Ancora un missile coreano sopra il Giappone

missile-coreaLa politica estera in Estremo Oriente continua a destare preoccupazioni, dopo un nuovo test missilistico della Corea del Nord che ha sorvolato il Giappone, passando sopra le teste degli abitanti dell’isola di Hokkaido. Un missile con una gittata di 3700 chilometri, che però potrebbe arrivare fino alla base americana di Guam.

La Corea del Nord dunque, vuole dare delle dimostrazioni di forza a seguito delle sanzioni a cui è stata sottoposta in settimana dall’Onu, come del resto è successo anche nelle altre occasioni.

Naturalmente la risposta del premier giapponese Shinzo Abe è stata dura, e non poteva essere altrimenti, ma la partita si gioca su una scacchiera, non certo sulle emozioni. Il Giappone ha intento sbloccato 8 milioni di dollari di aiuti alla Corea del Sud, mentre all’Onu si sono aggiunte le sanzioni più dure nella storia nordcoreana. Trump, a novembre si recherà nell’area, con una situazione, al momento, tesa ma stabile. La Corea del Nord vuole alzare la voce, ma nulla indica una potenziale minaccia bellica immediata.

Anche gli USA sembrano aver rinunciato ora, alla minaccia militare, mentre a Seul si parla al massimo dell”operazione “decapitazione”, ovvero un’operazione di intelligence e militare, per uccidere il leader nordcoreano senza un intervento armato di invasione del paese, ma con un’operazione chirurgica durante uno spostamento di Kim-Jong-un.

La revisione dei vitalizzi potrebbe cadere al senato

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La revisione dei vitalizi, passata ieri alla Camera, potrebbe però arenarsi al senato, dove i partiti che hanno votato a favore, non hanno la maggioranza assoluta. PD, Lega e M5S infatti, avrebbero 146 voti, mentre la maggioranza assoluta è a 161. In più molti deputati del PD hanno votato mal volentieri a favore della revisione, mentre Mdp si è astenuto, e senza i loro voti non si passerebbe. Anche Verdini potrebbe essere cooptato, mentre molto più difficile appare coinvolgere Forza Italia. Se alla Camera il sì è stato schiacciante, la legge Richetti, per passare al Senato, dovrà avere l’appoggio degli astenuti, e non vedere defezioni ne PD. Luigi Zanda, capogruppo PD, sarà chiamato ad un’opera di convincimento non solo all’interno del suo partito, ma anche all’esterno. Operazione difficilissima, complicata dalla dichiarazione dei verdiniani, che con Lucio Barani hanno già anticipato un no senza discussioni al DDL. A questo punto, il PD dovrà trovare una merce di scambio con Forza Italia, e puntare su una rotta di collisione tra forzisti della Camera e quelli del Senato. Alla Camera, Renato Brunetta, aveva già detto il suo no al taglio dei vitalizi, perché: “uccidete la democrazia” e “date il via a una macelleria sociale perché il famoso ricalcolo piomberà sulla testa dei pensionati normali”. Paolo Romani, capogruppo dei senatori FI dirà la stessa cosa? È più che probabile, vista la sensibilità all’argomento, non solo demagogica. Il rischio di perdita dei diritti acquisiti, anche per i cittadini normali, c’è.

In piazza contro i voucher

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Secondo i sindacati, ciò che era uscito dalla porta, è rientrato dalla finestra, e così oggi la Cgil è scesa in piazza per dire no ai voucher, reinseriti con la manovra di aggiustamento dei conti pubblici. Al posto del voucher, il Libretto di famiglia per le prestazioni nelle case, e i Contratti di prestazione occasionale per le aziende, tutti con buoni annullabili entro tre giorni, misura che rischia di creare un vortice di lavoro nero.

A far arrabbiare la Cgil anche la modalità di reinserimento dei voucher, l’anomala manovra sui conti pubblici, considerata “clandestina”.

