Sul nome della nuova legge elettorale ci si sta sbizzarrendo. Prima Beppe Grillo ha parlato di “Pregiudicatellum”, a suo modo. Ora Giovanni Sartori, uno dei politologi italiani più importanti, ha parlato di “Bastardellum”.
Sul nome della nuova legge elettorale ci si sta sbizzarrendo. Prima Beppe Grillo ha parlato di “Pregiudicatellum”, a suo modo. Ora Giovanni Sartori, uno dei politologi italiani più importanti, ha parlato di “Bastardellum”.
Il ruolo di Matteo Renzi da segretario del Pd sembra incalzare e a volte mettere in secondo piano la figura del Presidente del Consiglio Enrico Letta. Il rischio di crisi di governo sembra lontano, anche perché la legge elettorale arriverà in Parlamento e sarà discussa. La sua approvazione sembra fondamentale prima di pensare a nuove elezioni.
La proposta di riforma della legge elettorale è arrivata. Il suo ideatore Matteo Renzi l’ha chiamata Italicum e si augura che possa essere approvata entro maggio. Le polemiche interne al Pd divampano, sia per la legge stessa sia per l’incontro con Berlusconi.
L’incontro tra Renzi e Berlusconi nella sede del Pd sulla legge elettorale ha lasciato qualche strascico all’interno del partito. Il nemico storico, il pregiudicato che va a casa del segretario del Pd. Secondo alcuni è insostenibile.
La discussione sulla legge elettorale continua e il segretario del Pd Matteo Renzi è sempre protagonista. La legge si deve fare, è stata calendarizzata e ora è necessario un accordo. Renzi aveva affermato che avrebbe parlato con tutti perché la legge elettorale si sarebbe fatta con ci stava. Ed è stato di parola. Ora sembra che l’asse privilegiato sia con Forza Italia.
Il ritorno a Forza Italia non è stato privo di polemiche con la diatriba interna al vecchio Popolo delle Libertà tra falchi e colombe, che ha portato poi alla formazione del Nuovo Centrodestra. Berlusconi vuole una Fi più giovane e come coordinatore unico ha scelto Giovanni Toti, uno che si potrebbe definire una colomba, non di certo un falco, e nel partito monta la polemica.
C’era una volta Berlusconi? No, con il cavaliere mai dire mai. Certo, il 2014 si apre in maniera amara per l’ex Presidente del Consiglio dopo un 2013 che lo ha visto protagonista negativo, condannato ed estromesso dal Senato. Il cavaliere ha passato il capodanno a casa con la famiglia, ma non come un vecchietto qualsiasi. I suoi uomini hanno provocato affermando di non ascoltare il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma sicuramente Berlusconi è stato davanti allo schermo. Non è uomo da boicottaggi, quanto piuttosto da strategia e opportunismo politico.
Berlusconi sembra ormai vedere un nemico al colle. Nel 2013 non si è sentito protetto per i fatti che lo hanno riguardato e con Fi è andato all’opposizione dopo essere decaduto dal Senato. Negli ultimi interventi a citato criticamente Napolitano, ma non ha proposto direttamente il boicottaggio del discorso mostrando quindi un interesse ancora vivo rispetto alla battaglia politica. Il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani ha confermato le riserve su Napolitano, ma rispetto al discorso di fine anno ha invitato tutti a guardarlo con “spirito critico”.
Il senatore Augusto Minzolini aveva invitato Berlusconi a preparare un suo discorso di fine anno, cosa peraltro già annunciata da Beppe Grillo, ma il cavaliere cerca sempre originalità. E quindi snobba il Capodanno e si prepara alle sfide politiche di questo nuovo anno affermando “Non ho mai pensato che il Capodanno fosse una ricorrenza da festeggiare. Per questo ne approfitterò per riposarmi in vista della ripresa”. I “falchi” spingono per posizioni più estreme e Berlusconi riflette mentre lascia capire come la battaglia non sia finita dicendo: “Sono un vecchietto ma non posso permettermi di finire la mia avventura umana, imprenditoriale, da uomo di sport e da uomo di Stato come un perdente”.
Uno dei fatti politici più importanti di questo 2013 che si è appena chiuso è sicuramente l’elezione di Matteo Renzi a segretario del Pd. Dopo le primarie dell’8 dicembre, il peso di Renzi sul governo, in termini di influenza e di interesse, è cresciuto. Il Pd è il partito di maggioranza e sembra che Renzi voglia sottolineare questo aspetto. Certo, puntare su un rimpasto di governo o minacciare la crisi non sembrano scelte opportune o armi che il nuovo segretario del Pd vuole sciorinare. In entrambi i casi, gli effetti deleteri sarebbero maggiori dei profitti. Anche andare a nuove elezioni non sembra una possibilità presa in considerazione dall’entourage del sindaco di Firenze, prima c’è da fare la legge elettorale e magari fare crescere il consenso sul leader che è già consistente.
Per questo 2014 Renzi deve evitare lo stallo o l’appiattimento su un governo immobile. Deve mantenere la sua immagine di innovatore e riformista e quindi probabilmente giocherà al rialzo con Letta, chiedendo ancora con più foga quello che ha chiesto a fine 2013: riforme e accelerazione. Il Presidente del Consiglio, da parte sua, punta sul “contratto di governo” da fare nei prossimi giorni e sul semestre di presidenza europea. Il 2014 si apre quindi con un Letta che deve stare attento al logoramento eventuale del suo governo e con un Renzi che si propone una ascesa più costante e leggermente più facile dalla sua posizione.
Per chi pensa che Letta e Renzi possano andare d’accordo, ci sono le dichiarazioni di quest’ultimo che ci tiene a differenziarsi da Letta e Alfano. Espressioni che lasciano immaginare eventuali ultimatum al governo, mentre la strana coppia Letta e Alfano rivendicano il ruolo di avere messo all’angolo Berlusconi. Il rapporto tra i due esponenti del Pd, tra governo e segreteria, si potrà basare sulla performance del governo. Legge elettorale, economia, lavoro, tasse e riforme possono portare i due a percorrere una strada politicamente produttiva per le loro mire.
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi torna a parlare della sua situazione e di quella politica utilizzando toni molto duri.Berlusconi è intervenuto in una trasmissione della radio francese Europe 1 e ha affermato che non è interessato a lasciare l’Italia e che, in caso di arresto, scoppierà una rivoluzione.