Affonda barcone a largo della Tunisia, 150 annegati

Foto: AP/LaPresse

L’Agenzia Onu per i rifugiati ha precisato oggi che i 150 corpi che in un primo momento sarebbero stati “recuperati” sulla costa tunisina, dopo il naufragio di un barcone diretto a Lampedusa andato in avaria mercoledì, sarebbero da considerarsi “annegati“. La Croce rossa tunisina, infatti, aveva inizialmente parlato di 150 corpi recuperati in mare, e il suo coordinatore Moez Barkallah aveva spiegato che 123 corpi erano stati recuperati e portati all’obitorio di Sfax. In seguito, Barkallah ha precisato che non si trattava di informazioni ufficiali e che lui non aveva visto di persona i cadaveri nell’obitorio. Alla fine, ieri sera, una nota dell’Unhcr ha chiarito che i clandestini sono annegati, ma i corpi non sono stati recuperati. Oltre ai circa 150 annegati, vi sarebbero anche più di 200 dispersi, mentre la guardia costiera tunisina ha recuperato circa 570 persone, fra le quali vi sarebbero “100 donne e bambini”.

Fukushima, Tepco maxi perdita da oltre 8 miliardi di euro

Foto: Ap/LaPresse

La Tepco, azienda che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, quella più colpita dal potente Tsunami dello scorso 11 Marzo, segnala una perdita di oltre 1.000 miliardo di yen, pari a circa 8,5 milioni di euro. La Tepco in una nota dichiara che i reattori 1,2,3 3 e 4 verranno “de commissionati” nei prossimi giorni. La Tepco, inoltre informa di aver completamente abbandonato il precedente piano di aumento dei reattori presenti a Fukshima.

Lo smantellamento dei quattro reattori presenti a Fukushima, comporta una perdita di oltre 207 miliardi di yen. La Tepco, continua nella nota, informa che sarà necessaria una cura dimagrante del personale, sono previsti, quindi, dei tagli nei posti di lavoro attualmente assunti. Maggiori dettagli saranno elaborati entro la fine dell’anno.

Obama: “Sostegno alla democrazia in Medio Oriente. Israele torni ai confini del ’67”

Foto: Ap/LaPresse

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, a due anni dal suo discorso al Cairo, ha illustrato oggi, in un altro atteso discorso, la strategia americana verso il mondo arabo. Obama ha promesso sostegno alle riforme e al passaggio verso la democrazia in tale regione, pur precisando che non è possibile imporre cambi di regime dall’estero. Ma dal presidente americano è venuta anche un’inattesa presa di posizione sulla questione israelo-palestinese, proprio prima di incontrare, domani, il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Per Obama, lo status quo tra israeliani e palestinesi “non è più sostenibile”, e da una parte Israele ha diritto alla sua sicurezza, dall’altra i palestinesi alla loro indipendenza, che non potranno raggiungere “negando a Israele il diritto di esistere”. Andrebbero quindi creati “due Stati per due popoli“,che riescano a vivere pacificamente uno accanto all’altro, e andrebbero ripresi i negoziati, mentre il futuro Stato palestinese, secondo il presidente statunitense, andrebbe smilitarizzato, e i confini dovrebbero ricalcare quelli del 1967.
Spiega Obama: “Per decenni il conflitto arabo-israeliano ha portato la guerra nella regione. Il popolo palestinese non ha ancora uno Stato. Per molti è impossibile un passo avanti, ma io non sono d’accordo.” E assicura: “Gli Usa faranno tutto quello che è necessario per andare oltre l’attuale empasse”.

Dominique Strauss-Kahn, trovati graffi sul corpo

Foto: Ap/LaPresse

“Alcuni graffi sono stati rilevati sul torace di Dominique Strauss-Kahn”, è quanto si legge nel rapporto dei diplomatici francesi trasmesso a Parigi. Dominique Strauss-Kahn è accusato di violenza sessuale nei confronti di una cameriera di un albergo di New York, la quale avrebbe riconosciuto nell’uomo l’aggressore che l’ha stuprata in una camera dell’albergo.

Il direttore del Fondo monetario estero, si è sottoposto ad alcuni controlli sul proprio corpo. Questi controlli hanno portato alla scoperta di alcuni graffi sul corpo dell’uomo. Lo stesso Dominique, nei giorni scorsi aveva richiesto la possibilità di pagare 2 milioni di dollari come cauzione per il suo rilascio, cauzione che è stata rifiutata dal giudice che lo detiene ancora in carcere.

