Dalla Russia con amore. Vostro Medvedev

Russia
Il titolo, in realtà, poteva anche essere: Elezioni? No, grazie, non fumo. Oppure: campagna elettorale? E perchè? Diciamolo: quest’uomo fa e ha fatto l’invidia dei potenti e dei politici del mondo. Almeno un paio, in Italia, ad esempio, lo stanno invidiando oggettivamente.
Qui, insomma, ci si sbatte tanto per una manciata di voti in più. E comizia, e gira in pullman, e fai il gazebo, e fai la conferenza stampa, e presenta il programma, e inventati dei nomi originali per i punti del programma. Missioni, punti-polari, punti semplici, titoli, mozioni, elenchi, chi più ne ha più si sbizzarrisca. Pure fantasia ci vuole. E poi componi i candidati, componi gli alleati, ma non li chiamare alleati, armonizza, fai scoppiare coppie, crea strategie, cerca i giovani e candidali, tieni a bada Bossi e Fini. Un lavoro difficile. L’invidia è quasi spontanea. Perchè lui, per essere eletto. Lui, per essere, pardon, per essere designato.

Harry a pezzi dall’Afghanistan

Harry a pezzi
Nono, è sano e salvo, sta benone, e nessuno gli augura assolutamente negatività. I pezzi sono quelli della storia, del puzzle ricostruito, dei frammenti che a poco a poco sono arrivati della sua missione. Harry, a pezzi, i media alla fine hanno comunicato.
Rotto l’accordo, violato il top secret, squarciato il velo. Da metà dicembre scorso, il reale coronatissimo principe Harry si trovava in missione segreta in Afghanistan. E ora se ne è tornato, l’hanno richiamato, di gran corsa, in UK: l’Afghanistan doveva abbandonarlo prima di subito.
23 anni – Weltroni, Weltroni, sì, potrebbe chiamarlo a breve e arruolarlo nelle sue fila – e molto testardo. Sottotenente nel reggimento Blues and Royal della Household Cavalry. Ad attenderlo oggi a Oxford, nella sua tuta mimetica, c’erano Carlo e William, il fratello maggiore.

Carla di Francia detta l’Umanitaria

In effetti mi mancava un po’il gossip relativo alla coppia più chiacchierata di tutta Francia e non solo. D’altronde dopo aver scoperto che Nicolas Sarkozy e Carla Bruni avevano in principio una relazione segreta, quindi si dovevano sposare e poi le voci di un possibile figlio, onestamente non sapevo veramente cosa mai si sarebbe potuto inventare per portare di nuovo al top del gossip la prima coppia d’oltralpe.

E così, in occasione del loro primo viaggio “di lavoro”, la visita ufficiale in Ciad e Sudafrica, Carla Bruni ha avuto modo di mettersi al centro dell’attenzione, con una dichiarazione che la paragonerà subito ad una delle tante star di hollywood che già si impegnano nel campo. Infatti la bella Carla, ha deciso di scendere in campo umanitario per aiutare i più bisognosi.

Una scelta di cuore quella di Carla, ma soprattutto una scelta pensata, ragionata da molto tempo insieme al marito Nicolas. Il quale, almeno penso, non si esporrà più di tanto su questo argomento, lasciando campo libero alla moglie, magari sostenendola a necessità.

Farc: The road to Betancourt

So già che cosa starete pensando in questo momento. “Basta coi soliti titoli in inglese siamo italiani”! Avete ragione. In effetti scrivo molto in inglese in quanto mi capita spesso di seguire programmi in lingua originale (inglese o giapponese, ma in quest’ultimo caso sottotitolato) e quindi di “imitare” le frasi in lingua originale per riproporle a voi. Cercherò di impegnarmi e metterne qualcuno in italiano ogni tanto.

In effetti per essere coerenti con l’argomento FARC e Betancourt dovremmo scrivere un articolo in lingua spagnola, però attualmente le mie conoscenze di spagnolo sono troppo di base e farei solo figuracce.

Comunque è ufficiale, il presidente venezuelano Hugo Chavez (ve lo ricordate quello piccolino di fianco a Naomi Campbell nemmeno un mese fa) ha in preparazione una squadra di esponenti politici con un unico obiettivo: la liberazione di Ingrid Betancourt. Sono mesi ormai che si parla di lei. Tra l’altro ultimamente sono trapelate anche delle informazioni, pervenute da Luis Eladio Perez uno degli ostaggi liberati dalle FARC, secondo cui la Betancourt sarebbe gravemente malate e richiederebbe cure.

