Libia, si preparano i raid. Anche l’ Italia parteciperà

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Dopo che ieri il Consiglio di Sicurezza dell’ ONU ha approvato con dieci voti a favore, cinque astenuti e nessun contrario la risoluzione che mira ad imporre una “no fly zone” sulla Libia “con tutti i mezzi a disposizione”, quindi, se necessiario, anche con l’ uso della forza, quest’ ultima ipotesi sembra farsi strada sempre di più. Nononstante, infatti, il leader libico Gheddafi abbià annunciato la sua disponibilità per il “cessate il fuoco”, venendo però smentito dagli insorti, che affermano che i combattimenti stanno continuando, i paesi dell’ ONU, e in particolare la Francia, non credendo alle parole di Gheddafi, si starebbero preparando ad un intervento militare, anche se, per adesso, sarebbe esclusa la presenza di forze di occupazione via terra.
Anche l’ Italia intenderebbe partecipare, non soltanto mettendo a disposizione le basi militari, ma anche mezzi e uomini: questo sarebbe l’ orientamento del Consiglio dei ministri straordinario di oggi e del voto delle Commissioni di Senato e Camera. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha infatti spiegato che l’ Italia metterà a disposizione “le proprie basi e non solo”, pur ribadendo che, comunque, la risoluzione ONU “Esclude esplicitamente azioni militari terrestri”. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha invece dichiarato: “Abbiamo ricevuto numerosissime richieste prima della risoluzione ONU, per l’ utilizzo delle nostre basi. Abbiamo sempre detto di si, ma abbiamo sempre condizionato l’ utilizzo a finalità umanitarie”. Sarebbero sette le basi aeree che verrebbero rese disponibili.

Cosa sta succedendo a Gheddafi? La controffensiva del Colonnello sembra inarrestabile

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Cosa sta succedendo a Gheddafi? A che punto è la sua controffensiva? La prima è una domanda che tutto il mondo si sta facendo da giorni, la seconda è una domanda che il mondo pensava di farsi più, se non altro perché la sorte politica del leader libico sembrava segnata.

E, invece, sembra proprio che il regime del Colonnello non sia ancora arrivato a quel capolinea che in molti si aspettavano e auguravano. Allora la domanda ritorna, con una forza dirompente come quella con la quale l’esercito di Gheddafi è arrivato questa mattina ad Ajdabiya, alle porte di Bengasi, considerata la roccaforte della ribellione.

Nei giorni scorsi l’esercito libico aveva dimostrato la sua inarrestabilità, conquistando Ras Lanuf, Zawyia, Brega.

Libia, i ribelli a Gheddafi: lasci entro 72 ore e non sarà processato

In Libia, il Presidente del Consiglio nazionale dell’ opposizione, Mustafa Abdel Jalil, ha lanciato un ultimatum al Colonnello:Se Muhammar Gheddafi lascerà il Paese entro le prossime 72 ore, non sarà processato per i crimini che ha commesso” ha dichiarato. La proposta comprendeva anche la fine dei bombardamenti aerei e le dimissioni del rais.
Al momento, Gheddafi non ha replicato a tale proposta: secondo alcune indiscrezioni, sarebbero infatti in corso contatti tra gli insorti e i fedelissimi del rais, per arrivare ad una mediazione. Jalil ha comunque escluso che “siano in corso trattative dirette con Gheddafi”, spiegando di aver parlato ora perchè “è necessario arrivare ad una soluzione che eviti ulteriori spargimenti di sangue”.
In un’ intervista alla tv Al Arabya, Jalil ha precisato di voler “trattare con Muhammar Gheddafi ma solo con lui e direttamente e solo se assicura che intende dimettersi”. Jalil avrebbe comunque rivelato ad Al Jazeera che sarebbe in corso una mediazione anche con la partecipazione di rappresentanti stranieri per risolvere la crisi libica. Secondo un giornale arabo, l’ ex premier sudanese Sadiq al-Mahdi avrebbe cercato di condurre questa trattativa con Abdel Jalil per conto di Gheddafi.

Libia, altri scontri a Tripoli. Mandato d’ arresto per Gheddafi

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In Libia si combatte ancora, sia nella capitale, Tripoli, dove si sono verificati spari all’ uscita della preghiera del venerdì in moschea, così come in altre città come Al Zawya, dove, secondo Al Jazeera, ci sarebbero stati più di 50 morti e 300 feriti.