Venerdì della collera in Siria, ancora vittime

Foto: Ap/LaPresse

Sarebbe di trentacinque persone uccise, di cui due bambini, più numerose altre ferite, stando a quanto riportato da attivisti dei diritti umani, il bilancio della giornata di scontri oggi a Daraa, città del sud della Siria, dove le forze di sicurezza siriane hanno aperto il fuoco contro i manifestanti.
In migliaia si erano riversati in strada per il “venerdì della collera”, nonostante il governo avesse avvertito di non partecipare alle manifestazioni contro il regime di Bashar al Assad, proteste che durano ormai da settimane. I manifestanti sono scesi in piazza nella capitale Damasco, nella città di Banias, e nelle regioni curde dell’est; sarebbe stata, appunto, la città di Daraa a registrare il prezzo più alto, con 35 morti e 38 feriti. Secondo fonti di un’organizzazione umanitaria, in questa città, negli ultimi quattro giorni, ci sarebbero stati oltre cento morti, fra i quali anche donne e bambini. Un abitante di Daraa avrebbe raccontato: “Si sentono sempre spari in città, la gente viene uccisa dai cecchini appena esce di casa”.
Sempre a Daraa, sarebbero stati uccisi quattro soldati, come ha spiegato un portavoce dell’esercito, che ha dichiarato: “Un gruppo terroristico armato ha attaccato una postazione militare all’alba”, provocando “l’uccisione di quattro soldati e il rapimento di altri due”. Stando ad alcuni testimoni, però, i soldati “sono stati uccisi perchè volevano difendere la popolazione”.

Libia, Sarkozy sarà a Bengasi. Sull’immigrazione si pensa di sospendere Schengen

Foto: Ap/LaPresse

Il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha dato al Consiglio di Transizione libico il suo ” accordo di principio” per la visita a Bengasi, dopo l’invito ricevuto da Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio di Transizione. Intanto in Libia continuano gli scontri tra i ribelli e le forze di Gheddafi, nonchè i raid aerei della coalizione, che anzi ultimamente sarebbero stati intensificati. Nella notte si sono verificate forti esplosioni a Tripoli.
I vertici della Nato hanno dichiarato che la prossima fase dei bombardamenti sarà concentrata contro le linee di comunicazione nella zona della capitale.
Il capo di Stato maggiore interarmi americano Mike Mullen ha spiegato che, anche se le forze libiche sarebbero state ridotte del 30-40% con gli attacchi della coalizione, il conflitto sarebbe avviato verso una situazione di “stallo”.
Intanto, il regime di Gheddafi ha condannato l’invio in Libia di “consiglieri militari” da parte di Francia, Italia e Gran Bretagna e il piano di intervento militare-umanitario dell’UE, considerandoli ” un’ingerenza negli affari interni dello Stato libico e una violazione della sovranità libica” e minacciando anche ” conseguenze” per i tre Paesi.
I ribelli, invece, si sono detti “soddisfatti” per l’uso di droni americani in Libia, annunciato ieri da Obama per condurre ” attacchi più precisi” contro le forze del regime.

Treni bloccati, l’ Ue appoggia la Francia. Frattini:”Tutto chiarito”

Foto: Ap/LaPresse

Il commissario europeo per gli Affari Interni, Cecilia Malstrom, ha dato il suo parere sul blocco dei treni provenienti da Ventimiglia verso il confine francese, affermando che ” La Francia aveva diritto di bloccare temporaneamente i treni provenienti dall’ Italia”. La Malstrom ha infatti ricordato che il trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone può essere sospeso per ragioni di ordine pubblico. Il portavoce della Malstrom ha però riferito di non aver ricevuto nessun reclamo su eventuali violazioni del trattato di Schengen che sarebbero state commesse ieri da parte della Francia, e ha precisato che in merito, comunque, ” non c’ è ancora una posizione ufficiale” da parte dell’ Unione Europea.
Il governo francese, che aveva già dato spiegazioni in merito ai competenti servizi della Commissione Ue, ha fatto sapere di aver preso tale decisione dopo aver appreso di una manifestazione non autorizzata a sostegno dei migranti tunisini, “per evitare il rischio di incidenti”, e che si sarebbe trattato comunque di una “misura temporanea”.
In un’ intervista a un quotidiano francese, il prefetto della regione delle Alpes Maritimes, Francis Lamy, ha spiegato: ” Sono stato io, di mia iniziativa, a segnalare alle ferrovie francesi militanti di estrema sinistra a bordo di un treno proveniente da Ventimiglia. Poi le ferrovie hanno bloccato i treni”.
Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, inizialmente, aveva definito quella della Francia una “misura illeggittima“, “una chiara violazione dei principi generali dell’ Unione”, sostenendo che ” Trecento o forse anche meno simpatizzanti no global che inscenano una protesta non sono un grandissimo problema di ordine pubblico”.