La lista di Visco. Ovvero: Welcome to Liechtenstein

Principato
Ha una lunga lista, e la tiene sotto chiave. Una successione ignota di nomi, incubo e realtà di molti. Tra questi, un nutrito gruppo di pubbliche personalità che corrispondono alla categoria di politici. Ci consola, ammesso che lo faccia, sapere che in Europa non siamo gli unici?
Gli evasori non esistono solo in Italia. Ve ne è, certo in assai più discreta presenza, anche in quel mondo lontano che è la civilissima e progredita Svezia. L’affaire Liechtenstein ha già investito la Germania e ha toccato e lambito altri Paesi europei. Naturale che, nella faccenda, l’Italia sia in prima fila.
Il Vice Ministro dell’Economia e le Finanze, Vincenzo Visco, ha fatto sapere che ci sono – naturalmente – degli italiani tenuti sotto controllo per i loro conti nel paradiso fiscale in questione. Italiani che sarebbero un numero considerevole: un centinaio e più di nominativi. Il bello, il gustoso, è che nella famosa lista, tra questi nomi ci sono personaggi illustri e persone comuni. Politici e semplici mortali.

Qui ormai si è scatenato il terrore….

Coalizione, scelta obbligata

speranza
Mentre è sempre più gradevole ascoltare Viva Radio 2 con il pezzo sul Pullmann di Veltroni che canta Ma che cè frega ma che cemporta… Giunge notizia di un mondo a parte, quello delle candidature nelle Circoscrizioni estere. Gli italiani all’estero. Che abbiano deciso le sorti del Governo caduto, è cosa nota, per quanto le interpretazioni del fattaccio sono, naturalmente, differenti a seconda della voce parlante interpellata.
A domanda risposta. L’Onorevole Massimo Romagnoli, candidato Pdl nella Circoscrizione Estera Ripartizione Europa dice la sua sul futuro prossimo venturo:

Indubbiamente non si è fatto l’errore della volta precedente. Si sono uniti i due più grandi partiti italiani del centrodestra, Forza Italia e Alleanza Nazionale. La Lega collabora con noi nelle liste, quindi avremo una grande lista e grandi risultati. Abbiamo perso le precedenti elezioni per mancanza di una coalizione, non perché gli italiani all’estero abbiano votato a sinistra. Dispiace l’assenza dell’Udc. Il danno che ha fatto l’Udc corrisponde a 20.000 voti, che diventeranno 15.000, perché Casini si sta comportando malissimo. Non solo all’estero, ma anche in Italia, e la sua cattiva immagine si riflette

Il suddetto sta attraversando paesi su paesi del Vecchio Continente per essere vicino alle persone, a chi lo voterà. Strategia, ci vuole. E che fanno gli avversari nel frattempo?

Kosovo: Quando la Svizzera scende in campo

Quando sono venuto a sapere della notizia ho dovuto stropicciarmi gli occhi, sgranarli davanti al pc e rileggere attentamente, parola per parola, ciò che stavo guardando. La Svizzera si è smobilitata e ha preso una posizione in campo internazionale. Insomma uno dei tre punti cardini della vita del sottoscritto (gli altri due sono l’immortalità di Andreotti e la mucca viola di una famosa marca di cioccolato) è definitivamente decaduto, ovvero la Svizzera non farà mai niente per schierarsi da una parte o dall’altra.

Provate a pensare nel vostro passato, sia questo recente o remoto, quante volte la Svizzera vi ha salvato dall’impiccio del silenzio assoluto durante l’interrogazione della temibile professoressa di storia. La Svizzera si sapeva, non faceva mai niente, e come tale bastava iniziare con la frase

La Svizzera era neutrale

La Francia non va più in fumo

E adesso possiamo finalmente dedicarci ai classici sfottò nei confronti dei nostri cugini d’oltralpe. Non sono impazzito, tranquilli, ma da quando i francesi hanno copiato la nostra legge anti-fumo e per di più con risultati più che positivi, non possiamo fare altro che ricordare ai “galletti” che i campioni del mondo siamo noi!

In fondo sapere che i nostri cugini ci copiano, ci da molta soddisfazione. Ci definiscono sempre dei fessi, degli incapaci. In fondo penso ci definiscano molto inferiori a loro, nonostante il loro bon ton non gli permetta di sbatterci in faccia certe affermazioni.

In poco meno di due mesi (è entrata in vigore a inizio gennaio 2008) sembra che questa legge, abbia portato una diminuzione del 15% di infarti nel paese.

La favola americana del giornalismo no profit

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Il mercato dell’editoria cartacea, ed in particolare quello dei quotidiani, sta vivendo un lento ma inesorabile declino. Il discorso vale indistintamente per qualsiasi paese del mondo, da ormai un decennio a questa parte. I vistosi cali di vendite spingono oramai sistematicamente gli editori a tagliare intere redazioni, pur di mantenere inalterati i margini di profitto. In questo contesto, il colpo di grazia è dato dalla crescita esponenziale dell’uso della rete per fare informazione.
E’ di pochi mesi fa la decisione del NY Times – mica pizza e fichi – di rendere completamente gratuita la consultazione del quotidiano cartaceo anche sul web. Insomma, il giornale gratis. Applausi.
Il motivo della scelta è facile facile.

