Osama bin Laden era in Afghanistan all’inizio dell’anno, probabilmente a Ghazni, nel sudest del Paese. Almeno secondo la testimonianza di un talebano imprigionato in Pakistan: “All’inizio di quest’anno un mio contatto, che aveva visto Bin Laden 15 o 20 giorni prima sul confine afghano, mi ha offerto un incontro con lui”.
Esteri
Siria, tre morti in un’esplosione
È di tre morti il bilancio dell’esplosione avvenuta questa mattina a Damasco, nel quartiere periferico di Sayda Zeinab. A riferirlo alla tv siriana di Stato è il ministro degli Interni, Said Sammur, secondo il quale l’incidente che ha investito un bus di pellegrini iraniani è stato causato dallo scoppio di un pneumatico, provocando la morte di tre persone e il ferimento di altre dieci. Al momento dell’esplosione il pullman era vuoto, in attesa di essere riparato in una officina.
Minareti, è polemica
La parola d’ordine del momento è minareto. La Svizzera, si sa, ha deciso con un referendum sul divieto di costruzione di nuovi minareti. Una modifica costituzionale promossa dalla destra nazional-conservatrice, che ha visto il 57,5% dei votanti dire sì al divieto. Solo in quattro cantoni su 26 la proposta è stata respinta.
Questo in Svizzera, e davvero non era prevedibile. Anche se il risultato viene spiegato con pacatezza: il ministro – anzi, la ministra – della Giustizia elvetico, Eveline Widmer-Schlumpf, afferma:
non si tratta di un voto contro la religione islamica ma contro i minareti come edifici. In Svizzera si rispetta la libertà di fede, è un valore fondamentale, ma certo il risultato di questo referendum non è un bel segnale. È importante che nella nostra democrazia si abbia la possibilità di votare, e questo voto non è contro la religione islamica
Ed è ormai scoppiata la polemica internazionale.
D’Alema nel mirino del Financial Times
Prendo in prestito, dalla bacheca di Facebook di Dario Denni, l’immagine di cui sopra, in cui il Financial Times smonta la candidatura di Massimo D’Alema a Mister Pesc.
Per gustare in lingua originale.
Fao, summit al via
C’è un dato che fa paura. Ed è sapere che 1 persona su 6 nel mondo soffre la fame ogni giorno. Ogni giorno. Crisi e povertà sono state parole che si sono accompagnate e continuano a farlo. I governi devono mettere in atto azioni significative. Ed è troppo tempo che questa cantilena va avanti senza senso e solo in via teorica.
Domani i leader mondiali si incontreranno a Roma per il Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare. Mancano i grandi dell’Occidente, ma ci sarà Papa Benedetto XVI.
Berlusconi su Newsweek
Un lungo articolo, che troverete a questo link.
Accanto, la copertina dell’edizione, non locale ma INTERNAZIONALE della testata in questione, il Newsweek.
Un duro attacco al premier italiano da parte del settimanale americano. Un reportage che non si risparmia, su quanto accaduto negli ultimi tempi. La rivista invita Berlusconi a farsi da parte.
Processo Karadzic, al via il 26 ottobre
Roma, 15 ott (Velino) – Si aprirà il prossimo 26 ottobre il processo a carico dell’ex leader serbo di Bosnia, Radovan Karadzic. L’annuncio è del Tribunale penale internazionale dell’Aja, davanti al quale Karadzic – arrestato nel luglio del 2008 a Belgrado dopo circa 13 anni di latitanza – dovrà difendersi dalle accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sono undici i capi d’imputazione, tra cui l’accusa di genocidio, per il massacro di circa 8mila civili avvenuto a Srebrenica nel 1995. Karadzic ha tentato di rinviare di 10 mesi l’apertura del processo, e dopo due rinvii, oggi è arrivato l’annuncio dell’avvio ufficiale”.
“La corte dell’Aja ha già respinto un tentativo di Karadzic di far cadere il procedimento a suo carico sulla base di una presunta immunità che gli avrebbe garantito l’allora mediatore americano Richard Holbrooke nel1996, prima di lasciare l’incarico. Immunità che lo stesso Holbrooke ha più volte smentito. Il giudice del Tribunale internazionale ha stabilito nei giorni scorsi che “anche se il presunto accordo fosse provato, non limiterebbe la giurisdizione del tribunale e non sarebbe vincolante per lo stesso tribunale”.
Foto|Wikipedia.org
Blu Notte, stasera il caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
Blu Notte torna stasera sul caso Italia Alpi. Se ne parla poco, ma la Corte di Cassazione ha detto ieri no alla revisione del processo a carico del somalo Omar Hassan Haschi, l’unico condannato per l’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin.