Gaza, ucciso Vittorio Arrigoni prima dell’ultimatum

E’ stato ucciso prima dell’ultimato Vittorio Arrigoni il pacifista rapito da un gruppo di salafiti nella giornata di ieri a Gaza. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato nella notte in una casa abbandonata di Gaza City. Il corpo è stato ritrovato da un gruppo di forze di sicurezza di Hamas che avevano scatenato una feroce caccia all’uomo dopo la messa online del video che ritraeva Vittorio tenuto per i capelli e con le mani legate dietro la schiena, gli occhi coperti e evidenti segni di percosse sul volto.

Un portavoce di Hamas ha affermato che l’uccisione di Arrigoni è “Un crimine contro i nostri valori” e ha definito Vittorio, come un “amico del popolo palestinese”.  Il video caricato su Youtube, segnalava l’uccisione di Arrigoni entro 30 ore, cioè oggi pomeriggio, se non fossero stati liberati tutti i prigionieri salafiti, ma così non è stato, Vittorio Arrigoni, come dicevamo, è stato ritrovato morto questa notte e quindi è stato ucciso prima dello scadere dell’ultimatum imposto dagli stessi rapitori.

Egitto, Mubarak ai domiciliari colpito da infarto

Foto: Ap/LaPresse

L’ ex presidente egiziano Hosni Mubarak è stato messo in custodia cautelare per 15 giorni, assieme ai due figli Alaa e Gamal Mubarak, secondo quanto annunciato dalla procura. Mubarak, ieri, durante un interrogatorio, aveva avuto un infarto, e nella notte era stato colpito da un’ altra crisi cardiaca dopo aver appreso dell’ arresto dei figli, e sarebbe stato trasferito d’urgenza dall’ospedale di Sharm-el-Sheik all’0spedale militare del Cairo, dove si troverebbe in terapia intensiva. Anche la moglie dell’ ex-presidente è stata interrogata ieri, in merito ad accuse relative ai fondi della biblioteca di Alessandria.
L’ interrogatorio nei confronti dell’ ex presidente e dei figli mirava ad accertare loro eventuali responsabilità dirette nella feroce repressione delle proteste di piazza che hanno poi portato alla caduta del regime, nel corso delle quali sono morte circa ottocento persone. Il provvedimento di arresto sarebbe stato motivato da “esigenze investigative”.
Mubarak, che compirà 83 anni il 4 maggio, era già stato trasferito martedì ad Al-Tor, capoluogo del governatorato, per essere interrogato, ma si era sentito male e i medici gli avevano diagnosticato un attacco cardiaco; l’ ex presidente era stato quindi ricoverato a Sharm-el-Sheik.

Libia, il comando va alla Nato. 40 morti per i raid a Tripoli

 

Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, la Nato avrebbe assunto da oggi alle 8 il comando di tutte le operazioni militari in Libia, subentrando alla coalizione multinazionale in campo dal 19 marzo. Così, la missione “Odissea all’ Alba” ha preso il nome di “Unified protector”, protezione unificata.
Questa notte, gli aerei della coalizione internazionale hanno sorvolato Tripoli, dove, secondo quanto riferito dal vicario apostolico della città, monsignor Martinelli, ci sarebbero stati 40 morti. Il vescovo ha spiegato: “Se è vero che i bombardamenti sembrano alquanto mirati, è pur vero che colpendo obiettivi militari, che si trovano in mezzo a quartieri civili, si coinvolge anche la popolazione.” La Nato avrebbe comunque aperto un’ inchiesta sulle vittime civili.
Gheddafi
avrebbe nuovamente fatto una dichiarazione contro la “crociata” anti-islamica dell’ Occidente, promettendo resistenza “fino alla fine”, mentre le forze a lui fedeli attaccavano nuovamente la città di Misurata, già presa dai ribelli anche se sotto assedio da 4o giorni, dove ci sarebbero stati venti morti. Il capo di Stato maggiore Usa, Mike Mullen, ha riferito che nella guerra sarebbero state neutralizzate quasi un quarto delle forze di Gheddafi, anche se comunque il regime, dal punto di vista militare, avrebbe ancora consistenti capacità. Secondo una stima accreditata, invece, sarebbero mille finora i morti dall’ inizio della guerra.

