Il buco di Catania

Catania. Il secondo comune della splendida terra siciliana ha una storia tutta speciale. Che stasera Report vi racconterà. Una storia non troppo mediaticamente coperta.

Il programma di Milena Gabanelli torna stasera sulla terza rete Rai, e non si smentisce. Comincia la sua nuova fase di viaggi nella Penisola e nelle sue beghe proprio dalla bella Catania, con un servizio ad opera dell’instancabile Sigfrido Ranucci. Parte da Catania e dal luminare professore Umberto Scapagnini. Scapagnini è molto più di un preparatissimo dottore: è colui al quale il nostro Premier, Silvio Berlusconi, affida la sua forte e inattaccabile salute. E a Catania ha lasciato un buco di bilancio che supera i 360 milioni di euro, insieme a un indebitamento complessivo di un miliardo. A occhio e croce.

Tanti auguri da Berlusconi

E’ tanto che non parliamo di Silvio. Provvediamo subito.
Conferenza stampa di fine anno, da Villa Madama – decisamente una bella location, eh – del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Mi sono divertita a mandare avanti e indietro i video di RepubblicaTV, con la gestualità degli inquadrati accelerata e rallentata all’occorrenza.

L’Italia sarebbe pronta per il presidenzialismo

Questa la posizione di Silvio. Che, in fondo, in questo sogna una sponda nel Pd. Assai meno conciliante il commento di Repubblica, nella persona di Eugenio Scalfari.

I PARTITI non fanno più politica. Hanno degenerato e questa è l’origine dei mali d’Italia. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani, oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune

Tu mi voti, io ti fo lavorare

La moneta di scambio è la più geniale e banale. Di questi tempi, di queste crisi, di queste lune.
Nuovo stile, nuove idee per il Popolo della Libertà, che, in terra d’Abruzzo, diventa perfetta e funzionante filiale stile Agenzia di lavoro interinale. Meglio di Infojob, meglio di Monster.it, meglio di Adecco-ManPower-Metis messe insieme.
Offresi opportunità di lavoro, insomma. Se ti iscrivi al Pdl di zona e voti presumibilmente Gianni Chiodi.

Rai, di tutto, di più



E non scordatevi della Rai, mi raccomando. Non vi sfuggisse, tra una sentenza e l’altra – e un Ministro Onda – quest’ennesima chicca tutta italiana. Ogni tot anni, lo spettacolo di questa faccenda politica è sempre, sempre pronto a regalarvi le sorprese del caso.


Il Pdl che vota il Senatore del Pd, che però il Pd non vuole e men che mai l’Italia dei Valori – per carità, a Di Pietro gli è preso un magooooone.


Ora si dice pronto a dimettersi – mi dimetto mi dimetto certo mi dimetto – dalla carica di presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza, Riccardo Villari, Senatore del Pd che il Pdl vuole ma che il Pd-meno-L non vuole.

Sono consapevole che la mia elezione è avvenuta con una modalità inconsueta. Adesso intendo svolgere la mia funzione di garanzia prendendo contatti con i Gruppi parlamentari per ricostruire quel dialogo istituzionale tra maggioranza e opposizione, giungendo ad un nome su cui far convergere i propri voti. Allora sarò ben lieto di formalizzare le mie dimissioni, avendo così contribuito a ripristinare il funzionamento dell’organismo istituzionale che mi ha eletto presidente


Potrebbero volerci secoli, a occhio e croce.


Scalera e la proposta anti-wrestling

Chi mi conosce bene sa come, il wrestling, sia una delle mie più grandi passioni. Non mi perdo una puntata di questo o quel programma in tv che riguardi questo spettacolo (è un entertainment infatti non lotta vera) per poter svagarmi anche solo un paio d’ore come molte massaie fanno davanti alla loro soap preferita.

In un periodo di crisi come quello attuale, dove forse sarebbe bene andare a guardare a molti altri problemi che il paese soffre, ecco che tra le proposte di legge comparse il 5 novembre 2008, appare una proposta anti-wrestling lanciata dal deputato PDL Giuseppe Scalera. Il crociato anti-wrestling, non è nuovo a questo tipo di manovre visto che già quando faceva parte dell’Ulivo decise di promuovere una legge in tal senso.

L’assurdità sta nel fatto che la proposta di legge riporta diversi errori dovuti al fatto che la proposta è la stessa già fatta nel 2006, quando lo stesso era nelle file prodiane, con riferimenti temporali errati e vaghi (come ad esempio il dato auditel di 1 milione e mezzo di bambini ad assistere ai programmi, quando oggi il wrestling in Italia viene visto da molte meno persone. Si badi persone non bambini).

Fini-D’Alema: la strana coppia

Lo chiamavano inciucio. I fini alla riscossa. Due leader, un ex delfino e un ex Presidente del Consiglio, che sembra proprio che stiano cercando di riprendere il centro della scena politica. In più, su un tema scottante.
Le parole del giorno sono: Summer school e bozza Violante (che è stata approvata nel corso del Governo Prodi dalla commissione Affari costituzionali della Camera, per esaminare i decreti delegati di attuazione del federalismo fiscale).
D’Alema e Fini lo chiamano percorso condiviso tra maggioranza e opposizione. Uhmmmmmm.

Scontro tra la la Mussolini (Pdl) e la Picerno (Pd): la gioia dei blogger



Sì Vespa, fai felici Striscia la notizia e noi blogger… La nipote del Duce ci regala un:

La VELINA che ti ha fatto qualcuno del partito è sbagliata

(e a rigor di logica, chissà se il contenuto degli sgarbati modi della Mussolini è del tutto sbagliato… Le veline di un Pd senza basi o contenuti non sono una realtà poi così lontana).