A Tripoli, le forze filo-governative hanno disperso con gas lacrimogeni un raduno di un centinaio di oppositori nel quartiere di Tajura, nella parte orientale della città. Vicino alla moschea, a piazza Algeri, invece, adesso ci sono solo i sostenitori di Gheddafi, con bandiere e ritratti del rais, mentre la piazza è presidiata dalle forze dell’ ordine.
Le forze fedeli a Gheddafi avrebbero inoltre bombardato nuovamente il terminal petrofilero di Breda, città nella parte orientale del paese che era stata presa dai ribelli. Il figlio del Rais, Saif, in un’ intervista a Sky, ha spiegato come questa sia stata “Un’ indispensabile mossa strategica” per mettere in fuga i ribelli, proprio per l’ importanza del terminal petrolifero proveniente da quella città. Anche in Cirenaica sarebbe in atto una controffensiva militare per la conquista dei pozzi petroliferi.
Bombardamenti aerei
da parte delle forze governative si sarebbero verificati anche a Misurata, città controllata dai ribelli sempre nella parte orientale del Paese, cosi come ad Ajdabiya, dove sarebbe stata attaccata una base militare controllata dagli insorti, senza però causare vittime, mentre nelle vicinanze di Bengasi, roccaforte dei ribelli, le forze di Gheddafi avrebbero provocato 17 morti.

Cosa è successo in Libia? Gheddafi sempre più solo

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Cosa è successo in Libia? Ma soprattutto cosa sta succedendo a Gheddafi? Il leader del paese nordafricano, pur ostentando una certa calma, è rimasto circondato da pochi fedelissimi. Ieri il raìs ha attaccato Italia e Ue, che questa mattina ha provveduto a bloccare i beni di sei membri della sua famiglia.

Sempre questa mattina il Colonnello ha dato ordine di bombardare il terminal petrolifero di Brega.

Libia, l’ Unione Europea approva le sanzioni. Per Gheddafi ipotesi esilio

L‘ Unione Europea ha adottato oggi, con una decisione all’ unanimità del Consiglio, le sanzioni contro il governo libico di Gheddafi, che vanno ad aggiungersi a quelle già prese dall’ ONU: tra tali misure l’ embargo sulle armi e il divieto di viaggio nei paesi dell’ Unione sia per il Colonnello che per il suo entourage, e il congelamento dei  beni di questi ultimi. Il tribunale penale dell’ Aja, invece, ha cominciato a raccogliere materiale sulle violenze degli ultimi giorni, e potrebbe incriminare Gheddafi per crimini contro l’ umanità. La NATO starebbe invece pensando di creare una “no fly zone“, per la quale però servirebbe il consenso del Consiglio di Sicurezza dell’ ONU.
Per il Colonnello, in particolare, gli Stati Uniti starebbero formulando varie ipotesi, tra le quali quella dell’ esilio, come ha spiegato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, affermando: “Tutte le opzioni  restano sul tavolo, compreso l’ esilio”. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, si è espresso duramente nei confronti del leader libico, il quale starebbe usando “mercenari e teppisti” contro i civili, e pertanto, secondo la Clinton, “Per la gente in Libia è ormai chiaro: è tempo che Gheddafi vada via.
L’ Alto Commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres, si è invece detto preoccupato per i rifugiati e i cittadini stranieri ancora presenti in Libia, poichè, ha spiegato, “Non ci sono le navi e gli aerei necessarie per evacuare le persone provenienti da paesi poveri o devastati dai conflitti”. Le organizzazioni umanitarie, invece, temono per la sorte di migliaia di africani subsahariani presenti in Libia, che sarebbero nel mirino dei ribelli in quanto sospettati di essere mercenari al soldo di Gheddafi.

Per il sito “Debka”, vicino ai servizi segreti israeliani, nella regione libica della Cirenaica sarebbero già presenti consiglieri militari americani ed europei per aiutare i ribelli, mentre, secondo Al Jazeera, Gheddafi avrebbe incaricato un ex capo dell’ intelligence di trattare con i capi della rivolta. Il rais ha comunque rilasciato un’ intervista all’ ABC, nella quale ha dichiarato: “Tutto il popolo mi ama, sarebbe disposto a morire per proteggermi”.
Sul fronte militare, invece, i ribelli, la notte scorsa, sarebbero riusciti a prendere il controllo di buona parte della base aerea di Misurata, ed ora punterebbero verso Tripoli, anche se appare difficile da conquistare anche Sirte, città natale di Gheddafi, controllata dai miliziani a lui fedeli. L’ aeronautica militare libica fedele al rais avrebbe invece colpito dei depositi di munizioni nella parte orientale del paese, controllata dai ribellii.
L’ Arabia Saudita si sarebbe invece impegnata a garantire la stabilità del mercato del petrolio; gli oppositori di Gheddafi avrebbero comunque fatto sapere oggi stesso che il traffico di greggio con i paesi occidentali sarebbe ripreso.

