Condannata nuovamente Aung San Suu Kyi

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Ancora 18 mesi agli arresti domiciliari per Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana e premio Nobel per la pace che sarà costretta a rimanere nella sua casa-prigione ancora un anno e mezzo. È dall’ormai lontano 1989 che l’oppositrice del regime birmano è costretta agli arresti domiciliari. Motivazione della nuova condanna, la libertà sarebbe arrivata il 21 maggio, è il fatto di aver ospitato presso la propria casa-prigione un cittadino americano.

Chiaro è il messaggio politico: in questo modo il regime birmano si è assicurato l’impossibilità della Aung San Suu Kyi di partecipare alle elezioni che la giunta militare intende organizzare nel Paese per il 2010.

Laddove alla signora Suu Kyi, a seguito della nuova pena inflittale, fosse impedita la partecipazione al processo elettorale previsto per il 2010, ritengo che ciò costituirebbe una gravissima lesione ai principi della democrazia” ha affermato il ministro degli Esteri, Franco Frattini.

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