In piazza tutti i dirigenti sindacali, dalla Camusso a Speranza, per combattere quella che è considerata una forma di precarietà senza diritti per i lavoratori. Dopo aver cancella per decreto i voucher, e quindi spento la ragione del referendum che avrebbe dovuto tenersi il 28 maggio, il governo ha trovato altre vie, ma i sindacati minacciano ora il ricorso alla Corte Costituzionale.

Per le parti sociali, il contrasto al lavoro nero, per cui erano stati pensati i voucher, ha perso di significato con l’allargamento dei soggetti autorizzati al loro utilizzo, mentre per il governo il problema è solo ideologico, in quanto i voucher ora saranno tutti sotto la responsabilità dell’Inps.

Il G7 di Taormina

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Sensazioni positive e sensazioni negative al G7 di Taormina, dove i 7 grandi, con qualche esclusione, si sono trovati d’accordo su alcuni temi, mentre su altri i risultati sono stati considerati insoddisfacenti. È il clima, il nodo cruciale su cui Stati Uniti ed Europa non riescono a trovare una sintesi, anche dei pur blandi vincoli che il vecchio continente vorrebbe mettere alle emissioni. Molto delusa si è detta la Merkel, particolarmente battagliera sul tema ambientale, che in effetti, in Germania, è molto sentito e appoggiato. Il paese infatti è in prima linea non solo per la riduzione delle emissione, ma per la rinuncia alle fonti fossili, con grandi investimenti nel settore delle rinnovabili. Di questo passo, i tedeschi potranno liberarsi dalla dipendenza del petrolio entro 20 anni, mentre altri paesi sono ancora al palo.

Ma se sul clima, Trump non ha voluto cedere, è stato sul protezionismo, suoi cavallo di battaglia elettorale, che il presidente americano ha dovuto mollare la presa, più che altro per le evidenti problematiche che un mondo ormai globalizzato, pone a misure di chiusura del proprio mercato. È praticamente impossibile ormai chiedere agli altri paesi di importare, ma non esportare, pregiudicando così la bilancia dei pagamenti. A meno di non pensare ad un’utopica autarchia, è più sensato trovare un equilibrio tra gli scambi commerciali. Sul fronte terrorismo invece, tutti d’accordo, naturalmente.

Renzi: si vota il 30 Aprile anche per il premier

Matteo Renzi ha lanciato il rush finale in vista del voto di domenica, invitando tutti a recarsi alle urne e a votare alle primarie il 30 aprile perché si sceglierà anche il segretario del Pd. L’ex premier scrive sulla enews che tra quattro giorni si svolgeranno le primarie per valutare in maniera democratica il segretario del Pd per i prossimi quattro anni. Il vincitore delle primarie, sarà anche il futuro leader candidato a Palazzo Chigi alle prossime elezioni. L’ex premier, preoccupato per un eventuale flop, invita la popolazione a votare. Molte sono le persone che vorrebbero far credere che il risultato finale è già scritto prosegue Renzi, e lo fanno per allontanare gran parte dai gazebo che saranno domenica prossima 30 aprile dalle 8 alle 20. Il passaggio di domenica, è molto importante sottolinea Renzi ed abbiamo bisogno dell’impegno di tutti. Infine ricorda i numerosi appuntamenti del suo tour in tutta Italia, dove ha percorso il paese in largo ed in lungo silenziosamente, dai piccoli comuni alle grandi città, senza telecamere e taccuini. Durante il tour Renzi ha incontrato moltissime persone di qualità, per ricominciare a progettare l’Italia del futuro e dei nostri figli, che deve andare avanti con l’impegno di tutti.

