Survivors. Ovvero: i soliti noti


I soliti ignoti


Si sente dire ormai da più parti. E sempre di più. La solita banalità estremamente carica di verità. Le facce che governano l’Italia sono sempre le stesse facce. L’eta media del Parlamento parrebbe essere di soli 54 anni. Ho trovato questo post, un po’ vecchio ma ben documentato.


54 non è poi così alto, come numero. In effetti a immagine e occhio e croce uno direbbe 70. Ma insomma, a governarci, da sempre, ci sono i soliti noti.


I media abroad assai si stanno di questi tempi interessando alle vicende quasi folkloristiche della politica del Belpaese di questi giorni. Potrebbero farsi i fatti loro, direte. Ma se realizzate che oggi, su 11 quotidiani nazionali che mi sono capitati sotto mano, almeno 5 avevano la royale coppia Sarkozy-Bruni in prima pagina, decidete poi quale delle sue parti mediatiche in causa – italiana o abroad – è più triste.


Dunque, dopo essere stato per la seconda volta stroncato dall’Economist, l’uomo dei media all’italiana ritorna agli onori della cronaca estera grazie al Financial Times. Nel 2005 avevano scritto questo. Ora Berlusconi torna a far parlare di sè come il grande sopravvissuto d’Italia.

Silvio, in verità, nelle classifiche dei più ricchi del mondo, ha perso un po’ di posizioni. Politicamente, ha persino vissuto momenti ceh se non possono essere definiti bui, certo non hanno accecato. Ha un paio di processi alle spalle e un paio ancora in corso. Eppure c’è. Lui c’è. Ricordate Non è la Rai con Ambra c’è? Silvio c’è, dall’alto dei suoi 72 anni.


Il Financial Times lo definisce il grande sopravvissuto della politica italiana. Ma soprattutto sottolinea che l’uomo di Arcore si direbbe tuttora in corsa per un trionfale ritorno al potere alla testa della stessa coalizione. Nel 2009, considera il FT, Berlusconi potrebbe trovarsi per la terza volta a ospitare in Italia un summit del G8 (dolori amari saranno). E, in quell’occasione, Silvio potrebbe accogliere, dopo l’amico George, l’amico John, il McCain, si intende, di un mese più vecchio di lui – particolare sempre sottolineato dal FT.


Berlusconi sta comprensibilmente pressando per rapide elezioni. A una lettura più attenta, i numeri di Berlusconi non sembrano così robusti. Ma cosa vanno mai dicendo questi? Parlano di concorrenza del Partito Democratico nei confronti di Forza Italia come di qualcosa di reale, credibile e mnaccioso. Gianfranco Fini e Walter Veltroni ottengono, riporta il quotidiano economico, nei sondaggi praticamente la stessa quantità di preferenze come leader nazionali. Sì, ma qui parlare di una consistenza del Partito Democratico mi richiama alla mente la vignetta di Vauro oggi su L’Unità. Marini vede ancora uno spiraglio. Ma quanto c’ha di diottria, ventidue??


Il Financial Times parla, per Berlusconi, di longevità come leader – faccenda che richiama anche l’età media della politica italiana del prologo – con il piano strategico di avere designato molti delfini, ma è tutto un pretesto e nessuno gli sta per succedere. Ipse – e cioè sempre il Financial, che detto per inciso non sembrerebbe fare una critica a priori, quantomeno – considera semplicemente che la chiave di tutto è il berlusconiano regno e impero mediatico, che garantisce sopravvivenza. I media, questa fregatura. Anche Mussolini lo aveva capito con il cinema. Oltre ai suoi tre canali Mediaset il magnate mantiene ancora una considerevole influenza sulla Rai, latv di Stato, come dimostrato dalle recenti intercettazioni telefoniche. Dev’essere pieno di comunisti anche il Financial Times, un po’ come la Rai.


1 commento su “Survivors. Ovvero: i soliti noti”

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