Da Italicum a Bastardellum per Sartori

legge-elettorale

Sul nome della nuova legge elettorale ci si sta sbizzarrendo. Prima Beppe Grillo ha parlato di “Pregiudicatellum”, a suo modo. Ora Giovanni Sartori, uno dei politologi italiani più importanti, ha parlato di “Bastardellum”.

Sulle polemiche tra Renzi e Letta interviene Alfano

enrico letta

Il ruolo di Matteo Renzi da segretario del Pd sembra incalzare e a volte mettere in secondo piano la figura del Presidente del Consiglio Enrico Letta. Il rischio di crisi di governo sembra lontano, anche perché la legge elettorale arriverà in Parlamento e sarà discussa. La sua approvazione sembra fondamentale prima di pensare a nuove elezioni.

Le polemiche nel Pd per l’incontro tra Renzi e Berlusconi

legge-elettorale

 

L’incontro tra Renzi e Berlusconi nella sede del Pd sulla legge elettorale ha lasciato qualche strascico all’interno del partito. Il nemico storico, il pregiudicato che va a casa del segretario del Pd. Secondo alcuni è insostenibile.

Questo il motivo dell’asse Pd-Forza Italia sulla legge elettorale

renzi30

La discussione sulla legge elettorale continua e il segretario del Pd Matteo Renzi è sempre protagonista. La legge si deve fare, è stata calendarizzata e ora è necessario un accordo. Renzi aveva affermato che avrebbe parlato con tutti perché la legge elettorale si sarebbe fatta con ci stava. Ed è stato di parola. Ora sembra che l’asse privilegiato sia con Forza Italia.

Il nuovo coordinatore di Fi Giovanni Toti

pdl

Il ritorno a Forza Italia non è stato privo di polemiche con la diatriba interna al vecchio Popolo delle Libertà tra falchi e colombe, che ha portato poi alla formazione del Nuovo Centrodestra. Berlusconi vuole una Fi più giovane e come coordinatore unico ha scelto Giovanni Toti, uno che si potrebbe definire una colomba, non di certo un falco, e nel partito monta la polemica.

Berlusconi guarda il discorso di fine anno di Napolitano

berlusconi2

C’era una volta Berlusconi? No, con il cavaliere mai dire mai. Certo, il 2014 si apre in maniera amara per l’ex Presidente del Consiglio dopo un 2013 che lo ha visto protagonista negativo, condannato ed estromesso dal Senato. Il cavaliere ha passato il capodanno a casa con la famiglia, ma non come un vecchietto qualsiasi. I suoi uomini hanno provocato affermando di non ascoltare il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma sicuramente Berlusconi è stato davanti allo schermo. Non è uomo da boicottaggi, quanto piuttosto da strategia e opportunismo politico.

Berlusconi sembra ormai vedere un nemico al colle. Nel 2013 non si è sentito protetto per i fatti che lo hanno riguardato e con Fi è andato all’opposizione dopo essere decaduto dal Senato. Negli ultimi interventi a citato criticamente Napolitano, ma non ha proposto direttamente il boicottaggio del discorso mostrando quindi un interesse ancora vivo rispetto alla battaglia politica. Il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani ha confermato le riserve su Napolitano, ma rispetto al discorso di fine anno ha invitato tutti a guardarlo con “spirito critico”.

Il senatore Augusto Minzolini aveva invitato Berlusconi a preparare un suo discorso di fine anno, cosa peraltro già annunciata da Beppe Grillo, ma il cavaliere cerca sempre originalità. E quindi snobba il Capodanno e si prepara alle sfide politiche di questo nuovo anno affermando “Non ho mai pensato che il Capodanno fosse una ricorrenza da festeggiare. Per questo ne approfitterò per riposarmi in vista della ripresa”. I “falchi” spingono per posizioni più estreme e Berlusconi riflette mentre lascia capire come la battaglia non sia finita dicendo: “Sono un vecchietto ma non posso permettermi di finire la mia avventura umana, imprenditoriale, da uomo di sport e da uomo di Stato come un perdente”.

Il 2014 del governo nell’incrocio tra Renzi e Letta

renzi

Uno dei fatti politici più importanti di questo 2013 che si è appena chiuso è sicuramente l’elezione di Matteo Renzi a segretario del Pd. Dopo le primarie dell’8 dicembre, il peso di Renzi sul governo, in termini di influenza e di interesse, è cresciuto. Il Pd è il partito di maggioranza e sembra che Renzi voglia sottolineare questo aspetto. Certo, puntare su un rimpasto di governo o minacciare la crisi non sembrano scelte opportune o armi che il nuovo segretario del Pd vuole sciorinare. In entrambi i casi, gli effetti deleteri sarebbero maggiori dei profitti. Anche andare a nuove elezioni non sembra una possibilità presa in considerazione dall’entourage del sindaco di Firenze, prima c’è da fare la legge elettorale e magari fare crescere il consenso sul leader che è già consistente.

