G8, la Cina e i pochi poteri del Premier Berlusconi

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Lo ha sempre detto: il Presidente del Consiglio, in Italia, ha pochi poteri. E lo ricorda, Silvio Berlusconi. Lo fa scherzamndo, in presenza del presidente della Repubblica popolare cinese, Hu Jintao, nel corso di una conferenza stampa congiunta a villa Madama. I due hanno avuto un colloquio in mattinata, poi seguita dall’incontro con i giornalisti. Mentre Giorgio Napolitano pone, invece, alla controparte la questione dei diritti umani, in una giornata in cui arrivano nel mondo le notizie degli scontri e delle violenze a Xinjiang.

Il presidente del Consiglio italiano, quando guarda ai suoi poteri, si trova a mani vuote

I due spiegano ai loro interlocutori – imprenditori dei due paesi – il progetto di produrre insieme materiale per spiegare le potenzialità dei due Paesi. Per il Presidente del Consiglio

Oggi qui abbiamo preso una piccola decisione e dico piccola perché tradizionalmente il potere non appartiene a chi sta al vertice, ma a molti altri. Qui, ad esempio, ci sono molti ministri che hanno il compito di esercitarlo, ma, parlo per me, il presidente del Consiglio quando guarda ai suoi poteri si ritrova a mani vuote

Un pensiero che lo tocca sovente.

Honduras, sfida alla comunità internazionale

Honduras: non si è trattato di un colpo di Stato. Questo è il messaggio che continua a pervenire, e che prova a bucare e a squarciare il velo dell’informazione internazionale. A portarlo avanti, nuovi documenti che circolano in Honduras e sulla rete. Come il video che vedete, ad esempio. Un documento nel quale il destituito Manuel Zelaya viene definito “l’antitesi della democrazia” e l’operato e le condanne della comunità internazionale – e in particolar modo degli Stati Uniti e del Presidente Barack Obama – non vengono assolutamente comprese.

La popolazione onduregna è rivoltata dal comportamento di Obama. Non lo comprende, è sconvolta

E ancora:

… rimangono poche ore per informare il mondo… se Zelaya torna in Honduras sarà un bagno di sangue…

Honduras, colpo di Stato. O no?

hondurasColpo di Stato in Honduras. Spinoza scrive, con la consueta lungimiranza

Colpo di stato in Honduras. Fortunelli. Honduras, l’Onu si riunisce. Per cercarlo sulla cartina.

Già, ma la situazione non è lineare o netta come appare oggi alla stampa internazionale. Secondo le ricontruzioni prese per buone dal mainstreaming e amplificate monotonamente anche in Italia, il presidente Manuel Zelaya è stato destituito in seguito ad un intervento dell’esercito, e trasferito con la forza in Costa Rica (“mi hanno prelevato in pigiama. Un vero e proprio sequestro”, dice). Otto membri del governo sarebbero stati arrestati, e le forze parlamentari hanno dichiarato legittimo il golpe portato avanti dalla Corte Suprema. E Roberto Micheletti – sìsì, è di origini assolutamente italiane – è stato nominato nuovo presidente. C’è, però, chi non ricostruisce i fatti esattamente in questo modo. Guardate qui.

Gheddafi, tenda e amazzoni per il Colonnello

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Gheddafi sta per approdare a Roma con la sua tenda. Sarà nella Capitale il 10 giugno prossimo, e tornerà in Italia a luglio tra polemiche e dibattiti. Ma non tutti sanno che il leader libico viene vegliato tutto il giorno, tutti i giorni non da semplici e banali guardie del corpo. A curare la sua sicurezza, 40 pretoriane. Sono addestratissime, pronte a tutto e molto belle. Verranno sistemate in una caserma situata nel centro della città: sul viale Omar el Mockhtar. Il mondo vide per la prima volta queste donne in azione e protezione di Gheddafi nel lontano 1981 in Siria.