Oggi Lucarelli torna su quel caso ancora, drammaticamente, avvolto nel mistero più imbarazzante. “Sulla vicenda di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin si è parlato molto e il Parlamento ha creato una Commissione d’Inchiesta che ha lavorato per anni. Ma una versione univoca sulle cause della morte dei due giornalisti del Tg3 della Rai ancora non c’è. Come non c’è una descrizione univoca della dinamica dell’attentato: agguato per rapina – con colpi di Kalashnikov sparati da lontano – come conclude la relazione di maggioranza della Commissione Parlamentare presieduta dall’onorevole Carlo Taormina, o esecuzione – con colpi di pistola sparati a bruciapelo – come sembrano confermare tutte le testimonianza raccolte subito dopo l’eccidio”.
Berlusconi, quando la “stampa estera sputtana l’Italia”
Silvio Berlusconi: “La stampa estera sputtana l’Italia“. Il procedimento opposto (l’Italia è ormai sputtanata), non appare contemplato. Nel frattempo l’Observer parla del presidente del Consiglio come nuovo caudillo:
Le dittature dei nostri giorni si presentano in forme diverse, ma quella dominante è un capitalismo di stato o un’oligarchia in cui il capo controlla la cosa pubblica e le sinecure che ne derivano. Non si può parlare di dittature in senso stretto. I capi tollerano le elezioni a patto che i risultati possano essere manipolati e permettono le critiche, basta che non raggiungano le masse
I capi? Di quali capi sta parlando?
non della Russia di Putin o del Venezuela di Chavez, ma dell’Italia di Berlusconi
Amen.
Germania e Giappone, si cambia?
Qualcosa sta cambiando? C’è nell’aria qualcosa di nuovo? E’ presto per dirlo, presto per analizzare. Limitandosi per ora a registrare, i dati che giungono oggi dal mondo hanno il sapore della novità. In Giappone stravince il patito democratico, e il premier Taro Aso si dimette dal partito (Lpd), amareggiato e con la volontà di prendersi le proprie responsabilità. Parole che suonano strane qui in Italia, se vogliamo.
E in Germania, alle regionali crolla la CDU del cancelliere Angela Merkel.
Foto|Wikipedia
Afghanistan, l’attacco dei talebani
L’avevano detto, e hanno mantenuto la loro parola. A due giorni dalle elezioni presidenziali in Afghanistan, gli “studenti di Dio” sferrano l’attacco. Attentati suicidi nella capitale e in tutto il paese. I bilanci di morti e feriti sono, purtroppo, in costante aggiornamento. La violenza è stata annunciata e messa in atto per impedire agli elettori di presentarsi alle urne, giovedì prossimo: i talebani hanno lanciato un appello al boicottaggio delle elezioni presidenziali del 20 agosto. Con la promessa di mettere in campo ogni tipo di azione per sancire il fallimento delle elezioni.
Non scherzano, e lo dimostrano. Hanno fatto sapere con chiarezza quello che faranno per contrastare queste elezioni. Anche tagliare le dita di chi andrà a votare. O di attentare ai seggi elettorali, come è stato: a Churi, provincia di Urzgan, un kamikaze si è fatto esplodere davanti a un seggio elettorale. E a Badakhshan, tre scrutatori e il loro autista sono morti nell’esplosione di una bomba per strada.
Condannata nuovamente Aung San Suu Kyi
Ancora 18 mesi agli arresti domiciliari per Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana e premio Nobel per la pace che sarà costretta a rimanere nella sua casa-prigione ancora un anno e mezzo. È dall’ormai lontano 1989 che l’oppositrice del regime birmano è costretta agli arresti domiciliari. Motivazione della nuova condanna, la libertà sarebbe arrivata il 21 maggio, è il fatto di aver ospitato presso la propria casa-prigione un cittadino americano.
Afghanistan, che fare?
Umberto Bossi: “Io risporterei a casa tutti. La missione costa molto”.
Roberto Calderoli: “Polemiche strumentali. Sull’Afghanistan la stragrande maggioranza degli italiani la pensa come Umberto Bossi. Prima o poi il mondo occidentale dovrà fare autocritica perché la democrazia non si esporta e non si impone”.
Dario Franceschini, segretario del Pd: “Non è il momento di far rientrare i ragazzi italiani dall’Afghanistan: è il momento di completare quel lavoro”.
“La missione in Afghanistan è irrinunciabile”, ha ribadito il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
E voi, che ne pensate?
Honduras, si tenta la via del dialogo
Honduras, ovvero: al via il dialogo? Il Costarica potrebbe essere la sede di un “incontro” tra i golpisti e il presidente deposto, Manuel Zelaya. Il grande mediatore sarà il presidente del Costarica, Oscar Arias. Riportiamo alcune parole che raccontano la situazione in Honduras in questi giorni.
La situazione laggiù sta diventando frenetica e il sentimento nazionalista e patriottico (in opposizione al Venezuela, Nicaragua e Salvador che li minacciano militarmente) è sempre più forte: sono pronti a tutto per difendere il loro paese