Per questo 2014 Renzi deve evitare lo stallo o l’appiattimento su un governo immobile. Deve mantenere la sua immagine di innovatore e riformista e quindi probabilmente giocherà al rialzo con Letta, chiedendo ancora con più foga quello che ha chiesto a fine 2013: riforme e accelerazione. Il Presidente del Consiglio, da parte sua, punta sul “contratto di governo” da fare nei prossimi giorni e sul semestre di presidenza europea. Il 2014 si apre quindi con un Letta che deve stare attento al logoramento eventuale del suo governo e con un Renzi che si propone una ascesa più costante e leggermente più facile dalla sua posizione.

Per chi pensa che Letta e Renzi possano andare d’accordo, ci sono le dichiarazioni di quest’ultimo che ci tiene a differenziarsi da Letta e Alfano. Espressioni che lasciano immaginare eventuali ultimatum al governo, mentre la strana coppia Letta e Alfano rivendicano il ruolo di avere messo all’angolo Berlusconi. Il rapporto tra i due esponenti del Pd, tra governo e segreteria, si potrà basare sulla performance del governo. Legge elettorale, economia, lavoro, tasse e riforme possono portare i due a percorrere una strada politicamente produttiva per le loro mire.

Incontro tra Pd e Fi su Mattarellum con premio

Foto: AP/LaPresse
Foto: AP/LaPresse
Chi è il rappresentante del centrodestra? Berlusconi o Alfano? Sembra esserselo chiesto il nuovo segretario del Pd Matteo Renzi. E poi sembra avere deciso inviando un suo rappresentante a parlare con Berlusconi. Il tema? La legge elettorale.
Per Renzi non c’è tempo da perdere. Il centrodestra sembra che si sia organizzato, che sia più avanti rispetto a un sistema proporzionale con diversi partiti. Il Mattarellum non andrebbe bene al Pd, ma c’è la necessità di cambiare il sistema attuale dopo la decisione della Consulta.
Mattarellum quindi? Forse, perché i contatti sono appena iniziati. Ieri, l’incontro tra i rappresentanti di Pd e Fi e Renzi che ha affermato: “Io voglio stanare il Cavaliere, scoprire, anzi, far scoprire, cosa vuole veramente. Non mi voglio trovare ad aprire con lui una trattativa sulla legge elettorale per poi trovarmi in mezzo al guado. Facciamolo uscire allo scoperto”.
L’incontro del rappresentante di Renzi Dario Nardella è stato con Renato Brunetta capogruppo di Forza Italia. Da quello che emerge, Nardella avrebbe chiesto a Brunetta del Mattarellum e della possibilità di renderlo maggioritario. In questo caso, il 25% del proporzionale si trasformerebbe in premio. Questa soluzione metterebbe in disparte il Nuovo Centrodestra di Alfano.
Renzi ha affermato che: “Se il Parlamento non riesce a fare la legge elettorale e il governo non riesce a fare le riforme, è legittimo chiedersi perché andare avanti”. Renzi comuqnue non si espone più di tanto per non creare problemi al governo e per non entrare in polemica con il Quirinale. Nei discorsi sulla legge elettorale non c’è il rapporto con Alfano e su questo Rendi ha detto: “Quelli pensavano che non avrei mai trattato con Berlusconi per paura di sentirmi dire le solite offese, ma mi conoscono male, io la riforma la voglio fare sul serio, e la farei anche con il diavolo”.
Renzi aspetta di capire come andrà questo rapporto con Fi e continua a seguire la linea che la riforma elettorale si fa con ci sta. Le lezioni si avvicinano e Renzi si muove immaginando una soluzione più adeguata per il suo partito.