Libia, i ribelli si dirigono verso Tripoli. Gheddafi: “Sono sostenuti da Al Qaeda”.

La situazione in Libia, sconvolta dalla rivolta contro il regime del colonnello Gheddafi, si fa sempre più critica dal punto di vista umanitario: si parla, infatti, di un numero di vittime molto elevato, addirittura diecimila, mentre alcuni testimoni, oggi, avrebbero riferito di un bombardamento aereo contro la città Zawia, a circa-30-40 chilometri dalla capitale Tripoli, che sarebbe durato cinque ore e avrebbe causato 100 morti e 400 feriti. Il paese sarebbe praticamente diviso in due, con la parte orientale ormai controllata dai ribelli, che adesso punterebbo a spingersi verso Tripoli, che invece è ancora saldamente in mano ai sostenitori di Gheddafi. Il colonnello, infatti, sarebbe asseragliato nella capitale, nel bunker di Bab-al Aziya, e le truppe a lui fedeli avrebbero isolato la città con un cordone di mezzi e truppe in sua difesa. I suoi oppositori, invece, starebbero organizzando per venerdì una manifestazione di protesta a Tripoli. Secondo quanto ha riferito una fonte medica, addirittura, alcuni mercenari dei “comitati rivoluzionari” che sostengono Gheddafi avrebbero fatto irruzione negli ospedali della capitale, uccidendo i feriti che avevano manifestato contro il regime.
I fedelissimi del rais avrebbero anche attaccato i rivoltosi nella città di Misurata, provocando diverse vittime, mentre, secondo quanto hanno riferito alcuni libici fuggiti in Tunisia, i ribelli sarebbero riusciti a conquistare questa città, nella parte nord-ovest del paese, e la parte orientale, attorno a Bengasi.

Gheddafi: a Roma occupata la Camera di Commercio italo-libica

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Gheddafi-Roma.

Abbiamo occupato la Camera di Commercio italo-libica in viale Regina Margherita a Roma. Siamo una cinquantina e abbiamo occupato l’ente che gestisce le relazioni commerciali tra l’Italia in segno di solidarietà con la tragedia che si sta consumando lì”, l’ha detto Bartolo Mancuso, un attivista di Action e della “Rete verso il Primo Marzo”, il quale ha aggiunto che nella Capitale, proprio il primo marzo, si terrà un corteo per “rivendicare i diritti degli immigrati, al fianco del popolo libico oppresso da Gheddafi”.

Gheddafi: l’Italia si muove

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Ahmadinejad si scaglia contro Gheddafi, colpevole secondo il presidente iraniano di non prestare ascolto al popolo libico: “Invece di uccidere la sua gente, la ascolti”. Il maggior esponente politico della Repubblica Islamica, intervenuto nella tv di Stato, però non ha mai fatto esplicitamente il nome del Colonnello: “Come è possibile che un leader di un paese usi bombardieri, carri armati e cannoni per uccidere il suo popolo e poi ammonire che chiunque dirà qualcosa sarà ammazzato?”.

Dallo scoppio delle proteste in Libia, due paesi sono stati criticati aspramente per il loto immobilismo: la Francia e l’Italia.

Il presidente transalpino Nicolas Sarkozy ha chiesto questa mattina all’Unione europea di adottare “sanzioni rapide e concrete” perché “la comunità internazionale non può restare a guardare queste enormi violazioni dei diritti umani”.

Sbarchi e governi, Segre denuncia: abbiamo appaltato l’immigrazione a quelle dittature

Dal blog di Riccardo Staglianò su Repubblica.it, l’analisi impetosa e sulla quale riflettere di Andre Segre, che nel documentario-choc “Come un uomo sulla terra” aveva denunciato gli accordi Italia-Libia con Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer. Pubblichiamo la lettera inviata a Staglianò: una denuncia, scrive il giornalista, sull’ipocrisia “della risposta del governo rispetto alla nuova “invasione biblica” di immigrati in fuga dai regimi in rotta. Se appaltiamo loro la gestione delle politiche di immigrazione, è il senso, non dovremmo sorprenderci che le cose si mettano male quando quelle dittature crollano”.