Le amazzoni del Colonnello Muammar Gheddafi, attuale presidente dell’Unione africana, sono agenti donne, addette alla sua protezione personale. Alcuni interpretano questa speciale guardia del corpo come un’eredità della Guerra fredda: erano i tempi in cui la Germania Est inviava in Libia i suoi uomini.

Gheddafi, tenda a Villa Pamphili tra le polemiche

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Gheddafi a Roma il 10 giugno. Il leader libico pianterà la sua tenda da beduino nella Capitale, nel parco di villa Doria Pamphili al Gianicolo. Qui rimarrà per due giorni, e qui riceverà i suoi ospiti, come fa a Tripoli e coma già ha fatto in molti altri paesi – salvo il pernottare nello splendido palazzo Pamphili. La seicentesca villa, infatti, ha una zona riservata come sede di rappresentanza del governo italiano. E proprio a Tripoli, mesi fa, il leader libico aveva ricevuto nella famosa tenda beduina giornalisti e studiosi italiani. In quell’occasione li aveva ringraziati per il loro operato nell’ambito del processo di riavvicinamento tra Libia e Italia.

Gheddafi viene a Roma con tenda a carico su invito ufficiale del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Già, perchè l’anno scorso il governo ha ufficialmente presentato le sue scuse al popolo libico per l’occupazione coloniale. Un viaggio che ha dello storico, e che il leader ripeterà tra un mese, quando sarà di nuovo in Italia a luglio per partecipare al G8 in qualità di presidente di turno dell’Unione africana. Tra polemiche: da Storace, alle comunità ebraiche, ai Verdi.

La Russa, il fico secco e la politica italiana all’immigrazione

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Ignazio La Russa ha fatto parlare di sè in questi giorni. Ed oggi torna sulle polemiche con l’Alto commissariato Onu. Il governo, dice, è compatto nel dire che sbaglia. Certo, il ministro – e l’esecutivo tutto – ha presentato le sue scuse a Laura Boldrini, portavoce italiana dell’Unhcr. Le aveva detto che non conta un fico secco (sic!). Ma continua a difendere la posizione assunta: l’Unhcr sbaglia nell’esprimere perplessità circa il riaccompagnamento dei migranti, il comportamento dell’Italia e dei marinai italiani nei riaccompagnamenti verso il porto libico.

Il ministro della Difesa chiama dalla sua quello degli esteri: Frattini, che è l’uomo più moderato del governo, dice che ha sbagliato. E in effetti Franco Frattini, ieri, prima ha preso le distanze da La Russa per l’espressione infelice, ma poi ha difeso la politica governativa sull’immigrazione.

Se il G8 va a L’Aquila

G8 a L’Aquila. Si risparmiano 220 milioni di euro (anche per far dimenticare il referendum, in fondo), e si fa giacché anche una gran bella figura. Londra, Washington, Berlino e la Ue tutta hanno detto sì. Un’idea che piace insomma.

E’ un gesto simbolico forte. Facciamo affidamento sui partner italiani perché creino le condizioni logistiche per un vertice di successo

Parola dell’Unione Europea. Silvio, insomma, ci ha azzeccato anche questa volta. C’è qualcuno, però, che non è del tutto convinto della bontà dell’intenzione della sortita in oggetto. Qualcuno sospetta. Si tratta di quel che resta dell’opposizione.

Afghanistan, La Russa da Annunziata

Afghanistan. Siete mai intervenuti in qualche operazione speciale dietro le linee in Pakistan? Vi è stato mai richiesto di intervenire dagli americani? No, dice il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora (oggi alle ore 14,30 su Rai3). No, conferma il Generale Paolo Serra da Herat.

La Russa è chiaro. Di lui è certo possibile apprezzare una certa schiettezza.

Togliamoci dalla testa, dice il reggente di An, che la presenza dei soldati italiani in missione in Afghanistan non sia una faccenda pericolosa. Anzi. E’ p-e-r-i-c-o-l-o-s-i-s-s-i-m-a, nonostante sia tesa alla ricostruzione. Il ministro ha parlato di un aumento – nell’ordine delle 200 unità – della presenza italiana sul territorio. Ha parlato anche delle modifiche previste dal decreto approvato a dicembre dal Governo. Mentre lo ascoltavo mi martellava in testa la domanda sul come conciliano il tutto con l’articolo 11 della Costituzione.