Scontri in Siria, almeno 20 morti. Tensione anche in Yemen e Giordania

Le proteste e le manifestazioni spesso anche violente che hanno interessato il Nordafrica, in particolare Egitto, Tunisia e Libia, sembra si stiano estendendo verso il Medio Oriente, interessando in particolare la Siria, dove ci sarebbero state alcune decine di morti, ma anche lo Yemen e la Giordania.
In Siria, in particolare, il bilancio degli scontri di oggi sarebbe di oltre trenta morti, con manifestazioni contro il governo in più di dieci città: almeno 20 persone sarebbero state uccise solo a Samnin, mentre si conterebbero due morti a Daraa, e nella capitale Damasco la polizia avrebbe arrestato una decina di manifestanti e ucciso tre persone nel sobborgo Mauadamieh.
Proprio ieri, il presidente siriano Bashar al Assad aveva annunciato una serie di riforme sociali, come l’ aumento dei salari dei dipendenti pubblici e la lotta alla corruzione, ma sopratutto, la revoca dello stato di emergenza in vigore dal 1963, e la Francia, oggi, si è appellata alle autorità siriane affinchè tali riforme vengano attuate in modo “effettivo e rapido”.
A Daraa, poi, i giornalisti, sia siriani che stranieri, sono stati respinti da posti di blocco dell’ esercito siriano e di agenti di sicurezza in abiti civili, che hanno anche sequestrato loro l’ attrezzatura e gli oggetti personali.
Per le strade della capitale Damasco, stando a quanto riportato dalla tv siriana, avrebbero oggi sfilato anche i lealisti, a sostegno del presidente Bashar al Assad, e del Baath, che è il partito unico da quasi mezzo secolo.
Altre manifestazioni sarebbero scoppiate a Qamishli, città nel Nord-est della Siria, al confine con Turchia e Iraq e abitata per lo più da curdi, dove la polizia avrebbe sparato contro i manifestanti, mentre circa tremile giovani si sarebbero radunati nella piazza centrale di Duma, sobborgo a nord di Damasco.

Libia, si preparano i raid. Anche l’ Italia parteciperà

Foto: Ap/LaPresse

Dopo che ieri il Consiglio di Sicurezza dell’ ONU ha approvato con dieci voti a favore, cinque astenuti e nessun contrario la risoluzione che mira ad imporre una “no fly zone” sulla Libia “con tutti i mezzi a disposizione”, quindi, se necessiario, anche con l’ uso della forza, quest’ ultima ipotesi sembra farsi strada sempre di più. Nononstante, infatti, il leader libico Gheddafi abbià annunciato la sua disponibilità per il “cessate il fuoco”, venendo però smentito dagli insorti, che affermano che i combattimenti stanno continuando, i paesi dell’ ONU, e in particolare la Francia, non credendo alle parole di Gheddafi, si starebbero preparando ad un intervento militare, anche se, per adesso, sarebbe esclusa la presenza di forze di occupazione via terra.
Anche l’ Italia intenderebbe partecipare, non soltanto mettendo a disposizione le basi militari, ma anche mezzi e uomini: questo sarebbe l’ orientamento del Consiglio dei ministri straordinario di oggi e del voto delle Commissioni di Senato e Camera. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha infatti spiegato che l’ Italia metterà a disposizione “le proprie basi e non solo”, pur ribadendo che, comunque, la risoluzione ONU “Esclude esplicitamente azioni militari terrestri”. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha invece dichiarato: “Abbiamo ricevuto numerosissime richieste prima della risoluzione ONU, per l’ utilizzo delle nostre basi. Abbiamo sempre detto di si, ma abbiamo sempre condizionato l’ utilizzo a finalità umanitarie”. Sarebbero sette le basi aeree che verrebbero rese disponibili.