Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, dichiara: “Credo sia giunta l’ora di una seria riforma costituzionale e della giustizia a cui spero si voglia associare anche il Pd, visti i ragionamenti fatti recentemente anche da Violante, sia sui nodi costituzionali che sulla stessa mafia”.
Il Popolo della Libertà
Finanziaria: Camera dà l’ok, vota solo la maggioranza
La commisione bilancio della Camera ha dato via libera alla finanziaria e al bilancio, dopo aver approvato il maxi emendamento del relatore. Al voto hanno erano presenti solo i rappresentati della maggioranza che in poco meno di un quarto d’ora hanno bocciato circa 150 emendamenti dell’opposizione.
Bondi: “Fini vuole legitimarsi a sinistra”
Il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, ha scritto in una lettera pubblicata sul Giornale: “Purtroppo in Italia bisogna essere amici della sinistra per essere considerati degli uomini di cultura e per essere credibili politicamente. Non vorrei che anche Fini venisse attratto da queste sirene che offrono una legittimità politica al prezzo di inginocchiarsi alle immagini sacre della sinistra”. “Sono sorpreso e amareggiato – aggiunge Bondi – nel sentirmi rimproverare da Gianfranco Fini la mia militanza nel Pci. Al di là del confronto di idee che è in atto all’interno del partito, che Gianfranco Fini ha contribuito ad arricchire e al quale continuerò a offrire anch’io il mio contributo, ciò che mi colpisce in questo momento è la particolare durezza di una polemica che anzichè riguardare le idee preferisce mettere in cattiva luce le persone”.
Mafia, Bossi: “Legge sui pentiti va rivista”
Il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, è dell’idea che la legge sui pentiti vada modificata. Il leader della Lega, a margine di una visita al presepe di Palazzo Marino a Milano, ha detto “per me si” a chi gli domandava se la legge debba essere rivista. “Berlusconi non penso vada in giro a mettere bombe – ha continuato Bossi – diciamo che la mafia si è un po’ arrabbiata perché noi abbiamo fatto leggi pesantissime contro la mafia e quindi si è mossa e si sta muovendo”. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, riguardo il Ddl del processo breve ha dichiarato che: “nessun provvedimento è mai stato approvato così come era partito: per forza ci saranno modifiche soprattutto sulle questioni di dubbia costituzionalità”.
No Berlusconi Day, il popolo viola in piazza
Il No Berlusconi Day è arrivato. E nonostante la politica non sia del tutto entusiasta, la piazza sembrava esserlo. Solita guerra di cifre: 90mila per la questura, 1 milione per gli organizzatori. Numeri o non numeri, il colpo d’occhio era molto “accattivante”.
Come il primo maggio, diceva qualcuno. Domani, il day after, sarà il tempo delle analisi, delle polemiche, dei trionfi o delle sconfitte. Nel frattempo, ecco una galleria di alcune immagini della manifestazione di oggi a Roma, che ha colorato piazza della Repubblica, via Merulana, piazza San Giovanni. Dopo il salto.
Waiting for No B. Day
Ecoci qui, alla vigilia del No Berlusconi Day. Il gran giorno è arrivato, e domani l’appuntamento è (anche) con la resa dei conti, almeno per gli organizzatori. Già, perchè per il momento si grida al successo: dal web alla piazza, l’organizzazione sembra essere sulla strada giusta. Ma saranno i numeri a parlare domani, nonostante la non diretta tv della Rai.
Recita il promo:
Leggi, ascolta, guarda: niente potrà fermare quello che sta per accadere. No Berlusconi Day: Roma, 5 dicembre. Informazioni su www.noberlusconiday.org. Il 5 dicembre unisciti a noi.
E chi non si unisce? Peste lo colga!
Ai posteri, alla rete, e (poco probabilmente) alla storia la sentenza. Santoro e Belpietro ieri dicevano: non cambierà nulla.
Caro Papi Natale, avrei 101 domande…
Caro Babbo Natale. Anzi no. Caro Papi Natale. Come suona? Sostituirà l’originale? Probabilmente no, ma resta il fatto che esiste. Ed è in rete. Un instant book realizzato per il No B Day di sabato prossimo. Un istant book che amplifica l’incubo recente del Presidente del Consiglio: amplificando le 10 domande di Repubblica e facendole fermentare fino alla consistente cifra di 101 domande. E’ il popolo della rete che chiede dal blog Rassegna Stanca al Reticente del Consiglio – lo si chiama così.
Di segito alcuni brani tratti dall’introduzione al libro. Qui invece il link al testo completo e l’altro alle domande. 101 ovvero: 100 più il domandone finale. Che è: La domanda più cliccata in assoluto, l’interrogativo declinato in modi diversi ma che chiede sostanzialmente sempre la stessa cosa e, più di tutti gli altri, aspetta una risposta pronta, ferma e risoluta: Caro Onorevole Presidente del Consiglio, Cavalier Dottore Silvio Berlusconi, potrebbe per favore dirci quando ci restituirà l’Italia?
Fini, fuorionda su Berlusconi
Il video in questione, certo significativo, è da tutt’oggi postato e ripostato, lanciato e rilanciato sul web, su Facebook (c’è a chi piace, a chi non piace, chi commenta, chi appoggia), su altri social network. Durante un convegno a Pescara, il “fuorionda” di Gianfranco Fini e le sue considerazioni con un suo amico magistrato diventano protagonisti.
Alcune frasi: Lui confonde la leadership con la monarchia assoluta… il consenso popolare che lo legittima a governare, con una sorta di immunità… Speriamo facciano il riscontro con scrupolo… perché è una bomba atomica… (le dichiarazioni del pentito Spatuzza, ndr.).