Il piano del Pd per il mercato del lavoro

matteo renzi
Il nuovo segretario del Pd Matteo Renzi è pronto a lanciare il suo “Job act”, il piano per il lavoro. Un piano che dovrebbe cambiare le regole del mercato del lavoro e al quale stanno lavorando i collaboratori del segretario del Pd. Questi sono Yoram Gutgeld, che si occupa di economia, Marianna Madia, responsabile Lavoro, Filippo Taddei, responsabile Welfare e Davide Faraone con la supervisione di Elena Boschi.
Alla base della riforma del mercato del lavoro ci sono il precariato, la burocrazia da semplificare e le norme sugli ammortizzatori sociali. Da domani è prevista la discussione in segreteria del Pd e Davide Faraone ha affermato che l’ispirazione nasce dal modello utilizzato nei Paesi scandinavi, basato su lavoro e Stato sociale con una sorta di flessibilità sicura.
Renzi ha parlato di un piano per il lavoro a 360 gradi lontano dai vecchi slogan. Una critica ai vecchi schemi dei sindacati? Renzi non ha accolto la richiesta su Twitter del portavoce della Camusso che si chiedeva se il piano per la riforma del mercato del lavoro partisse da quello della Cgil. Il segretario del Pd ha affermato in maniera eloquente e specifica: “La Cgil fa un altro mestiere. Ci confrontiamo con tutti ma noi siamo il Pd, non un sindacato. Partiamo dalle nostre idee”.
Il piano del Pd, da quello che emerge, prevede un contratto a tempo indeterminato per i neoassunti, ma senza l’articolo 18, quello del licenziamento per giusta causa. C’è invece l’indennizzo in caso di licenziamento senza giusta causa, ma non il reintegro.
La Cgil potrebbe minacciare lo sciopero, anche considerando che l’Articolo 18 rimane attivo per i contratti in essere.
La proposta somiglia a quella di Ichino e Gutgeld dice “Potrà esserci anche una dinamica negoziale positiva con i datori di lavoro: per esempio, io potrei accettare un contratto con meno protezione, in cambio di una retribuzione più alta”.

Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti tra proclami e polemiche

governo lettaE’ stato approvato il decreto che sancisce l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Il governo Letta si era impegnato in tal senso e oggi è arrivata la conferma, ma non mancano le critiche. Il Presidente del Consiglio Enrico Letta su Twitter ha affermato: “Avevo promesso ad aprile l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti entro l’anno. L’ho confermato mercoledì. Ora in consiglio dei ministri manteniamo la promessa”. Il Consiglio dei Ministri ha quindi discusso del decreto che poi Palazzo Chigi ha confermato.
Nella conferenza stampa, Enrico Letta ha detto che il decreto: “Introduce l’obbligo della certificazione esterna dei bilanci dei partiti politici. Il problema è stata l’opacità, ci sarà un meccanismo molto stringente che impedirà gli scandali degli anni scorsi. Il testo votato oggi è quello del ddl approvato dalla Camera. Con qualcosa in più”.
Certificazione esterna dei bilanci quindi e fine del finanziamento pubblico ai partiti. Questi, però, potranno avere finanziamenti privati e su questo c’è da chiarire alcune cose.
Il Vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano si mostra soddisfatto ed ha affermato: “Abbiamo mantenuto la promessa, il decreto serve per far entrare immediatamente in vigore la legge”.
Rispetto al finanziamento privato, i partiti potranno contare sul 2 per mille e i cittadini potranno scegliere liberamente a chi riservare i soldi.
Si diceva di critiche. Le reazioni polemiche arrivano da Beppe Grillo che da sempre propone l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti. Il leader del Movimento 5 Stelle su Twitter ha detto: “Basta con le chiacchere enricoletta. Restituisci ORA 45 milioni di euro di rimborsi elettorali del Pd a iniziare da quelli di luglio. #Bastaunafirma”. E poi: “Per rinunciare ai finanziamenti pubblici è sufficiente non prenderli come ha fatto il M5S. Il decreto legge di Letta è l’ennesima presa per il culo”.
Sempre su Twitter si fa sentire anche Antonio Di Pietro che ha affermato: “Finanziamento ai partiti abolito per decreto? Prima di cantare vittoria aspettiamo di vedere il testo. Di fregature ne abbiamo prese troppe finora”. E poi Altero Matteoli di Forza Italia: “Il governo Letta la presenta come una conquista, io penso invece che l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sia un grave errore che inciderà profondamente ed in negativo sulla qualità della nostra democrazia.

Berlusconi minaccia la rivoluzione in caso di arresto

Foto: AP/LaPresse
Foto: AP/LaPresse

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi torna a parlare della sua situazione e di quella politica utilizzando toni molto duri.Berlusconi è intervenuto in una trasmissione della radio francese Europe 1 e ha affermato che non è interessato a lasciare l’Italia e che, in caso di arresto, scoppierà una rivoluzione.

