori sardi nei pressi di Villa Certosa, residenza estiva di Silvio Berlusconi: era proprio lì che si era concentrato un gran numero di poliziotti e carabinieri. Hanno atteso invano. Perchè: i pastori sardi sono di parola tanto quanto hanno mostrato (forse semplicemente confermato) di esssere persone tenaci e caparbie.

Capaci di lottare per un diritto. Erano 1.500 i pastori in protesta con il Movimento guidato da Felice Floris: centinaia, invece, i turisti incuriositi e rimasti a osservare quel che stava accadendo nelle località turistiche dell’isola. Porto Rotondo, zona di piazza San Marco: ma insieme ai pastori, a Saassri, si sono uniti numerosi sindaci con addosso la fascia tricolore e una delegazione di operai Vinyls. Una protesta civile e ferma con la volontà di farsi sentire e di mettere al corrente i passanti e i curiosi dei motivi della manifestazione.

Cl Rimini, Marchionne: “Fiat Melfi, la dignità non è patrimonio di tre persone”

La Fiat di Melfi rischia di diventare – in senso lato la struttura, in senso stretto la vicenda dei tre operai prima licenziati e poi reintegrati – emblema di un nuovo modo di intendere più di una contrapposizione: il rapporto tra dipendente e datore di lavoro, quello tra diritti e doveri, dati di fatto e Stato di diritto. Se da un lato l’autorità giudiziaria ha ribaltato la decisione del Lingotto di licenziare il terzetto per aver addirittura sfiorato l’accusa di “sabotaggio” nei confronti dell’azienda, dall’altro arriva il pronto intervento di Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, nel corso del Meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione che si articola in una serie di riflessioni interessanti.

Dal generale al particolare, a partire dalla necessità di percepire il mondo del lavoro in maniera differente: “Fino a quando non ci lasciamo alle spalle i vecchi schemi non ci sarà mai spazio per vedere nuovi orizzonti. Quella alla quale stiamo assistendo in questi giorni è la contrapposizione tra due modelli: uno che si ostina a proteggere il passato, l’altro che guarda avanti. Non siamo più negli anni ’60 e occorre abbandonare il modello di pensiero che vede una lotta fra capitale e lavoro e fra padroni e operai“.

Fiat Melfi, Napolitano sta con gli operai: “Rispettare le regole dello Stato di diritto”

Faccia a faccia netto, senza possibilità di appello, anzi. Neppure la decisione dell’autorità giudiziaria pare essere stata in tal senso risolutrice, visto che i tre operai della Fiat di Melfi – prima licenziati poi reintegrati dal giudice – si sono comunque visti bloccare all’uscio. L’azienda era stata chiara: nonostante il contratto, che andrà rispettato, al lavoro non vi vogliamo. Invece, il trio composto da Barozzino, Lamorte e Pignatelli al lavoro si è presentato eccome. Con l’annunciata situazione per cui, al tentativo di ingresso, sono stati messi alla porta. Motivo per cui i tre, senza perdere tempo e non soddisfatti dal supporto incondizionato della Fiom, si sono rivolti direttamente al Presidente della Repubblica.

A stralci: “Ci rivolgiamo a lei, presidente, perché richiami i protagonisti di questa vicenda al rispetto delle leggi. Signor presidente, per sentirci uomini e non parassiti di questa società vogliamo guadagnarci il pane come ogni padre di famiglia e non percepire la retribuzione senza lavorare. La decisione della Fiat di non reintegrarci nel nostro posto di lavoro è una palese violazione della legge, in uno Stato di diritto non dovrebbe essere neppure consentito di dichiarare a tutti (stampa compresa) di voler disattendere un provvedimento legalmente impartito dalla autorità giudiziaria con ciò mostrando disprezzo per la Costituzione e per le leggi“.

Fiat Melfi, il Lingotto agli operai reintegrati: “Non venite al lavoro”

Non presentatevi negli stabilimenti Fiat di Melfi perchè non ci sarà alcun lavoro per nessuno di voi tre: pressappoco queste le parole utilizzate dai vertici Fiat nei confronti dei tre operai reintegrati dal giudice del lavoro dopo licenziamento per ingiusta causa.