Si attende, chissà, a breve o non a breve – berlusconiano commento. Magari prima del prossimo libro di Bruno Vespa.
Mussolini, Fiore e il video hard
Tutto questo proliferare di video, forse, potrebbe cominciare a confonderci. Sembra che i politici italiani abbiano un rapporto quanto meno “conflittuale” con i supporti audiovisuali.
Non bastano Piero Marrazzo, il caso che ne è esploso, la morte di Brenda. La parola trans che non si enuncia mai (l’italiano medio, in fondo, è perbenista) e che in questi giorni ritorna sovente, e non certo per la grande, necessaria sfida dell’integrazione. Non basta. Oggi ci svegliamo e veniamo a sapere che anche Alessandra Mussolini sarebbe stata ricattata per un video hard in cui sarebbe “ritratta” con il numero uno di Forza Nuova, Roberto Fiore. Lo riporta Il Giornale.
Che belvedere di dibattito politico. Sembra un video, quasi una fiction. Invece è realtà quotidiana d’Italia.
Foto|Wikimedia
Berlusconi? Rockstar dell’anno
La Rockstar dell’anno? No, non pensate a nulla che abbia a che vedere la musica. Niente U2, nè Iggy Pop, men che mai Bruce Springsteen.
La rockstar dell’anno è lui, sempre lui: Silvio Berlusconi. Ha uno stile assolutamente rock, assicura Rolling Stone, che come ogni anno a dicembre incorona la rockstar. Una persona che ha un’attitudine alla vitalità, persino eccessiva, spiega Carlo Antonelli, direttore. Eccolo lì, in copertina, con le fattezze di Jocker. Ma che fa con il tricolore?
Secondo Obama, terzo papa Benedetto XVI, che come stanno ricordando tutti i tg che stanno riportando la notizia in questione, in verità un disco l’ha anche fatto.
Silvio rock’n’roll, insomma. C’è chi la riporta come idea trionfale e riconoscimento sommo: chissà se l’elaborazione degli autori ha tutta questa positività. E poi leggere che il premier Silvio Berlusconi fa impallidire il da molti compianto Jackson (“La «Neverland» di Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa Certosa”) ha un sapore un tantino nebuloso.
Foto|La Stampa
Lavorare o mangiare, questo è il dilemma
Oh. Oggi siete andati al lavoro. Siete rimasti appiccicati al vostro pc per quattro ore, magari dalle nove di mattina. E poi, all’alba delle ore 13 – o giù di lì – avete pensato bene di alzarvi e andare a fare un giro per godervi la vostra ora di pausa pranzo. Avete pensato? E avete pensato sbagliato, si direbbe…. Perché simile “abitudine” non va bene. Proprio non va. La pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l’armonia della giornata. Non mi è mai piaciuta questa ritualità che blocca tutta l’Italia. Parola di Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del programma di governo a KlausCondicio.
Ma no, siamo maligni. Non faccio nessuna proposta di abolire la pausa pranzo, ma sarebbe bello che i lavoratori potessero scegliere se farla o uscire un’ora prima. In ogni caso, ai deputati non serve, specifica il Nostro interrogato sull’utilità sociale della famosa Buvette.
Cosentino a Porta a Porta
Nicola Cosentino si difende, si proclama vittima di un’ingiustizia e ripete che non si dimetterà.
Stasera a Porta a Porta da Bruno Vespa, ospite il sottosegretario.
Non mi dimetto da sottosegretario perché sto subendo una gravissima ingiustizia e non ho potuto difendermi. Non può essere un pentito cocainomane e pazzo a farmi arretrare
Buona visione.
Caso Fandango, assolta “Francesca”
Il film è stato assolto. Ma nel frattempo la polemica si è scatenata. Il giudice del Tribunale Civile di Roma ha rigettato la richiesta d’urgenza ex art. 700 che l’onorevole Alessandra Mussolini aveva presentato per impedire l’uscita del film “Francesca”, del regista romeno Bobby Paunescu. Nel frattempo, è stata anche presentata un’interrogazione palamentare.
Ecco il testo dell’Interrogazione presentata da Aldo Di Biagio, e sottoscritta da un gruppo di altri deputati del PdL, in merito alla questione sollevata dalla proiezione del film “Francesca” della casa di produzione Fandango ed i contenuti “diffamatori” (secondo i deputati) in esso evidenziati.
Dopo il salto.
Berlusconi? Cadrà a marzo
No, a dirlo non è lui – naturalmente – e men che mai l’opposizione (il Pd? L’Italia dei Valori? Casini – è ancora opposizione?). A dirlo non è Michele Santoro nè Enzo Biagi (bonanima). Ma uno che con i suddetti ha avuto a che vedere, condividendo destini di editti. Si chiama Daniele Luttazzi e probabilmente ogni tanto fa visita al premier nei suoi incubi peggiori. Ricordate? Correva l’anno 2002, ed era aprile. Il giornalista Simone Collini de L’Unità definì le parole del premier da Sofia diktat bulgaro.
In quell’occasione, Silvio Berlusconi ebbe a dire che c’era stato un uso criminoso della televisione pubblica da parte – appunto – dei giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro e dell’autore satirico Daniele Luttazzi. Aggiunse Silvio che sarebbe stato preciso dovere della nuova dirigenza Rai non permettere più il ripetersi di tali eventi. E nel giro di pochi mesi i tre non lavorarono più in Rai – Biagi e Santoro per alcuni tempi, Luttazzi parla per sè stesso di confino mediatico.
Ma non si ferma e prevede: Silvio Berlusconi è finito, a marzo cade.