La lettera di Segre si trova subito dopo il salto, mentre si infiamma il dibattuto sugli sbarchi.

Roma, Gheddafi-show: per Farefuturo sembra Disneyland

Ennesimo spettacolo ad hoc intorno alla figura del leader libico, Muhammar Gheddafi. Roma presta il fianco; mai stata inospitale, la Capitale. Solo che, stavolta, i giudizi rispetto agli avvenimenti che si susseguono cominciano a essere agli antipodi. Tra chi apprezza e chi disprezza, chi avvalla e chi scuote il capo. Altra pattuglia di giovincelle (non le 500 di ieri ma buone due centinaia) all’Accademia libica per creare la giusta cornice in occasione dell’ennesimo intervento del Colonnello con tanto di – seconda volta in due giorni – lezione di Corano.

Elogio dell’Islam tra sorrisi ammiccanti e gonne (più o meno lunghe). A seguire, due visite ufficiali: alle 17 Gheddafi e Silvio Berlusconi visiteranno una mostra fotografica all’Accademia libica mentre in serata verrà celebrato a dovere l’anniversario del Trattato di amicizia: previsti uno spettacolo equestre (con 30 cavalli berberi) e il Carosello dei Carabinieri alla caserma Salvo D’Acquisto; infine, il Premier offrirà al leader libico e agli altri 800 invitati una cena a interrompere il digiuno voluto dal Ramadan.

Gheddafi a Roma: “Europa islamica, bene la Turchia nella Ue”

Il Colonnello Muhammar Gheddafi sbarca a Roma per la celebrazione del secondo anniversario della firma del trattato di amicizia con l’Italia: accolto in pompa magna dal ministro degli Esteri Franco Frattini e dall’ambasciatore libico Hafed Gadur.

Il leader libico ha messo piede a Ciampino appena dopo le 13 dopo una serie di rinvii e anticipi. Solito abbigliamento tradizionale, due amazzoni al fianco e armamentario consueto fatto di tenda e piantoni (ubicata in zona Cassia).

Due giorni nella Capitale cominciati presso la sede dell’ambasciatore – raggiunta su limousine bianca – e deliziata dalla presenza di cinquecento ragazze reclutate dall’agenzia Hostessweb: si vocifera – malelingue? beninformati? – di un gettone di presenza per la comparsata (dicono i rumors: 70 euro a testa con un solo diktat: “Non si parla con i giornalisti“) anche se parte delle stesse ha confessato di non aver ricevuto alcuna direttiva circa il comportamento da tenere.

Migranti, nuovo respingimento

respingimenti
Rispediti indietro 75 somali. Tra loro, tre minorenni e 15 donne in attesa di asilo. Venivano dalla Libia, viaggiavano su un un gommone, erano da giorni in navigazione nel mar Mediterraneo. Intercettati prima da una motovedetta maltese, si stavano dirigendo inequivocabilmente verso la Sicilia. Ecco allora la comparsa di un pattugliatore d’altura della Guardia di Finanza che a Capo Passero li attendeva per ridirigerli verso Tripoli. Tutti, tranne un uomo ferito – ha alcune costole fratturate – trasferito in un ospedale in provincia di Ragusa.

Nel frattempo, Silvio Berlusconi è da Gheddafi. A Tripoli, insieme al colonnello, celebra il primo anniversario del trattato italo-libico. In questa occasione verrà anche posata la prima pietra della nuova autostrada costiera che verrà realizzata a simbolo del risarcimento italiano al colonialismo.

Tripoli, Frecce Tricolore e Berlusconi on air

Tripoli, il 1 settembre, festeggia. Festeggia i 40 anni della rivoluzione di Muhammar Gheddafi. Ma a celebrare il leader libico non ci saranno nè il presidente francese Nicolas Sarkozy, né il presidente con il primo ministro russo, Dimitri Medvedev e Vladimir Putin. Fonti del Cremlino precisano che entrambi hanno già impegni precedenti: Medvedev, pur avendo ricevuto un invito, quel giorno ha l’agenda già impegnata. Putin, dice il suo portavoce Dmitri Peskov, il primo settembre prossimo il premier sarà a Danzica per una visita già concordata precedentemente.

Alle celebrazioni indette a Tripoli il prossimo 1 settembre ci sarà, invece, Silvio Berlusconi. Che manderà anche le Frecce Tricolore.