Il Papa: rispettate le opinioni altrui

Papa

L’eco delle vicende de La Sapienza non si spegnerà. Oggi è toccato al Papa parlare. Oggi ha detto la sua, dal suo balcone, di fronte ai suoi. Parole inopinabili, immagine rinvigorita. Situazione creata dalla superficialità di questi tempi.

Una storia tutta sbagliata. Dall’inizio alla fine. Ci fosse stata una puntata della quale non disperarsi. A partire dall’invito del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Fatto che, opinione personale, è stato il vero, grande errore della faccenda. Tutto il resto è stato anche peggio, ma è nato da lì e dalla stupidità. Le polemiche sono scoppiate violentemente e prive di ogni controllo. E, dopo aver investito così un’intera settimana di cronache, il culmine, l’epilogo, è arrivato questa mattina a Piazza San Pietro.

200mila persone – queste le stime ufficiali rese note dalla stampa vaticana – hanno assistito al consueto messaggio domenicale del Pontefice. Che ha lanciuato il suo ringraziamento a universitari, professori e quanti sono venuti così numerosi in piazza San Pietro per partecipare alla preghiera dell’Angelus e per esprimermi solidarietà.

Oggi era il Papa Day. E stato già definito così. A San Pietro c’erano tutti gli esponeenti principali del mondo cattolico. Centinaia gli attivisti di Comunione e Liberazione. E c’erano anche i politici: Casini, Cossiga, Andreotti, Mastella, Rutelli e la Binetti. E allora il collegamento viene spontaneo: battaglie a profusione in difesa della laicità. L’Italia, che da sempre, per storia e geografia, soffre di un’influenza da parte della Chiesa e della sua autorità ormai non più applicabile ai tempi moderni. Ed ecco che uno Stato che si professa laico dimostra paura, terrore e incapacità di gestione nei confronti di un Papa. E, scoppiato il casino, i suoi politici, coda tra le gambe, corrono indietro di corsa presso l’ovile pontificio. Con tanto di scritta sul cappellino: Guarda, non sono stato io.

Benedetto XVI, all’università non è andato. Ha annullato tutto. Ma Benedetto XVI, decisamente, è il protagonista che meglio esce da tutta la vicenda. Come sapete avevo accolto molto volentieri il cortese invito che mi era stato rivolto a intervenire giovedì scorso all’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza – Università di Roma. Conosco bene questo Ateneo, lo stimo e sono affezionato agli studenti che lo frequentano: ogni anno in più occasioni molti di essi vengono ad incontrarmi in Vaticano, insieme ai colleghi delle altre Università. Purtroppo, com’è noto, il clima che si era creato ha reso inopportuna la mia presenza alla cerimonia. Ho soprasseduto mio malgrado, ma ho voluto comunque inviare il testo da me preparato per l’occasione.

Come professore, per così dire, emerito, che ha incontrato tanti studenti nella sua vita vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene. A tutti e a ciascuno rinnovo l’espressione della mia gratitudine, assicurando il mio affetto e la mia preghiera. Morale della favola? Una bella ramanzina di tolleranza, dall’alto del poter a ragion veduta affermare di essere stato trattato al di là di qualunque tolleranza.

Basta un pizzico di intelligenza, per fare e dire quello che Ratzinger ha fatto e detto oggi. Ai partecipanti alla Giornata della scuola cattolica, il Pontefice ha comunicato tutto il suo incoraggiamento nonostante – ha detto – le difficoltà che incontrate. Nessun accenno alle problematiche della parità e del finanziamento. Sarebbee stato un autogol. E perchè esporsi, quando su un vassoio d’argento gli è stata servita la ragione?

In Piazza San Pietro, oggi, non mancava il cardinal Camillo Ruini, promotore di questa straordinaria adunanza. Era soddisfatto, naturalmente. È una bellissima giornata di sole, sono molto felice. Maxiadunanza, maxischermo. Perchè oggi Piazza San Pietro è arrivata anche in piazza Duomo a Milano, attraverso un maxischermo che ha trasmesso in diretta Benedetto XVI di fronte a 10mila persone.

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