Il tonfo della Sterlina Inglese sull’Euro

Chi si è recato ultimamente in Inghilterra ha assistito ad una svolta epocale: la Sterlina Inglese si è svalutata parecchio nei confronti dell’Euro arrivando ad un tasso di cambio quasi paritario (1 Sterlina = 1 Euro). Secondo un editorialista inglese, la svalutazione della Sterlina gioverà ai sudditi della Regina Elisabetta: aiuterà l’Inghilterra ad esportare di più. Una svalutazione del 30% in così poco tempo, però, crediamo non sia di così grande giovamento alla popolazione inglese che ora è “più povera” del 30% verso i prodotti importati dall’estero che sono circa il 50% del consumo nazionale. Come una tanto evidente perdita del potere di acquisto dei prodotti esteri possa essere “pareggiata” dall’aumento delle esportazioni è difficile da capire. A questo punto anche l’Inghilterra aderirà agli Accordi di Schengen?

La solita tristezza delle manifestazioni contro Israele

Ieri in Italia (da Milano a Roma indica il Corriere della Sera) e nel mondo sono andati in scena violente proteste (violente sul piano ideologico) contro Israele. Sono state bruciate alcune bandiere, in alcuni striscioni la Stella di Davide è paragonata addirittura ad una svastica nazista e naturalmente tutto questo è stato condito dai soliti slogan contro il governo degli USA e quello di Israele. Nota di colore: presenti iracheni (o pseudo-iracheni) con le scarpe in mano. Come sempre è giusto manifestare, esprimere la propria opinione: il tutto però non deve mai andare oltre la legalità. A questo punto, cari manifestanti, non vi mettete forse sullo stesso piano (quello della violenza) dell’odiato governo israeliano?

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 19 giugno 2008

Giornatina niente male, quella di ieri.

La lettura del giornale la mattina presto/ E’ una sorta di realistica preghiera mattutina/ Uno orienta il proprio comportamento/ Nei confronti del mondo o secondo Dio/ Oppure secondo ciò che è il mondo / Entrambe danno la stessa sicurezza/ Quella di sapere come ci si possa stare

Dunque orientiamoci stamane. ITALIA. Partendo da Il Corriere della Sera:

Dal governo sì alla manovra Piano triennale da 34 mld

Attenzione dunque alla politica e all’economia interna, senza dimenticare l’approvazione di ieri della norma blocca-processi e la grande attenzione, come tradizione, agli esami di maturità che oggi vedono protagonista la seconda prova.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì, da Guantanamo

Mentre Bush era in viaggio per le bellezze del Belpaese, un giochetto non da poco gli è stato giocato in terra patria.
Probabile non se lo aspettasse. Quando il gatto non c’è, i topi ballano? Non esattamente, perchè la notizia arriva dopo, naturalmente, un lungo processo e percorso. Un iter che coinvolge una tra le più ustionanti patate bollenti di Giorgio e dei suoi.
Quanto ne sapete, voi? O meglio: quanto vi hanno detto i Nostri (Studio Aperto, Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5)? La notizia in questione, del 12 giugno, è passata in un unico grande calderone, un codazzo melmatico all’interno della cronaca del viaggio del Presidente degli Stati Uniti in Europa, e soprattutto in Italia. E proprio mentre George cominciava la sua due giorni italica, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America svergognava, costituzionalmente parlando, Guantanamo. Una cosetta così, che è diventata un trafiletto, un sunto di una frase nei nostri telegiornali.

L’Irlanda dice NO

Niente da fare. Lo scenario sembrerebbe essere ormai delineato. Il cielo d’Irlanda dice no all’Europa.

Perchè gli operai irlandesi vogliono ancora andare in paradiso

Hanno proprio detto no. Aprendo, ora, un problemuccio.