Un Berlusconi che, come di consueto, non si arrende e non lascia la battaglia. Queste alcune parole del suo intervento alla radio francese: “Possono controllarmi il telefono, mi hanno tolto il passaporto e possono arrestarmi quando vogliono. Ma non ho paura, se lo fanno ci sarà una rivoluzione in Italia. Sarà difficile che mi mandino in prigione, poiché avrei immediatamente con me la grande maggioranza del paese alle prossime elezioni”.
Berlusconi critica ancora la magistratura che secondo lui ha utilizzato il suo potere per impedirgli di fare politica e si concentra sulle elezioni concentrandosi sulla sua capacità di ottenere voti ed avere quindi l’appoggio di una parte degli italiani. Certo, c’è sempre da dimostrare che sia ancora così, visto che la situazione politica sta cambiando e che lò’ascesa di Renzi sembra convincere molti elettori e non solo quelli della sinistra, ma anche i cosiddetti moderati.
Berlusconi critica poi l’Italia e ha detto che “Non c’è stato un solo colpo di stato ma quattro. Il colpo di stato c’è ogni volta che un paese non può essere governato dagli uomini eletti dal popolo”.
Il tutto si giocherà quindi alle prossime elezioni. In effetti, questo è forse l’ultimo aspetto su cui può puntare Berlusconi. Se ci sarà ancora consenso, questo potrà essere rivendicato, altrimenti la fine sarebbe veramente sancita. Berlusconi ha affermato: “Sono in campagna elettorale, stiamo cercando di convincere quei 24 milioni di italiani che non hanno ancora deciso di votare per la sinistra. Il governo non è più eletto dal popolo, il 24 maggio è il giorno in cui si voterà per l’Europa, chiediamo di avere la possibilità di avere lo stesso giorno elezioni per l’Italia.
Berlusconi ha poi parlato dei suoi  processi e della eventuale revisione degli stessi, dell’amicizia con Putin e della Merkel, che secondo lui fa solo i suoi interessi in una Europa che ha mostrato di non gradire.

Il Presidente Napolitano favorevole alla riforma del Senato

giorgio napolitanoDue giorni fa Matteo Renzi è diventato segretario del Pd dopo avere ottenuto il 68% alle primarie. Nel suo discorso, Renzi ha parlato di tante cose tra cui la possibile abolizione del Senato in quanto l’esistenza di due Camere è più un intralcio che un’utilità per il Paese, per la sua politica e per fare le leggi.
Oggi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parla della questione delle riforme istituzionali su cui si è sempre mostrato interessato. In un convegno su innovazione, ricerca e salute al Senato, Napolitano ha affermato di essere favorevole a una possibile modifica del Senato per rendere il parlamento più efficiente. Il Presidente della Repubblica ha detto: “Sono convinto che sia possibile tagliare le ridondanze e qualificare in modo nuovo ed essenziale il Senato”.
Giorgio Napolitano ha portato l’esempio della Francia, dove il Senato è stato riformato senza polemiche ma con il contributo dei senatori stessi.
Il Presidente ha poi parlato delle polemiche che riguardano la politica italiana sempre più spesso. Il Capo dello Stato ha invitato i politici a svolgere il dibattito sui problemi reali del Paese concentrandosi sulle riflessioni e sullo scambio di opinioni. Il riferimento è alle polemiche anche quando non ci sono elezioni in vista. A tal proposito il Presidente ha affermato che: “il frastuono delle polemiche politiche e così dannatamente sempre elettorali anche quando non ci sono elezioni dietro l’angolo per quanto sia di moda invocarle in ogni momento”. Per Napolitano l’Italia vive  un clima che non è di fiducia ed è necessario reagire soprattutto pensando ai giovani.

La squadra di Renzi per la segreteria del Pd e le rassicurazioni al governo

primariepdIl nuovo segretario del Pd Matteo Renzi si presenta a Roma il giorno dopo il successo alle primarie accompagnato dal segretario uscente Guglielmo Epifani. E Renzi non perde tempo comunicando la sua squadra per la segreteria. Per l’occasione fotografi e giornalisti schierati hanno accolto Renzi come una star.
Ieri, quindi, il nuovo segretario ha comunicato i nomi dei nuovi responsabili che sono formati da sette donne e cinque uomini con molti che hanno meno di quaranta anni. Il coordinatore della segreteria sarà Luca Lotti, il responsabile economico Filippo Taddei, Stefano Bonaccini si occuperà di enti locali, Davide Faraone di welfare e scuola,Francesco Nicodemo di comunicazione, Maria Elena Boschi delle riforme, Marianna Madia del lavoro, Federica Mogherini di Europa, Debora Serracchiani delle infrastrutture, Chiara Braga di ambiente, Alessia Morani di giustizia, Pina Picierno di legalità e sud e Lorenzo Guerini sarà il portavoce della segreteria.
Nella coinferenza stampa Renzi, oltre a presentare la sua squadra, ha tenuto a dire che l’unità del partito non è a rischio. Il nuovo segretario del Pd ha affermato: “Ieri 2,9 milioni di persone si sono espresse, oggi ci sarà un primo momento di dialogo tra la segreteria del Pd e i gruppi parlamentari, e poi discuteremo dei singoli temi, non sono preoccupato per i rapporti con i gruppi. Non ci sono potenziali rischi per l’unità del partito, bisogna lavorare insieme”.
C’è un certo interesse per quello che questa elezione può significare per il governo Letta, ma anche qui Renzi è tranquillizzante affermando non c’è nessuna ipotesi di ritiro della fiducia e che è arrivato il momento di fare le cose concrete necessarie al Paese.