E la Mussolini… Una delle poche certezze dell’Italia… NON CAMBIA MAI…


Ooops, Berlusconi did it again

Qualche faziosone potrà obiettare che Berlusconi negli anni trenta già c’era, aveva la stessa pelata e la stessa statura ma portava spesso un curioso Fez e amava parlare da un balcone che si affaccia su una nota piazza di Roma invece che dal salotto di Vespa.

O per dirla con Spinoza: “Una domanda per Obama. Ci invadete spontaneamente o dobbiamo proprio rifarlo tutto, il fascismo?”

Berlusconi: ho detto al Presidente che Obama…



Io credo che sarebbe ora di dire che è semplicemente uno sciocco. Ecco, più che puntare sull’allarme istituzionale, la Repubblica in crisi… Cominciare a dire quello che poi appare evidente: che è un uomo abbastanza sciocco, e dice spesso cose molto sciocche, e forse è stato sopravvalutato anche dai suoi avversari. Dopodiché, le polemiche è persino inutile farle. Si prende atto, si constata, si fa un sorrisetto purtroppo di sufficienza… Piuttosto penoso e sconsolante. Michele Serra a Radio Capital. Con malinconia profonda.


Berlusconi: aforismi



E’ che non ne capiscono la genialità. Godiamoci questa breve raccolta odierna, partendo da una vera e propria perla che ha voluto regalare a Medvedev oggi (e che, naturalmente, i soliti noti non si sono lasciati sfuggire).


Barack Obama è giovane, bello e abbronzato

Una frase carinissima, specificherà Silvio. D’altro canto ieri Gasparri, della vittoria di Obama, andava dicendo Sarà contenta Al Quaeda.


Sempre di oggi:

Non voglio anticipare nulla, ma una delle piu’ importanti banche italiane annuncera’ a breve che mettera’ a disposizione, oltre al monte prestiti precedente, altri 5 miliardi di euro di riserve esclusivamente destinate a finanziare le Pmi


Bella e di una certa finezza è anche:

Diffondere ottimismo, perché chi è pessimista concorre al declino

Nzomma grattiamoci. Ma la vera ciliegina è: i cantieri per la Tav verranno riaperti, anche con l’uso della forza


(sic!).


Italietta, Obama è lontano: noi abbiamo la Carfagna, Guzzanti, la Binetti, Veltroni…

Purtroppo dobbiamo ricascare dalle stelle alle stalle. Non siamo americani, non abbiamo eletto il nostro nuovo Presidente. Il nostro Presidente non è nè nuovo, nè bello, nè nero, nè afroamericano, nè nada. Non rappresenta un cambiamento, non rappresenta una speranza. E non specifico appositamente di quale Presidente parlo. Tanto è uguale.
Ripiombiamo nella nostra realtà di provincia.
Che ci siamo persi mentre il mondo cambiava? Di cosa si è occupata l’Italietta? Chiusa la questione Carfagna, prima di tutto. Questione di vita o di morte, sia detto.

Roma, Commissione Marzano: Cui prodest?

Commissione Marzano: Cui prodest? Anzi, prima di tutto: cos’è? Si tratta di una compagine di docenti universitari, personalità del mondo dell’economia e dello spettacolo: 49 membri, di cui 7 donne. Mission: impossible, e cioè il futuro di Roma Capitale. La commissione è stata presentata dal sindaco, Gianni Alemanno e Antonio Marzano, che ieri si è insediato a capo della commissione.
Il documento programmatico della commissione sarà prodotto entro marzo, nel momento in cui la commissione verrà sciolta. Il fine ultimo è la stesura del

piano strategico di sviluppo

che verrà presentato a giugno. I membri si riuniranno una volta al mese.

Avrei voluto che fosse stato Amato qui al mio posto

Disse Marzano. Ma Amato ha rinunciato all’incarico di presidente della Commissione.

Censurato dalle TV italiane

Postato su You Tube nel lontano ottobre 2007. Data la sua non comparsa – totale assenza sul mainstreaming nazionale e generalista, può essere sempre prezioso rivederlo.

“I magistrati cancro della democrazia”. Quando il capo perde la testa

A occhio le ipotesi qui sembrano essere due: o il cavaliere ha capito che se non si da una mossa il processo Mills lo porterà ad una scomodissima condanna, o piuttosto, suggerito da avvocati e consigliori, ha realizzato che le promesse elettorali erano davvero eccessive e ha deciso di puntare alla bagarre istituzionale. Il bello è che in entrambi i casi non sarebbe una novità.
Se infatti pensiamo alla prima ipotesi, quella del caimano mangia-processi, annoveriamo per la cronaca: depenalizzazione del falso in bilancio, legge sulle rogatorie internazionali, legge Cirami sul legittimo sospetto, lodo Schifani sull’improcedibilità contro le alte cariche dello stato, legge Pecorella sull’inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado, ex Cirielli per il taglio dei tempi di prescrizione, svariati decreti salva Rete4, riforma della disciplina delle intercettazioni, sospensione dei processi. Gli ultimi quindi anni ci mostrano impietosamente che il cavaliere non è cambiato affatto, e la giustizia è sempre la sua passione, ben aldilà dei suoi studi accademici.
Guardando invece alla seconda possibilità proposta in apertura, definite in passato armi di distrazione di massa, alcune considerazioni su queste prime settimane dell’esecutivo nascono quasi spontanee.