Rispetteremo il contratto”, ribadiscono dalla casa automobilistica ma nella facolta della Fiat rientra anche la possibilità di non utilizzare il trio in alcuna mansione. Pur riconoscendo il contratto in essere. E’ bastato un telegramma – stesso contenuto per ciascuno – per scatenare l’ennesimo putiferio intorno a una vicenda che già ha fatto parlare in precedenza.

Pensioni: aumenta la spesa ma non varia l’importo medio

Il Ministero dell’Economia diffonde i dati relativi alla condizione economica del Paese relativi all’anno 2009: all’interno della Relazione generale che passa in rassegna una annualità, si evince in questa occasione più di un dato per riflettere rispetto ai mutamenti sociali della penisola. Il primo, in realtà, è una duplice sfornata di numeri da leggere in simultanea per riscontrare una evidente diacronia: se da un lato, infatti, la spesa pensionistica della Nazione cresce del 4.3% non vi è altrettanta crescita degli assegni dei pensionati.

In soldoni, privilegi a suon di migliaia di euro per pochi eletti mentre la maggior parte dei cittadini – dopo aver accumulato 35, 40 anni di lavoro – è costretta a pensioni risicate: un pensionato su due riceve meno di mille euro al mese, le donne percepiscono una mensilità più bassa di quella degli uomini (il 27% delle pensioni rosa sono da meno di 500 euro al mese).

Altro dato da mettere in archivio: tra i tipi di pensione, quello più numeroso è composto dalle pensioni di vecchiaia (percepite da 11 milioni e quattrocentomila persone); i gruppi meno corposi sono rappresentati da chi percepisce assegno sociale (334 mila persone) e dai pensionati di guerra (293 mila unità).

Fiat Melfi: reintegro per operai licenziati. La Fiom dichiara vittoria

Tre operai della Fiat Melfi, Potenza, sono stati reintegrati dal giudice del lavoro dopo che l’azienda li aveva prima sospesi (8 luglio) e poi licenziati (14 luglio). Ciascuno torna alle proprie mansioni dopo la dichiarazione di antisindacalità della decisione.

Si tratta di Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino (delegati Fiom) e Marco Pignatelli: al terzetto i vertici del Lingotto dislocato in Basilicata fu contestato il fatto che durante un corteo interno bloccarono un carrello robotizzato che portava materiale a operai non in sciopero. Immediata la reazione di buona parte dei colleghi e dei sindacati, che cercarono di sostenere la posizione dei tre atttraverso cortei e manifestazioni sfociati nell’occupazione simbolica del tetto della Porta Venosina, monumento ubicato nel centro storico di Melfi.

Posto fisso per tutti

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Il posto fisso. Un sogno, anzi piuttosto un’utopia in Italia oggi. Il posto fisso. Le elezioni regionali si avvicinano e si riparla di posto fisso. A farlo è Giulio Tremonti. Chiama il posto fisso la “base sulla quale costruire un progetto di vita e la famiglia, in quanto la mobilità lavorativa non è un valore di per sé”. Giulio, nulla di personale: abbiamo scoperto l’acqua calda? Abbiamo scoperto che la nuova generazione non può neanche lontanamente pensare di comprare casa, accendere un mutuo, avere un figlio? Che i numeri del lavoro in nero – oltre che della precarietà – sono spaventosi e che è ancora più spaventoso viversela?

Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia

ha affermato Tremonti.

Vendola vs Ferrero dall’Annunziata

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La sinistra “comunista” – o quel che ne rimane – si incontra oggi a In 1/2 h, il programma di Lucia Annunziata in onda su RaiTre. Nichi Vendola e Paolo Ferrero ospiti.

Accordo Chrysler-Fiat: l’accordo preoccupa Ferrero, ma non per l’azienda Fiat, quanto per gli operai della Fiat. Perché la produzione italiana dimuinirà, e potrebbe essere deleterio per gli operai italiani di Termini Imerese e delle altre fabbriche. Anche per Nichi Vendola potrebbe non essere solo rose. L’Happy End è ancora tutto da scoprire, e non bisogna fermarsi ai titoloni dei giornali che celebrano Marchionne.

Nichi Vendola parla dello sciopero. Il fondamento della crisi economica che viviamo è nell’idea che la ricchezza si possa produrre con la finanza e non con il lavoro, e questo è molto pericoloso. Deve ritornare l’attenzione sul lavoro reale. C’è un tallone d’Achille nell’accordo Chrysler-Fiat, chiede l’Annunziata? Bisognerebbe conoscere tutte le carte, risponde il Presidente della Regione Puglia. Carte che non si conoscono. E la crisi: è fatta di annunci di dramma e poi di ripresa.