La Francia spera in Raul

La notizia del passaggio di testimone a Cuba tra i fratelli Castro, mi ha colpito particolarmente. Non per altro, ma pensavo che il buon “lider maximo” fosse una specie di highlander, un immortale, che nonostante tutto non avrebbe mai abbandonato il potere fino al giorno della sua morte, momento in cui la sua figura e la sua immagine sarebbe rimasta impressa per sempre nel cuore e per le strade di Cuba.

Sono ancora convinto che all’epilogo della sua vita sarà comunque così, con un intero paese a piangere il suo “lider”, nonostante tecnicamente non lo sia più, nonostante ora il presidente cubano sia il fratello di Fidel, Raul Castro.

Certo che la posizione di Raul è sicuramente delle meno invidiabili al mondo in questo momento. Ti ritrovi di botto ad essere da fratello della personalità politica forse più seguita al mondo a suo sostituto sulla poltrona del paese che tanti grattacapi ha fatto e fa venire agli Stati Uniti.

Il Pakistan oscura YouTube

YouTube
YouTube, domenica, per due ore è crollato completamente. Giù. Del tutto. Bizzarro, non capita mai. Niente UGC, UGA, P2P etcetera etcetera. Non c’era nulla, non c’era YouTube, il popolarissimo sito per la condivisione di materiale video shared. Più niente broadcast yourself. Il bello è che You Tube non c’era più praticamente in nessun angolo del globo.
Attacco informatico in grande stile? Yahoo in vendetta trasversale su Google? Naturalmente no. Nessun hacker e nessun competitor adirato.
Il black out è stato generato dall’azione e dall’intervento di un governo di Stato di questo mondo. Le autorità pachistane avevano deciso di bloccare l’accesso al portale nel Paese. Nel tentativo di, hanno erroneamente mandando in tilt la pagina web a livello globale.

Obama, shame on you. Hillary all’attacco

Clinton
Quando l’insegnante di inglese (gran donna. Che fine triste che ha fatto, nella miseria delle miserie che è la vita umana) ci diceva Whet a shame, noialtri, adolescenti senza memoria e senza barba, potevamo solo intuire la forza del messaggio. Hillary Clinton che saetta

Shame on you

a Barack Obama, decisamente, ha una certa forza.

Di rosso vestita, è anche decisamente alterata, diretta, avvelenata, agguerrita. Lei smentisce ed esclude, ci mancherebbe altro, sono Hillary Clinton, non certo il primo anonimo che ha deciso di mettersi in testa di arrivare alla poltrona della Casa Bianca, è da escludersi che io pensi di ritirarmi – anche se sono così stanca…
Non l’ha detto, sia ben chiaro, non ha parlato di stanchezza. Certo, a livello di nervi, una donna stenta ad invidiarla. Arriverai forse ad essere la donna più potente del mondo? Ma nel frattempo avrai perso 20 anni di vita e qualsiasi residuo di forma umana.

Quello che i “democrats” non dicono… ve lo dice Nader

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Sulla scena della corsa alla Casa Bianca irrompe il Paladino dei consumatori. Il suo nome è Ralph Nader, e certamente in Italia famosissimo non è. Ecco no, diciamo che non è mai stato ospite della De Filippi, non ci risulta. Ma la sua storia merita di essere raccontata comunque. Nader è un avvocato americano con il pallino della difesa della società dall’Imperialismo capitalista. Detta così fa anche un po’ paura lo ammetto, ma tant’è. Approfondiremo.
I più attenti alle faccende USA lo ricorderanno in una piccola particina come comparsa nelle presidenziali americane 2004, quando si presentò come indipendente raccogliendo un misero 0,7% di consensi. Quelli bravi, ma davvero bravi però, lo ricorderanno anche nella tornata del 2000, quella del dopo Clinton per intenderci, in cui raccolse il 2,7% con 3 milioni di voti.
Fantascienza, ma non è questo il punto.

Tutte le donne di Walter

Shrek
Le candidature del Partito Democratico, queste sconosciute. Queste giovini sconosciute. Che poi, in alcuni casi, la definizione non è neppure corretta. Perchè Marianna Madia è conosciuta, dove serve che lo sia. Ma cominciamo piuttosto dal Regno di Molto Molto Lontano.
Romina Crosato è molto giovane, ha 29 anni. Una candidatura di cambiamento, è impegnata fra i giovani del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Ha rappresentato molte volte i giovani veneti del Sudafrica. Ha rappresentato i giovani italiani a Miami nel settembre del 2007. E’ nuova alla politica e rientra nel disegno che vuole dare spazio ai giovani.
Romina è una ragazza italosudafricana, con tanto di blog su Internet e dalla voce tanto verde, che verrà candidata dal Pd per le prossime elezioni nella difficile Circoscrizione Australia, Asia e Africa.