Renzi: dietrofront sui voucher

L’ex premier Renzi fa marcia indietro sui voucher e accusa la “sinistra” (viene da chiedersi perché non sia la sua sinistra) di averli inventati. È vero che i voucher non sono stati introdotti dal suo governo, ma quando renzi era al governo, avrebbe potuto, e dovuto, apportare i necessari correttivi per disinnescare la bomba referendum che ora fa tanto paura alla “sinistra”. Renzi vuole evitare un altro 4 dicembre, che metterebbe a serio rischio un suo secondo mandato, e quindi vuole dissociarsi da tutto quello che i lavoratori rimproverano al PD. Come se lui non fosse anche il segretario del partito. E così i voucher non saranno un ostacolo insormontabile per i renziani, pronti a rinunciarvi pur di riprendere le redini del governo, che non hanno mai lasciato in verità, e non subire un’altra batosta referendaria. Un sacrificio fatto volentieri, che Gentiloni sta cercando di anticipare con il decreto sui voucher atto a fermare la Cgil, forse già venerdì, con un decreto che faccia cancellare il referendum dalla Cassazione. Oltre ad accontentare la base, Renzi bloccherebbe anche i secessionisti di Bersani, che sui voucher hanno fondato parte della loro politica e potrebbero usarli come arma per ottenere la leadership del partito, con un’alleanza trasversale contro Renzi alle primarie.

La UE chiede una manovra aggiuntiva all’Italia

Aggiustamento dei conti, o manovra aggiuntiva, la Commissione Europea ha appena inviato una lettera al governo italiano con una richiesta di ben 3,4 miliardi di euro in più, da aggiungere ai conti pubblici per non sforare i parametri di Maastricht.

Si parla di un’aggiustamento sulle spese dei vari ministeri, già spremuti dall’austerity, ma il governo ha ancora tempo fino all’inizio del prossimo mese per approntare i correttivi, calcolando anche che Gentiloni dovrebbe incontrare nei prossimi giorni la Merkel, e non sarebbe soddisfatto della richiesta della Commissione, di aggiustamento di uno 0,2% del PIL.

Anzi, è probabile che il governo voglia ridiscutere alcune cose con la Germania e non dare seguito alla lettera da Bruxelles, ritenendo di aver già adempiuto a tutte le direttive. Comunque, al ministero del Tesoro, stanno già studiando i possibili tagli, nel caso l’Italia dovesse seguire le nuove richieste dell’Europa.

In primo piano la riduzione dei fondi strutturali destinati alle infrastrutture, che oggi vengono valutati attorno ai 2,9 miliardi di euro. Qualche centinaio di milioni, potrebbero essere risparmiati con tagli ai ministeri, e altri fondi potrebbero essere reperiti rinunciando a qualche sconto fiscale. Tutte decisioni però che peserebbero pesantemente sul rilancio dell’economia, per il nostro paese, già ultimo nella ripresa economica europea.

Boeri: voucher? Cambiamoli, non aboliamoli

Secondo il presidente dell’INPS Tito Boeri, i voucher hanno avuto un impatto positivo sull’economia, pur con le distorsioni che si sono verificate. Vanno quindi “aggiustati”, ma non aboliti. Il problema è che i voucher dovevano far emergere situazioni di lavoro nero, e invece si è scoperto che ne è stato fatto un abuso sistematico in molte occasioni. Per questo Boeri chiede un adeguamento normativo al Ministero del Lavoro, in modo da evitare gli abusi e continuare a distribuire i voucher n quei settori dove l’assenza dei contratti lavorativi è più forte.

Vanno quindi apportati i correttivi necessari affinché i voucher vengano utilizzati nella maniera corretta. Ad esempio propone di utilizzare dei limiti mensili, invece che annuali, in modo da poter controllare meglio l’utilizzo da parte di un singolo datore di lavoro, ma Boeri chiede anche un coinvolgimento più diretto dell’INPS, che è l’erogatrice dei buoni, come ad esempio l’invio degli sms di attivazione all’ente, per un riscontro in tempo reale, invece di coinvolgere il ministero, che in merito alla vicenda, dovrebbe attivare dei controlli più serrati sul territorio, attraverso gli ispettori.

Il controllo mensile consentirebbe di individuare, subito, quei casi in cui il voucher sta sostituendo il regolare contratto a tempo indeterminato, con la relativa perdita dei contributi pensionistici.