Primo Maggio sì, ma senza bandiere

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Il Primo Maggio è di nuovo qui. E oggi Cgil, Cisl e Uil, di nuovo insieme, lasciano da parte polemiche e divisioni almeno per un giorno, e vanno all’Aquila. I leader dei sindacati passano la giornata di oggi, la Festa del lavoratori, tra gli sfollati, nelle tende, tra i terremotati d’Abruzzo. Una manifestazione sobria, necessariamente.

Il presidente della Repubblica Napolitano, nel suo discorso in occasione della consegna al Quirinale delle stelle al merito del lavoro – anche per l’Abruzzo – ha parlato di morti sul lavoro.

Pacchetto precari, il Governo dà il via

San Precario pensaci tu. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al brand new pacchetto di ammortizzatori sociali. Per chi? Per buona parte d’Italia, in teoria. Il pacchetto è rivolto a tutti i lavoratori precari che perdono il posto. Il piano casa – annunciato tra non poche polemiche e che prevede un aumento delle volumetrie per le abitazioni, insieme ad una gestione meno complessa per ottenere le procedure di autorizzazioni di ristrutturazione e sconti fiscali – è stato solo “analizzato” invece in via preliminare.

Ad illustrare le recenti illuminazioni per il popolo dei precari è il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Misure che diventeranno emendamenti al decreto incentivi che riguarda l’auto ed altri beni durevoli all’esame delle commissioni della Camera.

Lavoratrici statali in pensione a 65 anni

Lavoratrici statali in pensione a 65 anni a partire dal 2018. Dal 2010 l’età pensionabile delle dipendenti pubbliche verrà innalzata gradualmente fino a raggiungere la parità con i colleghi maschi. Il provvedimento, curato dalla senatrice Bonfrisco (PdL) non è nulla più che un tentativo, pure tardivo, di recepire una direttiva Europea che chiedeva di equiparare l’età pensionabile fra uomini e donne.

Il fatto che la notizia oggi sia sulle prime di tutti i giornali è piuttosto significativo di una certa distorsione. La CGIL si arrabbia e cerca di sostenere una posizione difficile. L’idea espressa dal sindacato è che siccome non c’è vera parità fra lavoratrici e lavoratori in (quasi) nessun settore dell’impiego pubblico, non ha senso parificare l’unico aspetto che non entra nel merito della qualità del lavoro, quale è appunto l’età pensionabile.

Sciopero. Virtuale, potenziale, regolamentato

Sciopero. Virtuale, potenziale, regolamentato. Sono giornate un po’ frenetiche e non ero riuscita ancora a leggere un articolo sulla faccenda. Ma vedevo qua e là la parola “virtuale”.

Mi vedo costretta, tanto per essere originale, a citare Spinoza (oggi ho passato il link anche a mio papà. Abbiamo riso molto al telefono).

La nuova legge rende più restrittivi gli scioperi: potranno aderire solo quelli che hanno un lavoro.

In compenso nasce lo sciopero virtuale. È il primo passo verso la busta paga virtuale

Ma capiamoci, insomma. Il ha la delega a “integrare e modificare, eventualmente anche abrogandola e sostituendola con una nuova disciplina” l’attuale legge sullo sciopero nel settore dei trasporti. Questo quanto riportato dal primo articolo della bozza di disegno di legge ‘per la regolamentazione e prevenzione dei conflitti collettivi di lavoro con riferimento alla libera circolazione delle persone”.

Quando c’è uno sciopero in Francia, nessuno se ne accorge, ha amato dire Nicolas Sarkozy.

Infortuni sul lavoro: “Bastava poco”, il libro delle storie invisibili

Si riceve e si pubblica il comunicato stampa delle ACLI – Infortuni sul lavoro: “Bastava poco”, il libro delle storie invisibili:

“Sono cose che succedono solo agli altri”. “Deve capire, signora, che lei deve imparare a convivere con i suoi dolori”. “Tutti sono utili, nessuno è indispensabile”. “Non è un discorso di costi, o meglio, le protezioni sono costose nel senso che rallentano il lavoro”. “Non so come comportarmi, perché in azienda ci devo tornare”. “Non sono più come una volta..l’infortunio mi ha ucciso dentro”.