Giù le mani da Alitalia, francesi. Ancor più, giù le mani da Malpensa. La Lega annuncia rivolta, e da quando il Governo, per voce di Tommaso Padoa Schioppa, ha fatto ufficialmente sapere il suo mood positivo nei confronti della vendita della compagnia di bandiera ad Air France/Klm, un po’ tutto il Nord Italia protesta. E la Lega trova preziosi alleati in Cisl e Uil. Più diplomatica la Cgil, che per ora si schiera, ma solo con la sua rappresentanza regionale. Il partito del sì, invece, vede il Governo circontato da una sorta di silenzio-assenso: unica voce esplicita l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che, attraverso il suo presidente, Vito Riggio, esprime “viva soddisfazione per l’orientamento espresso dal Governo rispetto all’avvio da parte di Alitalia di una trattativa in esclusiva con Air France-KLM“.
IsayStaff
E Al Quaeda smentisce di aver ucciso Benazir
Al Quaeda smentisce di aver ucciso, giovedì scorso, Benazir Bhutto. Il leader taleban Baitullah Mehsud, luogotenente dell’organizzazione terroristica in Pakistan, nega fermamente ogni coinvolgimento nell’assassinio della ex premier. L’uomo è ritenuto dal governo pakistano l’artefice dell’attentato che ha ucciso la leader a Rawalpindi.
Odinga vince!
E’quasi una certezza ormai. Con più del 75% delle sezioni scrutinato, il leader dell’opposizione del governo keniano Raila Odinga è in vantaggio rispetto al presidente uscente Mwai Kibaki. Il risultato, seppur provvisorio, sembra decisamente incolmabile: 49,47% per Odinga, 45,35% per Kibaki.
Una vittoria di grande importanza, quella di Odinga, per diverse ragioni.
Romano, noi la pensiamo così
Il rapporto di fine anno, stilato dal presidente del Consiglio Romano Prodi, sull’andamento del paese nel 2007, è stato oggetto di dibattito per tutti i nostri rappresentanti in Parlamento e in Senato.
I commenti di Lamberto Dini sul futuro del paese (già illustrati in questi post: Discorso Prodi, Critiche Dini) sono già passati agli onori delle cronache da alcuni giorni, ma nel frattempo molti altri deputati e senatori, più o meno noti, hanno espresso la propria opinione.
Campania e rifiuti: ancora 11 mesi di agonia
Ancora 11 mesi per ritornare alla normalità: questo quanto dichiarato dal Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, al termine del Consiglio dei Ministri. Le misure previste comprendono la proroga dell’emergenza appunto fino al 30 novembre, con l’istituzione del Commissario gestore dell’emergenza che “affiancherà gli enti locali” insieme ad un Commissario liquidatore per risolvere “la partita finanziaria che si è accumulata nel corso degli anni“.
Il Pakistan piange Benazir
Il Paese piange, il Paese lotta. Per i funerali di Benazir Bhutto, si parla di centinaia di migliaia di persone. E le violenze e gli scontri vanno avanti. Un’autobomba è esplosa nella valle di Swat, nel corso di un comizio dei sostenitori del presidente Musharraf. Vittima, un candidato del partito al potere e due suoi sostenitori.
Dal Rawalpindi all’Iowa, e ritorno
L’assassinio di Benazhir Bhutto potrebbe avere conseguenze ed effetti profondi sulle sorti del futuro prossimo della politica statunitense. Sia dal lato della politica estera dell’ancora attuale Mr. President, sia dal lato dei pretendenti in corsa per prenderne il posto. Mr Bush, dal canto suo, ha naturalmente condannato duramente l’uccisione della leader pakistana, definendo l’attentato “un vile atto perpretrato da degli assassini estremisti che stanno minando il cammino della democrazia in Pakistan“.
Il FMI critica l’Italia, o forse no…
Che la situazione economica italiana non sia delle più chiare è un dato di fatto, visibile a tutti i cittadini che si interessano minimamente della “cosa pubblica”. Ma che addirittura il Fondo Monetario Internazionale (che chiameremo con la sua sigla FMI) vada in confusione a causa del nostro paese, è veramente incredibile.
Alcuni giorni fa, infatti, sono apparse su alcuni giornali delle dichiarazioni da parte del FMI che anticipavano il rapporto di fine anno, dove l’Italia veniva indicata come “poco coraggiosa” sul fronte della spesa pubblica. Con una doppia sfida per il 2008: il sostenimento dei salari e il risanamento dei conti pubblici.
Allons, enfants de la Malpensa!
“Malpensa è la madre di tutte le battaglie“. Umberto Bossi la vede così. Il “partito del Nord“, che coincide sostanzialmente con il partito del no, ha trovato il suo leader. La Padania, suo regno e sua voce, veicola l’inasprimento dei toni del numero uno del Carroccio: “La musica purtroppo non cambia mai per il Nord: schiavi di Roma eravamo e schiavi restiamo“. E continua: “È necessaria una reazione forte, dura, a questa nuova violenza dello Stato romano che con Malpensa ha alzato il tiro: vogliono il Nord in ginocchio, penalizzato, più schiavo. Per questo non bisogna cedere. Ora più che mai è necessario che scenda in campo al nostro fianco anche la società civile”.
Kibaki – Odinga: è sfida voto a voto
Sarà una sfida all’ultimo voto quella riguardante l’elezione presidenziale in Kenya che si sta tenendo in queste ore. I due “nemici-amici” Mwai Kibaki e Raila Odinga, nella precedente legislatura nella stessa alleanza, stanno aspettando i risultati ufficiali; mentre le varie voci di corridoio, che danno vincente a volte il primo a volte l’altro, si rincorrono aumentando l’interesse per queste elezioni.
Nemmeno 48 ore fa i due principali favoriti alle elezioni si sono ritrovati a Nairobi, nel centro della città, con due giganteschi comizi per cercare di persuadere anche i dubbiosi dell’ultimo minuto.
Il 2007 del Professore
E’ tempo di bilanci, per Romano Prodi. Del resto, è fine anno. Finiscono i giorni, si cambia data. Si guarda ai 365 giorni trascorsi, e si fa il punto. Anche per rispondere, o provare a farlo, alle polemiche di questigiorni. Polemiche che non sono arrivate solo dall’opposizione. E Prodi deve dare un’immagine di stabilità. Usarla come arma, anche perchè basa le sue critiche proprio tacciando gli avversari di fomentare l’incertezza.
Pakistan sull’orlo della guerra civile
Benazhir Butto è morta, e cominciano le prime ricostruzioni della dinamica dei fatti, mentre il Paese è sull’orlo della guerra civile. Secondo fonti della polizia pakistana, l’attentatore – o gli attentatori, ancora non è ben chiaro se fossero una o due persone – sisono avvicinati all’auto della Bhutto al termine del suo discorso in occasione di un comizio pre-elettorale. Avrebbero poi esploso almeno cinque colpi con un fucile mitragliatore Ak75 , un kalashnikov, colpendo la donna alla nuca. Poco dopo, gli attentatori si sarebbero fatti esplodere nelle vicinanze: i soccorsi sono dunque arrivati in ritardo al capezzale della leader dell’opposizione.